Visto che la discussione sul libro scelto dal Gruppo di lettura è al centro della vita del Gdl (in pratica riguarda metà dei punti discussi nel nostro decalogo: Gruppi di lettura: come crearne e uno e farlo vivere felice) è facile immaginare che quasi tutte le energie degli individui e quelle collettive vengano indirizzate su questo momento.
Durante l’incontro di discussione, nel Gruppo di lettura si crea uno “spazio pubblico” o qualcosa di simile; si abbandona per qualche ora la condizione di “solitudine” del lettore, per entrare in relazioni di condivisione di quell’esperienza solitaria. Nel Gruppo, il lettore prova anche a interloquire con la storia letta e con i personaggi, proprio attraverso il dialogo con gli altri lettori. Quindi non è più solo, davanti al libro, con il “divenire puramente interiore della propria esistenza”.
1 – È un dialogo a più livelli e più piani; perché, prima di tutto, ciascun lettore è portatore di una lettura propria e differente del libro ed è soprattutto l’espressione di queste differenze che deve essere salvaguardata nella discussione del Gruppo.
2 – L’esperienza della lettura di ciascuno si fonde con l’esperienza della propria vita e si esprime nella discussione.
3 – Nel Gruppo domina la modalità della comunicazione “parlata”: con la sua irriverenza per l’ordine proprio dello scritto; con la sua incoerenza: con gli strappi, i salti avanti, le digressioni (a volte davvero sorprendenti), i cambi di piano, di statuto teorico; le interruzioni, la voglia di reiterare, di ricominciare sempre da capo il ragionamento.
4 – Il “maestro di gioco”, o coordinatore della discussione, deve soprattutto difendere questo ambiente di espressione delle diverse letture, garantendo però i turni di parola, contenendo le lunghezze degli interventi e rendendole compatibili con il tempo a disposizione e nello stesso tempo non costringendo gli interventi nell’alveo di un improbabile “ordine”. Insomma, non siamo nel mondo della parola scritta.
È un lavoro sottile di equilibrio fra il libro con la sua complessità e ricchezza, che non dovrebbero mai essere sacrificate e le differenti letture dei partecipanti al Gruppo, con le rispettive fughe dal baricentro.
Anche per questo è meglio se il ruolo di “maestro di gioco” viene affidato, di volta in volta, a un amante particolare del libro discusso, a qualcuno però disposto anche a sperimentare letture non ortodosse, a tollerare letture decisamente “personali”.
Gli altri post della serie:
:.. Gruppi di lettura: come crearne e uno e farlo vivere felice
:.. Gruppi di lettura, come crearne uno. Parte seconda: il lettore che distrugge
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