I libri più belli, letti nel 2023 (aggiornamento 27.2.24)

I libri più belli e significativi letti e incontrati nel corso dell’anno

Ken Danby, Towards The Hill

Si rinnova l’appuntamento con l’articolo sui libri più belli letti nel corso dell’anno. Questa volta però introduciamo qualche novità nelle modalità di compilazione.

Resta valida la regola che i libri segnalati si siano letti o incontrati* quest’anno (il 2023) e che i lettori del blog possono aggiungere le proprie segnalazioni e osservazioni nei commenti a questo post.

Tuttavia, 
1) i libri segnalati dai lettori nei commenti verranno riportati anche nell’articolo;
2) lo staff del blog aggiungerà le proprie segnalazioni (sempre nel corpo dell’articolo). Quindi, quando venite a controllare, cercate gli aggiornamenti sia nei commenti sia nel testo di questo post. La data indicata accanto all’editore si riferisce a quella di prima pubblicazione (in originale in caso di opera tradotta).
*3) Alcuni libri segnalati sono ancora in corso di lettura oppure sono giudicati “interessanti” e meritevoli di lettura o almeno di consultazione.
[L’ordine è: il primo della lista è l’ultimo aggiunto].
Eccoli:


-Milan Kundera, Un occidente prigioniero, Adelphi, 2022, pp.85. Il libro contiene due discorsi di Kundera: -“La letteratura e le piccole nazioni” del 1967; – “Un occidente prigioniero o la tragedia dell’Europa centrale” del 1983. Segnalato da Mariangela.

Questi i libri di Michela:
-Luigi Pirandello, I vecchi e i giovani, Mondadori (esistono numerose edizioni, fate voi).
-William Makepeace Thackeray, La famiglia Newcome, Longanesi, 1956 (quasi introvabile).
-Jules Verne, 20.000 leghe sotto i mari.

Scelti da Lorenzo (qui trovate anche le sue riflessioni):
-Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine (nella traduzione di Antonio Tabucchi, mi raccomando!, Feltrinelli)
-Predrag Matvejević, Breviario mediterraneo, Garzanti.
-Sarah Bakewell, Montaigne: l’arte di vivere, Fazi.
-Guy Delisle, Cronache di Gerusalemme, Rizzoli Lizard.
-Luciano Bianciardi, Garibaldi, Minimum Fax.
-Etty Hillesum, Diario (ediz. Adelphi da 260 pagine).

-Giovanni Luigi Fontana, Andrea Gritti, Architetture del lavoro: città e paesaggi del patrimonio industriale, Forma, 2020, 383 pp. Scelto da Mariangela.

-Mircea Cărtărescu, Nostalgia, Voland, 2012. Cinque racconti dello scrittore rumeno. La prima edizione ne aveva solo tre. Un modo per scoprire direttamente una scrittura davvero abbacinante e che lascia senza riferimenti (prima di dedicarsi, magari, a Solenoide). Particolarmente adatto a chi ama la forma (che sfugge) del racconto. Anche se questi sono racconti piuttosto lunghi.

-Anna Voltaggio, La nostalgia che avremo di noi, Neri Pozza, 2023. Segnalato da Domenico Fina, che scrive: «I racconti sono difficili, non è un caso se molti scrittori di romanzi quando scrivono racconti spesso siano insoddisfacenti, e molti scrittori di racconti lo siano altrettanto. Il racconto, che sia quello nel quale si svela via via un enigma, e nel finale tutto si rende chiaro con sgomento, vedi Alice Munro, sia quello nel quale le epifanie sono diffuse e discrete durante il racconto, penso a Lucia Berlin, e il finale aperto rimanda ad altro, be’ hanno bisogno di intensità, umorismo, variazione, curiosità, uno stile che sia originale, fin da principio. Anna Voltaggio, 42enne al suo esordio narrativo, trovo che lo sappia fare, mi è sembrato chiaro già dal primo racconto.» Il resto del commento qui.

-Guzel’ Jachina, Zuleika apre gli occhi, Salani, 2017.
-Jonathan Bazzi, Febbre, Fandango Libri, 2019.
-Fulvio Ervas, Se ti abbraccio non avere paura, Marcos y Marcos, 2012.
-Giuseppe Pontiggia, Nati due volte, Mondadori, 2000.
(Questi li ha segnalati Mariangela)

-Nicola Gratteri, Antonio Nicaso, Complici e colpevoli: come il Nord ha aperto le porte alla ‘ndrangheta, Mondadori, 2021. Scrive Mariangela: «Gli autori spiegano come le organizzazioni criminali nate al Sud siano approdate in diverse regioni del Nord. Ne ho fatto una lettura selettiva concentrandomi, oltre che sulla prefazione e sulle conclusioni, sul capitolo dedicato alla Lombardia. Il libro dedica spazio anche ad altre regioni: un libro, tanti luoghi!». Il resto della recensione di Mariangela lo trovate qui: https://gruppodilettura.com/2021/09/14/libri-e-luoghi/comment-page-3/#comment-94039.

-Emanuele Trevi, La casa del mago, Ponte alle Grazie, 2023.
L’editore lo definisce “romanzo” anche se pare più un memoir sul padre di Emanuele, Mario Trevi, psicanalista junghiano. Questo l’inizio del prologo, che ti avvolge subito:
“«Lo sai com’è fatto». Quando mia madre mi parlava di mio padre ci metteva poco ad arrivare al punto, sempre lo stesso: per affrontare qualunque faccenda con quell’uomo enigmatico, con quel cubo di Rubik sorridente e baffuto, bisognava sapere-come-era-fatto. Io chiedevo lumi, e lei mi ricacciava nelle tenebre più scure col suo perpetuo intercalare, più simile a una formula magica che a un pensiero razionale: «lo sai com’è fatto». Era evidente, d’altra parte, che non lo sapeva nemmeno lei come era fatto, non lo sapeva nessuno – forse nemmeno Gesù Bambino, quell’infallibile conoscitore dei più riposti segreti dell’animo, come mi assicuravano le monache a scuola. Ma una persona, rimuginavo io, perché dovrebbe essere fatta in un certo modo costringendo gli altri, per il loro bene, a saperlo? Non potremmo essere fatti tutti alla stessa maniera, e buonanotte? A quei tempi ero un bambino normalissimo, perfettamente adattato: una versione in miniatura dell’adulto che sarei diventato, privo di picchi e di voragini. Tendevo a prendere per buone le massime di mia madre, ma quel modo di dire ho continuato a detestarlo, almeno quanto l’altra celebre enormità, «conosci te stesso». A me, di conoscere me stesso e di sapere come sono fatti gli altri non è mai fregato un granché.“
Il libro di Trevi entra a pieno titolo anche nelle nostre riflessioni sulle possibilità della scrittura autobiografica. Riflessioni, lo ricordo, che interessano ciascuno di noi. Anche chi – come me – non è scrittrice o scrittore.

-Eliana Versace, Montini e l’apertura a sinistra: il falso mito del vescovo progressista, Guerini studio, 2007.
Anche questo un suggerimento di Mariangela che ne scrive in calce all’articolo sui Libri e i luoghi.
Dice Mariangela: «Per chi sia interessato alla storia della Democrazia Cristiana, alle sue correnti e al suo rapporto con la Chiesa questo è un libro da non lasciarsi scappare». E ancora: «Ovviamente è anche un libro sulla Milano del boom, visto che Montini è stato nostro arcivescovo dalla fine del 1954 fino al 1963, quando fu chiamato al soglio di Pietro. Lavoro rigoroso basato su un’ analisi serrata dei documenti dell’ archivio diocesano, sfata il mito secondo cui Montini avrebbe favorito l’apertura a sinistra, come peraltro avevano sostenuto alcuni periodici d’ allora (forse con l’intento di screditarlo in Vaticano).». L’intera recensione la trovate qui.

-Annie Ernaux, L’evento, L’orma, 2019.
Mariangela: «libro duro al limite della sostenibilità psicologa e fisica, comunque la si pensi sull’interruzione della gravidanza. In prima persona, Ernaux ci racconta la sua storia: inizio anni ’60, Francia, lei studentessa di 23 anni si scopre in cinta e decide di abortire. L’aborto è illegale, deve quindi ricorrere a vie clandestine, subendo umiliazioni e rischiando la vita.» Il resto del commento lo trovate qui.

-Werner Herzog, Ognuno per sé e Dio contro tutti, Feltrinelli, 2023
Un memoir del grande regista tedesco, una autobiografia tutta orientata al racconto di vicende avventurose legate ai film realizzati, alle relazioni di amore odio con Klaus Kinski, ma anche all’infanzia, alla fame durante la guerra, agli studi negli Stati Uniti. Uno si chiede quante vite ci siano dentro la vita di Herzog. Che a un certo momento, e per qualche pagina, ci spiega quanto siano inutili, a suo parere, le autobiografie introspettive, che si osservano l’ombelico. Per certi versi può suonare come dissuasione per noi comuni mortali dallo scrivere delle nostre vite. Comunque la si metta, è una grande lettura.

Scrive Maddi che i tre libri che ha amato di più nel 2023 sono:
-Isabel Kreitz, La scoperta del Currywurst di Uwe Timm, Black Velvet, 2007
-Dario Ferrari, La ricreazione è finita, Sellerio, 2023 («giovane autore da tenere d’occhio»)
-Ian McEwan, Lezioni, Einaudi, 2023 («In questo libro torna lo splendido autore di Espiazione, Bambini nel tempo e via dicendo»)

-Greta Olivo, Spilli, Einaudi, 2023.
Segnalato da Domenico Fina. Un romanzo di una trentenne romana al suo esordio. È la storia di Livia, liceale ritratta in varie fasi della sua adolescenza fino ai 18 anni, Livia che vuole vivere come se niente fosse la sua giovinezza, sebbene la sua vista per via della retinite pigmentosa si faccia sempre più ristretta, i contorni delle cose via via più offuscati, e le relazioni e gli amori piuttosto deludenti. Personaggio descritto con autenticità, attraverso il suo piglio indipendente e umoristico, gli spilli del titolo sono un riferimento allo splendido racconto Un paio di occhiali di Anna Maria Ortese, nel quale la protagonista, affetta da problemi di vista, vede (intravede) le lettere piccole come spilli. Qui tutto il commento di Domenico.

-Varlam Tichonovič Šalamov, I racconti di Kolyma, Adelphi. (Edizione originale 1973; la prima edizione italiana è del 1976 da Savelli).
L’universo concentrazionario sovietico narrato da uno scrittore eccelso che ha vissuto nell’orrore e l’ha reso memorabile in una serie di racconti di enorme bellezza stilistica e infinita comprensione umana. Un libro bellissimo, da leggere lentamente, che non si dimentica facilmente.

-Ivan Ivan Gončarov, Oblomov, 1859. (Io ho una edizione Garzanti e una ancora più vecchia edizione Mondadori. In commercio ora c’è la bella edizione Einaudi tradotta da Paolo Nori.)
Terza lettura di questo romanzo russo che fu, nell’adolescenza, una lettura fondativa. A distanza di anni il fascino del personaggio – che non può stare al passo con il tempo che gli è toccato di vivere e che si ritrae a osservarlo da un punto che gli permette una lucidità che gli altri non possono avere – è, se possibile, ancora più forte. Perché Oblomov è lo sguardo obliquo, indispensabile per vedere l’insensatezza dell’affanno produttivistico, la frenesia della presenza, l’assurda corsa del fare sempre e comunque, per nascondere l’angoscia dietro la routine. Certo non si dovrebbe e non si può essere come Oblomov, la sua “apatica calma”, praticata sistematicamente può ucciderci anzitempo. Però è salutare ogni tanto prendere il suo punto di vista e sedersi accanto a lui e ascoltarlo, quando parla con Zachar, quando spiega perché non può amare Olga, e soprattutto quando pensa, rimugina, progetta cose che non farà mai. Lo sento dentro di me. L’ho sempre sentito.

– Billy Collins, La vela solitaria intorno alla stanza, Fazi, 2013; Balistica, Fazi, 2011.
Definito da alcuni il “poeta più popolare d’America”, Collins affronta le situazioni quotidiane e apparentemente banali con grande e sorprendente capacità analitica, ironia, anche umorismo.

-Trevor Noah, Nato fuori legge: storia di un’infanzia sudafricana, Ponte alle Grazie, 2019, 336 pp.
«Devo dire che ne ho apprezzato la leggerezza e il brio, la capacità di parlare di un ambiente certo non facile in modo scanzonato ed ironico. L’aggettivo del titolo, “fuorilegge”, si riferisce al fatto che il protagonista è figlio di un’unione mista, allora vietata nel paese. Famiglia particolare, disagiata è la madre, certo non tenera, che provvede a tutto. L’io narrante è un furbacchione che se la cava con pragmatismo e qualche, chiamiamolo così, accorgimento e talvolta anche grazie alla conoscenza di più lingue. È una lettura divertente, che insegna molto sul Sudafrica.» Contributo di Mariangela.

-Hans Blumenberg, La leggibilità del mondo, Il Mulino, 2009 (originale: Die Lesbarkeit der Welt, 1981).
Scorribanda all’interno di qualche millennio della cultura occidentale, è la storia di una famiglia di metafore connesse all’idea del mondo naturale come cosa da leggere. Un libro di filosofia che ci aiuta a capire cosa e come leggiamo, ben al di là dei libri. Una sstoria della conoscenza e del rapporto fra l’uomo e il mondo, sotto forma di episodi e incontri con pensatori tutti di cultura occidentale (qualcuno ha scritto: “uomini bianchi morti”). Molto impegnativo ma merita almeno una lettura a pezzi, a frammenti, a capitoli. Appunto.

-Herbert Clyde Lewis, Gentiluomo in mare, Adelphi, 2023 (originale 1937).
Scrive Domenico Fina (qui tutta la sua recensione): «Un racconto commovente, brillante, magnifico». E ancora: «Il protagonista, Henry Preston Standish, si imbarca sul piroscafo Arabella che da Honolulu (sull’oceano pacifico) è diretto verso il canale di Panama. Ha 35 anni, lavora in borsa, vive a New York, ha una moglie e due figli e una vita appagante; a sua moglie ha giustificato questa fuga solitaria perché deve ritrovare (o trovare) quiete, serenità. Vuole vedere i magnifici tramonti sul pacifico. In realtà Standish non sa cosa vuole dalla vita, è un contemplativo, guarda alla vita come sul nastro della telescrivente guarda salire e scendere le azioni. Il racconto non è quello di un gentiluomo caduto (accidentalmente) in mare, che potrebbe aver inizio e fine in due pagine, ma è della vita che si risveglia nel momento in cui cadi, e rifletti su tante cose, ‘mentre a bordo c’era il ballo’.»

-Maria Chiara Ciaccheri, Comprendere le barriere in Chiara Ciaccheri, Fabio Fornasari , Il museo per tutti: buone pratiche di accessibilità, La meridiana, 2022, 110 p. (pp.33/41). Anche questo segnalato da Mariangela (che del tema aveva già parlato in precedenza in riferimento a questo articolo). «Cosa sono – scrivele barriere quando si parla di accessibilità? Io le ho sempre intese come ostacoli architettonici, non so, una scala, un dislivello da superare, invece il termine è da intendersi in senso più ampio. Possono rappresentare un ostacolo un sito web che non fornisce le informazioni sul tema, è una barriera un ingresso non accogliente (anche qui tornano ‘le soglie”!), rappresenta un disincentivo alla visita un percorso non funzionale, magari con illuminazione inadeguata, con didascalie (sempre loro!) non leggibili o poco comprensibili. Il tema è spiegato bene, è un libro per tutti, non solo per addetti ai lavori.»

-Mariangela torna sul libro di Gérard Genette, Soglie. I dintorni del testo, Einaudi, 1989 del quale abbiamo parlato qualche giorno fa (lo trovate qui sotto) e in questo articolo. Aggiunge Mariangela: «Questo è un testo che gli appassionati di letteratura francese non devono lasciarsi scappare! L’autore fa molti esempi per spiegare gli elementi del paratesto e, nella maggior parte dei casi, cita i capolavori d’oltralpe, Balzac, Zola, Proust e tanti altri. Io sono in po’ in difficoltà, in effetti, perché di francesi non ne ho letti tanti, ma chi ha la passione, non si lasci scappare l’occasione!»

-Stefania Bertola, Romanzo rosa, Einaudi, 2022.
Scrive Mariangela nel suo commento: «Nella sua apparente frivolezza questo romanzo ci dice una cosa importante: un libro non è fatto solo dall’autore, tante dritte che l’insegnante di scrittura ammannisce ai suoi allievi potrebbero insinuarsi anche tra le pagine dei libri ‘seri’ che raggiungono anche i lettori ‘forti’.» Il resto delle osservazioni di Mariangela su questo romanzo.

-Vittorio Lingiardi, L’ombelico del sogno. Un viaggio onirico, Einaudi 2023.
Scrive Lingiardi: «Ho scritto questo libro perché mi sono divertito a mettere in comunicazione tre mondi, gli antichi, la psicoanalisi, le scienze, sfiorandone altri. Il sogno è un labirinto borgesiano che offre la possibilità di raccontare mille racconti. In questa esplorazione c’è naturalmente anche un aspetto accademico, la convinzione che ci sono “cose da sapere” sui sogni. Quindi L’ombelico del sogno è anche un invito paraddosale a essere coscienti dell’inconscio». È un libro breve (177 pp.) ma denso di idee, e aperture di orizzonti sul sogno; e, mi pare, ricco di aiuto per chi intende raccontarsi, accettando che la propria vita, come i sogni, sia ambigua, labirintica, e si presti, appunto, a farne delle storie. Perché, esattamente come tutti si sogna, tutti ci si può raccontare.

-Alessandra Daphne Fisher, Jiska Ristori, Atlante del genere: alla scoperta dell’euforia di genere, con il supporto di Francesca Mazzoli e Alessia Romani, illustrazioni di Angela Nicente, Clichy, 2022, 71 p. Scrive Mariangela: «identità di genere e orientamento sessuale come espressione della libertà personale, a dispetto di false credenze e stereotipi. La grafica è determinante perché è elemento assolutamente consustanziale al testo, quindi è necessario tentare di darne almeno un’idea.» Leggi il resto qui.

– Philip Roth, Perché scrivere? Saggi, conversazioni e altri scritti, 1960-2013, Einaudi, 2018. Riprendo periodicamente la lettura di questi libro pieno di idee e strade da seguire a proposito di romanzi, scritture, scrittori, vite nostre e degli altri. In particolare questa volta mi sono immerso in “Intervista su Zuckerman”.

-Anna Chiara Cimoli, Riscritture identitarie. I testi museali alla prova delle trasformazioni sociali, in “Senza titolo: le metafore della didascalia”, a cura di Maria Chiara Ciaccheri, Anna Chiara Cimoli, Nicole Moolhuijsen, Nomos, 2020. Segnalato da Mariangela a proposito del tema delle “didascalie” del quale abbiamo qualche giorno fa. Qui il commento completo di Mariangela.

-Roberto Esposito, Da fuori. Una filosofia per l’Europa, Einaudi, 2016. Un libro complesso, a volte ostico, ma assai utile per la bravura dell’autore nell’inquadrare alcune delle correnti delle filosofia contemporanea. Dalle filosofie della crisi in poi, passando per la German Philosophy, la French Theory e l’Italian Thought e il paradigma della biopolitica, una lunga riflessione sulla. necessità della filosofia di oltrepassare i propri confini e osservarsi “da fuori”, appunto.

-Gérard Genette, Soglie. I dintorni del testo, Einaudi, 1989. Come sempre Genette ci dice cose indispensabili, sulle quali forse non riflettiamo mai abbastanza: riguardano la nostra comprensione del mondo, oltre che il modo in cui leggiamo. Qui – libro arcinoto anche se meno delle tre Figure – ci aiuta a capire cosa sono e come funzionano «le produzioni, verbali e non verbali, che contornano [un testo], lo presentano, fanno di esso un «libro». Sono queste produzioni – prefazioni, dediche, copertina, scelte tipografiche, ecc. – ciò che costituisce il paratesto, l’area di transizione tra il dentro e il fuori, la soglia, insomma, del testo letterario. Quest’apparato, troppo visibile per essere percepito, agisce in parte all’insaputa del destinatario. E tuttavia il suo apporto è spesso rilevante: come leggeremmo l’Ulysses se non si intitolasse Ulysses? Questo studio, il primo dedicato al complesso di una pratica tanto rilevante nel mondo delle lettere, vuole essere un’introduzione, ma al contempo un’esortazione a considerare più da vicino ciò che regola nascostamente le nostre letture. Una soglia, del resto, può essere solo attraversata».

-Philippe Lejeune, Il patto autobiografico, traduzione di Franca Santini, Bologna, Il Mulino, 1986. Un vecchio libro – fuori catalogo che si trova solo nelle biblioteche – che delinea alcune regole del genere di scrittura autobiografica. Regole con le quali fare i conti per provare anche a superarle e a riscriverle.

-Sara Filippi Plotegher, Alberi di strada: manuale di convivenza con il verde urbano, da un’idea di Giorgio e Giulia Cordin, Quinto Quarto, 2023. «Me lo hanno consegnato proprio il 25 luglio, quando ho faticosamente raggiunto la biblioteca dopo il disastro che in città ha abbattuto duemila alberi.», da Mariangela.

-Giuseppe Marotta, A Milano non fa freddo, Unicopli (prima edizione Bompiani 1949) «Un libro che coi suoi ventun racconti descrive una Milano lontana; siamo negli anni ’30 e già allora non era facile (ma non impossibile) approdare nella grande metropoli senza molti mezzi.» Da Mariangela.

-Martin Amis, La storia da dentro. Come scrivere, Einaudi, 2023 (originale 2020). Insieme un romanzo, una serie di memoir tematici, un’autobiografia, un manuale di scrittura e di lettura, una meditazione sull’amicizia e sulla morte.

-Daniele Rielli, Il fuoco invisibile. Storia umana di un disastro naturale, Rizzoli, 2023. Il disastro naturale è quello degli ulivi di Puglia colpiti e uccisi dalla Xylella (21 milioni secondo il Cnr). Ne scrive Paolo Bricco sul domenicale del Sole 24 Ore del 16 luglio: «Perché questa vicenda, che si svolge nel meraviglioso Salento sottratto alla sua dimensione da cartolina attraverso l’infausta trasformazione in un gigantesco cimitero degli alberi, mostra quanto siano presenti – nella contemporaneità – schegge di civiltà pagane, pensiero magico, mitologia e mitologismi, dichiarazioni di impossibilità di intendere e di volere e desiderio di abbandonarsi alle spiegazioni più semplici che, alla fine, trovano sempre con grande facilità i colpevoli: appunto, gli scienziati che hanno scoperto l’esistenza del batterio.»

-Tullia Gianoncelli, Crescenzago. Luoghi e voci, Edizioni del Foglio Clandestino, prefazione di Pietro Esposito, 2018, 256 p. Da Mariangela, qui.

-Ferdinando Imposimato, I 55 giorni che hanno cambiato l’Italia. Perché Aldo Moro doveva morire? La storia vera, Newton Compton, 2013
-Ferdinando Imposimato, La strage di Piazza Fontana in Id. “La Repubblica delle stragi impunite”, Newton Compton, 2012, pp. 53/15.
Suggeriti da Mariangela: «Certi fatti drammatici della seconda metà del ‘900 sono cristallizzati nella mia memoria al momento dell’accadimento». I commenti sono questi: primo e secondo.

-Natalia Ginzburg, La famiglia Manzoni, Einaudi 1983. Segnalato da Camilla e Mariangela.
-Natalia Ginzburg, Piccole virtù, Einaudi, 1962. Da Camilla.

-AA.VV. I volti del potere Da Pericle ad Augusto, da San Francesco a Solimano da Napoleone a Mussolini da Stalin a Hitler da De Gasperi a Papa Wojtyla da Cleopatra a Margareth Thatcher. Undici storici raccontano come si governano gli uomini nel bene e nel male. Laterza, 2010. «Ho letto questi tre», dice Mariangela: Alberto Mario Banti, “Napoleone e il bonapartismo”, pp. 117/142; Andrea Graziosi, “Stalin e il comunismo”¸ pp. 173/218; Andrea Riccardi, “La Chiesa di Papa Woytjla”, pp. 271/288». Il commento completo qui.

-Alessandro Manzoni, I promessi sposi, 1842. «Ecco il Manzoni… non gli si può sfuggire. Magnifico. Da Camilla.

-Alberto Manguel, Don Chisciotte e i suoi fantasmi, Sellerio, 2023. Manguel ci mostra il grande fantasma che abita le pagine del Don Chisciotte. Si affaccia nell’identità di Cide Hamete, l’arabo spagnolo di lingua aljamiada, al quale Cervantes affida l’autorialità del manoscritto del romanzo. È il fantasma di una cultura che era in Spagna da quasi mille anni e che i re cattolici avevano deciso di espellere, in un delirio di ricerca della “purezza del sangue”.

-Nickolas Butler, Uomini di poca fede, (Little Faith, 2019), Marsilio. «La religione può diventare pericolosa, per se stessi e per gli altri, ammesso che certi eccessi si possano ancora fare rientrare nelle pratiche religiose, per me diventano superstizione». Il commento di Mariangela qui.

– Herman Melville, Moby Dick o la balena, 1851. Lo segnala e ne scrive a lungo theleeshore sul nostro blog: «Dopo poche pagine, il furore linguistico di Melville ti avvolge come un vestito prezioso. Un’impressionante cornucopia di metafore, iperboli, metonimie, similitudini e tutte le altre figure retoriche contemplate in letteratura, si rincorrono per tutto il libro senza soluzione di continuità».

-Antonella Agnoli, La casa di tutti. Città e biblioteche, Laterza, 2023. La biblioteca come architrave di una nuova visione delle città fondate sull’inclusione e la cura. Che tipo di società e quindi che genere di vita vogliamo per i nostri ragazzi e i nostri vecchi? (Simonetta Fiori, La Repubblica, 22 maggio 2023).

-AA.VV. Novecento italiano. Laterza, 2008, 252 p. Il suggerimento è di Mariangela; il commento completo, con alcune riflessioni, lo trovate qui.

Mariangela scrive, fra l’altro:
I capitoli letti finora sono questi:

  • Valerio Castronovo, “1960. Il miracolo economico”
  • Vittorio Vidotto, “1978. Il delitto Moro”
  • Salvatore Lupo, “1986, Il maxiprocesso
  • Ivo Diamanti, “1992, Tangentopoli”

-AA.VV. I giorni di Milano. Laterza, 2010, 240 p. (da Mariangela, a commento dell’articolo sui Libri e i Luoghi, l’ho messo qui perché mi sembra molto pertinente anche con il filone dei libri dell’anno)
Sempre sfruttando la possibilità di frammentare la lettura, ho iniziato con questi capitoli, tutti molto interessanti:

  • Eva Cantarella, “I miti di fondazione”
  • Marco Meriggi, “Primo giugno 1764. La nascita del caffè”
  • Antonino De Francesco, “26 maggio 1805. Bonaparte incoronato in duomo”
  • Giuseppe Berta, “28 aprile 1906. L’esposizione internazionale”

L’ultima provincia di Luisa Adorno. Scrive Mariangela che ce lo propone: «Abitudinario, ossequente al potere e un po’ ignavo, il prefetto difficilmente prende iniziative, esegue gli ordini e non rischia mai di suo. Odia i comunisti e le novità, ama l’ordine e la quiete casalinga, anche se a casa sua non è lui a comandare». Il commento completo qui.

-Ian McEwan, Lezioni, Einaudi (2023). Scrive cla055: «Devo affermare che la l’avanzata età riporta questi intellettuali ai loro tempi migliori che sono quelli della loro giovinezza. Lezioni mi ha ricordato Bambini nel tempo, Espiazione, Amsterdam, Sabato e L’amore fatale»

-Nanni Moretti, Il sol dell’avvenire. È come leggere un buon libro e nel finale per diversi aspetti ci può ricordare il primo maggio. La considerazioni sparse che mi sono passate per la testa vedendo il film di Moretti sono: Moretti è vivo e vegeto, in fin dei conti è il nostro Cechov invecchiato, quello che ci ricorda che siamo disattenti; potrebbe vincere Cannes? Da Domenico Fina. Tutto il commento qui.

-Alba de Céspedes, Da qui nessuno torna indietro, Mondadori, (1938). Anni ’30 in un collegio femminile romano, tante ragazze, tutte con le loro speranze ed ambizioni: un sogno di indipendenza, la speranza di un amore, in certi casi, l’anelito a un miglioramento sociale. Grazie a Mariangela. Il commento completo qui.

-Claudio Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità della resistenza, Bompiani (1991). Un libro fondamentale per la storia della Resistenza italiana, sulla natura della lotta e il carattere di triplice guerra: patriottica, civile e di classe. Ne parlo anche qui.

-Colm Tóibín, Il Mago, Einaudi (2023). “Un romanzo su Thomas Mann che si legge come un romanzo di Thomas Mann.” Secondo Camilla Parcher che lo segnala “è stata una delle più deliziose letture che ho avuto la fortuna di leggere, e per ora mi fermo qui. Solo a ricordare Il Mago, mi commuovo”. Il commento di Camilla è qui.

-Marchesa Colombi (vero nome: Maria Antonietta Torriani), Matrimonio di provincia, Einaudi (del 1885 la prima pubblicazione). Torriani è, “una delle tante scrittrici di fine ‘800. Storia di una ragazza che per anni rimane legata ad una infatuazione, a un’idea di fidanzamento che si protrae nel tempo senza condurre a nulla di concreto. È quasi un monito per le fanciulle: basta sognare ad occhi aperti, prendete in mano la vostra vita e agite! E che bella scrittura!”. Da Mariangela, il commento completo qui.

Granta’s Best of Young British Novelists 2023, Issue n° 163: torna il numero della rivista “Granta” dedicato ai giovani scrittori britannici. Ne esce uno ogni dieci anni, dal 1983: ci sono passati, tra gli altri, Kazuo Ishiguro, Salman Rushdie, Julian Barnes, Martin Amis, Pat Barker. E poi Zadie Smith, Iain Banks, Nicola Barker, Ben Okri, Jeanette Winterson, Hanif Kureishi, Sarah Waters e Rachel Cusk.

-Amor Towles, Un gentiluomo a Mosca, Neri Pozza (2016). Mosca 1922 – un uomo, aristocratico, viene condannato dal Commissariato del Popolo per essersi arreso alle corruzioni della propria classe sociale e deve scontare la sua pena per trent’anni recluso in un albergo. Da Paola Rigo, il commento completo qui.

-Marta Cai, Centomilioni, Einaudi (2023). Teresa con una vita che si avvoltola, deve curarsi di suo padre malato di Alzheimer, di sua madre rancorosa che ha come unica meta del giorno e della sera, l’ossobuco in umido da cucinare. Da Domenico Fina che qui ci offre la sua recensione.

-Barry Gifford, Il Mondo di Roy, Jimenez (2022). Il viaggio di un ragazzino nell’America tra gli anni ‘40 e ‘60. Da Mario Maccagni.

-Giacomo Tinelli, L’io di carta, Edizioni del Verri (2022). Autofiction e autobiografia: “se la prima espone le finzioni che l’io produce, la seconda tenta al contrario di ridurle al minimo”. Con particolare attenzione alla scrittura di Walter Siti e Emmanuel Carrère.

-Marco Annicchiarico, I cura cari, Einaudi (2022). Un romanzo sulla cura dell’Alzheimer. Se ne scrive anche su Doppio Zero.

-Don De Lillo, Rumore bianco, Einaudi (1987). Postmoderno o quasi, un romanzo sulla paura della morte nell’America del consumo.

-Enrico Terrinoni, Su tutti i vivi e i morti. Joyce a Roma, Feltrinelli (2022). La presenza di Joyce a Roma che tracce ha lasciato nella sua opera. Un’indagine sulla relazione fra vita e scrittura.

-Mario Silvestri, Isonzo 1917, Einaudi (1965). Una ricostruzione dell’anno di Caporetto.

-Miguel Benasayag, Teodoro Cohen, Del dialogo nella complessità, Pensa Multimedia (2022). Quanta ideologia c’è nella predica sulla necessità del dialogo? E quale dialogo è giusto provare ad attuare?

-Georges Simenon, Gli intrusi, Adelphi (1940). Un gruppo di ragazzi e un omicidio irrompono nella vita di un uomo, un borghese che da quasi vent’anni si è rintanato in casa.

-Jack London, Il vagabondo delle stelle, Feltrinelli (1915). L’ultimo romanzo di London. Un condannato a morte racconta le vite che ha immaginato nei suoi anni in prigione. Quali sono i limiti del racconto autobiografico.

Ovviamente l’aggiornamento dell’articolo è continuo, giorno dopo giorno (più o meno).

[Immagine: Jacob Lawrence – Confrontation at the Bridge from the series Not Songs of Loyalty Alone The Struggle for Personal Freedom -1975 – Wikiart]

Commenti

57 risposte a “I libri più belli, letti nel 2023 (aggiornamento 27.2.24)”

  1. Avatar luigi gavazzi

    Buona giornata a tutte le lettrici e i lettori: ricominciamo con il post sui libri dell’anno. Negli ultimi mesi i commenti sono calati parecchio. Quest’anno daremo più visibilità alle vostre segnalazioni riportando i libri indicati nei commenti anche nel corpo dell’articolo. Quindi se vi va di ricominciare, noi saremo ben felici.
    Grazie a tutti

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  2. Avatar Mario Maccagni
    Mario Maccagni

    Barry Gifford – Il Mondo di Roy (Jimenez , Pag. 592) – Il viaggio di un ragazzino nell’America tra gli anni 40 e 60

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  3. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Ricomincio da Marta Cai, Centomilioni, appena pubblicato (due giorni fa) da Einaudi.
    Marta Cai, 42enne piemontese, ora residente in Brasile, al suo secondo libro, è bravissima, in un modo umoristico che non lascia particolari dubbi.

    “In una sola notte l’autunno che ancora titubava si è steso a corpo morto con un balzo su questa porzione di mondo. La nebbia sale dai campi silenziosi dove poche settimane prima i cereali succhiavano il sole come da una mammella e scende sulle persone, sulle case e sulle auto. Dagli stomaci sale il desiderio di tepore, di carni in umido, di polente fumanti.”

    Questo libro, diversamente da come mi capita di solito (troppi libri andrebbero snelliti), lo avrei allungato ben oltre le sue 140 pagine, avrei voluto leggere ancora e ancora di Teresa, la protagonista, un personaggio che ricorda Anastasia di un racconto di Ortese, atterrata fra noi, in un posto che somiglia alla piemontese Alba. Teresa con una vita che si avvoltola, deve curarsi di suo padre malato di Alzheimer, di sua madre rancorosa che ha come unica meta del giorno e della sera, l’ossobuco in umido da cucinare. Si cucina molto, qui. Teresa viene inviata a fare la spesa, Teresa insegna inglese in una scuola privata, ha 47 anni e non ha avuto relazioni sentimentali degne di nota, fuma smodatamente, soffre talvolta di gastrite. Osserva molto e bene i suoi concittadini. Si invaghisce in modo donchisciottesco di un suo ex alunno, che avrà vent’anni. Sa che il mondo potrebbe farsi vicino per spillarle, sottrarle qualche milione (Centomilioni ai tempi della lira sono i risparmi della sua famiglia, ora congelati in banca, sui quali veglia la potestà di sua madre, una cifra che tradotta in euro non cambia la vita di una mattonella). Ma Teresa non se ne cura, di soldi, di aspetto fisico, di viaggi, finché arriva il momento semisolenne di un sussulto…

    “Sì, sono molto sola, di me devo dire almeno questo. A voler essere precisa, non so nemmeno cosa voglia dire non essere sola, quindi in realtà non sono sola. Ho un sacchetto qui, dietro lo sterno, un sacchetto dell’umido che sta marcendo. Vado a male. Avrei bisogno di un netturbino. Andrei da uno psicologo uomo, comunque. Con le donne fatico a parlare, sono sempre loro a parlarmi. Gli uomini non mi parlano. Un giorno ho letto su internet che tenere un diario è utile, aiuta a capire dove sta andando la tua vita. La mia non va da nessuna parte. D’altronde una vita dove dovrebbe andare? Dovrebbe prendere il treno? Basterebbe? Cos’è che basta, in generale? E se fosse impossibile spostarsi anche spostandosi? Per me non cambia niente, oggi è sempre oggi.”

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  4. Avatar Paola Rigo
    Paola Rigo

    UN GENTILUOMO A MOSCA – di Amor Towles – Neri Pozza – Pag.555
    Mosca 1922 – un uomo aristocratico viene condannato dal Commissariato del Popolo per essersi arreso alle corruzioni della propria classe sociale e deve scontare la sua pena per trent’anni recluso in un albergo.
    Una coinvolgente storia ambientata interamente all’interno del Metropol, l’hotel più lussuoso di Mosca.
    Prendetevi il tempo di leggerlo con calma, sarà un viaggio straordinario!

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  5. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti
    Un libro letto nel 2023 che mi è piaciuto e che mi ha stupita ce l’ho anch’io: “Matrimonio di provincia” della Marchesa Colombi , se vogliamo usare lo pseudonimo, in realtà Maria Antonietta Torriani, all’anagrafe, una delle tante scrittrici di fine ‘800.

    Storia di una ragazza che per anni rimane legata ad una infatuazione, a un’idea di fidanzamento che si protrae nel tempo senza condurre a nulla di concreto. È quasi un monito per le fanciulle: basta sognare ad occhi aperti, prendete in mano la vostra vita e agite! E che bella scrittura!

    Sorprendentemente la lingua è leggibilissima, diversamente da altre autrici di questo periodo, questa scrittrice l’ho letta senza difficoltà con l’italiano desueto.

    Mariangela

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  6. Avatar Camilla Pacher
    Camilla Pacher

    Carissimi, spero di poter riprendere le conversazioni ,sugli amati libri, con tutti voi. Salto direttamente agli ultimi libri che ho letto in questi giorni , che ho trovato particolarmente …..BELLI . Merita il primo posto IL. MAGO di Colm Toibin ( straordinario scrittore). Racconta la vita/storia e biografia,di TOMAS MAN. È stata una delle più deliziose letture che ho avuto la fortuna di leggere ,e per ora mi fermo qui. Solo a ricordare IL. MAGO, mi ……… commuovo !!A tutti un saluto affettuoso.Spero che qualcuno mi risponda. ( su E.ST AUBIN, non ho mai trovato un cenno,forse sto sbagliando qualcosa tecnicamente, . Sempre vostra Cam

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  7. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Camilla
    Cara Camilla, sono contenta di risentirti! Non hai commesso nessun errore tecnico, io avevo letto la tua indicazione (Aubin), ma non avevo letto quel libro quindi non potevo dire la mia.

    Ora vedo che ci consigli la biografia di Thomas Mann: la recente rilettura de “I Buddenbrook” ha lasciato un’impressione così viva che sono veramente tentata di affrontare questo libro di 500 pagine. Ma è la solita storia: sono qui con le liste che si allungano e non riesco sempre a soddisfare tutte le curiosità.

    Ti dirò cosa sto leggendo con calma.

    Un abbraccio,
    Mari

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  8. Avatar Camilla Pacher
    Camilla Pacher

    Ciao Mari,=vedo che hai scovato la Marchesa. Colombi,lo lessi anch’io ,molti anni fa , lo. conservo trai carini sempreverdi. Ho riletto GIRO DI VITE. diHenry James. perché non me lo ricordavo più.Ho preso grossi granchi ultimamente, ad es. IL CONTE ATTILIO, una vera sola ,Il grande Manzoni. non ci entra neanche per scherzo.un saluto affettuoso Cam

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  9. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti, @Camilla@Cristina

    Camilla, sto leggendo poca narrativa perché, come forse avrai visto sull’altro articolo, sono molto presa dai libri sui quartieri di Milano; mi manca tanto Cristina, milanese in trasferta che tante volte mi ha raccontato di luoghi cittadini che ha conosciuto prima di me.

    Cristina!! Come stai?

    Però un bel romanzo l’ho letto, e ho anche finalmente incontrato un’ autrice che avevo in lista da anni: Alba de Céspedes, “Da qui nessuno torna indietro”.

    Anni ’30 in un collegio femminile romano, tante ragazze, tutte con le loro speranze ed ambizioni: un sogno di indipendenza, la speranza di un amore, in certi casi, l’anelito a un miglioramento sociale.

    Una storia è più drammatica e complessa delle altre. Manuela è una ragazza madre, poco più che ventenne ha una figlia di circa sei anni. La famiglia e la morale del tempo le impongono di relegare la figlia on collegio e nasconderla al mondo…

    Molto attuale questo romanzo scritto attorno al 1934. Un modello femminile, quello ritratto, non conforme all’ideale di donna del regime, e infatti fu censurato.

    Lo conoscete?

    Mariangela

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  10. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Buon primo maggio; oggi anziché di un libro scrivo del Sol dell’avvenire il film di Moretti, che è come leggere un buon libro e nel finale per diversi aspetti ci può ricordare il primo maggio.

    La considerazioni sparse che mi sono passate per la testa vedendo il film di Moretti sono: Moretti è vivo e vegeto, in fin dei conti è il nostro Cechov invecchiato, quello che ci ricorda che siamo disattenti; potrebbe vincere Cannes? perché no, secondo me sì, in fondo questo film è più bello de La stanza del figlio che vinse nel 2001. (Anno in cui avrebbe dovuto vincere Il mestiere delle armi). Diversamente dal Moretti dei tempi d’oro qui Giovanni/Nanni (non più Michele Apicella) è un regista che lo ricorda anche a se stesso, che non è più tempo di fare le morali, canta male, lo ha sempre fatto, ma qui di più, parla come uno straniero che legge una frase in italiano, lo ha sempre fatto ma qui di più. È nevrotico, lo è sempre stato, ma qui di meno, qui Moretti devo dire, lo ammetto, mi ha fatto scendere due, tre lacrime all’occhio sinistro, perché da quello destro me le asciugo d’istinto con la mano destra, mentre il sinistro lo lascio piangere. Tanto alla mia sinistra avevo tre signore che non guardavano il film né me, ma diteggiavano sul cellulare. Moretti sarebbe potuto uscire dallo schermo e ramanzinarle, ma chi vedrà il film capirà che questo Moretti non lo farà poiché è interessato alla poesia, e la poesia è una morale più intelligente.

    Quando Moretti recita in Bianca ha 31 anni, un indubbio fascino, può permettersi un personaggio che esclama e domanda ‘ma perché tutto questo dolore? Secondo te è giusto?’
    Quarant’anni dopo nuota in piscina e a un certo punto il personaggio che è lui e non è lui, come tutti, dice a se stesso che avrebbe dovuto fare un film su un nuotatore (Il nuotatore di John Cheever) quarant’anni prima, quando era più magro e giovane; e meno goffo. Per cui questo film che ora è nella sale, ovvero “Il sol dell’avvenire”, che cosa ci racconta? del tempo? sì, in parte, della disattenzione? anche, del cinema omologato? può essere, di noi omologati? ci può stare, ma più di tutto non si può dire cosa racconta se non vedendolo. Moretti ci ha tenuto a dire sia in radio che in tv che ha idee e forze per fare altri film, che questo non è il suo film testamento, che in fondo (questo lo dico io) il suo Sol dell’avvenire non è una ricerca del tempo perduto, perché il tempo perduto oggi dura 90 minuti più i supplementari. E poi si va a casa, magari a scriverlo su Facebook. Ecco, a questo punto cosa potrebbe voler dire, in fondo, questo bel film?

    Lo lascio dire a Mario Luzi, con i versi di una bellissima poesia che si intitola Aprile-amore, e che poteva essere anche il titolo di questo film, peraltro:

    L’amore aiuta a vivere, a durare,
    
l’amore annulla e dà principio. E quando
    
chi soffre o langue spera, se anche spera,

    che un soccorso s’annunci di lontano,
    
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
    
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,

    ora da te mi torna fatto chiaro,

    ora prende vivezza e verità.

    La mia pena è durare oltre quest’attimo.

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  11. Avatar Camilla Pacher
    Camilla Pacher

    Camilla
    Così lontano mi sembra Nanni Moretti, e i versi di Luzi sembrano appartenere a tempi assai diversi.
    Dove sono quei tempi?

    Che tempi sono questi dove si torna a temere qualcosa di oscuro. Che io non mi aspettavo. Eppure
    I fantasmi dei brutti sogni sono tornati più svegli che mai. Occorre leggere libri stando attenti a quello che accade…… Inatteso. Camilla

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  12. Avatar cla055
    cla055

    Domenico dopo la tua bellissima presentazione sono andato a vedere Moretti per me immancabile. Ho ritrovato il vecchio Moretti di Io sono un Autartico, Ecce bombo oltre che naturalmente Bianca e Sogni d’oro. Ho anche letto Lezioni del mio amato McEwan e devo dire che, visto anche Moretti, devo affermare che la l’avanzata età riporta questi intellettuali ai loro tempi migliori che sono quelli della loro giovinezza. Lezioni mi ha ricordato Bambini nel tempo, Espiazione, Amsterdam, Sabato e L’amore fatale anche se sia per Nanni che per Ian è difficile catalogare le loro opere piu’ belle.

    Saluti a tutti nessuno escluso, Claudio

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  13. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Claudio, il film di Moretti che mi auguro riceva le meritate lodi (e magari premi internazionali) si differenzia dai suoi migliori, penso a Bianca, Ecce Bombo, La messa è finita, perché qui lo spettatore non si aspetta più un anticonformista che cerca disperatamente autenticità, anzi tutt’altro lo pensa e lo trova, sotto sotto, come uno stanco attore quasi settantenne mosso da stanchi guizzi, la sua recitazione è, se possibile, ancora più ‘non recitata’ , come se fosse uno straniero che legge un copione fuori tempo, il precedente film è stato un fiasco malriuscito, per cui lo spettatore entra in un terreno che crede di conoscere, ma poi andando avanti nel film si capisce che – in un mondo automatizzato – Moretti è il più lucido di tutti. Questo aspetto differenzia Il sol dell’avvenire dai suoi capolavori precedenti, e ne fa un nuovo, diverso capolavoro, secondo me. Alcuni critici non lo hanno capito, lo hanno visto con gli occhi del pregiudizio. Sbagliando.

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  14. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti @Jezabel
    Se volete un libricino carino, da ridere, un romanzo che faccia sorridere e riflettere, leggete “L’ultima provincia” di Luisa Adorno.

    Abitudinario, ossequiente al potere e un po’ ignavo, il prefetto difficilmente prende iniziative, esegue gli ordini e non rischia mai di suo. Odia i comunisti e le novità, ama l’ordine e la quiete casalinga, anche se a casa sua non è lui a comandare.

    Già per il fatto di regalare un ritratto di un certo tipo di funzionario pubblico, l’autrice dimostra un acume degno di un antropologo, se poi pensate che riesce in questo intento facendoci divertire, allora capite cosa significhi saper scrivere in modo leggero.

    Il prefetto e la prefettessa sono siciliani e proprio con la sicilianità dovrà fare i conti la nuora che viene dal Continente. Certe situazioni possono sembrare stereotipate ma, vi assicuro che non è razzismo affermare che alcune scene non sono caricaturali: c’è del vero. È il primo di una trilogia

    @Jezabel,
    Lo hai letto?

    Di questa autrice non conoscevo neppure il nome: è il regalo di un gruppo di lettura!

    Mariangela

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  15. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti

    Ciao Camilla¸ come stai? Cosa stai leggendo?

    Qualcuno di voi ha letto “Al di qua del fiume. Il sogno della famiglia Crespi” di Alessandra Selmi?

    Mariangela

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  16. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti,
    Sto leggendo poca narrativa, in compenso mi dedico alla storia. Alcuni volumi della Laterza sono disponibili su MLOL in versione digitale anche a capitoli separati, e, per come leggo io, questa modalità “a puntate” permette tempi adeguati di lettura e di riflessione:

    Mi sono comunque procurata il volume cartaceo:

    ► AA.VV. “Novecento italiano”. Laterza, 2008, 252 p.

    I capitoli letti finora sono questi:
    • Valerio Castronovo, “1960. Il miracolo economico”
    • Vittorio Vidotto, “1978. Il delitto Moro”
    • Salvatore Lupo, “1986, Il maxiprocesso
    • Ivo Diamanti, “1992, Tangentopoli”

    Innanzitutto una reazione emotiva: non sembra vero che le notizie del telegiornale della nostra infanzia ed adolescenza siano già storia! Poi un’impressione nel merito: quante cose non avevo capito e quante ne rimangono da capire (e da chiarire)!!

    Io, veramente, mi domando perché i gruppi di lettura continuino ad essere cosi narrativocentrici, cosi allergici a quanto non assuma forma narrativa, che con questi libri qui, brevi, comprensibili, alla portata di tutti, ce ne sarebbero eccome di cose da discutere, di argomenti da sviscerare. Per fortuna non mancano le eccezioni!

    Mariangela

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  17. Avatar Camilla Pacher
    Camilla Pacher

    Sono stupita e molto confusa dalla distanza tra i libri che mi hanno apoassuonata: negli ultimi due mesi. Di Colm TOIBIN, grande scrittore, IL. MAGO, un magnifico racconto/biografia mi è piaciuto moltissimo, Thomas Man sembra volerci raccontare la sua vita, la sua stupenda e complicata famiglia, un amico.
    Cinema per me è un altro mondo
    Un abbraccio. Cam

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  18. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti @Camilla
    Camilla , la lettura ci stupisce sempre, sempre ci riesce anche dopo anni di assidua frequentazione dei libri. Ne ho la riprova anche in questo periodo, come vi dicevo, sto cercando di affrontare la storia recente, quella dell’ultimo scorcio del ‘900, e in certi passaggi mi sembra di leggere un giallo. Però su questi argomento vi dirò, adesso sono letture ancora acerbe, se non addirittura in corso d’opera.

    Camilla, hai visto i post di Theleeshore su questo blog?
    Hai notato quanti titoloni celeberrimi dell’800? Io spero di riuscire a leggere, anche quest’estate, un classico, magari anche impegnativo, che però poi ripaga. L’importante è calmierare le forze e il tempo a disposizione, perché mi spiacerebbe rischiare un abbandono. Sto pensandoci su.

    Guarda anche tu l’elenco sotto l’articolo su Achab .

    Ciao,

    Mariangela

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  19. Avatar Camilla Pacher
    Camilla Pacher

    A Marian… sono d, accordo con te. Tuttavia in tutte le epoche sono stati scritti capolavori.spesso troppo lontani (lontani in tutti i sensi) ma spesso ancora splendenti di luci, antiche si ma assolutamente preziose, nuovissime, e ingiustamente trascurate. Inoltre gli antichi greci, il loro teatro è rimasto e influenza la nostra più forte letteratura (ricordi LE. Benevole? P. es?).
    Senza andare tanto lontano nel tempo io sto rileggendo con amore I PROMESSI SPOSI, e lo trovo stupendo. Un abbraccio Cam

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  20. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Camilla, @Tutti
    Cam, de “I promessi sposi” volevo dire qualcosa anch’io, ma ti giuro, non so da dove iniziare perché sembra presunzione voler parlare del romanzo nazionale, è sciocco in realtà, perché è un libro che sempre regala qualcosa di nuovo. Inizia tu, dimmi dove sei arrivata nella rilettura.

    Ho terminato “Uomini di poca fede” di N. Butler, molto ben scritto e convincente, nel senso che ti convince che la religione può diventare pericolosa, per se stessi e per gli altri, ammesso che certi eccessi si possano ancora fare rientrare nelle pratiche religiose, per me diventano superstizione.

    Una vicenda che mette a dura prova la fibra psicologica di un nonno: suo nipote è diabetico, ma la madre, sua figlia adottiva, alle cure mediche preferisce la preghiera. Anche il rapporto genitori/figli è di rilievo: cosa devono fare i genitori quando non sono d’ accordo con le scelte dei figli? Intervenire? Lasciar fare? Bella domanda!

    Siamo nella provincia americana, la religione assicura quelle certezze che non si hanno più, diventa un succedaneo, un modo di lenire le paure (alimentate ad arte da profittatori).

    L’avete letto? Io non ho letto recensione alcuna, ma mi hanno detto che è una storia vera (!!)

    Mari

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  21. Avatar Camilla Pacher
    Camilla Pacher

    Cara Marian, ho quasi finito il LIBRO! E me lo sono proprio gustato.Non è il caso di dire altro.Sono alla pagina 572 ! lA MORTE DI CECILIA, la peste, i carri pieni di cadaveri, i monatti. Scendevaa dalla soglia di uno di quegli usci e veniva verso il convoglio, una donna il cui aspetto annunziava una giovinezza avanzata ma non trascorsa……………..quando la mamma accomoda la sua bimba morta, col suo candido abito…,. .e poi io ho pianto, con lacrimoni . Ecco il Manzoni……non gli si può sfuggire. Magnifico. Un abbraccio. CAM

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  22. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti,
    Non più di venti o venticinque pagine alla volta, queste pillole di storia si leggono bene, chiariscono tante cose e invogliano all’approfondimento, inoltre possono costituire un ottimo intermezzo tra una lettura e l’altra:

    ► AA.VV. “I volti del potere Da Pericle ad Augusto, da San Francesco a Solimano da Napoleone a Mussolini da Stalin a Hitler da De Gasperi a Papa Wojtyla da Cleopatra a Margareth Thatcher. Undici storici raccontano come si governano gli uomini nel bene e nel male”. Laterza, 2010, 312 p.

    • Alberto Mario Banti, “Napoleone e il bonapartismo”, pp. 117/142
    • Andrea Graziosi, “Stalin e il comunismo”¸ pp. 173/218
    • Andrea Riccardi, “La Chiesa di Papa Woytjla”, pp. 271/288

    Il volume propone anche brevi saggi di storia antica , per esempio su Pericle e su Augusto che io non ho letto; per me queste brevi letture hanno preparato il terreno per periodi più recenti, nel senso che mi hanno incuriosito sulla storia del ‘900. Mi piacerebbe leggere qualcosa su terrorismo e strategia della tensione, sono ancora in fase di ricognizione o a letture appena iniziate. Avete qualcosa da consigliare?

    Mariangela

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  23. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Camilla @Tutti
    Camilla, leggo solo ora il tuo commento perché cinque minuti fa non appariva.

    Quello è un passo indimenticabile, quella donna che ripone sul carro il corpicino della figlia morta fa piangere ogni volta.

    Qualcuno ha scritto che Leopardi e Foscolo sono per gli adolescenti, Manzoni invece è per lettori più maturi. Non lo so.

    Anch’io lo sto rileggendo, ti dirò con calma.

    Mariangela

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  24. Avatar Camilla Pacher
    Camilla Pacher

    Marian,cosa sono i “lettori maturi”io proprio non lo so. Mi sembra che Manzoni sia ormai un grande classico , adatto a tutti i possibili lettori.
    Lo si. Leggeva anche alle medie. Avevo a quel tempo lontanissimo una prof. molto brava: leggevamo Manzoni interpretando le varie parti ad ogni capitolo. Una era fra Cristoforo, L’ altro Lucia, don Abbondio, Renzo….ecc. era molto divertente. Fu la mia prima lettura dei Promessi sposi, mi piacque moltissimo fino da allora…
    a presto. Cam

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  25. Avatar Camilla Pacher
    Camilla Pacher

    A Marian. Avevo segnalato più volte il bellissimo IL. MAGO, di Colm Toibin (grande scrittore, eccezionale la sua vasta produzione di splendidi racconti) IL MAGO è una bella biografia di Thomas Man, talmente bella che sembra scritta da Man stesso. Non perdertelo perché è speciale. Oltre alla biografia di uno scrittore geniale c’è la parte storica dell ‘avvento del nazifascismo che turba e indigna Thomas Man e la sua stupenda è complicata e simpatica famiglia. Insomma è un capolavoro, questo MAGO. l’ho letto due volte e mi sono molto divertita. Il libro è imperdibile Ciao ciao..Cam

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  26. Avatar Camilla Pacher
    Camilla Pacher

    Cara Marian, Hai letto tutti i bei libri di Natalia Ginsburg,tuti . Natalia Ginsburg è imperdibile.Ti manderò altri bravissimi scrittori di qualche anno fa. Ciao. Cam

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  27. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Camilla
    Cam, di N.Ginzburg ho letto anch’io ‘La famiglia Manzoni”, insuperabile e giustamente molto citato anche nei convegni che sto seguendo x via della ricorrenza. E molto copiata, penso! Sono curiosa di vedere quei libretti sul Manzoni ‘domestico’, pubblicati per l’ occasione, mi sa che il suo lavoro rimane fondamentale!

    Fatti sentire!

    Mariangela
    Anche a me Manzoni- piaceva da giovane, ma ammetto che non ha tutti i torti chi sostiene che sia più apprezzabile in età matura.

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  28. Avatar Camilla Pacher
    Camilla Pacher

    A. Marian
    Si la Ginsburg è imbattibile non sono su Manzoni. A partire dal suo meraviglioso. LE PICCOLE VIRTÙ è una voce molto importante nella nostra letteratura.per fortuna ho preso il suo OSCAR MOMDADORI.
    Ciao ciao Cam

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  29. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti

    ► Ferdinando Imposimato, “I 55 giorni che hanno cambiato l’Italia. Perché Aldo Moro doveva morire? La storia vera”, Newton Compton, 2013

    ► Ferdinando Imposimato, “La strage di Piazza Fontana” in Id. “La Repubblica delle stragi impunite”, Newton Compton, 2012, pp. 53/153

    I libri di questi mesi stanno rimescolando passato e presente e quello che c’è stato in mezzo, a livello storico e non solo. Motivo di questa particolare sensibilità, molto probabilmente, è proprio il terreno particolarmente brado, ambiente ideale perché quel mezzo potente che è la lettura dispieghi appieno i propri effetti.

    Nessun libro potrà mai assicurare certezze per quello che riguarda certi aspetti della nostra storia recente, ma un punto fermo c’è: di tutti quei fatti, tutti di dirompente impatto sulla vita del nostro paese, non abbiamo il nome dei colpevoli, oppure abbiamo solo quello degli esecutori materiali; per la gestione di tutti quegli eventi i vertici del potere democratico sono stati esautorati da forze occulte, estranee ai processi di scelta e di autodeterminazione dei cittadini.

    E qui entra in scena il Gruppo di Lettura di Cologno: durante la lettura mi è spesso tornato alla mente quell’incontro che ha avuto ad oggetto il complottiamo (in discussione un pezzo di Umberto Eco). Ai tempi devo essermi espressa nel senso che il complottismo, a mio parere, era espressione di un comportamento acritico: credere solo a manipolazioni segrete doveva essere nel mio convincimento di allora segno di debolezza psicologica (paura e destabilizzazione) o addirittura di pigrizia.

    Se dovessi dire la mia oggi, mi esprimerei in termini molto diversi o forse sceglierei il silenzio, cosa che forse sarebbe meglio fare davvero per non sembrare troppo naif e disinformata.

    Voi avete mai letto qualcosa di Imposimato?

    Mariangela

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  30. Avatar mariangela
    mariangela

    Avevo scritto una premessa ma è saltata nel copia incolla!
    Due righe per fare capire il motivo del forte impatto emotivo causato da questi libri. Certi fatti drammatici della seconda metà del ‘900 sono cristallizzati nella mia memoria al momento dell’accadimento: ai successivi aggiornamenti, chiarificatori o fuorvianti, non ho mai prestato attenzione, mi sarà anche capitato di sentirli da radio e televisione ma senza veramente ascoltarli. La premessa era d’obbligo.
    Mariangela

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  31. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti

    # Giuseppe Marotta, “A Milano non fa freddo”

    Un libro che coi suoi ventun racconti descrive una Milano lontana; siamo negli anni ’30 e già allora non era facile (ma non impossibile) approdare nella grande metropoli senza molti mezzi. Già ai tempi la vita poteva essere ‘agra’: il racconto dove i due protagonisti sono in attesa di un eventuale anticipo da parte dell’ editore non può non ricordare Bianciardi: nel frattempo non hanno di che sfamarsi, e a digiuno l’ attesa è più lunga.

    Milano è ancora una città in cui, percorrendo Corso Buenos Aires, si possono trovare botteghe e negozietti (non solo i soliti marchi di oggi). All’altezza di Piazza Lima, lo scrittore sente già “aria di Monza”! Efficacissima la descrizione della prima entrata in Duomo per chi arriva da fuori.

    I racconti sono molto brevi, incisivi, efficaci e nell’insieme restituiscono le abitudini e le aspirazioni di un’umanità varia. L’unico racconto lungo (25 pagine circa) è quello più amaro: due coniugi che tra dissapori e povertà tirano avanti dalle parti di via Mac Mahon. Negli altri pezzi si percepisce sempre un filo di speranza, la voglia di vivere confortata da una sorta di poco canonica religiosità, sì perché qui la fede è lontana dai dogmatismi, è interpretata in modo molto personale dal narratore.

    Sembra che al Corriere della Sera nessuno si sia ricordato di Marotta in occasione del cinquantesimo della morte, eppure Marotta a Milano e al giornale aveva dato tanto, ma si sa, le fortune editoriali non dipendono solo dalla bravura.

    Io non ho letto il suo libro “L’ oro di Napoli”, neppure ho visto la trasposizione cinematografica di De Sica che lo ha reso famoso.
    Voi avete letto qualcosa Marotta?

    Mariangela

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  32. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Prima del nubifragio che ha colpito Milano nella notte del 25 luglio, avevo prenotato questo libro:

    ∆ Sara Filippi Plotegher, “Alberi di strada: manuale di convivenza con il verde urbano”, da un’idea di Giorgio e Giulia Cordin, Quinto Quarto, 2023, 127 p.

    Me lo hanno consegnato proprio il 25 luglio, quando ho faticosamente raggiunto la biblioteca dopo il disastro che in città ha abbattuto duemila alberi.

    Nel giardino condominiale atmosfera da Day After, ci guardavamo atterriti contemplando tronchi spezzati e radici divelte. Vi dico, il libro non l’ ho aperto per più di una settimana, ho dovuto lasciare passare un po’ di tempo.

    Tre soli colori, il bianco, il nero e il verde mela, per una graphic novel che lascia parlare loro, gli alberi, delle loro funzioni benefiche per l’essere umano, delle loro esigenze, della necessità di prendersene cura costantemente. Un libro istruttivo, ben disegnato, utile, per tutti, bambini, adulti, cittadini e amministratori.

    E intanto il cipresso, il Cupressus Arizonica, che offriva alla vista un verde argentato e grappoli di bacche, giace sotto una betulla in attesa di venire smaltito.

    Mari

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  33. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti
    Efficace questo volumetto in formato 24×16 cm e stampato su carta tipo cartoncino:

    ► Alessandra Daphne Fisher, Jiska Ristori, “Atlante del genere: alla scoperta dell’euforia di genere”, con il supporto di Francesca Mazzoli e Alessia Romani, illustrazioni di Angela Nicente, Clichy, 2022, 71 p

    L’identità di genere non sempre coincide con il genere che ci viene assegnato alla nascita, si sviluppa nel cervello e può accadere che questo accada a dispetto delle caratteristiche sessuali del nostro corpo. Questo è il tema del libro: identità di genere e orientamento sessuale come espressione della libertà personale, a dispetto di false credenze e stereotipi.

    La grafica è determinante perché è elemento assolutamente consustanziale al testo, quindi è necessario tentare di darne almeno un’idea. Il colore di fondo delle pagine pari è diverso da quelle delle pagine dispari, su queste ultime ci sono immagini, molto stilizzate, dello stesso colore del fondo della pagina pari; questo incrocio cromatico, enfatizzato da un lieve tratteggio di colore bianco, crea un raccordo tra testo, pagine e disegni. Sulle immagini (una bocca, un punto di domanda, una caramella e molte altre ancora) alcune bandierine con diciture creano una mappa ad esemplificare quanto espresso nei brevi testi. Per fare un esempio apriamo a p. 22: “Bambini”, “Cose da femmina”, “Cose da maschio”, “Non esistono”, “Espressione di sé libera”, “Anche molto presto”.

    Come spiega Vittorio Lingiardi nella prefazione, questo “E’ un libro necessario. Un viaggio alla scoperta di terre per lo più sconosciute, una crociera contro le crociate dell’oscurantismo e dello stigma sociale.” La sua conclusione merita la citazione per esteso e non una stringata parafrasi: “Per questo, l’Atlante che avete in mano è un libro prezioso, da leggere, non da imporre, insieme ai vostri figli per allargare il campo della conoscenza, della cultura e del rispetto reciproco. Per informarvi giocando e per scoprire i percorsi misteriosi ma non terrificanti delle varie e possibili espressioni di sé”.

    Particolari le righe di Mario Maggi che fungono da introduzione: “Generalmente, una generale generalità genera un congenere di congetture. Ma quale gene genera il genere? Genitori e generati non sono generosi col genere. […]”.

    Procuratevi questo libro!

    Mariangela

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  34. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti

    “Romanzo rosa” di Bertola a me ha divertito moltissimo. A un corso di aspiranti scrittori Harmony, un’insegnante piuttosto intransigente spiega le regole base per la scrittura di un romanzo rosa.
    In pratica, la regola aurea è quella di fare sognare, di regalare il sogno, convogliando i lettori verso l’inevitabile ma sempre procrastinato lieto fine.

    Le indicazioni, perentoree, vanno tutte nel senso di confermare gli stereotipi, sia raziali, che di genere, per non parlare di quelli di classe.

    Un protagonista maschile nero? Non sia mai, al massimo ambrato, ma nero, proprio no.

    E la professione? Il ragazzo dell’ ascensore? Non se ne parla, e dove sarebbe il sogno?

    La fine? A costo di allungare il brodo con equivoci e fraintendimenti, va dilazionata il più possibile, e il lieto fine, in un Harmony, è uno solo: i due innamorati si sposano, perché non c’è altra conclusione possibile, in un Harmony, che non sia il matrimonio!

    Nella sua apparente frivolezza questo romanzo ci dice una cosa importante: un libro non è fatto solo dall’ autore, tante dritte che l’insegnante di scrittura ammannisce ai suoi allievi potrebbero insinuarsi anche tra le pagine dei libri ‘seri’ che raggiungono anche i lettori ‘forti’.

    L’avete letto?

    Mariangela

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  35. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Ciao Mariangela, “Romanzo rosa” l’ho letto anni fa quando è stato pubblicato, romanzo godibilissimo e brillante, mi ricordo delle risate su tante pagine, in particolare sui nomi di queste donne dai nomi improbabili, mutuati come parodia dai romanzi harmony 🙂

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  36. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    (Pubblico anche qui le mie impressioni di lettura che oggi ho scritto sulla mia pagina FB, riguardo a Gentiluomo in mare, di Herbert Clyde Lewis, libro bellissimo. Un caro abbraccio a tutte e tutti. ✨)

    Ad alta voce (Radio3) da una settimana leggono un racconto novella del 1937, pubblicato soltanto quest’anno in Italia da Adelphi (trad. di Marco Rossari). Autore è un tale Herbert Clyde Lewis, scrisse questo racconto perfetto a 28 anni, poi altri due titoli, morì all’età di 41 anni in circostanze non chiare (infarto o suicidio). Il protagonista, Henry Preston Standish, si imbarca sul piroscafo Arabella che da Honolulu (sull’oceano pacifico) è diretto verso il canale di Panama. Ha 35 anni, lavora in borsa, vive a New York, ha una moglie e due figli e una vita appagante; a sua moglie ha giustificato questa fuga solitaria perché deve ritrovare (o trovare) quiete, serenità. Vuole vedere i magnifici tramonti sul pacifico. In realtà Standish non sa cosa vuole dalla vita, è un contemplativo, guarda alla vita come sul nastro della telescrivente guarda salire e scendere le azioni. Il racconto non è quello di un gentiluomo caduto (accidentalmente) in mare, che potrebbe aver inizio e fine in due pagine, ma è della vita che si risveglia nel momento in cui cadi, e rifletti su tante cose, ‘mentre a bordo c’era il ballo’. Qualcuno ha fatto il nome di Tolstoj de “La morte di Ivan Il’ič”che è un capolavoro sgomentatore russo, qui siamo dentro un capolavoro, sì, ma americano/inglese, per la sprezzatura, per il tono lieve, per i passaggi brillanti coi quali l’autore torna in nave e ci descrive i passeggeri mentre è in acqua, e torna al suo passato, alla sua giovinezza, alla sua famiglia, alla sua vita che con tutte le soddisfazioni avute somiglia a quella di un Bartleby. Uno che cade in mare e si trattiene dal gridare aiuto, per educazione. Un racconto commovente, brillante, magnifico. Non si capisce come si sia abissato anch’esso in poco tempo. Dove finisce l’entusiasmo? Nella postfazione si accenna alla storia editoriale: un editor argentino lo ha ripubblicato su suggerimento di un editor inglese, nel 2010, dall’Argentina è rimbalzato in Israele, poi in Olanda e via via nel mondo fino a noi. Non appena ho ascoltato le prime due puntate su Radio3 sono andato in libreria, ho acquistato il libro (che nel frattempo era già finito in un angolino, nascosto da volumoni). Dopo averlo letto mi sono messo a cercare opinioni, pareri, tracce sulla vita dell’autore, molti lo hanno definito un gioiello ritrovato, un libro delizioso eccetera eccetera eccetera fino allo sfinimento… ma questo NON è un libro delizioso, è un capolavoro, non è un tre quattro variabili stelle da inserto culturale, booking punto com: i capolavori hanno tante di quelle sorprendenti implicazioni interne che lo capisci solo leggendo, da solo.

    «Dagli occhi che bruciavano, semiciechi, scesero due lacrimoni. Sarebbe stata una storia così bella da raccontare, se solo l’avessero salvato! Il mondo aveva bisogno di quella storia.»

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  37. Avatar cla055
    cla055

    Domenico Fina ti ringrazio per il consiglio del libro ‘Gentiluomo in mare’, L’ho letto e mi è piaciuto assai. Quando leggi qualcosa posta il titolo anche senza recensione se non hai tempo. Ti ringrazio ancora.

    Saluti a tutti, Claudio

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  38. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti

    Fino a questo libro i miei riferimenti in fatto di letteratura sudafricana erano stati soprattutto Gordimer e Coetzee, grandi autori da cui ho imparato molto. Adesso ho scoperto anche Trevor Noah, ho letto il suo “Nato fuori legge: storia di un’infanzia sudafricana” e devo dire che ne ho apprezzato la leggerezza e il brio, la capacità di parlare di un ambiente certo non facile in modo scanzonato ed ironico.

    L ‘ aggettivo del titolo, “fuorilegge”, si riferisce al fatto che il protagonista è figlio di un’unione mista, allora vietata nel paese. Famiglia particolare, disagiata è la madre, certo non tenera, che provvede a tutto. L’io narrante è un furbacchione che se la cava con pragmatismo e qualche, chiamiamolo così, accorgimento e talvolta anche grazie alla conoscenza di più lingue.

    È una lettura divertente, che insegna molto sul Sudafrica. Lo conoscete?

    Mariangela

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  39. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Qualcuno di voi ha letto “Febbre” di Jonathan Bazzi?

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  40. Avatar Maddi
    Maddi

    I tre libri che ho amato di più nel 2023:
    La scoperta del Currywurst di Uwe Timm
    La ricreazione è finita di Dario Ferrari (giovane autore da tenere d’occhio)
    Lezioni Ian McEwan (In questo libro torna lo splendido autore di Espiazione, bambini nel tempo e via dicendo)

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  41. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti
    Non ho ancora avuto modo di dirvi che, circa due mesi fa, ho letto “L’evento” di Annie Ernaux: libro duro al limite della sostenibilità psicologa e fisica, comunque la si pensi sull’interruzione della gravidanza.

    In prima persona, Ernaux ci racconta la sua storia : inizio anni ’60, Francia, lei studentessa di 23 anni si scopre in cinta e decide di abortire. L’aborto è illegale, deve quindi ricorrere a vie clandestine, subendo umiliazioni e rischiando la vita.

    La decisione, dichiarata, di volerne scrivere in modo oggettivo e neutro non fa che accrescere l’angoscia in chi legge (o perlomeno, per me è stato così). Dire che le descrizioni sono realistiche è un eufemismo perché nulla ci viene risparmiato, d’altro canto, nulla è stato risparmiato alle donne, che quella situazione hanno subito sulla loro pelle.

    Libro breve che lascia una profonda impressione.

    Mariangela

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  42. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @ tutti

    Sono stata così presa dalla saggistica che non ho trovato il tempo per parlare qui di alcuni romanzi, pur meritevoli, che ho letto. Mi limito ad una elencazione, chiedendovi se li abbiate letti pure voi:

    ∆ Guzel’ Jachina, “Zuleika apre gli occhi.”

    ∆ Jonathan Bazzi, ‘Febbre”

    ∆ Fulvio Ervas, “Se ti abbraccio non avere paura”

    ∆ Giuseppe Pontiggia, “Nati due volte

    Auguri a tutti un sereno Natale!

    Maiangela

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  43. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    La nostalgia che avremo di noi, Anna Voltaggio, Neri Pozza 2023.

    «A volte penso che in fondo so tutto. E allora? Allora niente»

    I racconti sono difficili, non è un caso se molti scrittori di romanzi quando scrivono racconti spesso siano insoddisfacenti, e molti scrittori di racconti lo siano altrettanto. Il racconto, che sia quello nel quale si svela via via un enigma, e nel finale tutto si rende chiaro con sgomento, vedi Alice Munro, sia quello nel quale le epifanie sono diffuse e discrete durante il racconto, penso a Lucia Berlin, e il finale aperto rimanda ad altro, be’ hanno bisogno di intensità, umorismo, variazione, curiosità, uno stile che sia originale, fin da principio. Anna Voltaggio, 42enne al suo esordio narrativo, trovo che lo sappia fare, mi è sembrato chiaro già dal primo racconto.
    Per esprimerci nel mondo delle vaghe stellette, questi 13 racconti, lungo ognuno dieci pagine, sono tutti notevoli e si situano tra le 4 e le 4 stellette e mezza, sino a 5. Ce ne sono alcuni che svettano, ne dico almeno due, “Tommaso” e “Verla”.
    Hanno titoli di nomi maschili o femminili, il primo, Clara, storia di un incontro tra una amante e il suo amante, fa entrare subito nell’atmosfera della raccolta. Quando lei si sfila il vestito, nel racconto si descrive il suono della spilla di metallo che batte sul pavimento, c’è molta attenzione ai particolari, al momento che poi si brucia. Una raccolta di racconti nella quale, come accade per Yasmina Reza in “Felici i felici”, alcuni nomi ricompaiono in diverse vesti in altri racconti, è un mondo di persone perlopiù quarantenni non propriamente insoddisfatte o evanescenti, il titolo molto bello, in fondo lo dice, la nostalgia che avremo di noi, per tutto questo aver visto, sentito, pensato, immaginato e adesso boh. Nota finale: non sono racconti intrisi di sentimentalismo o nostalgie che bloccano, c’è una sensualità sbadata che trovo sia la cifra principale, penso allo splendido racconto intitolato Tommaso, tutti i personaggi sono pragmatici, immersi nella vita quotidiana, mal di denti, tendinite, insonnia, stress, soffrono perfino di una malattia chiamata contentezza.

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  44. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Da lunedì 18 dicembre Radio 3 ha dedicato dieci puntate (podcast qui in basso) ad alcuni grandi film del secondo Novecento, all’interno dei quali la musica svolge un ruolo importante. Si tratta di registi quali Kubrick, Fellini, Bergman, Hitchcock, Welles, Antonioni, Resnais, Altman, Pasolini, Leone. La prima puntata è dedicata a Nashville (1975) di Robert Altman. Dopo averla ascoltata mi sono chiesto perché non avessi ancora visto Nashville, essendo un ammiratore di Altman: la semirisposta è che Nashville è un capolavoro non visto, semmai immaginato, travisato e male, da noi non doppiato (per difficoltà tecniche, al tempo, che oggi sarebbero superabili), film non passato in tv e anche la versione originale sottotitolata in italiano è reperibile soltanto da uno, due anni su piattaforme come Paramount. Inoltre suppongo che Nashville sia stato inteso nella testa di alcuni, compresa la mia – come superato da Altman stesso con America oggi e poi da Magnolia, film che si ispira apertamente alla coralità altmaniana. Infine la musica country che potrebbe anch’essa conferire una vaga patina di vecchiume. Insomma pensavo che Nashville fosse ‘archiviato’ e restasse soltanto la splendida canzone (I’m easy) che Keith Carradine canta in una scena magnifica del film, quando le sue possibili quattro donne si scrutano attorno per capire se sia dedicata a loro [guardatela perché gli ultimi 45 minuti di Nashville per me sono quanto di più alto possa esserci nel cinema]. Pertanto ho sottoscritto un abbonamento con Paramount e mi sono visto Nashville. Dura due ore e quaranta minuti. Beh è giorni che ci penso, quando guardo un film o leggo un libro che mi impressiona così tanto, devo riscrivermi e rivedermi liste di libri e film che ritengo capitali. Nashville è tra i film più potenti, attuali, raffinati, intelligenti che abbia mai visto, li supera forse tutti per ispirata improvvisazione. Supera Altman stesso di America oggi, perché di Nashville, come disse giustamente la sceneggiatrice Joan Tewkesbury, artefice insieme ad Altman di questo capolavoro, «qualunque cosa pensi lo spettatore di questo film è legittima» e non è esatto dire che Nashville è lo spaccato dell’America contemporanea, Nashville rivisto oggi a quasi 50 anni, siamo impressionantemente un po’ noi tutti. Ci sono scene nella parte finale, quando tutte le storie che si intrecciano assumono un senso, che contengono tutte le possibili sfumature dell’animo umano, impaccio, libertà, romanticismo, realismo, vergogna, cinismo, paranoia e quel filo di pietà e commiserazione che Altman invitto e tagliente non vuole spezzare.

    «Tutti i miei film trattano la stessa cosa: lottare, socialmente e culturalmente, per rimanere in vita. Le cose buone che creiamo presto ne creano di cattive, quindi niente sarà mai utopico. Quando realizzo un film come Nashville non intendo dire che siamo il peggior Paese del mondo, ma soltanto che siamo arrivati a questo punto, ed è triste» (Robert Altman)

    https://www.raiplaysound.it/audio/2023/12/Suona-luna-del-18122023-b855457f-cc54-4be9-ba97-1955deab37c9.html?fbclid=IwAR0fsE33FTf3qKKTtlP2f7JaKvtPVEm8dK6fU0kV3tA39dS7G5okOkQVMCo

    Un abbraccio al forum tutto
    e Buon anno nuovo

    Domenico Fina

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  45. Avatar lorenzo barbarossa
    lorenzo barbarossa

    Fernando Pessoa – Il libro dell’inquietudine (nella traduzione di Antonio Tabucchi, mi raccomando!, Feltrinelli)
    Libro bellissimo e allo stesso tempo pericoloso. Ma necessario.
    Un labirinto di specchi, una miniera di frasi da sottolineare.

    Breviario mediterraneo, di Predrag Matvejević
    Beati voi che ancora non l’avete cominciato e magari manco lo conoscete. Non lasciatevi ingannare dalla quarta di copertina: questo libro è indescrivibile. Ma di certo va letto sul lungomare, in una nave, o in una casa dalle cui finestre si intraveda l’orizzonte d’acqua. Vi aspetta nel momento e nel luogo giusto.

    Sarah Bakewell – Montaigne: l’arte di vivere
    Un modo per trascorrere un mesetto in compagnia di Michel Montaigne, quel saggio e buon amico vissuto cinque secoli fa ma tuttora superiore a quasi tutti gli umani vissuti dopo di lui.

    Guy Delisle – Cronache di Gerusalemme
    Utile per capire davvero ciò che sta accadendo. Spiega agli occidentali com’è vivere a Gerusalemme Est, Hebron, Gaza, Betlemme, Tel Aviv, Mea Sharim… Non piacerà ai fanatici religiosi dei tre monoteismi. Ah, sì: è un libro a fumetti.

    Luciano Bianciardi – Garibaldi
    Bravo Bianciardi e bravo pure Garibaldi.
    Da leggere e poi regalare a studenti di terza media e del liceo, così imparano la storia e la buona scrittura in un colpo solo.

    Etty Hillesum – Diario (ediz. Adelphi da 260 pagine)
    Un libro che non dimenticherete mai.

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  46. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti
    L’anno volge al termine e si impone almeno un attimo di riflessione su quanto letto nel 2023. La parte del leone l’ha fatta la saggistica, in particolare, mi sono tanto divertita con i libri su Milano (complici la ricorrenza dei 100 anni dell’inclusione degli 11 comuni contermini nel Comune di Milano e l’anniversario manzoniano).

    Diversamente dagli altri anni, non ho potuto approntare il mio listone di tutti i libri letti ed apprezzati, questo rende le cose più difficili perché citarne uno solo significa quasi sacrificare tutti gli altri. Ma un fuori classe c’è (ne avevo parlato all’articolo “Libri e luoghi”):

    ► Giovanni Luigi Fontana, Andrea Gritti, “Architetture del lavoro: città e paesaggi del patrimonio industriale”, Forma, 2020, 383 p., ill. ; 32 cm

    Per le fotografie, per i contenuti, per il lavoro di ricerca che deve essere costato molto impegno e fatica agli autori, scelgo questo libro: grande in tutti i sensi, per mole e valore. Le case costruite dai datori di lavoro per i lavoratori non sono prerogativa europea, come pensavo io, ne esistono diverse tipologie sparse in tutto il mondo, non solo Crespi d’Adda o il villaggio Siemens a Berlino, quindi, ma un patrimonio mondiale, immenso, che nel libro viene analizzato con cura e dovizia di immagini.

    Buon anno a tutti!
    Mari

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  47. Avatar milla

    I miei preferiti letti nel 2023: “I vecchi e i giovani” di Pirandello (ma perché non l’ho letto prima???) – “La famiglia Newcome” di William Makepeace Thackeray (recuperato in edizione anni ’50 in libreria vintage – ma perché non lo stampano più oggi???) – “20.000 leghe sotto i mari” di Jules Verne (ma perché Verne ne ha scritti così “pochi”???).

    Buon anno e buone letture a tutti

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  48. Avatar Jezabel
    Jezabel

    Buongiorno @tutti
    Un bacione particolare @Mariangela che mi ha richiamato in causa (e anche in vita 😉 virtualmente) a maggio per una questione riguardante la Sicilia, ma io non conosco il libro, purtroppo.

    Non pensavo di essere stata così tanto tempo lontana, ma ho veramente lavorato moltissimo non soltanto a scuola, ma anche nell’ambito del volontariato, ambito nel quale non sono mancati sviluppi culturali e narrativi, come delle serate dedicate a Dante.
    Mi fa piacere che sia stato citato il film IL SOL …del mitico Nanni. Sono andata a vederlo con due 35enni che non ci hanno capito nulla, non conoscendo i precedenti film, e di fronte ai miei commenti si guardavano perplesse; condivido il parere di D. Fina stranamente, poiché leggiamo libri diversi.
    Sono poco propensa, cara Mari, e cari tutti, al saggio, e sono narrativocentrica.
    Ho ripreso finalmente a leggere per divertimento, perché più libera dallo studio: i classici sono sempre presenti per me e questa estate ho portato con me in Francia LA LETTERA SCARLATTA. Non è facile comprendere le motivazioni dei protagonisti, ma allo stesso tempo non sono atteggiamenti esclusivi del tempo che fu … come spiegarlo diversamente? Bo?
    Io trovo che Manzoni sia un libro per persone mature, @Cam e @Mariangela: i ragazzi del liceo non so, ma quelli del tecnico e del professionale, nell’era post-covid, faticano notevolmente a seguirne il senso, la direzione, ma forse in generale non riescono a comprendere l’utilità di ogni cosa che sia stampata su un libro o, se prodotta in forma multimediale, assegnata a scuola. Alcune letture diventano uno strazio per la mancanza di lessico adeguato.
    Magari ne usciremo, chi può dirlo!

    Vedo che Mari continua ad approfondire il suo rapporto con Milano (città per me estremamente respingente, nella quale mi reco soltanto per le mostre o per l’opera o per incontrare un amico anziano, quindi 3 volte l’anno al massimo), ma i suoi post sull’argomento vengono saltati a piedi pari (perdono). Non ho letto la Ernaux e credo che difficilmente lo farò, perché quando inizio un suo libro non lo porto a termine.

    Mi hanno parlato benissimo, Cam, de iL MAGO, biografia di Mann, che tutti noi amiamo (avete letto i romanzi di Heinrich, suo fratello?) e anche di A. Folli, ARDORE, che sto leggendo in questo periodo; libro stupendo sull’amore tra Romain Gary e la Seberg. A suo modo un saggio, biografico, che cita talmente tanti scrittori e attori da richiedere il notes accanto per non lasciarsi sfuggire le informazioni.
    Posso consigliare anche la lettura di PERSONE NORMALI, di Sally Rooney che, molto brevemente, riguarda i sentimenti oggi, colpiti da paure e incomunicabilità. La storia segue la crescita di una coppia, prima adolescenti, poi giovani adulti, si inseguono e sembra che non vogliano cedere all’amore per la storia familiare, per il contesto, per mancanza di slancio, per incapacità di cogliere i momenti opportuni, di capire se i rapporti instaurati con amici e conoscenti sono autentici o meno. Scrittura fluida, narrazione sapiente.

    Per motivi scolastici, ho riletto FAHRENHEIT 451, che non ha bisogno di commenti, stupendo classico, di cui abbiamo visto in classe anche la trasposizione cine di Truffaut, affermando 1/18 che il libro era migliore (c’è ancora speranza, evidentemente), e adesso ci stiamo dedicando a TUTTO CHIEDE SALVEZZA di D. MENCARELLI, interessante disamina sulla condizione giovanile e relativo disagio di cui potrò parlare quando lo avrò finito.

    Scusate la lungaggine!

    Buon anno,

    Jez

    Piace a 1 persona

  49. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Ciao Jez.l, bentornata! Quante cose ti sei segnata da maggio della scoro anno! Ti sento in grande forma, e questa è una bella cosa!

    Di Roony avevo letto un romanzo: due ragazzi stanno bene assieme, ma lei è ritenuta socialmente impresentabile quindi lui tiene nascosta la loro storia. Molto bello, anche da discutere. Come aveva scritto Domenico Fina, i libri di Rooney nella loro semplicità pongono temi importanti, sembrano ‘x ragazzi ‘, ma fanno riflettere anche gli adulti.

    Ciao, Mariangela

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  50. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Mariangela

    il libro di Rooney è proprio quello!!!!

    Quanto al mio aggiornamento, in realtà non aprivo il blog da un secolo e quella sera di gennaio ho raccolto tutte le informazioni in un colpo solo, leggendo anche quello che era stato scritto prima di maggio.

    Mencarelli non è molto piaciuto ai ragazzi: “troppo cupo” lo hanno definito; io invece non ho amato il linguaggio romanesco dei protagonisti. Adesso siamo in cerca di un altro testo accattivante per loro, che intanto si stanno cimentando con la sempre al dente Divina Commedia, con risultati direi encomiabili.

    Al ritorno in aereo ho fatto una scorpacciata di D’Avenia, ho letto i 3/4 de L’APPELLO, ma purtroppo questo autore per me non è credibile. Scrive bene, per carità, ma presenta un’immagine della scuola che trovo veramente poco plausibile. E così giace dall’8 gennaio sul comodino come ricordo delle vacanze.

    Per ora è tutto.

    Passo e chiudo!

    .

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