Faccenda scivolosa: la noia del Gruppo di lettura.
La noia è quasi sempre il risultato di un gruppo di lettura troppo stabile. Un Gdl nel quale il transito in entrata e uscita si è ridotto progressivamente, fin quasi ad annullarsi.

Forse non sono molti i Gdl arrivati a questo punto: però ce ne sono e c’è il rischio che a questa stasi si arrivi quando il Gdl matura; quando sembra manifestarsi il bisogno di stabilizzare un po’ l’andamento, per evitare la frantumazione da eccesso di turnover.
Insomma, l’equilibrio fra le due tendenze – instabilità da turnover e noia da eccesso di stabilità – è un equilibrio instabile.
I sintomi
Il sintomo più evidente dell’avvicinarsi della noia da Gruppo di lettura è la prevedibilità. Quando riuscite a immaginare atteggiamenti, parole, inclinazioni, tempi degli interventi dei compagni di lettura avete un segnale inequivocabile.
Su ogni libro letto, quale che sia il giudizio, il lettore che scegliamo di osservare con attenzione avrà un comportamento prevedibile: diciamo lo stesso gesticolare, la stessa preparazione del ragionamento verso il climax, la battuta decisiva; la medesima sottolineatura del tipo di scrittura apprezzata. Avremo una versione a) favorevole e una b) contraria sul cui svolgimento e incedere potrete scommetterci.
Un altro sintomo, assai legato al precedente, è relativo alla scelta del libro: non è solo e tanto una questione di “gusto”. Siamo invece davanti a scelte effettuate su territori conosciuti, su modalità di scelta che puntano sul gradimento medio invece che sulla capacità e disponibilità a farsi sorprendere. Pratiche che poi si manifestano anche nelle reazioni davanti alle rare scelte non gradite.
I rimedi
La soluzione contro la noia da Gdl è l’apertura. Come si è detto il gruppo di lettura funziona bene se è uno spazio aperto, in ingresso e in uscita.
Non è colpa particolare di nessuno se il Gruppo di lettura finisce nella noia; è invece solo il risultato della mancanza di nuovi atteggiamenti, passioni, gusti, inclinazioni, psicologie, interessi, volontà di conoscere e farsi conoscere.
Per mantenere o tornare all’apertura necessaria serve dunque un mix di:
– disponibilità da parte dei partecipanti a farsi “contaminare”;
– inventiva e coraggio nella scelta dei libri da leggere;
– fantasia e impegno nelle pratiche di comunicazione dell’esistenza e delle attività del gruppo;
– generosità psicologica nell’accoglienza;
– disponibilità a rivedere e adattare le modalità di interazione alle situazioni create dai nuovi arrivi nel gruppo;
– rinuncia a interpretare sempre la propria parte nello stesso modo e nel modo che i compagni di lunga data si aspettano da noi.
Questione di equilibrio, come si diceva. Con il rischio di scuotere troppo, certo. Ma sono sforzi e rischi che meritano perché un eccesso di difesa dello stato delle cose porterà comunque a un esaurimento delle risorse di partecipazione e inventiva. E quindi alla fine della ragione d’essere del Gdl.
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Un abbraccio a tutti e auguri di grandi letture!
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