Georges Simenon, “Gli intrusi”, al gruppo di lettura “Grandi libri”

Discussione – on line e in presenza – mercoledì 19 aprile alle 20:45. Ecco come partecipare


Georges Simenon, Gli intrusi (Adelphi, traduzione di Laura Frausin Guarino): se ne parlerà mercoledì 19 aprile alle 20:45 al gruppo di lettura “Grandi libri” della Biblioteca di Cologno Monzese. L’incontro sarà on line e in presenza.

Per partecipare basta andare direttamente in biblioteca in Piazza Mentana 1; oppure, per la videoconferenza potete scrivere a gruppodilettura@gmail.com e riceverete il link.

Gli intrusi venne pubblicato nel 1940 con il titolo Les inconnus dans la maison. Nel romanzo ci sono i temi spesso frequentati da Simenon. Per esempio l’individuo che sembra ormai separato dalla comunità nella quale vive e che si è isolato persino dalle persone care che abitano la sua casa. Ma che un evento inatteso smuove, come muove la storia raccontata: una nuova relazione con il mondo che lo circonda, uno sguardo rinnovato sulle persone e in particolare con la generazione più giovane. Il coraggio di azioni significative e importanti che torna all’improvviso. Il tutto nell’inconfondibile stile dello scrittore belga.

Il risvolto di copertina dell’editore dice:

Una piovosa sera di ottobre, in una quieta cittadina di provincia dove ogni cosa sembra immersa «in un’atmosfera stagnante». In casa Loursat de Saint-Marc tutto si svolge esattamente come ogni altra sera: dopo aver cenato con la figlia senza mai rivolgerle la parola, Hector Loursat si chiude a chiave nel suo studio dalle pareti tappezzate di libri in compagnia di una bottiglia di bourgogne, la terza della giornata, e si sprofonda nella lettura. Sono ormai diciott’anni, da quando sua moglie se n’è andata lasciandolo solo con una bambina piccola, che vive così. Un orso di quarantotto anni, sciatto e trasandato, questo è ormai il brillante rampollo dei Loursat de Saint-Marc, imparentato con tutti quelli che contano in città – e questo gli altri pensano di lui: che è un talento sprecato, un avvocato che non patrocina più cause, un burbero e inutile ubriacone rintanato in casa come un animale ferito. Ma quella notte, improvvisamente, accade qualcosa che costringe l’orso ad abbandonare la tana: un colpo di arma da fuoco, un’ombra che si dilegua in fondo a un corridoio, e in una stanza in disuso del secondo piano un uomo che muore sotto i suoi occhi. Che cosa ci fa quell’intruso in casa sua? Chi lo ha ucciso? Quali segreti nasconde la vecchia dimora dietro le antiche mura sonnolente? E che cosa tormenta sua figlia, altra sconosciuta, dietro quell’apparenza placida e remissiva? Qualcosa – qualcosa che assomiglia alla vergogna, alla compassione e al bisogno di amore – spingerà Loursat a uscire dalla sua solitudine fatta di nausea e di pensieri inaciditi, e ad assumere la difesa del giovane che è l’amante di sua figlia – insomma, a calarsi nuovamente nella vita: almeno per un po’.

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Una replica a “Georges Simenon, “Gli intrusi”, al gruppo di lettura “Grandi libri””

  1. […] Simenon, Gli intrusi, Adelphi (1940). Un gruppo di ragazzi e un omicidio irrompono nella vita di un uomo, un borghese […]

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