A proposito di Francis Scott Fitzgerald e del suo Tenera è la notte (lettura del gruppo Grandi Libri) vale la pena segnalare l’uscita da Feltrinelli di La parte inventata della vita. Lettere scelte, 2024, 320 pp. che racchiude una selezione del carteggio fra lo scrittore (1896-1940) e Zelda Sayre (1900-1948). Riguarda gli ultimi dieci anni del loro matrimonio, dal primo ricovero di Sayre alla morte di Fitzgerald a Hollywood.

Di rilievo per tutti, credo sia particolarmente interessante per coloro che amano cercare corrispondenze più o meno dirette fra la vita degli scrittori e le loro opere. In particolare, le lettere del volume possono interessare chi legge Tenera è la notte. È pressoché unanime fra la critica, infatti, indicare una relazione forte fra i due protagonisti del romanzo, con le ossessioni, l’alcol e i ricoveri psichiatrici, e la vita di Francis e Zelda.

Su Tuttolibri (La Stampa) del 13 gennaio Claudia Durastanti ha scritto di queste lettere. Secondo la sua lettura, la lettera più straziante è quella in cui «Fitzgerald scrive alla maestra di ballo di Zelda, Madame Ljubov Ergova (di cui Zelda è innamorata ma senza il sesso), per spiegarle che sua moglie non riesce a guarire anche perché è ossessionata dall’idea che stando in clinica sta perdendo tempo e saltando troppe lezioni di danza. I medici vogliono sapere quali chance c’erano di diventare una ballerina di prima categoria prima che la paziente si ammalasse, e allora il marito fa tutta una serie di domande su questa possibilità, sul talento “reale” di una moglie che vuole ballare ancora, a quell’età: una moglie di 27 anni dall’incarnato incantevole ma impuro, che ha molti talenti ma zero ambizioni».