
Possiamo provare a rimettere in azione i nostri gruppi di lettura o a inventarne di nuovi in queste settimane di isolamento per il virus?
In fondo bastano pochi accorgimenti e attenzioni su alcuni particolari, e si può fare. L’idea è dunque creare o far rivivere un gruppo di lettura usando Internet al tempo del coronavirus.
Più semplice riprendere un gruppo di lettura già costituito, ma si può anche sperimentarne uno nuovo.
UN GRUPPO DI LETTURA (QUASI) FACCIA-A-FACCIA
Intendo un gruppo di lettura online che sia il più vicino possibile ai gruppi faccia-a-faccia ai quali siamo abituati quando ci si incontra nelle biblioteche, nei circoli, nei caffè o a casa di qualcuno. Questi saranno gruppi di lettura online, a distanza, simulando una presenza faccia-a-faccia e con comunicazioni sincrone, di interazione contemporanea.
Non ci occuperemo qui dei gruppi in rete che usano prevalentemente sistemi di comunicazione asincrona dei quali su questo blog ci si è occupati in passato.
VIDEO-CONFERENZA
Gli strumenti tecnici per organizzare un gruppo di lettura faccia-a-faccia in rete sono parecchi. Whatsapp permette incontri con massimo quattro persone, è sufficiente dunque per un gruppo molto piccolo; ha il vantaggio di essere un’applicazione conosciuta da quasi tutti ed è facile da usare. Basta infatti creare un gruppo e effettuare una chiamata, selezionando l’opzione videochiamata.
Una possibilità alternativa, sempre gratuita, è Hangout, applicazione di Google per chat e videochiamate e conferenze; la versione gratuita regge almeno 10 persone se le connessioni sono buone; dal computer si accede dal browser; per usarla dal telefono è necessario scaricarsi l’app (controllare che già non sia fra le app Google installate). Gli strumenti che si possono usare sono ovviamente molti di più. Parecchi in questo periodo stanno provando Zoom, con buoni risultati. Per un gruppo di lettura basta la versione gratuita.
PER PRIMA COSA DECIDIAMO CON CHI E IN QUANTI FARLO
Per un gruppo di lettura on line non andrei oltre le dieci persone: diciamo fra le quattro e le dieci. Un numero maggiore metterebbe in seria difficoltà la discussione quando – come è auspicabile succeda una volta che il dibattito è avviato e si è andati oltre il primo giro di interventi – lettrici e lettori parlano in modo più creativo ma disordinato; i flussi di analisi e pareri tendono prima ad articolarsi in catene di contiguità di giudizio o di tipologia di analisi e poi, quasi d’improvviso, a contrapporsi e sovrapporsi*. Insomma, l’ambiente è a questo punto più creativo ma anche più portato a generare confusione. In una cornice così aperta e articolata, se si superano le dieci persone finisce col prevalere il caos sulla creatività.
LA MODERAZIONE
Anche se credo che in generale il ruolo dei coordinatori dei gruppi debba essere molto contenuto e di basso profilo, nel caso dei gruppi a distanza penso sia necessario attribuirgli un certo rilievo, almeno nella conduzione funzionale della discussione; non serve un moderatore protagonista e interventista; serve invece una persona che sappia intravedere il caos e la dissoluzione e fermi il gruppo poco prima del precipizio. Come nei gruppi in-presenza, preferisco un moderatore che cambi spesso, direi a ogni nuovo libro. Una soluzione buona anche per i gruppi online è che il moderatore sia la persona che ha proposto il libro che il gruppo ha scelto di leggere. In questo modo si favorisce un avvicendamento in questo ruolo.
SCEGLIERE IL LIBRO
Una volta definiti i partecipanti al gruppo di lettura, si convoca la prima riunione in videoconferenza, nella quale si sceglie il libro. La soluzione più rapida e più divertente è che ciascun lettore e lettrice (ovviamente senza obblighi) proponga un libro, lo presenti e dica i motivi della proposta. Alla fine del giro, il gruppo vota e sceglie. Chi ha proposto il libro scelto sarà la coordinatrice del gruppo fino al prossimo libro.
INCONTRI FREQUENTI
A differenza dei gruppi faccia-a-faccia, i circoli di lettura a distanza possono riunirsi con facilità anche frequentemente. Credo che farlo almeno una volta a settimana, o anche due, sia un’opportunità da sperimentare. Ci permetterebbe di portare la discussione in gruppo più vicina all’esperienza di lettura. Ridurrebbe il gap fra il presente della lettura – ciascuno di noi solo nella propria stanza che si gusta il libro – e il momento del racconto di quel che abbiamo letto. Gap temporale che spesso è definito con accenti di frustrazione dai lettori. Tra l’altro, nel caso di romanzi lunghi, incontri frequenti potrebbero portare a più incontri di discussione per ciascun romanzo, mutando così la prospettiva del dialogo stesso e sperimentando il fenomeno inedito per molti gruppi del discutere di un libro senza conoscerne lo sviluppo finale.
QUALI LIBRI SCEGLIERE: L’OPZIONE DEL RACCONTO
D’altra parte i gruppi in videoconferenza possono approfittare della possibilità di incontrarsi frequentemente per sperimentare la lettura di uno o due racconti brevi alla volta. Il racconto è un oggetto di lettura particolarmente adatto alla lettura ravvicinata, a una lettura particolarmente attenta anche a dettagli tecnici decisivi, ad aspetti della vicenda, alla voce di chi narra, dei personaggi, alla struttura delle scene o a qualsiasi altra caratteristica che è più semplice mettere sotto la lente di ingrandimento del gruppo rispetto a un romanzo lungo, la cui discussione avvenga a distanza di settimane dall’inizio della lettura. In questo caso anche la lettura e la sua discussione – come detto prima – diventerebbero ravvicinate.
ASCOLTARE (ATTENZIONE AI SOLILOQUI)
Più le persone che partecipano sono adattabili e capaci di accettare e ascoltare le parole degli altri lettori e di proporre le proprie senza diventare protagonisti narcisisti, più è agevole l’andamento del circolo. Questo è ovviamente vero sempre, ma è particolarmente necessario nei gruppi in videoconferenza. Non intendo dire, come vedremo più avanti, che si debbano per forza limare e rendere innocui i pensieri di ciascuno; ma partecipare a un gruppo di lettura ha senso se l’esperienza è ricca e piena di stimoli, anche stimoli che mettano in dubbio e alla prova le proprie convinzioni. Quindi dobbiamo essere consapevoli che ascoltare è indispensabile, tanto più in una condizione di precaria comunicazione.
In un gruppo di lettura in videoconferenza è ancora più fastidioso e imbarazzante che nei normali gruppi sentire un lettore che ripete un pensiero, appena formulato da un’altra lettrice/lettore, come se fosse un pensiero mai prima espresso da nessuno nella discussione; questo succede – a me irrita parecchio – semplicemente perché quest’ultimo lettore, mentre gli altri parlavano, non ascoltava ma stava rimuginando altro, stava formulando tra sé il proprio discorso, si stava preparando al proprio soliloquio.
CORAGGIO
Anche in queste esperienze precarie di gruppi in videoconferenza, resta valida l’importanza di essere coraggiosi. Quindi, i lettori, una volta rispettate le regole di civiltà, non devono sentirsi in dovere di essere concilianti, perché temono la disgregazione, effettivamente più probabile in un gruppo a distanza. Non si deve esitare nel raccontare letture profonde, originali o in controtendenza nelle interpretazioni e nei giudizi dei libri letti dal circolo online. E i moderatori, come accennato, devono favorire il confronto, anche duro. Anche in videoconferenza, i gruppi di lettura ci piacciono se osano, se sono abrasivi, se aiutano ad allargare le prospettive di ciascuno, se non si limitano a confermare quel che si pensava prima di cominciare.
*Ho analizzato questa dinamica della discussione nel terzo capitolo di I Gruppi di lettura. Come dove e perché leggere insieme, Editrice Bibliografica, 2019.
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