I libri più belli, letti nel 2019

Henri Matisse, The Innatentive Reader, 1919
Henri Matisse, The Innatentive Reader, 1919

Eccoci anche quest’anno al post dedicato ai libri più belli, letti nei dodici mesi. L’appuntamento è diventato quasi un caso di studio: un vero gruppo di lettura esteso, un fiume di idee e consigli; a volte anche di schermaglie, quasi sempre confronti ricchi di stimoli e argomenti.
Ricordo le regole per chi non avesse mai partecipato:
1) scriviamo nei commenti i libri che ci sono piaciuti (ma anche quelli che vogliamo stroncare) e che abbiamo letto nel corso del 2019. Ovviamente è possibile mettere anche considerazioni, recensioni, fare domande.
2) Importante che ci si occupi di libri e cultura; evitiamo per favore, digressioni fuori luogo e tema, soprattutto digressioni di propaganda politica che ogni tanto si sono manifestate e che hanno generato un certo disagio.

Per leggere i commenti del 2018 (sono 28 pagine in tutto):
https://gruppodilettura.com/2018/03/25/i-libri-piu-belli-letti-nel-2018/comment-page-1/#comment-74568

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743 risposte a “I libri più belli, letti nel 2019”

  1. @Mariangela: Di Slavenka Drakulic non conosco L’accusata, ma ho letto (molto tempo fa) Come se io non ci fossi. Lo ricordo come un libro duro, ma ben scritto e molto coinvolgente.

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  2. Ribadisco, non è un forum della Lega questo. Basta così. Hai risposto. Basta, non continuare con questo argomento. per favore.

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  3. @cla 055
    io sto leggendo la serie con protagonista l’ispettore Morse di Colin Dexter che dire il “classico giallo inglese” mi piacciono le storie , l’atmosfera ( Oxford) mi rilasso..

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  4. Cara Anna piace molto anche a me….non l’avevo inserito per mia dimenticanza. Ogni volta che Morse si ritira nel pub per meditare sul delitto sento sulle papille gustative il buon sapore della birra inglese.

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  5. Una delle molte cose belle che mi ha lasciato il romanzo Larchfield, di Polly Clark, oltre alla mitica battuta di riscatto di un marito che nelle pagine finali ritrova il proprio autentico amore e con esso la propria dignità, è la meravigliosa figura di W.H.Auden, poeta di cui conoscevo solo la sua bellissima e ben nota Funeral Blues.
    Un personaggio che mi ha talmente intenerita e incuriosita che mi sono fiondata su Iosif Brodskij che in Fuga da Bisanzio su Auden scrive pagine bellissime! Lo considera “la più grande mente del ventesimo secolo” e ammette di voler scrivere in inglese ad un certo punto, non per necessità,come Conrad, non per ambizione, come Nabokov, o per arrivare ad un maggiore estraniamento come Beckett, ma per il semplice desiderio di compiacere un ombra, Auden appunto.
    Insomma, eccomi che mi tuffo in Brodskij e Auden e ..sono entusiasta!
    @Cristina, prenotato sto benedetto Vilas 🙂

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  6. Romain Gary mi viene incontro in questi tempi-
    Prima un film tratto da un suo libro ( brutto film per me La promessa dell’alba mi pare, tutto troppo sopra le righe, recitazione, etc etc), ora un libro molto bellino – non all’altezza della meravigliosa La vita davanti a sè , ma quasi: Gli aquiloni, poetico, avventuroso, folle, puro, miracolosamente umano, una chicca.

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  7. @tutti
    Mi mancano pochissime pagine per finire un bel libro, veramente: “Ritratto di madre, in cornice americana” di Miklós Vajda (Voland, 2015, 189 p.)

    Mi è piaciuta la scrittura, fluida e profonda (brava anche la traduttrice, secondo me), e ho trovato molto interessante anche la vicenda che permette una visione sulla storia dell’Ungheria. È un libro autobiografico scritto nella maturità, l’autore racconta la storia di sua madre, di origine aristocratica e conoscente di Horthy , obbligata a fuggire negli Stati Uniti nel 1956 a causa del regime comunista. Deve lasciare in patria il figlio venticinquenne, che potrà rivedere solo molti anni dopo.

    I temi della fuga, dell’esilio e del ritorno sono trattati con la sensibilità di chi ne ha visti gli effetti su una persona cara (e descritti con la perizia di chi sa scrivere). La dittatura ha costretto la donna a scegliere “la cornice americana” perché nei primi anni ’50 è stata imprigionata più volte, vittima di processi farsa. Efficace la descrizione del primo ritorno Budapest: vestita in abiti sgargianti e pesantemente truccata, indossa la maschera “dell’americana” come scudo e anche per dimostrare a chi è rimasto che la sua scelta è stata quella giusta.

    Ricordando la madre, l’io narrante ripercorre anche la propria esistenza. Scioccante, per il bambino infatuato degli Stukas, apprendere che il padre è ebreo. Il figlio ha una grande considerazione per la madre, ma in età avanzata apprende un fatto che lo delude, forse perché gli ricorda che anche lei è un essere umano con le sue debolezze.

    Questa bella sorpresa la devo al mio manualetto di letterature balcaniche, “Balcanica”. L’Ungheria dovrebbe rientrare nell’area mitteleuropea, considerati i suoi trascorsi asburgici, ma visto che confina con la Croazia, la Romania e la Serbia, Zandel la inserisce nel novero delle letterature cui il suo libro è dedicato). Sento già Camilla che mi sgrida e che dice che mi do le arie ti talent scout!

    Ciao
    Mari

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  8. balcani mitteeuropa, mah, dove sta la linea di separazione?

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  9. @tutti @Cristina
    È questione su cui discutono anche gli esperti, per gli aspetti prettamente geografici e i loro addentellati culturali rimanderei a Wikipedia .wikipedia.org/wiki/Penisola_balcanica. C’è però anche un altro motivo e per cui Zandel include l’Ungheria nel suo lavoro sulle letterature balcaniche: è di origini fiumane (Fiume apparteneva all’Ungheria) e si capisce che questa città ce l’ha nel cuore! Cita un lungo passo di Péter Sárközy per spiegare che gli intellettuali di Fiume, ben prima che divenisse italiana, hanno funto da ponte tra la cultura ungherese e la nostra, favorendo così la diffusione degli autori ungheresi in Italia. Sono scrittori molto letti da noi negli anni ’30, tra i tanti impressiona, già nel ’38, il nome di Sandor Marai.

    [Diego Zandel, “Balcanica: viaggio nel sud-est europeo attraverso la letteratura contemporanea”,Novecento libri, 2018, pp. 237/241]

    In pratica, tanta letteratura ungherese è da noi conosciuta grazie a Fiume, che, incontestabilmente, si trova in area balcanica.

    Ciao,
    Mari

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  10. @tutti
    Adagio, adagio sto proseguendo l’ascolto de “I miserabili”, solo un quarto d’ora al giorno e talvolta neppure questo posso dedicare a questo capolavoro, ma lo sto apprezzando moltissimo.

    La dico grossa e non si rivolti nella tomba la mia professoressa di lettere del biennio: nonostante gli obblighi scolastici cui si tende a ricondurlo, io ho amato e volentieri riletto “I promessi sposi” del nostro Manzoni. Però non nascondo che nelle divagazioni Don Lisander per me diventa, in certi punti, un filo pedante: ricordo per esempio alcune pagine sulle grida spagnole che mi erano sembrate un po’ pesantucce (anche durante la rilettura fatta qualche anno or sono). Nel romanzo di Hugo, nonostante le numerose digressioni che in più punti sembrano allontanarsi dalla narrazione principale, non ho ancora avvertito (sono a metà) un momento di stanchezza, mai ho percepito l’inutilità di una riga.

    Due giorni fa mi ha colpita questo passaggio sulle “meditazioni spontanee”:

    “Se infatti fosse concesso ai nostri occhi di carne di vedere nella coscienza altrui, si giudicherebbe un uomo più dalle vaghe meditazioni che dai pensieri precisi, perché in questi interviene la volontà, in quelle no. La meditazione spontanea, anche nel gigantesco e nell’ideale, assume e conserva la forma del nostro spirito; e nulla scaturisce più direttamente e più sinceramente dal fondo stesso della nostra anima quanto le smisurate e irriflessive aspirazioni verso gli splendori del destino. In tali aspirazioni si può ritrovare il vero carattere di ogni uomo più che nelle loro idee composte, ragionate e coordinate. Le nostre chimere sono quelle che ci rassomigliano di più. Ognuno sogna l’impossibile e l’ignoto secondo la propria natura.”

    ►Victor Hugo, “I miserabili”, versione integrale in cinque Tomi. Lettura di Moro Silo, a cura di Maurizio Falghera, il Narratore audiolibri, 2009, 5 compact disc (MP3), “Testo”, p.375.

    Ciao,
    Mariangela

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  11. Ciao Mari e tutti. Ribadisco il mio grazie per questi assaggi che ci regali. Quella grande letteratura, viene da una grande mente, lì non c’è solo abilità, talento, ma profondità d’animo e di pensiero. Quando talento e saggezza s’incontrano vengono fuori capolavori indiscutibili (Tolstoj ecc..).
    Io ho terminato LA RAGAZZA CON LA LEICA e purtroppo vi ho trovato conferma che i premi letterari sono una spartizione tra case editrici, senza più valore. Scrittura frammentaria, digressioni superflue, nessi mancanti. Si poteva ridurre il libro a un terzo e raccontare in modo più efficace la breve vita di Gerda Taro. Donna di immenso coraggio, libera, indipendente, intelligente e brava fotografa. Sono contenta di conoscerla un po’ meglio, ma il libro una delusione totale

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  12. @tutti
    Signori e Signore,
    “sempre caro mi fu quest’ermo colle”
    vi dedico il primo verso dell’Infinito che ho trattato oggi in classe quarta.
    L’ho collegato alle esperienze di meditazione di cui sono stata protagonista anni fa (e che dovrei riprendere!).
    L’intuito particolare e l’ispirazione del poeta lo ha portato a superare il limite della sua condizione e del suo ristretto contesto per “fingersi”, ovvero immaginare, andare oltre, raffigurarsi ciò che la razionalità non può racchiudere (non finito, non terminato, immenso, eterno).
    Abbiamo letto anche qualcosa sulle attività organizzate a Recanati e in altre località italiane.
    A Recanati si collega con altre forme artistiche: l’infinito nell’arte in sostanza.
    Abbiamo immaginato coi ragazzi come realizzare l’infinito in altre forme artistiche….meraviglioso!

    A presto

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  13. @ Jezz. molto Intrigante
    questa ricerca di come ” realizzare l’ infinito in altre forme artistiche”. ma per me misteriosamente curiosa. Per esempio? Dimmi qualcosa nel merito , se ne hai voglia.Te ne sarei molto grata.
    Io sto leggendo un romanzo che mi piace moltissimo. Di Amanda Craig, LE CIRCOSTANZE.
    ambientato ai giorni nostri, in Inghilterra, e’ quanto. di più. squisitamente classico. ( Craig e’ da paragonare a grandi classici quali Dickens, Trollope, Evelyn Waugh, ecc.) per il suo grande talento e la sua capacità di descrivere la vita contemporanea (siamo in pieno clima Brexit) a Londra ,e nelle. campagne circostanti. Ricchissimo. e vivacissimo questo raro gioiello letterario, classico e modernissimo , vale tanto ed è molto originale , fuori da schemi letterari troppo odorosi di scuole di scrittura, regala alla lettrice qualche giorno ( 500 pagine, leggere come piume di struzzo) di avventura, come succede con i classici e al tempo stesso un senso di inclusione assoluta nell’ esperienza quotidiana delle nostre vite degli anni che stiamo vivendo. ( Amanda Craig. LE CIRCOSTANZE, ed. Astoria)
    Abbracci. Cam

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  14. @Cam

    l’Infinito sotto forma di torta o di ricetta, visto che i miei alunni, sono cuochi. A me piace l’architettura e allora ho costruito un edificio gotico svettante più che mai con colonnine avvitate in spirali infinite…
    Qualcuno ha immaginato architetture di interni e così via discorrendo.

    @tutti
    Ieri una casuale concentrazione di visite ospedaliere mi ha visto costretta ad una scelta veloce e pratica (il libro più “leggero” fisicamente);
    tra Shakespeare e Goethe ho scelto il secondo.
    Bellissima lettura de I dolori del giovane Werther. Mi manca poco, data la lunga attesa, ma sono stata più volte interrotta dalle presenze esterne.
    L’edizione è una di quelle legate a giornali che divulgavano i classici (e ben vengano, perché poi la gente, senza averli neanche aperti, me li regala!!!!! o me li vende in stock che poi io smisto a biblioteche, amici, alunni etc).

    La traduzione è di Borgese che scrive una dedica: A Stefan Zweig, spirito d’amicizia e di collaborazione fraterna, l’umile obbediente fatica del traduttore è dedicata.

    Direi che è sublime anche la forma di questa dedica.

    Il libro naturalmente lo conosco per gli studi matti e disperati di letteratura italiana, ma solo a brani. La sua diretta influenza sulla creazione del personaggio di Jacopo Ortis fa sì che a scuola sia ripreso sempre a brani o solo per cenni.
    Adesso mi sto immergendo nella totale bellezza, nel paesaggio, nei sentimenti, nell’umanesimo.

    Buona giornata

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  15. @ Jezz. Bellissimo Goethe, sempre.Anche le Affinità Elettive e’ imperdibile. Bella la dedica al , il grande Zweig, tutti i suoi libri sono magnifici .
    Belle letture carissima J. Cam

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  16. sono stata assente e lo sarò ancora per dolori ospedalieri e non solo di un familiare. quindi sono abbastanza …disperata.
    . Ma sto leggendo un libro incantevole, una autentica scoperta!
    Romana Petri – OVUNQUE IO SIA.2008 – ed, Cavallo di ferro ( ???)

    Una storia e una scrittura che mi ricorda, e fortemente, si lo dico!, Mercè Rodoreda, quella dei libri migliori. Incredibile non vi pare?! Una scrittura fluida e matura,soave e poetica, leggera e vivida, pure nella sua perfetta concisione.
    L’autrice vive in parte in Portogallo e la storia di tre donne le cui vite si intrecciano si svolge durante gli anni della dittatura in un Portogallo arretrato e ventoso.
    Giuro, mi piace un sacco, sono del tutto incantata.

    Ma come è possibile che nessuno/a abbia mai parlato di questa scrittrice così sapiente e invece si perde tempo con le ragazze con le leiche e le altre boiate e boiatelle???

    Camilla, fammi il piacere, prendi questo libro e leggilo. Ho bisogno di un tuo parere, e ti piacerà, penso proprio.

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  17. @ Cristina ho letto il bel romanzo di Romana Petri Ovunque io sia, qualche anno fa’. Non è. solo un bel romanzo a cui non siamo più abituate, la capacità di descrivere le storie, le vite, i sentimenti con lo Stile dei grandi ( Balzac, Dickens )classici ma c’e’ tutta la dolce malinconia del Fado, un fascino intenso. E la dittatura. di Salazar ci terrorizza come ,da bambini ,facevano certe fiabe.Stranamente , tutto inglese, senza la malia portoghese, il libro di cui ho parlato qui sopra Le circostanze , ha gli stessi pregi e lo stesso tipo di talento della Craig.Goditelo. Tua Cam

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  18. @Cam
    Le affinità elettive è uno dei libri che hanno “investito” come un camion la mia adolescenza.
    Chissà a rileggerlo…bo! Vedremo!

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  19. @tutti
    Il bel libro che ho finito, “Piccolo diario di frontiera” di Gazmend Kapllani, lo devo questa volta alla rete perché ho accolto un suggerimento trovato su questo blog:

    https://girodelmondoattraversoilibri.wordpress.com/2016/01/25/gazmend-kapllani-breve-diario-di-frontiera/

    L’Albania è rimasta chiusa al mondo per molti decenni, il regime imponeva il culto del leader, Enver Hoxha, e tutto quello che arrivava dall’Occidente veniva mitizzato, persino la spazzatura (nel racconto una donna raccoglie e conserva come una reliquia un contenitore di plastica, un flacone di detersivo, giunto per mare). Il questo clima cresce l’autore del libro che, nel 1991, finita la dittatura, decide di abbandonare il suo paese. Conoscerà i patimenti del campo profughi, la discriminazione e il rifiuto.

    Non c’è solo la vicenda autobiografica, i capitoli dedicati allo svolgimento dei fatti si alternano a quelli che contengono profonde considerazioni sulla condizione del migrante.

    “Piccolo diario di frontiera” di Gazmend Kapllani è un libro che mi sento di consigliare.

    Ciao,
    Mariangela

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  20. @ Jezz Se tu riprendessi ” le affinità elettive” ti sentiresti stupita e commossa. Un romanzo ancora settecentesco, o fine secolo , dove ci si chiede cosa sia successo dell’ amore, cosa siano le affinità elettive, in romanzo che non ti permette una risposta ma ti riempie di domande. E io? si chiede chi legge ,in un confronto inevitabile col proprio vissuto, col proprio essere una coppia o esserlo stato o diventarlo, forse,domani? Eppure Goethe ha rivelato la complessità della vita di coppia rispetto, appunto, a ” le affinità elettive “. Fascino e mistero che rimangono sospesi, nel mistero. Insomma sono quei capolavori letterari sempre più vivi e …inafferrabili.
    Ciao bella Jezz. Che esprime l’ infinito in una specie di torre infinita.Cam

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  21. Pranzi di famiglia di romana petri, il seguito di Ovunque io sia, ma si può leggere in modo indipendente. Sempre una bella scrittura, forse meno intensa dell’altro libro, ma comunque una gran brava scrittrice nel mediocre panorama italiano. Tenete presente, lo consiglio come dice Mariangela. Molto.
    cioè a me piace mnolto e se avete capito i miei gusti, bè ecco…qui c’è della qualità. Non un capolavoro ma un libro MOLTO dignitoso, altro che, e aperto al soffio del mondo.

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  22. @Cristina come stai cara? Ti avevo risposto subito su DOVUNQUE IO SIA. di Petri non ho letto altro ma questo l’ ho trovato affascinante e di ottima scrittura. Spero che tu stia un poco meglio. Un abbraccio Cam

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  23. Cara Cam, sono nel buio.
    Romana Petri ha scritto un altro libro ottimo, appena uscito Pranzi di famiglia.
    I personaggi proseguono quelli dell’altro libro, ma la trama è più ristretta e focalizzata, la scrittura intensa e profonda e felice. E c’è anche un lieto fine italiano.

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  24. Ciao e Buona Pasqua a tutti.
    Qualcuno di voi ha letto Margherita Oggero? Pareri graditi

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  25. @Dani@Tutti
    No, non la conosco.

    @tutti
    Due settimane fa ho terminato un libro che a mi è sembrato un po’, come dire, leggerotto, nel senso che si legge sì molto velocemente, ma a me è parso di poco spessore.

    Ne “La treccia” di Laetitia Colombani confluiscono tre storie di donne: un’indiana che scappa dal marito con la figlia per sottrarsi alla logica delle caste, una giovane imprenditrice italiana che prende le redini dell’azienda del padre e una donna canadese completamente votata alla sua professione di avvocato.

    Senza perdersi nella trama, si può dire che il racconto, anzi i racconti perché le storie sono tre e come dice il titolo si intrecciano, proseguono svelti, scritti bene e in modo accattivante, forse anche consolatorio, però non è il tipo di lettura che mi convinca.

    Potrei concludere con un parere negativo e sconsigliarlo vivamente, invece mi chiedo: e se a qualcuno piacesse proprio perché è consolatorio e in qualche modo favorisce pensieri positivi? Che diritto ho io di dire che è un libro “facile”? Non ce lo spiegano forse anche gli esperti che la lettura, per tutto quello che innesca, non può mai venire bollata come superficiale?

    Ciao,
    Mari

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  26. @Dani Margherita Oggero. scrive gialli, polizieschi ecc.
    Un suo libro e’ diventato una fiction televisiva di successo dove la protagonista si chiama. Camilla. Baudino e’ una professoressa che svela delitti e misteri… Interprete la simpatica Veronica Pivetti. Altro non so. Cam

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  27. Mariangela,
    la lettura superficiale esiste e divaga le menti, anzi è quella che va per la maggiore se no come ti spieghi Fabio Volo, le sfumature e tutte quelle pozze di fanghetto scritte su carta di alberi preziosi?
    . Se si sa cosa stai leggendo va anche bene. Figurati io ho tradotto gli Harmony decenni fa e non me ne vergognavo ( mai un congiuntivo o una subordinata,m solo frasi brevi e dirette)!
    Ma non si può mai dire che essa basti, sia necessaria o sufficiente.
    Io ogg la trovo noiosa e fastidiosa, e penso che sia una perdita di tempo. Ma sarà sicuramente perchè di tempo ne ho poco essendo vecchietta.

    Ciò detto, se tu un libro lo trovi superficiale, e santapace, dillo e va benissimo! Gli sconsigli sono ottimi consigli

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  28. @Cristina@tutti

    Sì, di fatti è quello che ho scritto: a me “La treccia” di Colombani ha lasciato pochino. Io lo dicevo anche per sottolineare che spesso, nei gruppi di lettura, la richiesta di libri “positivi”, a lieto fine, non drammatici, che restituiscano atmosfere gioiose, è reiterata e molto sentita da parte di certi lettori. Una volta mi ha sinceramente commossa un’amica di lettura che, sapendomi tra quelli che talvolta avanzano proposte per la condivisione, mi ha chiesto in modo accorato di proporre libri che le regalassero tepore, qualcosa che la facesse sentire meno sola, che le ricordasse la presenza del marito scomparso, in pratica, che “la coccolasse”. Vi dico, la richiesta è stata posta in modo così sincero che ho sentito la responsabilità del proporre. Da quella volta ci penso di più prima di giudicare le reazioni degli altri e ho anche più remore a proporre titoli.

    Ciao,
    Mariangela

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  29. Mari;
    le reazioni degli altri in un gruppo sono una cosa, i libri brutti sono un’altra.
    Anche nel mio Gdl mi sono trovata davanti a una co-lettrice che all’inizio sosteneva: io se non mi identifico in una storia non mi interessa ( stavamo leggendo Patria di ARamburu dove identificarsi infatti è parecchio arduo).
    Poi piano piano ha iniziato a leggere le storie degli altri/delle altre e ora le piace e si distrae e si diverte.
    I libri “positivi” sono tutti quelli belli, ben scritti, profondi, emozionanti, veri, umanamente veri intendo. Vedrai che anche la tua co-lettrice prima o poi ci arriverà e ne sarà arricchita e contenta.
    Certo ci sono libri più teneri – io nel mio GDL appesantito dalla letteratura nordica -, ho proposto a un certo punto per “alleggerire” la delicata tenerezza di Rosa Candida di Olafsdottir ad esempio, e ha funzionato.

    Ma a parte le storie amorose e facilmente consolatorie, quello che consola davvero è che si accenda la nostra intelligenza e comprensione del mondo e dell’arte. Quella si è una autentica consolazione senza pari, almeno così penso io

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  30. @Cristina@tutti
    Ho capito, Cristina, la penso così anch’io come te e ti cito “I libri “positivi” sono tutti quelli belli, ben scritti, profondi, emozionanti, veri, umanamente veri intendo”, ma ti assicuro che non è opinione unanimemente condivisa, non si spiegherebbero certi successi editoriali! O meglio, ognuno di noi potrebbe dare una sua interpretazione della nostra definizione perché tutto è soggettivo, soprattutto in lettura.

    Tanto per rimanere in tema di gusti e soggettività vi racconto del mio ultimo abbandono. Qui e altrove ho trovato scritto mirabilia di “Ogni cosa è illuminata” di Safran Foer, ma a me non è proprio piaciuto, ho resistito per 120 pagine poi ho capito che stavo buttando i mio tempo perché la lettura non mi dava niente, se non la fatica di leggere e la frustrazione di non poter passare a qualcosa di diverso. Il libro è piuttosto caotico, ma il deterrente principale è stato il linguaggio. Peccato.

    Però mi è molto piaciuto il film!

    Ciao,
    Mari

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  31. Ma se è un libro BELLISSIMO ( e bellissimo è il film trattone). Ah Mariangela secondo me Foer è un genio totale.
    Tutto quello che ha scritto è strepitoso.
    E’iun libro buffo, ironico, molto rock,molto giovane, molto profondo ma anche spavaldamente arruffato.. Sarà per quello??

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  32. @ Marian @ Cristina su Safran Foer. voglio dire a Marian che io sono condannata a “leggere” tutti i romanzi ( tradotti) di Foer perché e’. amatissimo da mio figlio che me li regala. E non posso brontolare dicendogli che Foer mi annoia parecchio. A parte il primo, romanzo,,alla ricerca del passato, scritto da un Foer giovanissimo. in modo magnifico, che mi piace. moltissimo Ogni cosa è. illuminata, Poi via via quell’ americano tipico ( famiglia , casa con il barbecue in giardino e gli immancabili amici di braciole,quell’altro americano tipico, culturalmente superiore, che decide che non si uccidono gli animali e per gli americani col barbecue e’ una mezza tragedia, ecc., anche l’ultimo romanzo. di grande successo non riesce a rompere quel cliscé, dove la coppia matrimoniale tiene il conto di quante volte alla settimana si deve fare. sesso ( frase orrenda , almeno nella traduzione italiana)e si fa di questa banalità , declinabile all’infinito, una forma letteraria. , insomma il grande scrittore ( perché è un grande scrittore) mi annoia assai. Ah le famiglie dolenti del grande Bergam ! Ve le ricordate? @ cri. su l’ ultimo Robinson c’ e’ una piccola recensione di PRANZO DI FAMIGLIA. Abbracci Cam

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  33. Mi sono commosso profondamente.

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  34. legga qua sopra un puro delirio, un blog di letteratura gossipparo?

    Camilla, Safran Foer a me piace moltissimo, a te no, pace, ma che sia un grandissimo, non ci piove. Quel libro lì ECCOMI , poi, ha tutto il contorno americano e vabbè (quelli parlano di quello che fanno sai?)- ma sioprattutto è un canto per il padre malato e morente. Quello è il nocciolo, solo quello, l’amore per il padre.Un inno, anche al middle man americano di cui svela ogni piega, Ah Camilla hai dei partiti presi ogni tanto! io a volte ci ripenso, ma è a te che NON piace la letteratura statunitense contemporanea, alla fine piace di più a me (almeno nei suoi esponenti migliori Safran FOer Philip Roth, Lucia Berlin, Eugenides, per me talora persino la Strout)

    Ho appena finito Idda di Michela mARZANO, LIBRETTO DECOROSO, LEGGIBILE, NON NECESSARIO.
    Ho anche letto La versione di Fenoglio di De Cataldo – carino, leggibile , non indispensabile

    Ho preso in mano LADIVINE di Marie Ndiaye di cui lessi Tre donne forti anni fa. E’ sempre Camilla che mi sprona e prima o poi ci arrivo, facendo giri larghi.

    Non mi piacciono le idées Fixes, mi piace rimettermi in discussione almeno quando ci riesco

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  35. @Cristina: Non mi ha commosso la notizia di gossip, ma il modo in cui Adeline l’ha commentata. Ho già tentato di farti capire quanto sia sgradevole e fuori luogo la tua tendenza a mortificare i tentativi di condivisione altrui, ma evidentemente non hai fatto tesoro dei miei suggerimenti.

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  36. @Cristina@tutti
    No, il motivo principale per cui ho mollato “Ogni cosa è illuminata” è il linguaggio: talvolta ammiccante, talvolta sopra le righe, non di rado scurrile al limite della volgarità.

    @tutti
    Nonostante la mia dipendenza da OPAC (tutto sommato è meno pericoloso che con i videogiochi, almeno non rischio di rovinarmi!!), quando sono in una biblioteca non rinuncio mai a dare un’occhiata sugli scaffali e difficilmente riesco ad uscire senza nuovi libri presi in prestito. Questa volta il criterio di scelta è stato, come dire … scientifico: il giallo evidenziatore di un volumetto ha colpito la mia retina e io ho tolto il libro dalla fila: si trattava di “Un furto” di Hanif Kureishi, poche righe e ho deciso di leggerlo.

    L’autore spiega di avere subìto un furto da parte di un agente finanziario che è riuscito ad imbrogliare molte persone: gli ha affidato tutti i suoi risparmi che si sono volatilizzati; l’accaduto lo ha messo in crisi anche perché tra lui e il truffatore sembra essersi venuto a creare un rapporto masochistico (“cominciavo ad amare il mio ladro”).

    Onestamente, il racconto mi è pure piaciuto e avere ceduto alla tentazione di iniziare l’ennesima lettura non mi ha allontanata dai libri in corso di lettura perché le 70 pagine di questo libro si leggono in una sera, ma la parte finale delude un pochino, secondo me, non è all’altezza di quanto promettono le pagine iniziali. L’autore spiega che a causa di questa brutta storia aveva perso il senso di connessione con la realtà, riesce poi a liberarsi del pensiero che lo ha assillato per molti mesi scrivendo del suo lestofante: “devo rubare io a lui. Se rubo qualcosa a questo omuncolo diabolico, posso trasformarlo e ricrearlo, inchiodandolo alla pagina”.

    Quella di affidarsi alla scrittura per superare un trauma non mi sembra un’idea nuova, a dir la verità. Altri significati io non ce ne ho trovati. Che mi siano sfuggiti? Voi l’avete letto? Tra i film di cui si è occupato, cosa mi consigliereste?

    Mariangela

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  37. Cristina La versione di Fenoglio è del grande Carofiglio. Libro godibilissimo dal mio punto di vista.

    Ciao, Claudio

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  38. @ cla. Ti ricordi ? Eravamo certi ( io di certo ma mi sembra anche tu, (rarissimo es.) che la vittoria del no al referendum sarebbe stata foriera di questo disastro politico/fascista. Domani vado alla manifestazione del 25 aprile che quest’anno ha un significato indispensabile . Ciaociao Cam @ Cristina. non mi accusare di non amare la letteratura contemporanea. americana che amo moltissimo e che certo non è. fatta solo di scrittori ” di successo” . Non voglio andare oltre . ciao. Cam

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  39. Si Camilla ricordo benissimo i nostri interventi. Avevo immaginato il peggio ma mai a questi livelli.

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  40. Certo pensare che sei un professore di Storia ed ammirare una persona che non sa nulla di Liberazione tanto da ritenerla inutile mi lascia basito. Avrai senza dubbio tempo di migliorarti tu, perchè lui (il tuo capitano) non sa cosa significhi studiare. Non ci arriverà mai. Scusa Luigi e tutti e mi fermo qui.

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  41. minchia Camilla, scrittori di successo Safran Foer e Philip Roth? a volte, davvero, esageri, mia bella. Un intero mondo criticoletterario li acclama e ne discute e tu li liquidi con una paroletta? e vabbuò.

    Sul resto non dico la mia, secondo me siete ciechi con sta storia del No al referendum. Ma vabbè, se non si riesce nemmeno a imparare dal passato, è giusto che avvenga quanto avviene, la suirtuazione è tragica, ma c’è chi addita il dito e non la luna

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  42. @tutti
    Non contenta della mezza delusione di “Un furto”, di Kureishi ho voluto leggere anche “Uno zero”, citato su questo blog qualche mese fa, sempre di Hanif Kureishi.

    Non so, anche questo romanzo breve è divertente, non dico di no, ironico perché il punto di vista è quello di un anziano signore che sa parlare con disincanto della sua situazione di inabile, ma, anche qui, secondo me manca qualcosa nella parte finale, per me è un libro inconcluso. Anche in questo racconto c’è la figura di un imbroglione: ne “Il furto” l’autore lo confessa di avere un debole per certi personaggi estremi. La moglie è un personaggio terribile, mica poco.

    Diciamo che con Kureishi avrei dovuto andare dritta al punto e leggere subito “Il budda delle periferie”, ritenuto il suo libro migliore e da tanto presente nella mia lista. Uscire dalla programmazione (!!!) può regalare belle sorprese, ma non sempre paga. Mi spiego con altre parole per non meritarmi del tutto gli strali che sento già in arrivo: allontanarsi dal percorso di lettura che per nostra volontà abbiamo scelto può alleggerire e favorire la serendipità, ma a posteriori può capitare che ci si chieda perché abbiamo lasciato la via già segnata.

    Ciao
    Mariangela

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  43. @ Cristina Un intero mondo critico letterario / sono molto interessata alla critica letteraria : mi dici alcuni nomi, almeno una decina . Grazie così. li leggo anch’io. Cam

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  44. il mondo è tondo Camilla, anche se ti ostini a negarlo come nel caso di Philip Roth.
    Uno degli scrittori più criticati, amati, venerati, candidato al Nobel decine di volte, strepitosamente bravo, ma no per te no. e mi chiedi anche i nomi? pfui!

    E vabbè, me ne farò una ragione.
    Buon 25 aprile anche se siamo sfasciati, ci sono i fascisti ovunque e io sono spappolata.
    Ma è tutta colpa di chi ha votato No al referendum, ovvio. ah, e dei marziani anche
    (scherzo, amaro)

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  45. Mariangela a volte scrivi in modo che io non capisco un tubo

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  46. @tutti@Cristina

    Forse perché non sei interessata a capire. Non ti preoccupare, capita a tutti.

    Goditi la festa, ciao.

    Mari

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  47. in genere Mari, direi chge sono abbastanza perspicace, si vede che in questo caso sono diventata improvvisamente ottusa. Ma sarà come dici tu, di certo

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  48. mi ritorna il dubbio: siete due claudio? o uno solo con due avatar?

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  49. Buon 25 aprile a tutti.
    Oggi a Desenzano una manifestazione graziosa coi bimbi della quarta elementare che cantavano inni e canzoni adatte, soprattutto con l’intervento di una 24enne socia ANPI veramente tosta. Il suo discorso un pugno allo stomaco.
    Purtroppo tutto ha avuto inizio con benedizione del parroco e preghiere varie intonate a gola piena.
    Cosa c’entra?
    W l’Italia!

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  50. Scusatemi, è partito troppo presto.
    Volevo dire a Dani che ho letto quasi tutti i libri gialli della Oggero. Godibilissimi!
    Una certa provincia, un certo modo di affrontare la vita, il lavoro le relazioni che è tutto Italiano.
    Mi ricordava un po’ Fruttero e Lucentini. La fiction è carina, ma i libri sono più duri, c’è più ironia e carta vetrata.
    Abbracci.

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