
Questo è il periodo di Alessandro Baricco. Sarà che con l’uscita del suo ultimo lavoro, Mr Gwyn, edito da Feltrinelli (a questo indirizzo il minisito dedicato al libro) compare in ogni programma e scrive su ogni giornale, sarà che è stato da Fabio Fazio a Che tempo che fa in una bellissima puntata di presentazione del libro e di riflessione su cos’è la scrittura, sarà che il sentirlo parlare così spesso mi ha fatto venire voglia di risfogliare i suoi libri passati (in primis I Barbari, per me una specie di bibbia).
Sarà che da oggi sull’edizione domenicale de La Repubblica nella sezione Cult (guarda caso da oggi, in concomitanza con il lancio in edicola di La Lettura, il nuovo inserto domenicale di cultura di Corriere) per 50 settimane terrà una rubrica, intitolata Una certa idea di mondo.
Baricco racconta come dieci anni fa, trasferendosi in un’altra città, abbia cambiato casa, entrando in una nuova, dove non si era portato dietro i libri letti fino a quel momento. Oggi, quindi, ha sugli scaffali della sua libreria i libri di dieci anni della sua vita, e una sera, guardandoli, ha pensato: “Ci saranno almeno 50 libri che ho letto in questi dieci anni che veramente sono bellissimi?”. I libri sono ordinati non per editore, non per genere, non per nazionalità, ma nell’ordine in cui Baricco li ha letti, così che anche solo guardando i dorsi è un po’ come ripercorrere dieci anni di vita _bello questo metodo di disposizione, cosa ne pensate?_
Perché i 50 migliori libri che ha letto negli ultimi dieci anni? Perché anche altri li possano leggere, innanzitutto, ma non solo.
Intanto mi va di parlare di libri, in un momento in cui non sembra più così importante dirsi quali sono belli e quali no, litigarne un po’, pronunciarsi. Più facile che lo si faccia coi film, o con la politica. Eppure i libri sono ancora lì, a migliaia, e continuano a declinare una civiltà di piaceri pazienti che in modo piuttosto silenzioso collabora a ridisegnare l’intelligenza e la fantasia collettive. Tutto quel che si può fare per dare evidenza a una simile liturgia mite, lo si deve fare. E allora eccomi qui a fare la mia parte.
Ma c’è anche, alla fine, un’altra ragione, perfino più importante, almeno per me. Ho cercato di riassumerla nel titolo di questo progetto lungo un anno. Una certa idea di mondo. Il fatto è che mi riesce sempre più difficile dire cosa vedo quando mi guardo intorno, e perfino il concentrarsi su un particolare spicchio di questo gran spettacolo non sembra portare molto lontano: si finisce per impelagarsi in tecnicismi che magari mettono a fuoco il dettaglio, ma perdono la mappa complessiva, l’unica che conta davvero.
[…] Mi è venuta un giorno questa idea: che se solo mi fossi messo lì a parlare di loro, prendendone uno per volta, solo quelli belli, senza smettere per un po’ – beh, ne sarebbe venuta fuori innanzitutto una certa idea di mondo.
Il viaggio inizia con Open di Andre Agassi, e in queste 50 settimane Baricco parlerà di saggi,di romanzi, di graphic novel, di libri di filosofia e di Fantozzi. Mancheranno molti classici, perché il viaggio è negli ultimi dieci anni della sua vita:
Non ci sarà Viaggio al termine della notte, per capirsi (l’ho letto quando avevo vent’anni). Né Anna Karenina (me lo tengo per qualche lungo degenza, augurandomi di non leggerlo mai). Ho semplicemente scelto i migliori cinquanta libri tra quelli che ho letto di recente. Sono quelli di cui parlo con gli amici, quando abbiamo finito di litigare su film e politica. Si meritano qualcosa di più.
L’articolo è accompagnato da bellissime illustrazioni del bravissimo disegnatore Manuele Fior.
A questo indirizzo, Alessandro Baricco presenta l’iniziativa.
*giuliaduepuntozero
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