L’argomento non è nuovo, e sono stati scritti volumi, articoli, saggi su come si dovrebbero catalogare i libri e riporli sugli scaffali di casa. Tuttavia, oggi Facebook mi ha riproposto un ricordo. Era una frase di Ettore Scola su come si dovrebbe ordinare una libreria:
C’è un ordine segreto. I libri non puoi metterli a caso. L’altro giorno ho riposto Cervantes accanto a Tolstoj. E ho pensato: se vicino ad Anna Karenina c’è Don Chisciotte, di sicuro quest’ultimo farà di tutto per salvarla.
E mi ha fatto sorridere: l’idea di una libreria dinamica è davvero potente. Umberto Eco diceva che i libri si parlano tra loro. Così oggi, mentre correvo, immaginavo dialoghi surreali tra gli autori. E certamente Balzac troverebbe più argomenti adesso di quanti ne aveva scoperti allora incontrando Manzoni, e David Foster Wallace credo avrebbe piacere di intrattenersi con Steinbeck, e Alexandre Dumas forse riuscirebbe a spiegare a Sartre perché I tre moschettieri sono diventati un bestseller (e La nausea no) e Kafka si divertirebbe un mondo a inventare storie con Dürrenmatt e così all’infinito. In realtà, la mia libreria è molto più noiosa. Lo ammetto: ho una vera passione per l’ordine. E per i libri, in ordine. Perché non sono solo belli da vedere, devono essere trovati. E quindi, richiedono una sistemazione logica. In pratica: la narrativa è catalogata per nazione (e per secolo), la saggistica per contenuto (storia, psicologia, politica, filosofia ecc.) e, ovviamente, in ordine cronologico (nei limiti del possibile). Poi ci pensano i libri a mescolarsi tra loro, ma il modo in cui li vorremmo ci indica come funzioniamo. Perciò, questo è il mio modo, qual è il vostro?
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