Che cosa sono le periferie, o meglio, quali sono le periferie? Se accantoniamo la ricerca di definizioni e adottiamo una prospettiva di transitività1, di osservazione dei flussi, delle interazioni, dei conflitti, dei capitali, del lavoro possiamo anche limitarci a osservare le periferie per ricavarne visioni circoscritte e parziali ma lontane dagli stereotipi che vorrebbero rendere fissi spazi che sono dinamici e in divenire costante. Le città e i loro margini mutano continuamente.
In questi articoli [si veda per esempio: Il villaggio Falck a Sesto San Giovanni] guardiamo alcuni luoghi della periferia Nord-est di Milano, considerandoli parte della città, indipendentemente dall’area municipale di appartenenza. Qui di seguito alcune foto di Cologno Monzese, e qualche altro luogo al confine.
Alcune foto mostrano anche luoghi che, tuttavia, sembrano davvero margini della grande metropoli milanese, ai confini fra Sesto San Giovanni e Cologno Monzese, appunto. Un luogo che fino agli anni ’80 era una zona industriale e che una lenta trasformazione ha mutato di aspetto, ma, come si può vedere, sono ancora molti i segni dell’industria passata di qui.
- Walter Benjamin «usò il termine transitività per caratterizzare la città come un luogo di mescolanza e improvvisazione che risultano dalla sua porosità e da diverse influenze spaziali», Ash Amin, Nigel Thrift, Città. Ripensare la dimensione urbana, Il Mulino, 2005, p. 28. Lo studio di Benjamin cui si riferiscono gli autori è Il dramma barocco tedesco, Einaudi, 1971 (originale 1925) ↩︎
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