I libri più belli, letti nel 2013

Libri: un flusso creativo ininterrotto di titoli, autori, consigli, sconsigli, analisi, emozioni, discussioni sulle emozioni. Ma anche digressioni e tante tante richieste di consigli o di pareri. Siamo dunque di nuovo al momento di dare il via alla grande festa dei libri più belli letti nel corso dei quest’anno. Il post dedicato a quelli del 2012 ha superato i mille commenti (sì 1000) ed è – come quelli degli anni precedenti – un enorme giacimento di ragionamenti e idee sulla lettura. La lettura e i libri; i lettori e i libri, i lettori con i lettori.

Ora partiamo con quello del 2013: speriamo di mantenere tutti gli amici degli anni trascorsi e di incontrarne nuovi. Sarà un viaggio bellissimo.

Le regole sono le stesse: i migliori libri letti nel corso dell’anno, indipendentemente da quando siano stati pubblicati. Valgono richieste di consigli, scambi di pareri, suggerimenti. Valgono tutti i libri che volete.

Come sempre usiamo i commenti.

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Commenti

1.778 risposte a “I libri più belli, letti nel 2013”

  1. Avatar cristina
    cristina

    ih ih che verrebbe…. la faculità …ihihih e brava cam!!!

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  2. Avatar cristina
    cristina

    @tutti. Esistono libri solo per uomini? o solo per donne? o solo per ragazzi? (domanda che mi viene da un’affermazione di Adour).
    Pensandoci io credo di avere una risposta, ma non la voglio scrivere

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  3. Avatar camilla
    camilla

    @cri-Per me non esistono. Certo che per comprendere l’arte, (in senso lato) occorre una sensibilità particolare, che non ha età nè genere. I bambini piccoli sono a parte.

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  4. Avatar Jezabel
    Jezabel

    Scusate, io credo di no.
    Sarebbe come dire che ci sono quadri, sculture, chiese per maschi e per femmine.
    Certo la produzione un po’ più commerciale punta ad una fascia di pubblico, ma in quel caso il libro nasce per accontentare – come fosse un jeans o una minigonna – al pari di una soap che segue i gusti di un determinato gruppo.
    Ciao a tutti.

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  5. Avatar carloesse
    carloesse

    Pienamente d’accordo. Mi ha aiutato molto a capirlo, l’essere genitore. Ho letto (o riletto) con mio figlio libri che avevo comprato per lui. P.es. L’invasione degli orsi in Sicilia di Buzzati è sicuramente per bambini, ma non mi ha minimamente impedito di apprezzarlo e di goderne. E molti film, anche cartoni: Miyazaki è diventato per me un vero idolo, e lo considero non solo uno dei più grandi autori di cartoons, ma uno dei sommi maestri della storia del cinema. Anche “Ponyo sulla scogliera” (il film più infantile di tutti), l’ho comprato alla fine più per me che per mio figlio (che era ormai già grandicello), e mica ne sono pentito. Anzi, me lo sono goduto pienamente.

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  6. Avatar cristina
    cristina

    @luiginter…vedi che forse si potrebbe davvero aprire un thread solo sui FILM – per non mixare troppo letteratura e film – che già di loro sono ben intrecciati – ma non totalmente).

    Io penso ci sia una letteratura per ragazzi – nel senso che è adatta ai ragazzi e alle ragazze (mannaggia sto maschile che include metà del mondo … uff grrr).
    Che poi la leggano volentieri e godendone anche gli adulti ok – ma è pensata per quella fascia di età ( che mica potrebbe leggere Guerra e Pace , per dire a 13 anni – o La recherche).
    Se poi volete leggere Mr Pip è un libro dolorosissimo – Molto molto bello – anche per adulti .

    Sulla letteratura per donne o uomini c’ho le mie idee ma per ora me le tengo. Chiaro che uno scrittore/una scrittrice non pensa a un pubblico di genere ( credo) salvo appunto i prodotti commerciali. ma….

    @rosamavi eri tu che eri andata a vedere I segreti di Osage c… con la Streep e tutti gli altri? hai visto che film terribile su un’America TERRIBILE ? famiglie verminai, veri nodi-di-vipere, avvelenate e velenose… non c’è uno che si salvi, da strapparsi i capelli, altro che.
    Peò certo i danesi e gli svedesi – in questa precisa tematica – sono imbattibili

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  7. Avatar adour

    No, non sono capace ,vorrei tanto, ma non posso .
    Devo dirtelo @cristina

    A me dà fastidio e molto, questa tua estrema schematizzazione in generi Femminili e Maschili. Mi sembra così enfatizzata, così sopralerighe, da apparire francamente ridicola, se non alcune volte irritante.
    Ritengo che qui, ci troviamo in un contesto intellettivo, mediamente elevato, in cui penso, visto che prima della tua venuta lo era, si parlava, si parla di un solo genere, ed è quello UMANO che non prevede nessuna differenziazione, di genere, di razza, di religione e di classe. Questo tuo continuo rimandare, dai saluti , a quant’altro, mi sembra quasi un razzismo al contrario o un inneggiare ad un femminismo che se estremizzato, a mio parere fa paura quasi quanto un becero maschilismo.
    Ora in questo blog. Basta leggere subito alla tua sinistra sotto a commenti recenti, gli interventi, Quanti maschietti (visto che ti piacciono tanto i generi) vedi? Quante persone, vedi partecipare? Eliminate 2-3 persone, che si rincorrono e si salutano tra di loro, ben poche, forse nessuno.
    A me questa situazione non mi sembra, affatto gentile, ma solo discriminante, (io mi sono sentito cosi), soprattutto poi, nei confronti di quanti ci seguono nel “buio e vorrebbero scrivere, per parlarci di loro e non stare a sentire un soliloquio.
    Scusami se sono stato così radicale, Tranchant (e non me ne può… di meno se è femminile o maschile) ma dovevo dire quello che penso, come sempre.
    A.

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  8. Avatar Jezabel
    Jezabel

    Vero, è irritante, Cri.
    Non sarò l’unica ad avere un padre, i nonni, dei fratelli, amici, ad apprezzare autori di opere d’arte magnifiche e insomma…appunto… parli di metà del genere umano … una metà bella, direi.
    Bacione.

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  9. Avatar cristina
    cristina

    @ adour – i generi esistono, punto. mi dispiace. E uno – nelle società occidentali – è storicamente dominante sull’altro. Io appartengo a quello dominato. Questo mi fa male e le donne subiscono ogni giorno violenze inaudite (da verbali a fisiche), lo stupro di massa solo vent’anni fa è stata l’arma di pulizia etnica nei Balcani, sai qui dietro l’angolo.. E tuttora nel mondo. vedi donne velate a cui si proibisce di studiare di leggere. Sempre e solo le donne. Punto. O non lo sai?

    Quindi : puoi dire quello che vuoi ma i fatti sono questi e non c’è da discutere. Questi fatti hanno ricadute sulle vite delle persone, sui loro pensieri, sulle loro impressioni e su tutto. Che non ce ne si renda conto non significa che questo non sia così.
    Estrema schematizzazione? Bè maschile e femminile sono due generi diversi. Mica schemi. Sono i due pilastri – diversi – della vita.

    Mi spiace davvero che cio’ che penso e sento ti irriti o ti dia fastidio. Penso che ognuno qui debba scrivere e dire quello che gli pare in libertà . O no?
    Puoi evitare di leggere. Oppure potresti pensarci ( volendo), o tenere conto di un punto di vista diverso. Interrogarti, chesso’.

    Io non ho nessun razzismo verso gli uomini. O perlomeno, so la loro frequente miseria ma anche il loro splendore meno frequente. So i loro sguardi soppesanti, le paroline sussurate, i gestacci, le allusioni, so tutto…conosco il branco, l’assedio, la tracotanza, ma anche l’onesta’ di alcuni, la purezza di pochi, la luce intelligente di molti, l’ironia, la forza, la entilezza, la capacità di ascolto, anche a volte…

    Sono però scocciata di dover subire un imprinting maschile persino nelle parole. Perchè io non sono un uomo bensì una donna, l’altra metà del cielo. Se non riesci a comprenderlo, che dire, me ne farò una ragione.
    E quanto al genere umano, ne ha di strada da fare se persino alla presidente della Camera – visto che è donna – la si attacca dal punto di vista sessuale ( se qualcosa non va siamo subito tutte puttane, altro che genere umano).

    Il tuo fastidio è peraltro – ai miei occhi – una cartina di tornasole.
    Rileggiti: l’altro giorno hai persino chiesto – a me – se ti avevo “sognato”. Ma scusa perchè mai avrei dovuto ? … a che titolo chiedi a una donna se ti ha sognato? e secondo te questo innocente scherzetto da dove ti viene? è “casuale”? e io avrei dovuto essere lusingata da questa scherzosa allusione ? Pensa se fosse successo l’inverso che cosa si sarebbe potuto pensare….Ma sono certa che sarai arroccato e rifiuterai di capire, purtroppo.

    Letterariamente invece la mia era una domanda che da sempre la letteratura si pone- perchè la questione di genere – mi spiace che tu non te ne renda conto – è centrale nella vita, quindi anche nella letteratura. Io peraltro non ho nemmeno preso posizione.
    Mi scuso per la lunghezza, ma è il minimo che potessi dire.

    DICI:
    “Ritengo che qui, ci troviamo in un contesto intellettivo, mediamente elevato, in cui penso, visto che prima della tua venuta lo era, si parlava, si parla di un solo genere, ed è quello UMANO che non prevede nessuna differenziazione, di genere, di razza, di religione e di classe.”
    tI ringrazio (del complimento implicito)- e anche di questo ritorno ai profondi anni Sessanta.

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  10. Avatar cristina
    cristina

    @adour . se hai tempo, sulla questione consiglio di leggere un uomo di valore e profondità- Adriano Sofri ( ma è solo uno dei tanti)

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  11. Avatar adour

    Non le rispondo, solo per gentilezza, e per non dar adito ad altre invettive nei miei confronti o soliloqui disperati.
    Mi scuso per il “sognato” ma era una semplice battuta che nasceva da “ti ho pensato”e fatta solo per ironizzare sul suo habitus, cosi esasperatamente femminista (giusto anni 60). Sono rammaricato, che lei abbia visto invece, solo un atteggiamento vilmente maschilista. Probabilmente, la sua perspicace conoscenza degli uomini, è riuscita a trovare in me, un tratto che da sempre disdegno negli altri. Ma se questo le può servire a dare fuoco alla sua guerra generalizzata, ed indistinta contro tutti gli uomini, o a rimuovere i suoi rancori, allora la prego, continui, volevo solo ricordarla che qui, non ci sono nemici, ma libri e persone.
    Addio
    Antonio

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  12. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Adour

    Pedonami, Adour, può essere che io non abbia capito l’esatta portata della questione, ma mi sembra che la tua risposta delle 18.00 a Cristina sia sinceramente un po’ eccessiva e scomposta.

    Penso che lei volesse solamente porre una questione che, per la sua importanza, ben può essere oggetto di dibattito in un blog sulla lettura, questione rispetto alla quale – non vorrei irritarti oltre perché so che non ami i tentativi dilettanteschi di commento – avevo provato anch’io a formulare un quesito lasciando il mio commento a “Lo spazio bianco” della Parrella.

    Scrivendo le mie impressioni sul romanzo della Parrella, che è la vicenda di una donna non più giovane che deve affrontare, da sola, l’esperienza di un parto prematuro, mi ponevo la seguente domanda:

    Si può affermare che un tema di questo tipo coinvolga maggiormente le lettrici, in particolar modo se hanno avuto l’esperienza della maternità, che non i lettori? Se è vero che le nostre esperienze – e quella del parto per la donna è un’esperienza che lascia una traccia – riaffiorano e rivivono nelle nostre letture, non è corretto concludere che per la lettrice, ben inteso se scatta l’immedesimazione, quest’opera risulta più toccante?

    Se vuoi, senza arrabbiarti (che non si tratta di presunzione, ma di corretto utilizzo degli spazi del blog te l’ho già scritto) vedi http://www.biblioclick.it/GruppiDiLettura/SebinaYOU.do.

    Mi raccomando: non scrivere più che il contesto intellettivo su questo blog è mediamente elevato perché alcuni visitatori potrebbero spaventarsi e desistere dallo scrivere!

    Ciao,
    Mariangela

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  13. Avatar carloesse
    carloesse

    Indubbiamente l’umanità è scomponibile in generi diversi (maschi e femmine, ma anche omosessuali se è per questo) diverse fasce di età, diverse razze, religioni, culture. Ed è vero che chi scrive (al di là di chi lo fa pensando espressamente ad un target di mercato o di successo, e che però difficilmente verrà letto al di fuori di esso) si rivolge consciamente o inconsciamente ad una specifica categoria (esiste pertanto una categoria dei ragazzi, così come esistono quella prettamente femminile o maschile), e spesso è quella cui si appartiene.
    Quello che volevo dire è che un libro, quando è veramente un buon libro, è proprio perché trascende la categoria cui pure può rivolgersi , e riesce a farsi apprezzare anche al di fuori di essa. Pinocchio è un capolavoro per l’intera umanità pur essendo un libro palesemente rivolto ai bambini. Così per me sono i film di Miyazaki cui accennavo. Non ho letto Mr. Pip, ma probabilmente vale lo stesso discorso.
    Anche a livello di genere credo quindi valga la stessa cosa. Possono esserci libri pensati, o rivolti, più a uomini o più a donne, ma ritengo che il loro valore dipenda dal sapersi fare apprezzare anche da chi non ne era il naturale destinatario (anche se forse lo apprezzerà in modo diverso; ma qui si può scendere fino al livello individuale e in fondo ognuno apprezza un’opera in un modo diverso).
    Non credo minimamente invece a una letteratura “solo” per donne o “solo” per uomini. E’ la sua dichiarata propensione all’esclusione infatti, a mio parere, a precludere qualsiasi possibilità di universalità che è la condizione necessaria alla grandezza.
    Poi oggi è accertato che le lettrici (specie per la narrativa, ma non solo nella narrativa) sono molte di più dei lettori, ma che gli scrittori che vengono pubblicati sono ancora enormemente di più delle scrittrici. Non mi soffermo sulle ragioni di ciò, perché è comunque un altro argomento, degno di discussioni approfondite, ma credo in un altro discorso.

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  14. Avatar camilla
    camilla

    @cristina– se il tuo discorso sul genere, che rimane sempre lieve e . addirittura scherzoso, può urtare così tanto antonio, al punto , spero sia uno scherzo, mon adour, di darti del lei (ma che diavolo ti prende??adour)vuol dire davvero qualcosa. Qualcosa di assai complesso, impossibile da affrontare a suon di post su un blog. Io sono stata attaccata, dalle donne stesse più che dagli uomini, che qui ce ne sono davvero pochi, come ovunque si parli di qualcosa che riguardi i sentimenti, al tempo di quel piccolo capolavoro di Drabble, L’OSTACOLO DI ROSAMUND e mi fermo qui. Eppure è talmente palese e anche ovvia, la preponderanza della cultura maschista su tutta la cultura italiana e di gran parte del mondo che mi riesce difficile accettare l’ira funesta di adour nei tuoi confronti. Paura mi fa. Non ci posso credere.E ci vuole ben altro che qualche link…. Non so che dire, cri, del resto in un Paese arretrato come il nostro sono troppe le donne che preferiscono ancora fare le vestali, convinte che la libertà e il senso di sè stia in luoghi impropri, in superficie . Tutto sommato,inconsciamente o per amor di pace. E l’amore non c’entra niente. Amo i miei uomini, amo gli uomini, il maschile,declinato in ogni suo peculiare possibile esempio. ma penso che il problema del sessismo , dopo millenni e millenni di sedimentazioni culturali misogine, sia ancora tutto dalla parte del più forte.
    Potevo lasciar perdere? Certo per quello strano meccanismo di voler far parte del gruppo , umanissimo e delizioso, ho pensato, per un attimo , di lasciar perdere. Ma non ho potuto.ciao a tutti. chissà carloesse cosa pensa, lui col suo amore per STONER penso che abbia capito tante cose. Ma non saprei. Un saluto a tutti.
    Ah, cri: Stoner non è maschilista, sai? anche in letteratura se ne incontrano pochi.Io, speriamo che me la cavo. Sennò pazienza. Ma questo stesso mio “timore” la dice moooolto lunga.

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  15. Avatar adour

    Eh si mi dispiace “assai” che non abbia capito @camilla, altre volte ti è capitato, nei miei confronti, ma non importa.
    Ora si arriva dal maschilista per aver scherzato, addirittura alla paura.
    Lasciando perdere la psicoanalisi spicciola sulla interpretazione o sulla sua complessità. Cercherò di essere più chiaro.
    Tutti conosciamo le problematiche drammatiche del mondo femminile, io aggiungerei anche quelle dell’infanzia. La mia storia che non conoscete, spesso mi ha portato in prima persona a difendere questi diritti inalienabili di parità se non in alcuni casi di supremazia dell’incredibile mondo femminile.
    Ma che centra questo blog? che centrano i libri? Perché inneggiare ad una intifada femmninile o sessista qui?.
    Tranne qualche piccola schermaglia a due, in cui anche tu sei stata attrice,e che spesso ribadisci, pensavo che qui, in questo luogo, ci trovassimo tra persone gentili, non dico intelligenti, con una coscienza civile, capace di discernere le infamità del mondo. Appariva chiaro che lettoreambulante ha un senso universalistico del termine, lo stesso varrebbe per uomo, o per una declinazione maschile. (se dobbiamo stare attenti anche a come si scrive allora vabbè)
    Io al contrario di voi, non ritengo la questione femminile, un problema di una parte del mondo, quella femminile appunto, ma un problema urgente, urgentissimo per tutta l’umanità o anche più egoisticamente per francesca.
    Ecco io pensavo di essere con voi, per voi,sempre, e non essere qui e scusarmi perennemente, per il mio genere, per i tanti o pochi, vigliacchi, che sono un insulto ,non per voi, ma per tutto il genere umano.
    E questo continuo rimandare qui, lo vedevo come un richiamo nei confronti dei pochi maschietti presenti, spesso l’unico presente,io. Ma non sono stato capito, ma offeso, ancor di più da te camilla, che conosci il senso delle parole o almeno lo spero, sono stato offeso, dalla tua paura .
    Il LEI poi non è un arma, ma un distacco, per gli uomini (leggi senso universale), per me significa solo, non mi piace la considerazione che ha di me, per cui sarebbe opportuno limitare la nostra comunicazione.
    Ma quando dentro si ha del rancore anche le parole non hanno più lo stesso senso,giusto, ma io che centro?
    Per Mariangela : Naturalmente quando mi riferisco a “mediamente elevato” è evidente che io rappresento il punto più basso del diagramma , per cui il mio era un invito ali lettori.

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  16. Avatar cristina
    cristina

    @tutt*
    mizzica un’intifada femminile, questa mi mancava….eT quelle légeresse

    Bisognerà avvertirle le centinaia di pensatrici e docenti universitarie – linguiste,filosofe, sociologhe – che in tutto il mondo si occupano da decenni di cultura di genere (e della violenza di genere) e della teoria della differenza (dalla fine degli anni ’60, prima dominava l’apparentemente indifferenziato),si insomma bisogna dirglielo che sono delle…. terroriste.
    Anche gli amministratori e amministratrici del territorio bisogna avvertire che la lingua è ininfluente e va sempre bene il maschile per dire il femminile ( ma MAI il contrario, si badi bene).
    Mica gli dai della girlscout al bambino coi calzoncini e il fazzoletto al collo,, ma alla bambina si, che gli dai della boyscout, giusto per dire una roba piccola e buffa (spero)

    Cosa c’entri la lingua e il linguaggio in un blog che parla di lettura – perciò di scrittura – quindi di “simbolico” e immaginario , bè…come sarebbe che c’entra? è la farina per fare il nostro pane quotidiano.

    Santa Lorella Zanardo, aiutaci tu

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  17. Avatar Mariangela
    Mariangela

    A mio parere è molto sensato quello che dice @carloesse, anche se rimango convinta che certi argomenti non possano non coinvolgere maggiormente le lettrici che i lettori; il rimando al libro della Parrella, che parla di parto prematuro, e al relativo link, era da intendersi in questo senso.

    Il linguaggio è sicuramente importante, ma, così come non gradisco alcune rigidità del politically correct (in questi casi si usa citare il famoso “verticalmente svantaggiato” utilizzato per sostituire l’aggettivo “basso”, ritenuto più offensivo), anche per quanto riguarda l’utilizzo dei termini non sessisti penso debba prevalere il buon senso e la misura. É giusto ribadire il concetto sul blog, a patto che il discorso non assuma toni da crociata e non divenga ossessivo.

    Tutto il resto, dico la verità, mi sembra un po’ esagerato. Se è vero che ho trovato la risposta di@Adour, come ho scritto, un po’ eccessiva, le invettive di @Cristina e @Camilla mi sembrano semplicemente fuori luogo, anzi, fuori bersaglio. Quando si spara dalla parte sbagliata, le conseguenze nefaste sono due: ci si accanisce contro chi non c’entra e si sprecano le pallottole.

    Un saluto,

    Mariangela

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  18. Avatar cristina
    cristina

    Lorella Zanardo, Michela Marzano, Cristina Comencini, Loredana Lipperini, Concita De Gregorio,Anna Maria Testa … giusto per citare alcune delle più famose…
    Non ho detto nè scritto nulla che questa signore non dicano e scrivano da molti anni – probabilmente con più grazia e maestria e sapienza di me – quindi respingo invettive, crociate, intifade, sparatorie etc.ma invito invece – pacatamente – a considerare i termini qui usati, non a caso guerreschi, maschilissimi ( ops, l’ho detto! che imperdonabile mascalzona).
    Ho insultato qualcuno/a? Ho offeso qualcuno/a? Ho usato toni sgarbati, poco gentili? se si – dove, e quando, e come per cortesia ?

    Denunciare (insomma io ho provato a giocarci un po’ sopra, che altro ho fatto ??) la violenza linguistica e simbolica non è violenza, cari lettori e carissime lettrici, è semmai RIBELLIONE e denuncia sociale e culturale –
    ovvio che nessuno/a qui è sotto tiro, al limite sono le reazioni così accese alle mie segnalazioni che – appunto – segnalano quanto la questione sia – in sè – “infuocata e incendiaria” perchè tocca lo status quo ante e spariglia un habitus mentale ( e ideologico e ,soprattutto, sociale) che non ha voglia di essere messo in discussione ( suppongo).

    E’ il linguaggio dominante maschile- .al limite – il mio bersaglio evidente, papale, persino banale. Non ho altri bersagli e mi pare di essere sempre stata cordiale e trasparente, anche se magari (cordialmente) critica.

    Ma se mi si offende e mi si tira per i capelli accusandomi di non so cosa (ossessiva, ridicola, rancorosa, in perenne guerra col genere maschile , irritante etc), rispondo, in genere il più puntualmente (ma anche cortesemente – ah, mi sono riletta, e non trovo nessunissima offesa, solo una domanda interpretativa parecchio legittima) possibile.

    Nessun accanimento contro nessuno/a da parte mia, questo è certo – basta andare un momento qua sopra e rileggere con serenità e obiettività, ho usato toni festosi, ho ringraziato, ho fatto delle battute sui cuoricini smielati e ipocriti di una cretina festa commerciale, ho segnalato una manifestazione mondiale – mondiale!- importante.
    Ma tutta questa reazione abbastanza livorosa è sicuramente un bel fatto su ci si potrebbe soffermare a pensare.

    Anche se temo abbia ragione la mia Cam….
    Saluti assolutissimamente sorridenti

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  19. Avatar camilla
    camilla

    @mariangela–Quali sono le “invettive” che avrei usato? Per piacere dimmelo. Forse potresti rileggere i post.Invettive?

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  20. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Camilla
    Le tue affermazioni sull’arretratezza e sul maschilismo della cultura italiana – senz’altro condivisibili nel contenuto – mi sembravano sproporzionate rispetto al commento di Adour. Questo è il motivo per cui mi sono espressa definendole “invettive”: nell’economia di quel discorso tanta veemenza non si giustificava.

    Per rimanere su questo tema, spero senza livore e acrimonia, mi permetto di segnalare sull’argomento

    Graziella Priulla, “C’è differenza : identità di genere e linguaggi: storie, corpi, immagini e parole”, Angeli, 2013. (238 p.)

    Mi sembra ben scritto e documentato, è anche corredato di un ampio apparato fotografico (trovo sempre utili le immagini nei libri forse perché in quelli che mi davano da bambina non ce n’erano o ce n’erano pochissime; forse ho subito un trauma).

    Saluti,

    Mariangela

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  21. Avatar cristina
    cristina

    “…………..
    Attenzione -avverte Priulla- agli stereotipi, anticamera dei pregiudizi che conducono alla discriminazione.” Gli stereotipi sono sono l’immagine di un mondo cui ci siamo adattati”.

    Importante è quindi non tanto annullarli ma destrutturarli, analizzarli. Qui, nei riquadri, vengono analizzati aforismi, proverbi e persino canzoni. E dato che le lingue sono i luoghi della codificazione dei ruoli sessuali, sono anche inadeguate ad esprimere la specificità e la natura sessuata degli individui.

    E’ urgente dunque la femminilizzazione della lingua, in barba alle abitudini che fanno arricciare il naso davanti ai neologismi di genere. Ecco un allucinante dialogo riportato in C’è differenza. ”Signora maestra, come si forma il femminile?/”Partendo dal maschile: alla o finale si sostituisce semplicemente una a”./ ”Signora maestra, e il maschile come si forma?”/ “Il maschile non si forma, esiste”

    La sociologa analizza quindi le rappresentazioni nei mass media, la pubblicità sessista; il corpo della donna mercificato, squartato come una mezzena, gambe, culi e tette. Rappresentazioni avvilenti, lesive della dignità della donna ma anche di quella dell’uomo.
    ………….”

    molto bene, tutto molto giusto.
    Grazie Mariangela

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  22. Avatar lettoreambulante

    Non ho nessuna voglio di infilarmi in questo dialogo, che ho già iniziato privatamente con Cristina, perché è troppo complesso per essere ridotto a poche battute e citazioni sul blog. Perché allora posso parlare di Maria Zambrano ma anche di tanti pensatori di sesso maschile che hanno scritto sulla differenza di genere. Quello che mi sento di dire qui è che bisognerebbe contestualizzare le parole e usare, calvinianamente, un po’ di leggerezza. Nessuno nega quello che le donne subiscono e che il linguaggio può essere strumento di potere e discriminazione, e la vicenda Boldrini, di cui abbiamo già parlato, ne è emblematica. Ma secondo me non ci sono categorie assolute da applicare solo alle differenze di genere, ma ci sono dei principi universali di rispetto che valgono sempre e per chiunque. Probabilmente io ho avuto la fortuna, anche grazie alle lotte delle donne prima e vicine a me, di non sentirmi discriminata come appartenente al genere femminile. E questo lo ammetto. Però non mi sento di stare sempre sulle barricate, ma di salirci quando è davvero necessario. E per Adour direi proprio di no. E’ giusto sottolineare, rendere consapevoli, responsabilizzare e io lo faccio spesso con gli adolescenti attraverso la lettura e il confronto. Nessuno di noi è senza pregiudizi e senza stereotipi, ma ci sono delle espressioni di carattere che non è necessario leggere sempre dalla parte più negativa. Questo non vuol dire abbassare la guardia o negare, ma solo cercare di creare un’empatia. Solo così possiamo veramente dialogare, anche sui libri, come spero continueremo a fare qui.

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  23. Avatar rosamavi

    Brava, Simonetta, concordo con te. Peccato leggere questa tensione e questo silenzio.
    Buon pomeriggio.
    Rosa

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  24. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti
    Si potrebbe allargare la nostra riflessione sula discriminazione di genere ricordando che essa spesso si accavalla a quella razzista, a quella di classe e a quella dovuta all’orientamento sessuale.

    Leggevo proprio nelle scorse settimane un saggio che faceva cenno alla teoria delle “oppressioni incrociate”. Nello spirito auspicato da Lettoreambulante, proprio per continuare a ragionare assieme di libri, tra i testi letti, non proprio nel 2013, ma comunque molto recentemente, segnalo:

    Anna Curcio, Miguel Mellino, “La razza al lavoro”, Manifestolibri, 2012

    Nell’intervento di Chiara Bonfiglioli, “Razzismo, sessismo, nazionalismo: dibattiti femminili e critica post-coloniale nel contesto italiano”, (ibidem, pp.77/96), l’autrice sottolinea, tra le altre cose, come alcune retoriche razziste si siano appropriate, in funzione discriminatoria, di alcune rivendicazioni tradizionalmente portate avanti dalle femministe o dai gruppi LGBT: l’omofobia e misognia sono spesso spacciate come prerogative islamiche o comunque come abitudini mentali che appartengono “all’altro” e non anche, come la cronaca ci insegna, alla nostra stessa mentalità.

    Ciao,
    Mariangela

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  25. Avatar cristina
    cristina

    a volte una poesia aiuta…chi lo sa

    POSSIBILITA’
    Preferisco il cinema.
    Preferisco i gatti.
    Preferisco le querce sul fiume Warta.
    Preferisco Dickens a Dostovskij.
    Preferisco me che vuole bene alla gente
    a me che ama l’umanità.
    Preferisco avere sottomano ago e filo.
    Preferisco il colore verde.
    Preferisco non affermare
    che l’intelletto ha colpa di tutto.
    Preferisco le eccezioni.
    Preferisco uscire prima.
    Preferisco parlare con i medici d’altro.
    Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio.
    Preferisco il ridicolo di scrivere poesie
    al ridicolo di non scriverne.
    Preferisco in amore gli anniversari non tondi, da festeggiare ogni giorno.
    Preferisco i moralisti
    che non mi promettono nulla.
    Preferisco una bontà avveduta a una credulona.
    Preferisco la terra in borghese.
    Preferisco i paesi conquistati a quelli conquistatori.
    Preferisco avere delle riserve.
    Preferisco l’inferno del caos all’inferno dell’ordine. Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine.
    Preferisco foglie senza fiori a fiori senza foglie.
    Preferisco i cani con la coda non tagliata.
    Preferisco gli occhi chiari, perchè li ho scuri.
    Preferisco i cassetti.
    Preferisco molte cose che qui non ho menzionato
    a molte pure qui non menzionate.
    Preferisco gli zeri alla infusa
    che non allineati in una cifra.
    Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.
    Preferisco toccare ferro.
    Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando.
    Preferisco prendere in considerazione perfino la possibilità
    che l’essere abbia una sua ragione.

    Wislawa Szymborska
    (Premio Nobel di qualche anno fa)

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  26. Avatar rosamavi

    Salve a tutti!
    A dicembre @Domenico Fina scrisse del libro della giovane Jennifer Dubois, STORIA PARZIALE DELLE CAUSE PERSE. L’ho trovato in biblioteca e mi si è accesa una lampadina. @Camilla, scrivesti che lo avresti comprato, l’hai letto? Io sono a poco meno di metà. Pensare che l’autrice aveva 28 anni quando lo ha scritto influenza la mia lettura, lo ammetto: sono ammirata, è una scrittura matura, e anche i riferimenti mi paiono accurati. Il giudizio sul libro per ora è sospeso, è abbastanza lungo, chissà che cosa riserva.
    Si nota tanto che volevo rompere il ghiaccio? 😉
    Buona serata.
    Rosa

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  27. Avatar Mariangela
    Mariangela

    A volte aiutano anche gli aforismi:

    • Il cuore batte dove l’amore duole.
    • Sono un tipo chiuso… per fallimento.
    • Chi si monta la testa di solito lo fa con i pezzi sbagliati.
    • Intelligenza: passaporto per una vita difficile.
    • Sono Stati Uniti perché l’unione fa la forza. Armata.
    • L’erba incolta la fumano gli ignoranti.
    • E bugie hanno le gambe corte, ma girano coi trampoli.
    • Lontano dagli occhi, cuore presbite.
    • Tra apparire e spirare c’è di mezzo amare.
    • Devo ancora capire se la vita è un dono di Dio o un errore della Madonna.
    • L’ignoranza è una brutta bestia, ma la cultura è una bestia in gabbia.

    raccolti da un libro di aforismi meritevole di essere segnalato tra i libri più belli letti nel 2013

    Andros, “Un libro per riflettere 365 aforismi senza anestesia”, Albalibri, 2005.

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  28. Avatar lettoreambulante

    Beh, direi che sulla Szymborska possiamo essere tutti d’accordo. Poesia, come del resto le altre sue, straordinaria. E lei come poetessa e persona è racconta in un libro che ho amato molto, VADO A VEDERE SE DI LA’ è MEGLIO di Cataluccio.

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  29. Avatar camilla
    camilla

    @rosamavi—Lo comprai, infatti, col mio solito (eccessivo) entusiasmo: un librone. Poi mi sono arenata e l’ho abbandonato lì, col suo segnalibro in evidenza. Forse lo riprenderò in mano. Un giorno o l’altro. In questi giorni sto leggendo TUTTO QUEL CHE E’ LA VITA di James Salter, Sono appena a metà ma già mi sto affezionando a Bowmane a Eddins,e decine di personcine di ogni tipo che riempiono, come una folla colorata il bel romanzo. Un pezzo di storia della società americana dagli anni ’46 in poi,, dal Giappone a New York, un mondo di editori , pullulante di vite giovani, di storie, di piccoli dettagli affascinanti, di amori, tanti amori appassionati, e tanti libri, tante letture, tanti personaggi della storia e della letteratura. Fluido, disinvolto, piacevolissimo, elegante, pieno di passioni e umorismo. Mi sto divertendo.
    Che ne dici @Lettoreambulante, lo hai per caso già letto? Ho letto qualche altra “novità”, in questo bruttissimo, uggioso inverno. Tra le altre grane di questi giorni :sono stata borseggiata in autobus! Un gran casino.Ciaociao

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  30. Avatar cristina
    cristina

    invece io ho appena finito -per il mio gruppo di lettura – Yehoshua UN DIVORZIO TARDIVO.
    Era molti anni che non leggevo o rileggevo questo scrittore. Davvero grande, poliedrico, misterioso, intelligente, il libro come un caleidoscopio che – a ogni giornata e a ogni personaggio – cambia punto di vista, aggiusta il tiro, aggiunge paticolari e dubbi e ombre.
    E questa società israeliana inquieta, mai ferma, anche le notti sono agitate, bambini grassi, fratelli gay, bancari d’assalto, spose vergini, professori ansiosi, rabbini esagitati, pazzerelli innamorati, e sempre cibo e azzime, e misteri in ogni cuore e in ogni fatto.
    Una scrittura densa eppure scorrevole, abile, nel dire, nell’insinuare, nel dare ritmo, nel costruire scenari, dialoghi, incontri.
    Tutto è vivo, colori,odori, alberi, nuvole, tendaggi, come dire anche che in fondo nella vita “qua, nessuno è mai davvero normale (ed è lì la magia)”.
    Strepitoso.

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  31. Avatar lettoreambulante

    ciao Camilla, mi dispiace per la tua disavventura. Per i libri, visto che credo che nulla accada per caso anch’io sono a metà di Salter e sono d’accordo con te. Mi coinvolge molto e infatti è al momento il mio libro da letto. Perché mica mi porto a letto tutti i libri che mi capita di leggere!
    Ah Cristina, Yehoshua! al di là dei libri che mi hai fatto venire voglia di rileggere ho un ricordo di lui come di una persona straordinaria. Venne forse al primo festivaletteratura e mi fece un impressione incredibile. Una persona empatica, aperta, affettuosa. Se dovessi scegliere, forse l’ospite che umanamente mi ha più colpita.
    Anche se non c’entra con i libri, volevo condividere con voi la mia personale amarezza generazionale. Non è assolutamente un giudizio politico o sulle persone coinvolte, ma io sono esattamente dell’età di Letta e credo che quello che è accaduto sia esattamente lo specchio della nullità della mia generazione, troppo mite, timida, educata, disorientata, per incidere in qualsiasi campo, compresa la letteratura. Una generazione saltata. E poco importa che a condurre il festival di Sanremo ci sia Fazio, perché lui lo considero un traditore dei valori che la mia generazione rappresenta, un abile trasformista e ottimo venditore di fumo. Ma forse per ottenere e mantenere il potete, non si può fare altro. Ecco, ve l’ho detto!

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  32. Avatar rosamavi

    @camilla: da come descrivi il libro di Salter, capisco perché hai abbandonato STORIA PARZIALE… Non suscita di certo le stesse emozioni!
    @cristina: alla fine non ho visto il film con la Streep, la mia piccola era ammalata e mi stava attaccata come una cozza, dopodiché il film non era più in programmazione…:-(

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  33. Avatar cristina
    cristina

    Ciao @Simonetta (sempre così ti chiamerò ò ò oo) – non so della tua generazione, so di quella di mio figlio 35-37 su per giù, un disastro ancora più totale, disoccupazione s enza luce in fondo al tunnel.
    Sono uno di quei genitori che stanno ospitando e mantenendo ( again) il figlio che non ha i soldi per campare la giornata. E ho detto tutto.

    Su Fazio non sono del tutto d’accordo- lui è proprio capace di tenere insieme Grossman e Franca Valeri e Baglioni e Letta con…Raffaella Carrà e Mike Bongiorno – è davvero proprio ecumenico.
    Ma credo sia una qualità della persona ( ammesso che sia una qualità e non un tremendo difetto, io propendo per la seconda, ma apprezzo un modo di fare tollerante, affettuoso e così dannatamente omnicomprensivo, così lontano da me),
    Molti anni fa ho conosciuto Fabio – di striscio – e mi sono fatta un’opinione buona di lui. Cioè di una persona diritta, di cuore, dai modi affabilissimi ma dai principi non così malleabili come potrebbe sembrare. Affatto.
    Su Letta… certo renzipinocchio è un bulletto, ma non condivido la tua analisi, è il partito che si spappola e spacca come una mela un po’ marcia – e diciamo che in parte Enrichetto se l’è anche cercata. Ma basta.

    Che bello quanto racconti su Yehoshua.
    A me quell’effetto lì e di più me lo fa David Grossman che quando lo vedo ( anche dal vivo l’ho visto in una indimenticabile serata con Noa a Pietrasanta 3 anni fa), mi si scalda il cuore e tanto sono presa da lui e dalla sua umanità mite e accogliente ( e dal suo scrivere sontuoso e amante dei bambini e della vita) che lo abbraccerei tutto, ma proprio tantissimo.
    Cos’avrà Israele per produrre scrittori così umanamente meravigliosi ( oltre che letterariamente) ??

    @rosamavi hai un perso un bel film, ma così ….insomma amarissimo!!!!

    Anche l’ultimo dei Coen A proposito di Davis— mmmh, bello, si, ma non magnifico, e triste. Prima o poi leggerò la lunga pagina in inglese su questo flm che qui accanto è stata postata da Luigi.
    Sconsigliatissimo a chi non ama infiniti primi piani di cantanti di lunghissime ballate folk suonate e cantate fino all’ultima nota.

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  34. Avatar kervoal

    Simonetta, Camilla ecc. Ah la triade israeliana…già perché aYehoshua e, Grossman io aggiungerei Oz. Persone splendide oltre che grandi scrittori. Mi fermo perché scrivo dal telefono e sono in difficoltà

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  35. Avatar carloesse
    carloesse

    Kervoal? Ma dalla foto non eri Dani?
    (mi confondi le idee…!!!)

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  36. Avatar kervoal

    Aiuto. Scherzi del telefono…si sono dani

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  37. Avatar Dani

    LA MORTE DEI CAPRIOLI BELLI di Ota Pavel. Un libro di racconti autobiografici ambientati a Praga e dintorni ai tempi della seconda guerra mondiale. Voce narrante un fanciullo per metà ebreo, che parla anche di SS, campi di concentramento, Wehrmacht e ciò nonostante si ride e si sorride molto. Un esempio vero di “incredibile leggerezza dello scrivere” sia nella forma che nel contenuto, ancor più incredibile se si pensa che sono stati scritti dopo l’inizio di una psicosi maniaco-depressiva che perseguitò l’autore per il resto della vita (breve, morì nel ’73 a 42 anni). Ci sono tante cose, tra cui la figura di un padre dall’energia inesauribile, che non si arresta davanti a nulla (e che mi ha ricordato tanto il mio, nei suoi pregi e difetti). Di Keller editore. Se vi capita l’occasione di accaparrarvelo o prenderlo in prestito, non perdetela!!
    Ciao

    Ora premo invia. Riavrò la mia vera identità?

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  38. Avatar cristina
    cristina

    @cam- tantissimi anni fa sono stata borseggiata sul tram a Milano.Che brutto ! (erano due sonne, italianissime)
    sorelle di ventura e di sventura? quien sabe…………

    @simonetta – Questo libro che citi di Cautaluccio mi intriga molto, ma non capisco che ci azzecca là dentro anche la mia amatissima Swymborska… ( o forse il Di là, è di là della ex cortina di ferro???)

    @Dani – Keller è un editore interessantissimo (anche se purtroppo a volte le traduzioni lasciano a desiderare un po’… ) ma è da seguire

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  39. Avatar lettoreambulante

    Cristina, riguardo a Letta-Renzi non è una analisi politica la mia, altrimenti se dovessimo così sviscerare quello che è accaduto, non basterebbe tutto il blog, era solo un’amara considerazione personale sull’età dei protagonisti. E sono d’accordo sulle tue considerazioni. Ma se, alla luce degli sviluppi, vogliamo parlare del nuovo ministro della cultura, credo che per noi lettori sia già un segnale molto negativo.
    Per la questione Fazio, io ho invece avuto un’esperienza opposta alla tua e poi la sua parabola dagli esordi così convincenti ad oggi è molto deludente. E’ vero quello che dici, della sua capacità di mettere insieme persone molto diverse e va benissimo. Quello che gli rimprovero è che, visto il seguito che ha, potrebbe permettersi di fare delle scelte più coraggiose e di qualità invece che cavalcare il populismo e seguire il solito scambio di favori e visibilità su cui ormai si basa tutto il mondo editoriale. Non c’è mai un autore di un piccolo o che dico medio editore. Ma del resto la comunicazione culturale italiana è tutta così. Spero di averti spiegato la mia amarezza.
    Il libro di Cataluccio è quello che dici, proprio al di là della cortina e la Polonia ne è protagonista anche perché Cataluccio conosce il polacco. C’è un bellissimo ritratto della Swymborska.
    Dani, LA MORTE DEI CAPRIOLI BELLI è davvero un piccolo capolavoro!
    beh, adesso visto la bella giornata, vado a fare un giro…
    buona domenica a tutti

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  40. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Il libro di Salter lo sto leggendo, boh, ho come l’impressione che non lo terminerò, troppe volte mi succede con la narrativa nordamericana recente, sembrano tutti uguali in un unico indistinto. Certo ci sono le eccezioni, Strout (almeno quella di Olive), Storia parziale, Munro.
    Il libro di Cataluccio è piaciuto anche a me, riporto il mio giudizio su anobii, se può essere utile:

    L’autore sembra andare alla ricerca dei 36 Giusti che secondo la Bibbia popolano il mondo. I giusti non lo sanno e non lo sa neppure lui se li ha incontrati anche se è chiaro che predilige gli uomini che sono vissuti in condizione scalza, se dovesse indicare un giusto lo cercherebbe tra loro. Tra nomi polacchi come Schulz o Gombrowicz, tra quelli che hanno cercato di diventare maturi tenendosi bambini. Anche nei politici come Havel o in nomi ignoti come un suo amico d’infanzia, Gabriele sacerdoti, oppure in poeti che stanno in disparte come il praghese Holan.

    Nel paragrafo dedicato a Varsavia dove ha vissuto negli anni di Solidarnosc, ricorda che il problema maggiore non erano le contestazioni, ma il freddo. Di notte dormiva in cucina con la stufa elettrica accesa, fuori c’erano venti gradi sotto zero e di giorno vedeva uscire gente dalla gelateria intenta a leccarsi il gelato.

    Nel paragrafo dedicato a New York è narrato un simpatico episodio; in un caffè di Berkeley allo stesso tavolo sono seduti uno scrittore, Kosinski, e il poeta polacco premio Nobel Milosz. La cameriera si avvicina entusiasta allo scrittore, che ha riconosciuto, per chiedergli l’autografo e nel farlo si rivolge anche a Milosz domandando se anche lui scrive. Milosz risponde: faccio il poeta, scrivo poesie. Eh oggi tutti scrivono poesie, aggiunge lei.

    Di Brodsky ricorda che nel discorso in accettazione del premio Nobel egli disse candidamente: “Un uomo che legge poesia si fa sconfiggere meno facilmente di uno che non la legge”.

    Di un irrequieto poeta polacco di nome Jan Lechon (1899-1956) cita alcuni versi arrabbiati:
    “Esiste soltanto Beatrice, ma appunto lei non c’è”.

    Alla hostess della compagnia di bandiera polacca (Lot) Cataluccio chiede se Lot vuole dire “volo” oppure ha a che fare col personaggio biblico di nome Lot. L’hostess sorride e gli indica di allacciarsi la cintura.
    Lot, nipote di Abramo, è l’unico giusto trovato nelle città di Sodoma e Gomorra e non fu sufficiente perché Dio ne avrebbe voluti almeno dieci per salvare le città. Cadde una pioggia di zolfo e fuoco che le distrusse.

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  41. Avatar camilla
    camilla

    @lettoreambulante—ho chiuso poco fa TUTTO QUEL CHE è LA VITA di James Salter . mi sono divertita per mezzo libro, poi ho cominciato a aspettare “la sorpresa” Niente sorpresa. Niente di niente. Alla fine il romanzo è di una banalità disarmante. Philip Bowman è un uomo simpatico, gli piacciono i libri, gli scrittori, gli piace il suo lavoro. Gli piacciono le donne e gli piace quel “fare sesso” un modo di dire che , purtroppo, abbiamo copiato dai film americani più comuni e che si dice molto anche in Italia, cosa voglia dire è assai difficile da spiegare. Non è spiegabile. Bowman si preoccupa moltissimo di “fare sesso”, è il senso della vita per lui, un “fare sesso”di tipo coniugale, con una bella donna che fa quello che piace a lui. Vorrebbe avere una casa, avere una famiglia. Ma solo In teoria. Ci si gode qualche bella descrizione di vacanze, qualche bell’aneddoto, su scrittori e poeti noti e sconosciuti. qualche bella storia, qualche festa, qualche momento intenso. Salter scrive benissimo, è innegabile,fluido e conciso. E così, scrivendo benissimo,fino alla fine,non ci resta niente che non sia un trionfo di banalità.E pensare che mi era sembrato un BEL LIBRO.Comunque per passare il tempo è bellissimo. Di banalità , piacevole come lo zucchero filato, ne ho avuto abbastanza.E mi sono decisa a passare a E’nard. Brrrrrr..

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  42. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Camilla, leggendo libri come quello di Salter, con quel corredo fitto di dichiarazioni di scrittori e critici mi sento sempre un po’ (poco, eh) desolato. Perché per essere tutti d’accordo sul valore di un libro bisogna che quel libro dica cose nuove, che le dica con linguaggio nuovo. Il libro di Salter è un collaudato prodotto internazionale, così come l’ultimo film di Scorsese, candidato agli Oscar; tutto ben fatto, ma non c’è scatto, non c’è originalità, anima. Che il sesso sia una bella cosa l’avevamo capito da soli. Oppure che nel film di Scorsese di chi vive ingannando il prossimo prima o poi lo paga. Ma poi? Penso a La grande bellezza che a me è piaciuto subito e che ho trovato un film notevole, eppure in Italia è stato più osteggiato che capito. Non è un film su Roma o la decadenza dell’Italia è un film che va preso alla lettera partendo dal titolo, sulla bellezza che malgrado tutto, sappiamo conservare e resuscitare. Ora magari arriveranno i Golden globe e gli Oscar e forse si rivedranno i giudizi in differita. La critica oggi è un mondo in confusione. I lettori arrancano allo stesso modo. Io con loro. Abbiamo un disperato bisogno di libri capolavoro, come L’uomo senza qualità, che alla prima avvisaglia di pagina memorabile finiamo per mentire a noi stessi.

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  43. Avatar cristina
    cristina

    @domenico Fina. sono molto d’accordo su tutto.
    La sua/tua analisi -fatta qua sopra- su questa middle letteratura americana “carina” mi trova perfettamente in sintonia. Tutti bravini, a dire la periferia del mondo, qualche tenerume, due fatti sopra le righe..vite più o meno mediocri e a volte un po’ sperse , si ma …e poi? A me peraltro non piace molto nemmeno Strout, ( non troppo insomma) ,nemmeno Munro…Mi era piaciuto Cormac Mc Carthy – lui si’, un vero pugno in bocca

    Anzi no, non sono d’accordo su tutto.
    Sul La Grande bellezza assolutamente no. Lo trovo un film finto, (ossia senza una necessità interiore) noioso, pieno di sè e vuoto, un “ti faccio vedere io come sono bravo”, puzza dal primo all’ultimo minuto ( al mio naso, si capisce), a me ha fatto girare i… cabasisi…. certo ha momenti notevoli, grandi panorami, una Roma super mozzafiato, si ma…. embè?
    Persino Toni Servillo – che stra adoro – qui mi riesce insopportabile una macchietta dall’rnizio alla fine, con quel ghigno dipinto sulla faccia, mai un sospiro, o un attimo di verità…. Ah! Le conseguenze dell’amore, quello si che era un FILM….
    So però di essere in minoranza, cospicua, ma pur sempre minoranza (del resto mai stata con le maggioranze io).
    Ma non voglio aprire polemiche.

    Che qui si arranchi tutti e a tutti i livelli è, in questi giorni, più evidente che mai.
    Abbiamo anche un governo di carini e carine,,,ohi ohi.
    saluti serali a tutte/i

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  44. Avatar camilla
    camilla

    @domenico fina–e @cristina — sono d’accordo con te sul libro di Salter. Ma non mi sento di fare un fascio della scrittura nord americana. Ci mancherebbe altro, con le generalizzazioni e “i pareri personali” è meglio non esagerare. Del resto, da un solo romanzo, scritto a 90 anni, con una fluida e gradevole narrazione e una splendida energia vitale ,non si può giudicare un autore come Salter.il libro, anche se non è un capolavoro , rimane un libro buono, gradevole, piacevolissimo e regala anche piccole oasi di bella letteratura. Abbiamo letto e continueremo a leggere “questi americani”, da Melville e &, fino ai fitzgerald, i Doctorow e Joi C. Oates, e la Paula Fox, Cristina Stead (mon dieu, avete letto L’UOMO CHE AMAVA I BAMBINI?),il potentissimo Richard Powers, e cito almeno IL TEMPO DI UNA CANZONE e la Schirley Jackson?, con i suoi noir eccezionali ,e tutti gli ebrei americani, e centinaia di altri che sarebbe impossibile elencare. La Munro è canadese, e tra le scrittrici canadesi ci sono delle vere stelle del firmamento letterario. La letteratura nord.americana e canadese è viva e grande e trovo non giusto dare giudizi sommari senza citare libro e autore, di volta in volta in volta. Sarebbe come dire che musica o la pittura e le arti in genere valgono o non valgono a blocchi di nazionalità. Ogni libro , io credo, è una opera a sè stante , ovviamente indipendente dalla nazionalità del suo autore. Il resto sono gusti personali.
    Non ho visto la grande bellezza….ma questi Italiani….Appunto, sto solo scherzando. <Ho cominciato L'ultimo libro di Mathias Enard,e tra qualche giorno vi dirò. ( ma i francesi?….) Avete mai letto Laurence Mauvignier? p. es?

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  45. Avatar cristina
    cristina

    chino la testa. Hai ragione Camilla, le generalizzazioni sono di solito….imbecilli. Chiedo venia (ma un po’ mi ero fatta capire, spero).
    Ma tu stessa dici …i francesi… vedi, ci si cade facilmente, e forse è perdonabile.
    Mauvignier me l’ero segnato, si, insomma, dovrei solo leggere e mai vivere… forse sarei più felice…(scherzo, ma nemmno troppo)

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  46. Avatar cristina
    cristina

    oggi ri-piove. Ecco un canto luminoso e da me amatissimo salentino (cantano i miei maestri) –
    Magari a qualcuno piacerà ( se no avrò il cuore spezzato…)

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  47. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    @Camilla, ho scritto nordamericana “recente”, L’uomo che amava i bambini è del 1940, romanzo che ho letto e amato molto (Franzen arriva a sostenere che è il più grande romanzo americano in una sua personale classifica e secondo solo ai Fratelli Karamazov tra i romanzi di tutti i tempi). Ci aggiungo anche Faulkner, un prodigio ineguagliato. Ma io mi riferivo ai recenti. Powers l’ho letto (Il tempo di una canzone) e non mi ha convinto, così come Richard Ford, l’ultimo Roth, l’ultimo Updike, perfino la Egan. Di libri se ne possono citare molti ma pur non volendo generalizzare la mia impressione di fondo resta. Peraltro mica non ne salvo nessuno ho elogiato Munro (che adoro), Strout, DuBois. E aggiungo un’altra giovane canadese, Deborah Willis, bravissima, che ha pubblicato i suoi primi racconti (da noi usciti da Del Vecchio editore) con il titolo Svanire. Se poi vogliamo estendere il discorso sulla letteratura inglese odierna, ci aggiungo Coetzee, che ha scritto libri davvero notevoli dopo il Nobel (Tempo d’estate ad esempio) o William Trevor con i suoi racconti splendidi come Uomini d’Irlanda. O le poesie di Charles Simic, naturalizzato americano da decenni.

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  48. Avatar camilla
    camilla

    Non credo che le opere d’arte, letteratura compresa, che il genio umano si esprime compiutamente nella letteratura, non credo che si possano paragonare troppo facilmente tra loro, nè che si possano, per fortuna, fare classifiche. Troppo multiforme e grandioso è il genio umano nelle arti e ogni opera è un “luogo” di meraviglia e di miracolo (in senso etimologico della p.)di cui è un vero , gioioso privilegio riuscire a godere. Che gioia trovarsi tra le mani un libro, ( a video è assai più faticoso e distaccato, come far l’amore virtuale, che a molti piace anche di più),un libro che ci scuote , che si fa ammirare, che “non ci posso credere”, quando incontri “svelamenti”, rivelazioni, illuminazioni su quella enorme massa oscura che si trova ovunque e che non si riesce a distinguere e , a volte, non la si nota nemmeno, confusa con la parte preponderante della nostra esistenza : l’ignorare , convinti che ciò che sappiamo non esista.
    Ecco perchè, appena cominciato, il libro di Enard mi sembra capace di svelare. ciaociao

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  49. Avatar Dani

    Sto continuando a pensare a BUTCHER’S CROSSING di Williams che ho finito qualche minuto fa, cercando di capirlo. Il paragone con Stoner è inevitabile, anche se apparentemente i due libri sono lontani anni luce.. ma in fondo non è così. In entrambi il protagonista (William Stoner e Will Andrews) porta in sé un pezzo del’identità dell’autore nel nome e forse non solo quello. Credo che Williams abbia donato al giovane Will un’esperienza iniziatica legata alla sua gioventù, così come Stoner raccontava il suo ruolo di docente universitario nel corso degli anni. E’ in effetti un rito iniziatico che si racconta, cruento all’ennesima potenza perché il passaggio porta con sé un carico di sofferenza esagerato, durante una caccia ai bisonti. Il Dio del nulla (perché è alla consapevolezza del nulla che approda Will) richiede fiumi di sangue: il sangue di una natura che cerca di ribellarsi all’ottusità sorda di alcuni personaggi che come automi obbediscono solo al cervello rettile, spinti da un’avidità che acceca ogni minimo barlume di buon senso. La natura sopravvive, l’arrivo della neve interrompe la furia brutale dell’uomo e concede ai bisonti una via di fuga. Ma le sofferenze non sono finite, sulla via verso il mondo civilizzato è richiesto ancora un tributo di dolore.
    Libro forte, cinematografico, dove una natura a volte madre a volte matrigna fa da sfondo ad una narrazione perfetta. Libro che indigna, che turba e quindi stimola il pensiero, le domande sul senso dell’esistere. Sarebbero molti i parallelismi da fare con Stoner, ma di quello si è già parlato troppo. Mi piacerebbe però sentire qualche parere su questo, da chi lo conosce.
    Ciao e buon fine settimana. La pioggia che imperversa favorisce la lettura..

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  50. Avatar cristina
    cristina

    ciao , sì, piove e piove!
    Ieri su Repubblica c’era una lunga intervista alla ultima ( quarta) moglie di Williams, una graziosa signora di 80 e passa anni. Lei sostiene che Stoner non è affatto la controfigura del suo autore, che era invece un tipo allegro, imprevedibile e soprattutto ….fortissimo bevitore ! ( torna con la figura della figlia di stoner da adulta…).
    E pare che la figura centralissima dell’universo affettivo di Stoner fosse – guarda caso – la madre..

    Io rileggo Yehoshua, la fine un po’ confusa e irrisolta di UN DIVORZIO TARDIVO – libro notevolissimo – mi lascia un po’ troppo perplessa e turbata. Qualcuno/a la ricorda?

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