
Davvero, dopo tanti mesi di cammino sul filo dell’incertezza consapevole, che forse ha contribuito soltanto a dare lineamenti più precisi all’incertezza che sempre ci accompagna o dovrebbe accompagnarci, eccoci di nuovo qui a parlare, a scrivere a proposito delle letture. Ciò che ci interessa sono sempre le parole che diciamo e ascoltiamo attorno alle e sulle letture. Sapere il titolo del libro e l’autore, per quanto importante sembri, è solo un punto di avvio, niente di più. Diventa più importante se quel che si legge si fa ostacolo per le parole da dire oppure ci aiuta a dirle. Ma non è l’elenco di quel che abbiamo letto o che leggeremo, ciascuno come lettore, ma anche, quando avviene questa specie di miracolo, come gruppo di lettura, non è questo che ci interessa. Ripartiamo da qui dunque, dalle cose che diciamo quando parliamo di libri. Quando siamo attorno a un tavolo, per parafrasare Hannah Arendt, e accettiamo di ascoltare gli altri che danno dimensione pubblica (o quasi pubblica) al discorso su ciò che abbiamo letto, diventiamo un gruppo di lettura, o meglio, e in modo più vago, diventiamo un nucleo di cittadinanza che abita uno spazio pubblico che discorre di quel che ha letto o che leggerà.
Vorrei in questi mesi, ricominciare ad ascoltare i lettori, per entrare in quel dialogo che a momenti li unisce, quando trovano le parole giuste e la voglia per ascoltarsi, reciprocamente. È necessario però, che si riprenda a fare attenzione a cosa si sceglie di dire a proposito delle letture, e a che cosa si decide di dare retta. Perché è qui in questo spazio, dove si misura la qualità del discorso, anzi del dialogo, della discussione, che vogliamo concentrare l’attenzione. Sempre con la consapevolezza che non ci interessano le lezioni o i seminari sull’autore e il suo romanzo – almeno non ci interessano attorno a quel tavolo – ci interessano invece le parole sull’interazione fra quel fascio di storie, pensieri, esperienze, ricordi, gioie e dolori, incertezze (ancora) e equilibri e equilibrismi, che ciascuno di noi è, e le pagine lette. Ecco, lì dobbiamo arrivare, e asintoticamente ci avviciniamo lo so, anche se ci pare lontano, anche se siamo smarriti perché ci pare di non riuscire a trovare le parole giuste, il giusto tono, anche l’argomento che vorremmo, e a volte siamo delusi. Ma siamo qui per cercarlo.
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