A questo blog piacciono molto i libri di W.G. Sebald e siamo sempre, anche se non lo ammettiamo, alla ricerca di quel tipo di scrittura. (Questo è un articolo in aggiornamento; via via che li incontriamo si citano libri dedicati, in un modo che ci piace, ai luoghi).
28 settembre 2022
Oggi un libro su Londra. In particolare sull’evoluzione fra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta che trasformò la città, rinnovandone, anche ideologicamente, il mito. Il libro è: John Davis, Waterloo Sunrise: London from the Sixties to Thatcher, Princeton, 2022. Ne scrive Florence Sutcliffe-Braithwaite sulla London Review of Books, Chelseafication (c’è un paywall ma un articolo al mese si legge gratis). Dice Sutcliffe-Braithwaite: «As John Davis points out, the idea that London started to ‘swing’ in the 1960s was largely the concoction of journalists in need of a story, most of them American. But in Soho and on the King’s Road in Chelsea, ideas were taking shape that would eventually change what people all over the country wore, what they listened to and what their houses looked like».
26 settembre 2022
Più che un libro su un luogo è un libro su un viaggio e la storia di un altro viaggio. Si tratta del lavoro di Tim Parks, Il cammino dell’eroe. A piedi con Garibaldi da Roma a Ravenna, Rizzoli, 2022. Lo scrittore inglese, insieme a sua moglie Eleonora, nell’estate del 2019 ha percorso a piedi il tragitto di Giuseppe Garibaldi, con Anita e altre 4800 persone, nel 1849 dopo la caduta della Repubblica Romana. Braccati da spagnoli e napoletani a sud, dai francesi attorno a Roma e dagli austriaci a nord, riuscirono a fuggire fino a San Marino, dove si separarono. Garibaldi e Anita, accompagnati da duecento seguaci, arrivarono fino a Cesenatico. Da lì volevano andare a Venezia, dove ancora resisteva la Repubblica. Vennero però intercettati dalle navi austriache vicino a Comacchio dove presero terra in ordine sparso. La maggior parte venne imprigionata, molti fucilati. Garibaldi perse Anita incinta e ammalata e da Ravenna riuscì a fuggire. Ebbene: Parks, segue le tracce di questa fuga, ma racconta anche il presente dei luoghi, avvicinati e raggiunti, passo dopo passo.
21 settembre 2022
Dopo alcuni mesi un aggiornamento: propongo: Palermo. Un’autobiografia nella luce di Ramak Fazel e Giorgio Vasta, Humboldt Books. Scrive su Doppiozero Carola Allemandi:
“l’elegantissimo, potente esempio di quanto gli occhi e la parola possano trovarsi abbagliati, disorientati nel complesso di un’urbanità che non lascia scampo, di un’umanità che senz’altro è lì, sempre apparentemente uguale a se stessa, da millenni.”
Un libro di immagini e parole.
Dice la scheda dell’editore:
“In questo vortice di immagini Fazel inventa con il suo sguardo una Palermo sospesa, una città fatta di penombra dove, nel bel mezzo di una sterpaglia, è possibile imbattersi in un dinosauro. Ritratto di Palermo in soggettiva selvaggia, resa dei conti con il passato, nella rara bellezza della lingua esatta di Vasta si compone un’autobiografia paradossale, sulle tracce di un’archeologia di memorie e visioni: la fuga si dissolve in un’immagine nitidissima, irreale e struggente, in cui possiamo riconoscere la forma di ciò che per ciascuno di noi ha nome mancanza”.
20 aprile 2022
Inevitabile per me aggiungere anche qui il folgorante piccolo libro di Daniel Mendelsohn, Tre anelli. Una storia di esilio, narrazione e destino, Einaudi, 2022. È un libro su come si racconta (e si legge), ma c’entrano tanto, forse soprattutto, i luoghi: Istanbul, Cipro, l’Ucraina e la Polonia, la Grecia di Omero, l’Inghilterra meridionale percorsa da W.G. Sebald. Un libro che è anche una dialettica fra l’esser costretti in casa da una sorta di depressione e proiettarsi nel mondo.
Già che ci siamo ci metto anche la riscoperta di Vincenzo Consolo e della sua Sicilia (Cefalù, Alcara Li Fusi fra gli altri) dentro Il sorriso dell’ignoto marinaio Einaudi e Mondadori). Su Consolo e la Sicilia merita attenzione: Ada Bellanova, Un eccezionale Baedeker. La rappresentazione degli spazi nell’opera di Vincenzo Consolo, Mimesis/Punti di vista, Milano-Udine 2021: trovate una sintesi dei temi qui.
25 marzo 2022
Da un bel po’ non si aggiorna questo post. Oggi vi propongo questo libro di Paolo Inghilleri,
I luoghi che curano, Cortina, 2021.
Così la quarta:
“Un malessere diffuso sembra oggi essere presente: insoddisfazione, insicurezza, timore per il futuro che possono diventare ansia, depressione, apatia. Il libro descrive le cause psicosociali di questo stare male: dalla troppa possibilità di scelta al doversi confrontare con altre culture, dalla crisi economica al destino incerto del pianeta. Ma ognuno di noi possiede, biologicamente e come specie, fattori protettivi: la capacità, attraverso l’empatia, di comprendere l’altro e di collaborare, la predisposizione alla resilienza, la tendenza innata a raggiungere stati esperienziali positivi. Partendo da queste premesse, l’autore affronta il tema della cura, non in generale ma rispetto agli effetti terapeutici dei luoghi, degli oggetti e della natura e illustra come devono essere i paesaggi, le città o le costruzioni architettoniche che possono “curare” e farci star bene. Lo fa percorrendo casi reali, dagli slums di Mumbai alle opere di grandi architetti come Aravena, Boeri e Piano, dall’uso dei beni comuni a quello della propria casa. Una parte importante è dedicata agli effetti benefici della natura sulla psiche e sul comportamento e a come tutto questo si interseca con il futuro ambientale del pianeta e con ciò che ci ha insegnato la pandemia del coronavirus.”
18 novembre 2021
In un mercato, prevalentemente di alimentari, ho trovato un paio di bancarelle con dei libri. Una aveva in bella mostra una recente ristampa dello splendido Le voci di Marrakech di Elias Canetti (Adelphi). Penso sia necessario aggiungerlo a questa lista. Prima di tutto perché qui Canetti ci offre una prova molto bella di scrittura istantanea dettata dal soggiorno in una città; poi perché la Marrakech degli anni ’50 del secolo scorso aveva un fascino umano e letterario davvero notevole.
14 novembre 2021
Oggi qualche libro su Milano:
– Gaia Manzini, A Milano con Luciano Bianciardi. Alla scoperta della città romantica, Giulio Perrone Editore, 2021.
– (A cura di Gianni Biondillo), Miracolo a Milano. Un omaggio a un film e a una città, EuroMilano, 2021.
–Jacopo Lareno Faccini, Alice Ranzini, L’ultima Milano. Cronache dai margini di una città, Fondazione Feltrinelli, 2021. Questo libro si occupa di casa, gentrification, rigenerazione urbana, affitti, rendita, poveri e ricchi.
–Matteo Pericoli, Ecco Milano, Rizzoli Lizard, 2021.
29 ottobre 2021
Oggi una breve segnalazione per un saggio: Alessandro Bosco, Milano, il grattacielo e la metropoli. Riletture moderniste dello spazio urbano tra architettura, cinema e letteratura (1956-1963) (Franco Cesati Editore). Così lo presenta l’editore:
«Forse nessun altro oggetto architettonico possiede la carica mitico-simbolica del grattacielo, il quale funge qui da cartina al tornasole per mettere in evidenza il complesso ventaglio di concezioni del moderno che si intersecano nella Milano del boom a cavallo tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta».
27 ottobre 2021
Ancora un titolo Iperborea in uscita: Cees Nooteboom, Venezia. Il Leone la città e l’acqua, 2021.
Questa la quarta di copertina:
Un vagabondaggio letterario, storico e filosofico dedicato a Venezia. Un sogno di palazzi e chiese, di potere e denaro, dominio e declino, un paradiso di bellezza.
«Questa è sempre stata una città per forestieri. Il gioco consiste nel far durare un secondo di più l’incertezza, nell’essere veneziano per un microsecondo, prima che abbia luogo l’inevitabile smascheramento. Loro da un lato vivono di noi, dall’altro si sentono minacciati dalla nostra massa e la sera abbandonano la città come una nave che affonda. Ma come fai a spiegargli che non fai parte della massa?» Dopo oltre cinquant’anni di periodici soggiorni a Venezia, Cees Nooteboom offre alla sua città del cuore il proprio tributo di narratore che ha fatto del viaggio una forma di vita. Animato dalla sua inestinguibile curiosità, lo vediamo aprirsi all’imprevisto ogni volta che imbocca una calle, smarrirsi tra gli strati di passato in un luogo che nell’anacronismo ha la sua essenza e in cui i morti non sono mai completamente morti. Prendendo parte a «una conversazione che si protrae nei secoli», quella di Proust, Ruskin, Rilke, Byron, Pound, Goethe, McCarthy, Morand, Brodskij, Montaigne, Casanova, Goldoni, Da Ponte, James, Montale, si addentra nei paesaggi reali della città anfibia, tra mobilità dell’acqua e immobilità della pietra, e si insinua dentro scenari soltanto dipinti o immaginati, per vivere almeno qualcuna delle tante Venezie sognate dai grandi del passato. E quando è sopraffatto dalla sovrabbondanza di storia e di bellezza, cerca angoli più quotidiani, si fa invisibile in un bar, si mimetizza in un campiello e osserva come a teatro la vita veneziana che scorre, aggiungendo altre immagini, altre riflessioni, altre trasfigurazioni al suo particolarissimo ritratto della «città in cui i racconti non si esauriscono mai».
Spero di tornarci presto, Anche sul libro di Karl-Markus Gauss del quale abbiamo parlato qualche giorno fa.

Un’altra novità che, se pure di altro segno, ci interessa a proposito di luoghi e di città è la seguente:
Ezio Manzini, Abitare la prossimità. Idee per la città dei 15 minuti, Egea, 2021.
Manzini spiega che questa città “per esistere (e resistere) deve fondarsi su tre pilastri fondamentali: comunità, cura e innovazione digitale. Concetti diversi, talvolta lontani, ma che non possono prescindere gli uni dagli altri nel dare vita a un futuro davvero a misura d’uomo”.
Si parla da alcuni anni, e se n’è parlato parecchio negli ultimi mesi, di “città dei 15 minuti” per esprimere, con uno slogan, l’idea di centri abitati dove tutto quel che serve ai cittadini, compresi la cultura e l’intrattenimento, sia raggiungibile, appunto a 15 minuti di cammino o – ancora più rapidamente – in bicicletta.
È un’idea suggestiva che può aiutare a rendere le nostre città più sostenibili e a farne un ecosistema nel quale sia più facile e piacevole vivere.
Poi aggiungo un libro di qualche anno fa ma davvero imperdibile: Orhan Pamuk, Istambul, Einaudi. È insieme memoir e libro sui luoghi. Splendido.
Aggiornamento 18 ottobre 2021
In questi giorni esce il nuovo libro di Jan Brokken, L’anima delle città, Iperborea, 2021. Così lo presenta l’editore:
“La Parigi di Satie, la Amsterdam di Mahler, la Bologna di Morandi, la Cagliari di Eva Mameli Calvino e tante altre. Storie, ritratti d’artista, reportage, in una sentimentale flâneurie metropolitana”.
Aggiornamento 24 settembre 2021
Iosif Brodskij, Fuga da Bisanzio, Adelphi – (Su Leningrado) grazie a Renza del suggerimento.
Adam Zagajewski, Tradimento, Adelphi, (Su Leopoli) grazie ancora a Renza.
14 settembre 2021
Ci fa molto piacere e genera speranza e attesa quanto scrive Leonardo G. Luccone su “Robinson” del 4 settembre 2021 in un articolo dedicato a Nella foresta delle metropoli di Karl-Markus Gauss, Keller, un “diario di viaggio della memoria nella memoria dell’Europa, ‘un libro di divagazioni’ che accetta di prendere molte delle ‘traverse possibili’ in un’esplorazione di microcosmi legati da rapporti segreti. Spigoli di mondi che non troverete in nessuna guida turistica o su nessuna pagina del web. Per Gauss le persone sono le radici dei luoghi; i luoghi sono graffiti delle generazioni; le architetture asintoti del territorio: Gauss si sintonizza come nessuno sull”’ethos della resistenza’, sulle ragioni di chi sta al margine”.
Ebbene ci sono molti motivi per andare più a fondo con questo libro, anche per andare oltre Sebald. È quindi il primo di questa serie di segnalazioni di libri sui “luoghi”, giusto per trovare una definizione facile da ricordare.
- Karl-Markus Gauss, Nella foresta delle metropoli, Keller.
Come ricorda Luccone, vale la pena ricordare anche altri titoli di Keller, in questo percorso nei luoghi, ordinati nella collana Razione K. Su questa collana vorrei tornare presto.
La settimana successiva, comunque, sempre Robinson ci ha ricordato:
• Saša Stanišić, Origini, Keller.
Scrive Melania Mazzucco di questi libro: “Con balcanica libertà narrativa, senza vincoli di genere, scompiglia i piani cronologici del racconto, rimescola i ricordi autobiografici di ragazzino orgoglioso di essere jugoslavo nella Visegrad multietnica degli anni ’80 con quelli, a volte immaginari, dei nonni, e in particolare di Kristina, l’altra vera protagonista. Rimasta indietro, sola, l’anziana nonna è sopravvissuta alla guerra civile: ma nel 2007 ha iniziato a perdere la memoria, sua e della famiglia, di cui è l’ultima depositaria”.
Qui e ora ricordo solo alcuni altri titoli che rientrano in questa linea a suo modo dedicata ai “luoghi” alla quale vorrei prestare un po’ di attenzione, magari per un nuovo gruppo di lettura (che ne pensate?) Ovviamente i titoli possibili sono centinaia. Vorrei ricavare una linea più scarna, in cui non ci siano troppi libri/autori. Poi vedremo anche di definirla.
Cominciamo con
- Guido Piovene, Viaggio in Italia, 1957, ora pubblicato da Bompiani.
- Pier Paolo Pasolini, La lunga strada di sabbia, reportage del 1959 per la rivista “Successo”. Ora pubblicato da Guanda.
E poi:
- Claudio Magris, Danubio
- Claudio Magris, Microcosmi
- Claudio Magris, L’infinito viaggiare (tutti da Garzanti)
- Marcello Fois, In Sardegna non c’è il mare (Laterza)
Ma anche (un po’ a memoria):
- Jan Brokken, Anime baltiche, Iperborea
- Stefan Hertmans, Guerra e trementina, Marsilio (Belgio)
- Szilárd Borbély, I senza terra, Marsilio (Ungheria)
- Teju Cole, Città aperta, Einaudi (ne avevamo parlato qui) (New York City)
- William Least Heat-Moon, Strade Blu, Einaudi (Stati Uniti)
- Robert Pirsig, Lo Zen e l’Arte della Manutenzione della Motocicletta, Adelphi (Stati Uniti)
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