I libri più belli, letti nel 2019

Henri Matisse, The Innatentive Reader, 1919
Henri Matisse, The Innatentive Reader, 1919

Eccoci anche quest’anno al post dedicato ai libri più belli, letti nei dodici mesi. L’appuntamento è diventato quasi un caso di studio: un vero gruppo di lettura esteso, un fiume di idee e consigli; a volte anche di schermaglie, quasi sempre confronti ricchi di stimoli e argomenti.
Ricordo le regole per chi non avesse mai partecipato:
1) scriviamo nei commenti i libri che ci sono piaciuti (ma anche quelli che vogliamo stroncare) e che abbiamo letto nel corso del 2019. Ovviamente è possibile mettere anche considerazioni, recensioni, fare domande.
2) Importante che ci si occupi di libri e cultura; evitiamo per favore, digressioni fuori luogo e tema, soprattutto digressioni di propaganda politica che ogni tanto si sono manifestate e che hanno generato un certo disagio.

Per leggere i commenti del 2018 (sono 28 pagine in tutto):
https://gruppodilettura.com/2018/03/25/i-libri-piu-belli-letti-nel-2018/comment-page-1/#comment-74568

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743 risposte a “I libri più belli, letti nel 2019”

  1. Buongiorno e buona settimana !

    Sempre poco tempo per leggere da quando sono finite le ferie, purtroppo, e ancor meno tempo per scrivere qui delle molte letture fatte; nel frattempo posso dire che Iosif Brodskij non delude davvero, uno scrittore magnifico, profondo ma dal tocco leggero, la sua è poesia anche quando scrive prosa. Poi per me che sono ad un passo da Lei e che soffro per il suo continuo sfregio e per la sua ineluttabile drammatica distruzione sotto gli occhi di tutti…parlo di Venezia, così amata da Brodskij a cui ha dedicato questo bellissimo libretto: Fondamenta degli incurabili.
    Una città che non è più quella della mia giovinezza, quando per saltare il compito in classe di greco bruciavo scuola , prendevo il treno d’inverno e me ne andavo ai Giardini, evitando S,Marco e perdendomi tra le calli nebbiose, nella fredda umidità.. era una città viva, reale, limacciosa e splendida, ora solo un parco giochi per turisti che non sanno cos’è la Bellezza, la lentezza, il silenzio.
    Di Broskij bello anche “Fuga da Bisanzio”.
    Lui si è fatto seppellire a San Michele, andrò a trovarlo una volta.

    Piccolo consiglio per cambiare genere, leggere qualcosa di scorrevole, tenero, tema importante poco approfondito ( la disabilità mentale ) un romanzo “semplice” per me anche commovente, una piccola grande sorpresa: Un ragazzo d’oro, di Eli Gottlieb, Minimum fax.

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  2. ps. ammiro Dani e Mariangela che si cimentano con Proust ( sempre iniziato e mai proseguito ahimè) e le letterature dell’Est, difficili e drammatiche, non mi decido mai..

    In corso ho anche un libro di racconti alquanto inusuale, Ragazzo d’oro ragazza di smeraldo, di Yiyun Li , un’autrice cinese ma che vive negli States e che ha adottato come propria lingua l’inglese. Le sue storie però sono ambientate in Cina, così diverse e lontane dalla nostra mentalità, davvero particolari !

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  3. Edita, da ragazza avevo amici e compagni/e veneziani, una aveva un albergo di famiglia al Lido, grazie a lei ho scoperto Bach, la lettura e la politica. Si discorreva fino a notte tarda alle Zattere di Potere operaio, e giù bianchi da un bar all’altro. e le trattorie” Da Montin te lo ricordi?
    Una Venezia nebbiosa, viva, abitata, in fermento giovanile . Ora si, una città svuotata, sfregiata, magnificamente purulentamente defunta.
    L’accademia era il mio regno, li’ ci stavano i miei amici studenti, Silvia invece dal Lido andava all’università ( Germanistica regno del sommo Mittner, di cui poi ha preso le redini lei).
    Era milioni di anni fa.
    Venezia la voglio ricordare solo così, NON ci voglio tornare.
    sono troppo vecchia per accumulare delusione su delusione

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  4. @Cristina, purtroppo proprio così.
    Io ogni tanto ci torno, per godermi il Guggenheim, o qualche mostra fotografica, o i pastelli incredibili delle casette di Burano o le isolette più piccole e deserte. e comunque solo nei mesi più freddi, come Brodskij che ci tornava ogni anno d’inverno.
    ma ogni volta un dolore .

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  5. @Silvia
    Sì, dicci cosa stai leggendo.
    Io non sono proprio per nulla brava, come dicevi, perché IL PONTE SULLA DRINA l’ho iniziato (ma proprio poche pagine ) e abbandonato senza pietà.
    Magari, visto che oggi ho ritirato gli occhiali per leggere, quei caratteri piccoli (abbiamo la stessa edizione, mi sa) non saranno più un ostacolo…
    Buonanotte!

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  6. @ cri Editalara e tutte. Venezia di incanto: Di nascosto , con balle ai genitori , tanti anni fa’, quando c’era la mostra del cinema prendevamo ” la littorina Trento Venezia” e andavamo al Lido a d ammirare lle attrici e gli attori Americani e tutti gli altri. c’era Luchino Visconti un anno con Alain Delon , Burt Lancaster, Claudia Cardinale e una altra volta sempre Visconti col magnifico Morte a Venezia , ci piaceva incontrate i divi di allora. Poi tonavamo a casa verso le dieci fingendo di ver fatto una bella gita in montagna. La Venezia di Brodski e’ imperdibile FONDAMENTA DEGLI INCURABLI e’ qualcosa di prezioso, da tenere come un oggetto di culto.
    Leggere Proust : credo che sia difficile leggere la Recherche come si legge un altro grande libro. Credo che sia meglio leggere , adagio, uno alla volta i vari volumi, facendo conoscenza godendosi tanta bellezza : ogni uno più di una volta, Conoscere il protagonista da bambino che aspetta smaniando il bacio della buona notte della mamma. Incontrando la casa di madame Verdurine e la prima comparsa di Odette di cui si innamora il fascinoso Swan. Prendere confidenza con loro e prepararsi alle sorprese successive. Insomma Proust e’ l’ esperienza letteraria della propria vita. Cam

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  7. @Venezia
    quanti bei ricordi avete di questa città – bomboniera!
    L’ho conosciuta purtroppo quando era già MUSEATA. Quando ci passeggio, penso sempre allo strazio degli abitanti…

    @Silvia e Mariangela
    Ho pasticciato un po’ attribuendo all’una l’indicazione sui caratteri piccoli dell’altra.

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  8. Figurati Camilla, che un mio ex fidanzato un po’ snob e molto colto mi diceva – la mattina- (lui si svegliava all’alba tipo le 5,30-le 6): mentre aspettavo che ti svegliassi ho letto IL Proust

    ahah

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  9. Camilla

    sull’ultimo numero di Robinson in edicola ( inserto letterario di Repubblica) c’è un lungo articolo sul libro che stai leggendo di Salvatore Sciona. Mi sembra ricco e interessante.

    Segnalo anche due begli articoli sui giovani oggi,, uno della brava Concita De Gregorio.

    POI Fahrenheit ha chiesto su FB ( Facbeook) di segnalare cosa ci ha colpito/folgorato nel rapporto con la Radio e la trasmissione. Valeria io e Stefania si è rammentato anche il Forum … siiiiiggh

    Ciao bellezza

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  10. sto leggendo Murakami, “luccello che girava le viti del mondo”, questo scrittore mi stupisce e mi incanta sempre, ma voglio scrivere d’altro. Alcuni giorni fa, rai storia ha proposto un servizio su Goliarda Sapienza e il suo “!arte della gioia”. Lo lessi anni fa, è bellissimo. Già il titolo “gioia” e non “felicità”, la gioia è un sentimento più profondo e più duraturo, e poi la storia di questa donna siciliana, che vuole realizzarsi e per farlo elimina tutto e tutti quelli che glielo impediscono. Sperimenta soprattutto la gioia del corpo, afferma il suo corpo, la sua sessualità senza badare alle regole sociali. A volte ho fatto fatica a capire e mi sembrava di ricevere un pugno nello stomaco. Interessante figura di donna, questa Goliarda, famiglia incredibile. Lei non vide pubblicato il suo libro, morì prima, perchè nessuna casa editrice italiana lo accettò, ma il suo compagno, dopo la sua morte, lo spedì a una casa editrice tedesca, che riconobbe il valore di questo romanzo e lo pubblicò.
    Se interessa il servizio di Rai storia, lo si può vedere su you tube.

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  11. @ Silvia. ciao Silvia, sono contenta che tu abbia scritto, spero che lo farai d’ora in poi. Devo dire che in letteratura ho i miei Tabù. Ci sono pochi scrittori che NON AMO ma che …temo. Tra questi ci sono Joan Didion
    e Goliarda Sapienza. che mi ha sempre molto impaurita. Due necrofile narcisiste
    Nessuno e ‘ mai d’accordo con me ma io quelle due ( pur diversissime tra loro) mi fanno rizzare i capelli per la paura. Ciao Carissima, Cam 😈

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  12. non conosco la Didion, ma perchè necrofila? forse la memoria mi fa difetto, ma non ricordo necrofilia in quel libro. Ma concordo, anche a me ha fatto paura per certi versi. Forse perchè infrange un tabù? forse perchè troppo trasgressiva? Lei lo era nella realtà e lo era la sua famiglia.

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  13. @Silvia ciao. Io lessi anno fa L’arte della gioia. Ricordo che mi piacque, un racconto scritto bene, trasgressivo certo e oltre il limite, in effetti un libro che può dividere ma che scaturisce da una storia personale dell’autrice non facile.
    Murakami..sarà dalle mie parti il 12 ottobre. Magari vo ad ascoltarlo. L’uccello che girava..è il Murakami che non mi piace. O meglio, letto uno, gli altri mi risultano indigesti. Il suo camminare sul confine tra sogno e realtà dopo un po’ diventa ripetizione. Molti esaltano l’infinita creatività. Bah… sarà, ma non trovo così geniale buttar dentro le pagine accozzaglie di elementi surreali. Dopo la pioggia di pesci di Kafka sulla spiaggia mi aveva stancata. Altro è il Murakami intimista, quello di Tokyo Blues, A sud del confine e L’incolore…. Entra nella psicologia dei personaggi con una delicatezza che incanta, mettendone a nudo sensibilità, fragilità. Lì davvero lo amo. I suoi ritratti (con sottofondo musicale che non manca mai di fornire) hanno la leggerezza bella delle stampe giapponesi

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  14. @Silvia. Ho letto una ventina di anni fa’ la Goliarda Sapienza. tra frotte di amiche femministe assolutamente pazze di questa pazzoide scrittrice. Me ne e’ rimasto un senso di nausea, di grande difficoltà di lettura ( senza buttare il libro lontano da me) , nausea di un narcisismo ipertrofico di questa donna sofferente e violenta, delle sue storie morbose e da un ego esorbitante , una putrefazione del pensiero ossessivo . Scusami , da tanti anni sono ben lontana da questa vicenda umana e letteraria , per me, pesantemente nauseante. Non entro nel merito dei risultati letterari , ma è insopportabile per me l’approccio con Goliarda Sapienza. Che oggi del resto gode di ottima critica e di entusiasmo dei lettori. Scrivi ancora! ciao e grazie. Cam

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  15. Figuratevi che io al solo nome e cognome, di Goliarda Sapienza arretro infastidita, da anni. E non so nulla, è un riflesso cretino e condizionato ( da chi? da cosa?non so ) di immediata antipatia, devo subito arretrare e allontanarmi.

    Poi ora ho leggiucchiato di che tratta, e NO, grazie.

    Ho finito LA MACCHIA UMANa – non il miglior Philip ROth, anche se con alcune pagine di perfezione vibrante e strepitosa, ma la vicenda è molto ingarbugliata e poco chiarita psicologicamente, ci sono lungaggini e pagine del tutto superflue, Roth doveva aver il coraggio di…tagliare! Resta uno scrittore magistrale, di una bravuira -. anche nell’intaglio psicologico, nella decsrizione del suo farsi, rara.
    Certo le donne qui sono sempre un po’ delle cornacchiette pettegole o delle virago, a parte Faunia che è vista come un’eroina nel suo lungo corpo sottile e msucoloso, e nella sua passione vitale-erotica – malgrado le enormi sventure che la vita le ha gettato addosso Faunia gioisce del suo corpo, e lo usa, in modo momentaneo e panico, una fusione col pulsare della vita e la sua “eruzione” che in fondo è assai più maschile che femminile ( fAUNIA? UN FAUNO FEMMINA??). La descrizione di Faunia con la cornacchia è. da sola, un pezzo di bravura magistrale

    Coleman – il negro bianco -è magnifico e pure magnificamente odioso. Un libro double face in cui non sai mai che succede e cosa devi pensare di quel personaggio che sembrava così, e invece era anche colà.
    Un libro alla sliding doors.
    Solo la pacata saggezza della sorella, sul finale, riesce a penetrare qualche segreto e a districarlo spiegandocelo. Quindi un libro anche parecchio destabilizzante. In questo è un maestro Philip Roth. va riconosciuto

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  16. @tutti
    Alla caccia del Nobel sconosciuto, lascio la Danimarca, insignita del riconoscimento nel 1944 con Jensen, e salgo in Norvegia:

    ► Bjornstjerne Bjornson, “Una nuova rotto estiva” in “Opere”, prefazione di Carlo Picchio, UTET, 1967, XL, 766 (pp. 677/702)

    Di questa raccolta non recente, ho scelto un breve resoconto di viaggio che ho gradito per la speditezza e l’entusiasmo dello scrittore. Certo, non è la prosa da viaggio contemporanea nella quale la descrizione dei luoghi si mischia a considerazioni sulla vita e sul mondo, quella prosa che fa emergere gli stati d’animo dello scrittore, in pratica non siamo al cospetto di quella scrittura del giorno d’oggi in cui confluisce tanta autobiografia. Qui il piglio è a metà tra quello del positivista, che vuole capire l’ambiente e il territorio anche in senso scientifico, e quello dell’operatore di viaggio, che sprona alla visita e dispensa consigli pratici. C’è comunque molto amore per questa natura grandiosa, le montagne ricoperte di muschio, il mare, i fiordi. Diciamo che qui le Lotofen sono già protagoniste prima di diventare una meta alla moda. Molta attenzione è dedicata all’indole della popolazione: il nordico è incline alla solitudine e allo stretto contatto con la natura, secondo Bjornson. Poi parla anche dei lapponi. Non manca la fauna, in particolare quella avicola: anatre, gufi, corvi, pernici.

    Queste pagine mi sono piaciute, davvero. Non è certo lo scritto più significativo di questo scrittore, Nobel nel 1903, ma ho scelto il pezzo in base ai miei gusti (bella la letteratura odeporica!) e per quanto riguarda il mio senso dell’esotismo: mi spinge sempre a Nord!

    Ciao
    Mariangela

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  17. @tutti @Cistina

    Cristina, “La macchia umana” è un libro che ho trovato bellissimo, forse qualche pagina di troppo c’è (i racconti del reduce del Vietnam mi erano parsi lunghetti, se non mi sbaglio), ma Roth sa spiegare così bene il conformismo, la cattiveria, il pecorume, e anche la seguente ipocrisia al funerale, quando tanti si fingono contriti (ricordo bene?), che gliele perdono le pagine di troppo!

    Ciao,
    Mari

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  18. @Cristina, visto che sei così ben… avviata su Roth ti consiglio di leggere INDIGNAZIONE. Mi saprai dire. Ciau

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  19. @ Cristina Goliarda Sapienza e’ una creatura fragile., una che ha avuto una vita molto difficile, E’. una borderline e, secondo me, scambiare il suo delirio di onnipotenza per arte e leggerla come una ” grande scrittrice” e’ fuorviante . Lei infatti non domina quello che scrive, uno scrittore consapevole scrive qualunque. cosa ma la
    sceglie e la governa. Leggendo Goliarda si deve tenere conto che è. borderline , pur apprezzando la sua bravura di scrittrice. Ma le cose che raconta ( due assassinii) per scappate dal collegio per esempio e altre , possono anche incasinare un po’. il lettore. Conoscendo. la sregolatezza e la latente follia si legge con più consapevolezza . . Del resto è. stata pubblicata postuma. Cam

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  20. Appunto Camilla, non fa per me e non voglio leggerla. Poi il nome mi r espinge massimamente ( stupida cosa ma così è)

    Mariangela – proprio le pagine sul reduce dal Vietnam per me sono una vetta inarrivabile, incisiva e stupefacente. Le trovo impareggiabili. Abbiamo gusti diversi si vede. E’ tutta la parte sulla prof francese che è inutile e non necessaria ad esempio a mio parere.

    Indignazione l’ho letto. Molto bello. Ora basta Roth.

    Sto leggendo ( piano per gustarmelo) – HEIMAT graphic novel ( graphic si, forse non novel) di Nora Krug. Uno scandaglio nella storia della sua famiglia, un recupero di informazioni, radici e colpe. o mancanza di colpe. Una storia molto tedesca. importante e delicata. Un’operazione di scavo, riesumazione, conoscenza.
    Bello, dateci un occhio ne hano parlato a Fahre pochi giorni fa e mi aveva incuriosita. e merita, la grafica ha un suo magico candore e stupore

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  21. @Cristina
    Anch’io ho sentito il servizio di Fahreneith su Heimat, oltre a qualcosa in TV, mi attira tanto.

    Mi hanno stupito i giudizi su Goliarda Sapienza.
    Il libro mi ha appassionato per molti aspetti; non gli darei certo il Nobel, ma l’ho letto con gusto.
    La componente campanilista gioca certamente a favore dell’autrice, che descrive tanti luoghi a me cari, e poi (anche per motivi generazionali) non sono mai stata coinvolta in collettivi entusiasmi femministi verso il libro.
    L’ho regalato anche. A due persone che attraversavano un momento difficile, per l’esuberanza e l’ottimismo da Fenice della protagonista.

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  22. @
    Cristina non ho mai letto.,seriamente, una grafic novel. Me ne sono passate molte tra le mani o perché le ho comprate per i miei figli o prestate da amici ,ma la forma del disegno mi ha sempre bloccata , dopo poche pagine. Ma Heimat di Nora Krug mi attira molto. Ne ho letto su La lettura di oggi e farò la nuova esperienza. Grazie. ciaociao. Cam

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  23. allora:
    devo dire che Heimat è più un diario illustrato che una graphic novel vera e propria, secondo me.
    Ci sono collage, frecce, disegnini alla bimbo, paginette ordinate, ricordini vintage ( MOLTO vintage). e insomma, non è un racconto che si dipana illustrato ma è la sua ricostruzione dei suoi rami ascendenti famigliari sulla base delle sue ricerche e delle risposte che trova via via.

    Insomma manca una linea narrativa-romanzesca vera e propria- è un resoconto, molto carino, interessante, delicato e con molto understatament, ma letterariamente mah…che dire? sempre diario resta.
    Le graphic novel – almeno nella mia esperienza – sono più elaborate e impegnative, diciamo così.

    Può funzionare da palestra, via

    MAUS quella si, Kobane calling quello si, persepolis etc etc etc (tutto GIPI, e Zero Calcare etc etc), Portugal ( acci non ricordo il nome dell’autore, magnifico!!!!) sono assoluti graphic novels.

    ciao

    Camilla cercati Portugal, . poi ti trovo l’autore, quello è una MERAVIGLIA!!!!!!!!!!!!!!!!1

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  24. Mmmm….sono andata a curiosare (o googlare come dicono i miei figli). Portugal di Cyril Pedrosa. Mi sa che devo procurarmelo

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  25. Cyril Pedrosa , c erto. Formato scomodo, libro maravilloso

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  26. @tutti
    Non mi sono mossa dalla Norvegia e sono sempre su Björnson, di cui ho letto una novella in questa raccolta:

    ► Bjørnson Bjørnstjerne, “Polvere” in ”Björnstierne Björnson: premio Nobel per la letteratura 1903”, presentazione di Gunnar Ahlström, sezione biografica di Ervino Pocar, Fratelli Fabbri, 1964, (pp. 347/391).

    Il racconto mi è piaciuto e per certi versi mi ha anche commossa, certo non è Cechov, ma è delicato e a un certo punto l’ apprensione per la sorte dei due bambini (scappati si casa e smarritisi nel bosco per paura della punizione paterna) si trasforma in vera e propria suspence. E poi suggestive le descrizioni del paesaggio: la foresta, colta di notte alla luce delle lanterne, regala una bella emozione.

    Dopo volume della Utet di cui vi dicevo giorni fa, sono dovuta passare per problemi ottici a questo della Fratelli Fabbri. Non tutto il male viene per nuocere: sto leggendomi la sezione biografica di Ervino Pocar e vedo che dedica le pagine iniziali alla storia della Norvegia, di cui non sapevo praticamente nulla. Si può? Quando si parla di paesi lontani ho la scusa che la mia formazione è stata eurocentrica, e passi, poi, quando si arriva ai paesi europei, mi accorgo che tutto sommato le mie conoscenze di storia europea sono tutte concentrate su tre o quattro nazioni, Francia, Germania, Inghilterra, più in là non vado. Sono contenta di arrivarci per vie traverse, alla storia di questo paese lontano e a me sconosciuto.

    Björnson, assieme a Grieg, Bull e Tidemand, è stato in campione dell’indipendenza norvegese dalla Danimarca, prima, e dall’unione personale con la Svezia, più tardi. Qui però niente riassunti di storia letteraria, di questo autore solo due curiosità e un moto dell’animo; è l’autore dell’inno nazionale norvegese e fu consuocero di Ibsen; quando in occasione del conferimento del Nobel i detrattori insinuarono che l’onorificena era un espediente della corona svedese per ammorbidirlo politicamente, si arrabbiò come una bestia e smentì indignato.

    Interessante, davvero; e poi, affidarsi nuovamente dopo tanti anni al grande Ervino Pocar è stato come riscoprire un’amicizia interrotta a causa di forze superiori.

    Ciao,
    Mari

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  27. in questi giorni ho pensato molto a quello che alcune hanno scritto su Goliarda Sapienza, scusate se torno su questa scrittrice, non mi importa difenderla, c’è chi lo fa meglio di me, ma in tanti anni che vi leggo non avevo mai visto scagliarsi con tanta violenza contro qualcuno. Mi chiedo come mai questa donna ha suscitato tanto astio, vi cito: ” necrofila narcisista… pazzoide…..putrefazione del pensiero ossessivo…. delirio di onnipotenza… non domina quello che scrive (come fai a saperlo?) ….. al solo nome arretro infastidita anche se non l’ho mai letta” . La letteratura è piena di malati di mente che ben si riflette nei loro scritti, molto di più che in quelli della Sapienza, e allora perchè?

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  28. @
    Silvia. hai ragione Silvia, leggendoti mi sono vergognata. E’ che su questo libro , soprattutto. su questa storia e questa Goliarda, molti anni fa’. si era acceso un dibattito con confronti tra scrittori. con un gruppo di persone tutto particolare , in tempi in cui sulla letteratura ci si mangiava vivi.
    Mi sembra impossibile di essere stata così stupida e ingiusta nel ripetere gli stessi eccessi di allora.Scusami. tu e ….Goliarda Sapienza. Cam

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  29. non c’è nulla da scusare, il bello di un sito come questo è il confronto libero e aperto. Io sono un’anziana signora che ama leggere, ma sono una dilettante, spesso i miei giudizi si fermano al ” mi piace….non mi piace” o alle emozioni che provo, per questo dicevo che non sono brava come voi che sapete fare analisi molto più argomentate, e sempre per questo mi sono stupita che giudicaste la persona e non solo il libro. Vi sarò sempre grata per avermi suggerito libri e autori che ho amato molto e che senza di voi forse non avrei mai incontrato.

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  30. @Silvia non sempre si può. prescindere dalla personalità dell’ autore. Gli esempi di Celine ( viaggio al termine della notte e’ un gran libro ma come dimenticare Celine? O Bukowski, Ezra Paund divenuto filonazista e antisemita. I primi romanzi di Brett Easton Ellis hanno fatto molto discutere critica e lettori). tutti grandissimi scrittori , umanamente. odiosi. Personalmente, per quello. che vale, io non amo affatto quegli scrittori che mescolano le loro vicende dolorose con la scrittura di best seller. Per questo ho trovato insopportabile Johan Didion che ha usato tutti i momenti più. dolorosi e intimi della morte di suo marito , anche lui notissimo personaggio della New York che conta, descrivendo quel tragico evento con una totale disperazione , mentre la figlia allo stesso tempo stava morendo , e mori’ nel silenzio più assoluto della importante madre in un ospedale americano. Nulla di sincero in quei libri ( di grandi vendite)
    Penso comunque. che parlare delle proprie disgrazie per ” commuovere” e venderle al miglior offerente (case editrici)
    non sia affatto buona letteratura. Grazie ancora delle tue interessanti riflessioni. Cam

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  31. camilla. sollevi un problema enorme e scivoloso. Viaggio al termine della notte è un gran libro, differente è Bagatelle per un massacro che mi suscita orrore, e così pure Paund, orrore per l’uomo ma innegabilmente grande poeta.. Questi autori sono troppo compromessi con la storia e meritano un discorso a parte. Sono andata a leggermi la biografia della Didion, di cui non conosco gli scritti, ma qui parliamo della sua vita privata, non degli scritti, come posso permettermi di giudicarla, che ne so della sua vita più profonda? leggo che ha avuto problemi psichiatrici, come molti scrittori chissà perchè, e allora? posso giudicare l’azione, ma non la persona e tanto meno i libri. Insomma io giudicherei l’opera e poi la contestualizzerei. Da un punto di vista umano tutti noi abbiamo un lato oscuro che in determinate circostanze esce dirompente, l’uomo è capace di brutture inimmaginabili lo sappiamo, condanniamole pure queste azioni, ma riconosciamogli i meriti. Altra considerazione che fai è “parlare delle proprie disgrazie per commuovere e…..” e ancora “nulla di sincero….”, ma come fai a dirlo? forse che noi non parliamo delle nostre disgrazie per commuovere gli altri? certo che lo facciamo, uno scrittore lo scrive, se poi è sincero o no mah! chi può dirlo.

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  32. è un dibattito difficile quello in cui vi siete messe, Camilla e Silvia ( e ti ringrazio, anche io sono preda di una antipatia aprioristica e immotiata, me la tengo e basta che posso farci?)

    La sincerità si “sente”, dic o io. Ma proprio ha un suono inconfondibile. Ha una scrittura che la sostiene, un’emozione cristallina che la segue.
    La letteratura risuona se c’è del vero.

    I libri confezionati sono in falsetto. Poi la morale sta da altre parti, anche, o no?
    Si parla di etica parlando di verità.
    Vi abbraccio.

    A me piace Romana Petri, Molto molto. La conoscete?

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  33. non molto tempo fa ho comperato “ovunque io sia” di Romana Petri, sta in attesa del suo turno per essere letto. Io adoro i dibattiti, gli scambi di opinioni, sono il sale dei rapporti,il modo per conoscersi. Cristina, se parliamo di letteratura ci devono essere gli elementi che dici, i libri “confezionati” non sono letteratura, potranno anche vendere migliaia di copie, ma non sono letteratura. Quanti autori che oggi leggiamo o addirittura studiamo nelle nostre scuole, sono morti nella più grande miseria o stroncati da una critica moralistica e becera?!

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  34. Cam, Silvia, mi intrometto solo per segnalare due interessanti articoli a proposito di Ezra Pound che ho letto di recente approfondendo alcuni temi emersi leggendo Fondamenta degli Incurabili.
    Il tema del giudicare un’opera tenendo conto o meno delle idee politiche dell’autore è assolutamente troppo grande per me, e difficile come dice Cristina, ma le parole di Cacciari in quell’articolo fanno riflettere.

    https://www.huffingtonpost.it/entry/ezra-pound-il-salone-del-libro-e-casa-pound_it_5cd148e6e4b0e4d75737d466

    https://www.corriere.it/cultura/18_ottobre_26/ezra-pound-casa-pound-manifestazione-fiume-claudio-magris-0e7571c2-d92f-11e8-bb5a-fd7ad32a316b.shtml

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  35. @ Cristina e a Silvia e le mi e care/ i interessati

    Romana Petri e’ una scrittrice molto piacevole e in gamba. Mi piace molto il quasi affettuoso rapporto con il Portogallo . Penso a Tabucchi che lo scelse per la vita. Ovunque. tu sia, p.es. e’ bellissimo e ci regala quel particolare colore letterario di questa. terra, tutto suo..Petri possiede un fascino speciale, ha partecipato al Premio Strega ma non l’ha mai vinto pur essedo la migliore. Per conto mio. Ma l’ editoria italiana ( o quella in genere? ) ha tutto il potere di far conoscere un libro o di metterlo nell’ anticamera del silenzio.La critica , quasi scomparsa non può. fare nulla contro il mercato. Romana (Ovunque io sia) e’ proprio bello. ciaociao. Cam

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  36. @tutti @Jezabel

    Jez, ti avevo detto che anch’io stavo leggendo Victor Hugo e, infatti, ho terminato e discusso con altri lettori “Notre-Dame de Paris”:

    ► Hugo, “Notre-Dame de Paris”, lettura interpretata da Claudio Carini, Recitar Leggendo, 2019, 2 compact disc (MP3) (20 h 23 min)

    Anche qui è la lingua a stupire più di tutto, “la precisione antica”, come l’hai definita tu. Intendiamoci, non è ancora il narratore prepotente de “I miserabili”, ma è già Victor Hugo, con le sue divagazioni, le apparenti lungaggini,è già lo scrittore che interloquisce col lettore, che gli presenta la sua storia, che sa come dissuaderlo dal leggere altro.

    Come ne “I miserabili”, anche in questo romanzo il tema che più sta a cuore a Hugo, e che lo rende moderno, è quello della giustizia: iniqua, foriera di cattiverie e brutalità, la giustizia umana non lascia spiraglio di speranza. Se ne “I miserabili”, questo argomento trova tinte forti e atmosfere truci (indimenticabile la scena dei forzati legati con un pesante catenaccio), qui la critica al sistema giudiziario assume a tratti una venatura di sarcasmo: un sordo che giudica un altro sordo, come ci dice lo stesso autore, è un caso unico mai verificatosi prima.

    È un libro pieno di riferimenti storici che non ho sempre colto, ma è comunque un libro importante che sono felice di aver letto. So che gli adattamenti, le trasposizioni cinematografiche e teatrali sono stati numerosissimi, io non so quale mi andrò a prendere. Avete qualcosa da consigliare?

    Ciao,
    Mari

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  37. grazie Editlara, molto interessanti gli articoli. Ho apprezzato più quello di Magris, secondo me molto pertinente al nostro piccolo dibattito.

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  38. Camilla, di Romana Petri molto bello anche I pranzi della domenica ( seguito di Ovunque io sia), io ora ne leggerò un altro, e pensa che la Ste ( la nostra Stefanie) andò un anno alle Azzorre proprio per aver letto La donna delle Azzorre di Petri.
    Ottima scrittrice, non so se la migliore – ma certo ottima, e si, la grancassa non batte, ma quando mai batte per le scrittrici la grancassa? ( mi dirai Ferrante, malgrè elle, stai pur certa, si lasciamo perdere che se non si bisticcia e un si viene a capo di mulla).
    Per vostra informazione, oggi sono stata 3 ore al mare, 25 gradi, inm un angoletto riparato, in costume sudavo. Nessuno in spiaggia, forse 5 persone. Meraviglioso. Uno dei motivi per cui amo questa piccola e città, che ha picchi interessanti e una noia provinciale che la soffoca nella chiusura mentale.
    BAcetti

    Silvia le cose in letteratura non sono mai così semplici., sembra a me.
    (ad esempio Le ragazze di Emma Cline -opera di sicura finzione e invenzione – eppure…con tanta dolente verità dentro), mah, io lascio perdere

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  39. @ Silvia la posizione molto ambigua di Magris mi ha molto addolorata. Ezra Paund fu una figur importantissima,fino all”avvento del fascismo /nazismo e alla. Shoah, a quel punto divenne accanito antisemita e sostenitore del regime nazi. Certo resta la sua bravura. di poeta, letterato, intellettuale di spicco. Resta anche la sua faccia invecchiata , che tanto ha intenerito il senso estetico di Magris, ma dimenticare il suo folle e feroce antiebraismo , tradendo il suo Paese l’ America che combatteva assieme alla parte sana dell’ Europa e che ci salvo’ dalle infamie hitleriane mi e’. sembrato davvero eccessivo. Io amo Magris e lo. ho molto letto , amo Danubio ecc. ma spero che Magris chiarisca questa sua , giusta, ammirazione per le opere di EP, rimanendo nel suo abituale stile di intellettuale Demokrat e antifascista. , mi piacerebbe il parere del nostro Luigi nel merito. Cam

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  40. @ Cristina Ho riletto in questi giorni un Libro di David Grossman .Avevo bisogno di letteratura .E di uno scrittore grande quanto è grande la sua sapiente umanità . Il romanzo, letto parecchi anni fa’, mi ha rimessa in careggiata…sulla retta via, Che emozioni, che bellezza TU SARAI PER ME IL COLTELLO.
    Ciaociao cam

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  41. cara camilla,
    e’ quello un libro che io non riesco a capire e che mi ha fatta incavolare. ne avevamo già parlato. a te piacciono i libri di faglia, coi chiaroscuri, io non riesco a capirli e mi mandano fuori di me. ma certo avrò torto
    così stanno le nostre cose, comunque

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  42. Ho letto l’articolo di Magris: non concordo nè mi incavolo. Ha una sua ragion d’essere, magnanima e letterariamente fondata. A distanza di tanto tempo Magris vede lo scrittore, il poeta, la debolezza umana e anche la volgarità del trattamento manicomiale / di cui nulla s apevo e che mi ha fatto orrore)

    Sull ingenuità di Pound … si può crederci o meno, io sono ignorante, non so nulla di Pound, dei fatti, e quando non so non voglio nè posso prendere posizione. Non ho nemmeno mai letto Pound, per cui Ohibo’ MI ASTENGO!

    L’uomo fece schifo di certo, perchè volendo i mezzi per capire c’erano, e l’antisemitismo peraltro serpeggia negli angoli più e meno reconditi del pensiero occidentale. Anche fra menti cosiddette eccelse.
    Io Pound non lo leggo, Celine nemmeno e gli odierni casapound mi fanno ribvrezzo e li giudico nemici autentici del popolo italiano, volgari masnadieri che gettano polpette avvelenate sui piatti di chi non ha nulla.
    Sono violenti sapendo di esserlo, e vigliacchi pure ( lo stupro ve lo ricordate? qualche mese fa? poi vanno a piagne nelle sottane di mamma)

    Basta.
    Fra il governo fragile vascello, il renzi che lo bombarda un’ora si e l’altra pure, tenendolo volgarmente in ostaggio pro domno sua, il salvini che tuona in sottofondo e a cui renzi fa da sponda ( inconsapevole? ma figuriamoci), ho un mal di stomaco che non so come curare.
    Buon autunno orsù

    scusate lo sconfinamento, ma oggi proprio mi va così

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  43. @ Tutti

    Ho incontrato una figura femminile volitiva e sofferente, è una signora di quarant’anni che, vedova, decide di risposarsi nonostante il parere contrario dei due figli:

    ► Jens Peter Jacobsen, “La signora Fønss” in “Doktor Faust e gli altri racconti”. traduzione di Bruno Berni, Edizioni dell’Altana, 2001 (pp. 90/107)

    Dei racconti non mi piace raccontare la trama, dico che di Jcobsen ho apprezzato il tratto leggero e la sensibilità modernissima, questa sua protagonista merita di essere affiancata ai personaggi femminili dell’800 più famosi. Camilla, tempo fa scrivesti “Una volta le Emma e le Anna Karenina si suicidavano per punirsi di aver creduto di avere diritto a pulsioni e sentimenti “autonomi” diciamo … “ Fru Fønss non si suicida rimane il fatto che certe scelte si pagano a caro prezzo.

    Ciao,
    Mari

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  44. Fa pensare alla figura della figlia vedova e mal risposata in un magnifico film di Bergman – di cui mi sfuigge il titolo, é la notte di Natale e la famiglia si ritrova per la cena e poi ec ec ec

    Sto ammalandomi di smemorite, care le mie ragazze, sono preoccupata. Quello è uno dei 10 film che più ho amato e…NON mi ricordo il titolo, ma porco cane

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  45. @tutti @Cristina
    Cristina, il libro di Jacobsen che ho letto io non è quello da cui è stato tratto il film di Bergman di cui non ricordi il titolo; a proposito di cinema, prendo la palla al balzo per citare un bel libro e intanto vi chiedo anche un consiglio (Cristina! questi film qui te li ricordi senz’altro!):

    ► Thilo Wydra, “Le bionde di Hitchcock: l’invenzione di un’icona: 83 fotografie da 19 film”, prefazione di Paolo Mereghetti, Jacka Book, 2019, 227 p. : ill.

    Il libro dedica un capitolo a ciascuna delle attrici preferite dal registra: Ingrid Bergman, Grace Kelly, Kim Novak e altre. Le fotografie, di scena o scattate sul set, sono bellissime e anche i testi sono fluidi e chiari. Non sapevo che la moglie Alma Revile avesse avuto un ruolo così importante nel lavoro di Hitchcock, solo il Los Angeles Times riconobbe questa importanza e scrisse “il tocco di Hitchcock aveva quattro mani, due delle quali erano di Alma”. Non l’ho ancora letto tutto, questo bel libro: costa 50 euro ma li vale (cosa farei senza le biblioteche?).

    Allora, come sapete il cinema per me non ha forza di attrazione, ma non voglio arrendermi, magari con questi classicissimi va meglio. Dei tanti film citati avevo già visto “Caccia al ladro”, “Delitto perfetto” e “La donna che visse due volte”. Ho prenotato “Marnie”, però leggo che “La finestra sul cortile” è considerato il capolavoro del grande regista e il miglior film di Grace Kelly. Voi di Hitchcock cosa consigliate?

    Mari

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  46. Tutti! Marnie fa star male, la finestra sul cortile è una meraviglia con una Grace Kelly da urlo ( lui poi …mannaggia!!).

    Il film di Bergman si chiama Fanny e Alexander – una pietra miliare.

    Romana Petri, leggetela.

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  47. Per quanto riguarda il grande Hitch a me piace tantissimo il periodo inglese in particolare tre film: I 39 scalini (Il club dei 39), Giovane e innocente e La signora scompare. Poi anche il periodo americano, con La finestra sul cortile, La donna che visse 2 volte, Intrigo internazionale, Psyco, Gli uccelli, Nodo alla gola e L’uomo che sapeva troppo, è eccezionale. Faccio prima a dire che tutta la filmografia di questo grande regista è una meraviglia.

    Saluti, Claudio

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  48. Per Mariangela: se vuoi leggere un libro molto completo su Hitch ti consiglio Il cinema secondo Hitchcock di Francois Truffaut altro grande regista. Ti consiglio ovviamente di guardare tutte le chicche che ti ho consigliato sopra.

    Claudio

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  49. carissime tutte, perchè condivido l’articolo di Magris? ( scusate se torno lì, ma mi sembra un argomento così interessante!) secondo me pone il problema del confronto, del fare i conti con questo periodo oscuro. Mezza europa inneggiava a Mussolini e Hitler, perfino Churchill ebbe a dire che ci invidiava un grand’uomo come Mussolini, e allora è sufficiente condannare? secondo me no. Il valore di uomini come Pound o Celine, sta nel obbligarci ad un confronto con queste visioni del mondo, a capire.Loro non inneggiano all’antisemitismo e basta, ma ci pongono il problema, ci obbligano a farci i conti. Ed è importante perchè tutto sembra ritornare, e non è affatto sufficiente condannare e basta, dobbiamo capire perchè succede.Mah! non so se riesco a farmi capire.

    Conoscete i libri di Don Robertson? scrittore americano caduto nel dimenticatoio e riscoperto di recente, stanno traducendo i suoi libri anche in Italia. Libri ricchi di riflessioni sulla vita. Bellissimi, se vi interessa provate “l’ultima stagione”

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  50. @ cla055. Anch’io adoro Hitchcock, proprio ieri sera ho rivisto MANDY. bellissimo
    ciaociao .Hai visto lo scatenamento nazista antisemita. Trovo spaventoso che siano spese parole strane di grande tolleranza verso un adoratore di mussolini .Contro casapaund la figlia di Paund ha perso la causa e questo vuol dire molto.Non so cosa pensi tu di questo ulteriore scatenamento di demoni. Io sono disperatamente. preoccupata 😱 per la non preoccupazione che c’è in giro. ciaociao Cam

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