Il “mio” festival, perché, nonostante la mia presenza nell’arco dei cinque giorni e nonostante i numerosi eventi seguiti, è sempre una visione limitata e personale quella di cui posso parlarvi, sperando che a qualcuno interessi.
Gli eventi di questo quindicesimo Festivaletteratura 2011 di Mantova erano 295, un po’ di più dell’anno precedente e questo nonostante i tagli dei finanziamenti pubblici alla cultura e il dimezzamento dei fondi da parte del comune di Mantova. Il resoconto finale è di più di 110.000 presenze.
Secondo me il festival 2011 aveva un taglio diverso dal solito, un taglio più sociologico, politico, economico che non letterario, come in origine.
Penso di raccontarvi qualcosa di questo festival, a puntate, con riferimento ad alcuni temi, ad alcuni scrittori incontrati e ad alcuni spazi significativi di questa edizione.
Per ChiaraS, che in un’altra parte del blog, chiede commenti sul festival, trascrivo, condividendo, da Colibrì di settembre, notiziario dell’Associazione Filofestival, una dichiarazione di Simonetta Agnello Hornby sul perché lei ritiene che questo festival sia superiore agli altri
I motivi sono quattro:
Per l’organizzazione titanica e ormai perfetta che rimane saldamente nelle mani degli ideatori: individui che appartengono al mondo dei libri, ma non solo. Indipendenti, appassionati, generosi, slegati dalle istituzioni con un ruolo ben definito: scelgono loro gli autori e ne pagano le spese.
Per i volontari. Un esercito di sedicenni provenienti da tutta Italia, addestrato e messo in campo ogni anno. Preparano le sedi per gli eventi e forniscono assistenza per le strade: accompagnano i lettori in sale e cortili, riportano all’albergo o all’alloggio chi si è perso nel dedalo di viuzze… Dignitosi e sorridenti.
Per la cittadinanza. I mantovani offrono gratis le loro case per alloggiare gli scrittori. I negozianti e proprietari di ristoranti ed esercizi commerciali si mettono a disposizione del pubblico facendo sconti o a prezzo di costo.
In ultimo per il pubblico, che arriva da ogni parte d’Italia. Gente che a volte risparmia per concedersi un fine settimana a Mantova, rinunciando ad una vacanza, gente il cui entusiasmo conforta e rinfranca.
Simonetta conclude con queste significative parole:
In una nazione sempre più avvilita e incolta, il pubblico di Mantova sprona alla speranza e ribadisce che la lettura- atto individuale privo di intermediari e praticabile ovunque, con i libri cartacei e no – rimane il più efficace mezzo di elevazione dell’uomo, imprescindibile perno del sapere.
Tra i diversi interventi della Hornby, è stato particolarmente interessante, per l’approccio alla sua persona, l’incontro , alle 22.30 di venerdì 9 settembre , con i volontari del festival, nello spazio di Blurandevu
I volontari gestiscono da soli il dialogo con scrittori o giornalisti. Le loro interviste sono piacevoli, inframmezzate da letture e drammatizzazioni, per cui il personaggio emerge nei suoi aspetti più personali, al di là degli schemi. Simonetta si è molto prestata ad entrare in sintonia con i giovani volontari e si è lasciata scoprire nei suoi diversi ruoli di figlia di un padre burbero, di madre affettuosa, di siciliana legata alla sua terra, anche se dal 1970 vive in Inghilterra.
È diventata scrittrice tardi con libri come La Mennulara, La zia Marchesa o La monaca, pubblicato nel 2010, ma continua a svolgere la sua attività di avvocato, a Londra, dove ha aperto uno dei primissimi studi specializzato sui diritti dei minori e sui maltrattamenti familiari. Il suo studio legale nel quartiere di Brixton lavora per lo più con la comunità nera e musulmana. Questo dice già molto di lei come persona.
È piacevole ascoltarla nel suo italiano con decisa cadenza siciliana anche per la spontaneità e la simpatia con cui risponde a tutte le domande.
Sarà ancora lei nella veste di migrante domenica 11 settembre ad intervistare Salvatore Scibona, con domande all’osso, per lasciare tutto lo spazio all’autore italoamericano. Ma di questo eventualmente scriverò in seguito. O meglio vorrei prendesse la parola Camilla che ha trovato straordinario l’incontro con l’autore di La fine.
(a presto con la seconda parte di questo personalissimo reportage da Festivaletteratura 2011)
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