Leon Underwood, Erecting a Camouflage Tree (1919)

La mia libreria, alla ricerca di senso

Leon Underwood, Erecting a Camouflage Tree (1919)
Leon Underwood, Erecting a Camouflage Tree (1919)

Violo una regola non scritta dei blog: quando si scrive di un argomento che un altro autore ha appena affrontato sarebbe meglio farlo nei commenti al suo post e non in uno nuovo.
Scrivo invece qui perché vorrei dare peso al grazie che rivolgo a theleeshore. Prima di tutto per i pezzi che scrive qui sul blog. Per la sua costanza nel sostenere le ragioni della letteratura dell’Ottocento, e anche per il suo nickname, che ci riporta a David Crosby, un merito notevole.
Tuttavia, il suo post sulla libreria di casa mi ha spiazzato ed è anche per questo che ne voglio parlare qui.
Il punto è che da qualche anno credo che la libreria in casa mia non dica molto di me, o, meglio: forse dice cose confuse, in parte superate. Per alcuni motivi.
Per esempio perché almeno la metà dei libri non la ricomprerei. E questo mi ricorda di anni in cui compravo troppi libri, ingenuamente. Perché mi imbrigliava quasi ogni libro che vedevo in libreria, quasi ogni recensione che leggevo, quasi ogni libro che qualcuno di cui mi fidavo citava.
Troppi libri. Scelti anche un po’ casualmente. Oppure troppi libri del periodo dell’università: sociologia, teoria della politica, libri militanti, libri ormai fuori tempo massimo.
Ma anche troppi noir, libri di James Ellroy, gialli Mondadori degli anni Novanta.
Certo, dell’altra metà della libreria sono orgoglioso.
Però sono disposti in modo caotico, casuale, spostati da mani inconsapevoli e estranee in un giorno in cui gli scaffali vennero smontati e rimontati. I libri spesso sono introvabili se non dopo lunghe ricerche. Una libreria che affannosamente cerco di ricomporre via via che mi prende l’idea di recuperare un libro da rileggere, da leggere per la prima volta o da consultare.
Devo anche confessare che negli ultimi mesi mi sono liberato di alcuni libri; fastidiosi, impolverati e probabilmente nemmeno utili. Li ho portati a una specie di bookcrossing.
Dunque, dice che sono confuso. Che il tempo rende il pensiero più critico e complesso, che vorrei avere molti più libri di filosofia e di storia, meno romanzi, salvo i super-romanzi. Poi ogni volta che li vedo vorrei rileggere i libri di Sebald, e quelli di Calvino, e loro sono in ordine. O meglio, so esattamente dove sono, come quando sai esattamente dove è una via in una città, senza bisogno di guardare la mappa.
Non credo nemmeno più che sia necessario avere tanti libri in casa, penso anche che avere una buona/ottima biblioteca vicino a casa sia più importante del numero di libri che possediamo. Vorrei anche una formula di scambio per cui per dieci libri dei quali disfarmi ne potessi scegliere uno nuovo, con cura.
Ecco, la libreria è lì, allo stesso tempo molto importante e indecifrabile direi. Ad aspettare che mi chiarisca le idee.

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8 risposte a “La mia libreria, alla ricerca di senso”

  1. Belle le librerie caotiche!!
    E pensare che la mia è nata con i libri in ordine alfabetico per autore…
    Adesso c’è da ridere…

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  2. Caro Luigi, prima di tutto, visto che ci conosciamo da molti anni, posso dirti, e con molto affetto, che per me è un privilegio scrivere e appartenere a questa comunità di lettori accaniti e appassionati, quindi sono io a ringraziare te. Secondo, mi piace molto l’idea di una libreria dinamica, diffusa e distribuita, aperta al bookcrossing e all’osmosi culturale degli anni che passano. I libri cambiano con noi. Ohibò, che diventi un nuovo post? 🤔😉

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  3. @Luigi Gavazzi
    gentile Luigi, molto ho gradito il tuo intervento sulle librerie casalinghe o personali Quando scrivi si percepisce una sorta di “autenticità umana” che non si trova facilmente in chi ha una qualche autorità ed è titolare di un blog .Mi ha commossa il racconto dell’ ultimo incontro col padre e ora il pezzo sulle librerie personali e cosa possano dire “di noi” mi e’ molto piaciuto e mi sono ritrovata in molte delle tue osservazioni. Grazie moltissimo di tutto. Camilla

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  4. Caro Luigi, sottoscrivo quanto detto a te e su di te da Camilla. Ogni parola.

    Anche la mia libreria, cospicua ma non enorme, è un po’ polverosa. Tanti/troppi libri di quando ero ragazza e giovane donna dove ero onnivora o quasi e compravo sempre tutto,
    ci sono rintracciabili dei cicli: il tutto Russia – il molto USA – il tutto donne , la parte più ricca e numerosa( tutto Woolf, tutto Wolf, tutto Rodoreda , Tutta Sylvia Plath, tutta Chimamanda Adichie etc).ma questa la salverei senza dubbio – il tutto Mitteleuropa…, il tutto Calvino, il tutto Pavese, i tedeschi…. tutto Terzani, e poi i grandi classici… etc solo per fare degli esempi. Poi i libri di poesia… ., la sociologia, la psicoanalisi, i libri sul caso Sofri, etc etc etc

    Ma è vero che negli ultimi 20 – 30 anni compro molto meno ( e leggo molto di più), utilizzando soprattutto la Biblioteca qui accanto a casa ( sono molto viziata si).
    Anche io ho regalato molti libri a un bookcrossing o a bancarelle varie. Ero sicura che quei libri non li avrei mai riletti e nemmeno avrebbero avuto eredi contenti.

    Insomma è vero che se uno guarda i titoli di me, di come sono ora e dei miei gusti, capisce poco. Ci sono le stratificazioni geologiche di una formazione culturale – e intellettuale -. quello sì.
    I libri cambiano con noi. Ma certo, e meno male, fossimo sempre gli stessi col passare delle età saremmo pietrificati e imbalsamati!

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  5. Ringrazio per le belle parole e soprattutto son contento perché il tema libreria intreccia le vite di ciascuno di noi in modo controverso, polivalente e creativo, lontano da tutti gli stereotipi, nel rispetto, credo, *dell’autenticità umana* cui accenna (ti ringrazio in modo particolare) *Camilla*.
    Ovviamente ammiro molto chi conserva la ragione della libreria ordinata: importante credo sia solo che tale ordine sia aperto (e anche il disordine dovrebbe esserlo, perché in effetti anche il disordine può essere “chiuso”) alle uscite di libri che non hanno più ragione di stare e di occupare spazio ma anche alle entrate di nuovi libri (intesi come libri diversi da quelli ai quali ci siamo abituati).
    Soprattutto, credo dovremmo sempre pensare alle nostre librerie come luoghi di transito: dove i libri arrivano e ripartono. Forse la libreria ideale di casa è una grande libreria con tanti libri, ma dove i libri cambiano continuamente.
    Alcuni, pochi, si fermano – li vogliamo vicini a noi perché sono davvero indispensabili vicino a noi – la maggior parte invece si ferma poco tempo, il tempo di lettura e il tempo immediatamente dopo la lettura: quando siamo noi che ci fermiamo a pensare. Poi via, dovremmo lasciare che i libri arrivino a altri lettori, possibilmente a lettori che scegliamo noi o lettori che scelgono quei libri e che noi incontriamo.
    Non correremmo così il rischio di imbalsamarci nel ruolo del Lettore/Lettrice sempre uguale a se stesso, dal quale ci mette giustamente in guardia *Cristina*. Infine, ovviamente, aspetto – pronto a stupirmi ancora – il prossimo post di *theleeshore*, che ha giustamente (tra l’altro) ricordato il grande privilegio che abbiamo di abitare uno spazio come questo dove davvero si esprime una comunità di lettori sopraffini.
    A presto
    ciao a tutti

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  6. @ in cerca di senso nella giungla dei miei libri.
    Qui oggi nevica a larghe falde, nessun impegno. stamattina. Così mi sono dedicata a un po’ di libri perché le mie due povere bestie (di legno, dipinte, prese chissà dove tanti ann fa.) una tigre , bellissima faccia di tigre feroce e una zebra.tutta righe )in realtà due panchine strette ,l’ altezza di un sedia, le mie bestie di legno erano troppo zeppe e temevo per loro. Ieri dai cinesi ho comprato delle scatole. (formato libro) impilabili e trasparenti) e ho iniziato il trasbordo. Tutti i libri di Barnes, mi piace molto, conoscete quello sulla vita di Artur Conan Doyle, il papà. di Sherlock Holmes ?bello, bello, fino all’ultimo uscito) le snelle gambette della tigre hanno sgroppato felici con una dozzina di volumi in meno sul groppone. Così facendo ho , ritrovato libri cui tengo molto che erano spariti.: già che ci sono vi dico quali’:di ReinerStach QUESTO E’ KAFKA?
    un bel libro pieno di roba che ogni tanto consultavo, ma non lo trovavo, Tutto solo dopo infruttuose mie ricerche (amo molto Nabokov) ecco apparire LOLITA ! , infine l’ indimenticabile QUESTA E’ L’ ACQUA, dell’ amato David Foster Wallace.Questo è. stato come ritrovare un bambino smarrito una gioia, di più. Ecco cosa succede a mettere a posto i libri. un saluto a tutti. p.s. non ho libri solo negli scaffali ma ovunque possano stare bene. Camilla

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  7. si ma non abbandoniamo il filone I libri più belli eh, Camilla

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  8. Che meraviglia questo post, grazie Luigi e Cam e Cristina e tutte, porta intelligenza, luce, serenità e senso in queste giornate di imbruttimento sociale generale e inquietudine personale.
    Quante cose potremmo scrivere sulle nostre librerie e sono d’accordo con tutti voi, sia sul fatto che possono dire molto di noi, sia sul fatto che però spesso rivelano come eravamo, anni fa, e non sempre si ha tempo di riordinarle come vorremmo..
    Anche la mia è parecchio birba, nasconde quando vorrei trovare e restituisce quando non me lo aspetto ma credo che sappia benissimo cosa mi serve e quando!
    Ho accumulato tanto, quasi tremila volumi, troppi ..o troppo pochi..chissà, ma vederli mi dà gioia, toccarli e leggerli, non tutti ! ma averli a disposizione, mi avvolge in un abbraccio forte e rassicurante, come una bolla dentro la tempesta.
    Che senso ha la mia libreria? chi lo sa? forse all’inizio dovevano essere divisi per tema, poi autore, poi.. alcuni più ribelli han preso la loro strada 🙂
    Ora ci sono I classici che guardano gli altri un po’ dall’alto in basso ma appena sotto Eco , Calvino , Fernanda Pivano, Wallace e Shakespeare, Stevenson, J.Egan, (in un circolo curioso e allegro) di rimando rispondono – venite qui dai, che il mondo vero vi aspetta, venite a prenderci !
    In una nicchia quasi segreta, angolo caldo e rifugio sicuro i miei amati libri di Manguel, quasi un piccolo antro segreto solo per me..
    Ben illuminata c’è la poesia accanto ai libri di musica e ai saggi di matematica, che loro se la intendono alla grande!
    I fantastici se la spassano insieme alla filosofia e non crediate che non abbiano nulla in comune, anzi! appena più in là tutta una grande zona di quella che è la mia passione: i libri che parlano di libri 🙂 e quanto parlano !!
    Poi il reparto solo libri su New York accanto a quello dei libri di viaggi, fisici e metaforici; i libri sull’arte e i romanzi storici; tutto un ripiano grande e arioso senza “soffitto” per i volumi fotografici, meravigliosi quelli di Yann Arthus-Bertrand .
    Più a portata di mano alcune letture più recenti, economia, sostenibilità, immigrazione, insieme al grande Berger e tanti altri.
    Vicini alle scale quelli in prestito, non sia mai che vogliano essere adottati di nascosto!
    Sul comodino e in una zona ancora indefinita i romanzi della letteratura di Frontiera, McCarthy proprio non ne vuole sapere di essere riposto…
    ..e montagne di libri illustrati non solo per bambini, primi fra tutti quelli di Zavrel e Aaron Becker .
    A volte alcuni di loro borbottano e vorrebbero cambiare di posto, altri dormono da anni ignari dei cambiamenti climatici 😉
    Per fortuna esiste la biblioteca che argina un pochino la mia brama incurabile di possesso per la carta..
    buon weekend !

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