Perché si scrive – Baricco a Che tempo che fa

Per rimanere in tema di Baricco, il bel monologo che ha fatto a Che tempo che fa il 29 Ottobre:

Voi occidentali, noi francesi, quando vediamo un’opera d’arte o leggiamo un libro, ci aspettiamo sempre in qualche modo di entrare in contatto con l’assoluto, o anche semplicemente con qualche verità che fra le pieghe della vita noi non siamo in grado di vedere, ci aspettiamo spesso un’emozione, ci aspettiamo di trovare i nostri sentimenti, ci aspettiamo spesso degli insegnamenti morali.
Ecco, i giapponesi no.
Quando un giapponese sfoglia una raccolta di stampe, quello che fa è guardare una scelta di quanto nell’universo c’è di più raro e nell’uomo sensibile di più caro. Forgiato in un materiale affascinante per l’unico scopo di testimoniare il genio umano e il gusto, il gusto, di un maestro.

Adesso ve lo spiego con parole mie per spiegarvi una cosa che mi piace della lettura.

Leggiamo libri perché ci cambiano la vita, leggiamo libri perché ci conducono vicino alla verità, leggiamo libri perché impariamo un sacco di cose, leggiamo libri perché ci troviamo i nostri sentimenti.
Ma scriviamo libri, ogni tanto, con un’altra idea.
Scriviamo libri e quello che facciamo è scegliere, fra quanto di più raro c’è nell’universo e di più caro c’è nel nostro animo, e lo lavoriamo con le mani in un materiale affascinante che sono la lingua, le parole, il suono della parole, il respiro della storia. Ci piace lavorarlo con le mani, e tutto questo solo perché vogliamo testimoniare di cosa è capace un certo genio umano, e per esprimere in qualche modo il gusto di un maestro, di quel maestro, che in quel momento siamo noi.

Niente più di questo, ma niente, niente meno di questo.

*giuliaduepuntozero

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8 risposte a “Perché si scrive – Baricco a Che tempo che fa”

  1. In questo periodo, su questo blog e non solo, si parla molto di Baricco, forse il più discusso scrittore italiano contemporaneo, che suscita continui mal di pancia tanto che ogni volta che si riaffaccia c’è sempre la necessità di doversi riposizionare e scegliere se schierarsi tra i detrattori integerrimi o gli osannanti seguaci.

    Il video, e ringrazio Giulia per averlo proposto, esprime appieno, secondo il mio modesto parere, il personaggio, l’opera che rappresenta e lo stile che da sempre lo contraddistingue.

    Questa volta, Il nostro, in un racconto di accattivante bellezza, sottolinea come l’atto di scrivere non fa altro che rendere migliore il mondo di chi lo compie, senza voler cambiare la vita di nessuno se non la propria.

    E’ poesia allo stato puro, come ritengo sia quasi tutta la sua opera e io, da appassionato seguace, condivido completamente.

    Questo è Alessandro Baricco, prendere o lasciare.

    Buonemozioni a tutti

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  2. Sono pienamente d’accordo con Illex riguardo all’ intervista a “Che tempo che fa”.
    Baricco forse è stato molto osannato come romanziere in passato, ai tempi di Oceano mare ed anche in seguito, creando molte aspettative, non sempre mantenute a parere mio così come di molti altri altri lettori. Però è un grande divulgatore (indimenticabili le sue trasmissioni televisive sulla letteratura, e lì le sue letture: ricordo ad esempio con grande piacere quella di un racconto dell’allora a me sconosciuto Soriano), e portatore di tesi interessanti sulla cultura, la musica, l’arte (Le mucche del Wisconsin, I Barbari,…).
    Si può non essere d’accordo con lui, ma non si può negargli la capacità di forte impatto, la genialità di certe sue intuizioni e della facilità di linguaggio con la quale riesce a esprimerle e renderle intellegibili a tutti, e non ai soli pochi addetti ai lavori di critica letteraria.
    Credo anche io che gli si addebiti il suo successo, e in uno strano Paese come il nostro chi ha successo prima o poi suscita antipatie, risentimenti, invidie.
    Nel mondo anglosassone avviene il contrario. Forse si tratta della solita differenziazione tra approccio calvinista e approccio cattolico ai “segni della benevolenza di Dio”.
    O forse sono solo i nostri pregiudizi.

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  3. Una delle cose che mi affascinano (ma assolutamente in negativo) dei commenti che leggo sui blog, degli interventi sugli innumerevoli forum che prolificano nella rete è che la maggior parte di chi scrive non si cura di leggere ciò che altri prima di lui (o di lei) hanno già scritto sull’argomento.

    Ogni volta si deve ricomiciar tutto daccapo.

    …E’ tutto un continuo “ripestar nel manico”…

    Molto faticoso, IMHO

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  4. Personalmente sono un appassionato del grande Baricco che da sempre trovo geniale ed elegante. Ho letto anche il suo ultimo romanzo appunto Mr. GWYN e non solo non delude le aspettative, ma è un gran ritorno al maestro di scrittura che conosciamo. Per chi fosse interessato a gustarne alcuni tra gli estratti più belli di questo ultimo libro..

    Buona visione!

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  5. Il secondo libro scelto da Baricco, tra i promessi 50, è OLIVE KITTERIDGE di Elizabeth Strout. Ne parla a modo suo, che è un bel modo, e ci racconta le sue sensazioni di fronte a una scrittura apparentemente tenue e distaccata, fatta di “fotografie” istantanee e sorprendenti. E ha provato quella particolare commozione,che non si sa bene definire. Una lettura della grande Strout molto preziosa e baricchiana. Mi è piaciuto.E la scelta di una scrittrice ancora quasi sconosciuta in Italia (pur avendo pubblicato 3 bellissimi romanzi), venuta nella sua scuola Holden a tenere una lezione (per questo ha letto Olive K) mi fa forse riflettere su quanto poco facciano i media italiani nei confronti dei migliori romanzi stranieri mentre dedicano vagonate di recensioni ai soliti noti. ciaociao

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  6. Anche a me è piaciuta la scelta di questo libro. Non l’ho mai letto ma ce l’ho nella mia lista di libri da prendere.
    A dire il vero, questo è il terzo libro che recensisce, dopo la biografia di Agassi e Le radici del Romanticismo di Isaiah Berlin, Adelphi, scelta originale, molto nel personaggio Baricco.
    Ciao
    *giuliaduepuntozero

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  7. @giuliaduepuntozer Il saggio di Berlin mi era proprio sfuggito : una varietà di letture messe in fila con qualche criterio, secondo te? In ogni caso Baricco è sempre capace di stupire e non è certo poco. Grazie dell’informazione. ciao

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