Il fuggitivo, Olav Hergel

Ragazza afghana - Steve McCurry
Ragazza afghana – Steve McCurry

Casualmente ho finito di leggere questo libro proprio in questi giorni, trovandomi a sovrapporre realtà e finzione.

*Il fuggitivo* di Olav Hergel, ed. Iperborea nella bella collana Ombre, racconta la storia di Rikke, giornalista danese inviata in Afghanistan come corrispondente di guerra. O meglio, questo è quello che vorrebbe l’intrepida donna, ma si scontra con i desideri del direttore del suo giornale, agguerrito imprenditore attento più al conto economico che alla qualità del quotidiano che dirige, tanto da intavolare spesso accesi monologhi con Jakob, sagoma di cartone rappresentante il lettore tipo del giornale, come emerso da varie ricerche di mercato che periodicamente commissiona.

Rikke, però, si sente più un’inviata di guerra, e invece di rimanere chiusa nel campo militare danese a scrivere articoli sui passatempi dei soldati, si avventura fuori dai cancelli di sicurezza, divenendo così facile preda di un gruppo di terroristi, guidato dal giovane Nazir, che la cattura per usarla come arma di ricatto nei confronti dell’occidente.

Fra i due, però, si crea una certa vicinanza, tanto che Nazir, rischiando la propria vita, libera la prigioniera, che torna in Danimarca da eroina, raccontando alle telecamere di tutto il mondo di come si sia coraggiosamente liberata. C’è chi, però, per invidia, non le crede, e si pone come obiettivo di smascherarla.

In un intreccio di spionaggio militare e giornalistico, scoop e ambizioni di prime pagine, la trama prende sempre più i toni del thriller, quando Nazir per sfuggire al suo destino di terrorista in patria fugge in Danimarca, dove lo diventa agli occhi del mondo intero, per aver aiutato a scappare un ragazzina irachena da un centro profughi danese. La caccia all’uomo _o meglio al ragazzino e alla donna_ diventa sempre più serrata, fino al finale, un po’ scontato, ma giusto.

Il romanzo è di finzione, ma si basa sui reportage raccolti dall’autore, giornalista con un interesse particolare per il tema dell’immigrazione, che, vistosi rifiutare i propri articoli sui quotidiani in patria, ha deciso di scrivere un romanzo per portare agli occhi dei connazionali il problema sempre più pressante dell’immigrazione straniera in Danimarca, e la conseguente xenofobia. E con quello che è successo in Norvegia qualche giorno fa, come detto il tema è assolutamente attuale.

*giuliaduepuntozero

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8 risposte a “Il fuggitivo, Olav Hergel”

  1. Già dopo il tuo post su “Il grande gelo” di Indridason, avevo intenzione di inviarti un commento con alcune riflessioni sui terribili avvenimenti accaduti in Norvegia. Fa impressione il fatto che tu abbia parlato di un autore scandinavo e di un libro che ha tra i suoi temi il razzismo il giorno prima degli attentati norvegesi. E’ una coincidenza inquietante, non trovi? Comunque, visto che ritorni sull’argomento, farò le mie considerazioni cercando di non dilungarmi troppo. Innanzitutto, per rimanere nel campo della narrativa, non si può fare a meno di evidenziare che, come spesso accade, sono gli scrittori a cogliere, meglio di altri, gli orrori, le malattie nascoste che si sviluppano all’interno di società apparentemente tranquille e sane, come quelle scandinave: i gialli degli autori scandinavi traboccano di violenza ed in essi vi sono spesso riferimenti a gruppi giovanili o organizzazioni di matrice nazista ben ramificati all’interno di quei Paesi. Stieg Larsson, è cosa nota, era stato minacciato di morte per le sue inchieste sui gruppi nazisti svedesi, così come altri giornalisti e scrittori.
    E ora passo alla seconda riflessione. Che piaccia o no, considerando i tassi di natalità dei paesi più ricchi, soprattutto di quelli europei, e quelli dei paesi più poveri, e considerando il bisogno di manodopera che, in alcuni settori produttivi, è quasi esclusivamente composta da lavoratori stranieri, il futuro che ci attende (ma, ormai, si deve parlare di presente) è quello delle società multietniche. E allora, invece di chiedere blocchi alle frontiere, che sono puntualmente elusi, o erigere blocchi mentali, culturali, religiosi tra “noi” e gli “altri”, deve essere prodotto un notevole sforzo – politico, culturale, sociale – per assicurare una serena e pacifica convivenza tra tutti. Chi delinque deve essere punito, ma chi arriva da un’altra terra per garantire il pane quotidiano a sé e ai propri figli e per dare ai propri figli una prospettiva migliore di vita deve poter vivere in condizioni dignitose. Il nostro è stato e continua ad essere un Paese di emigranti, non dimentichiamolo. Se non facciamo questo sforzo, se si continuerà ad alimentare la paura del diverso, non ci dovremo meravigliare se altri Breivik penseranno, attraverso atti folli, di ergersi a difensori della “purezza” bianca o della cristianità contro le “orde” di arabi che vogliono islamizzare l’Europa.
    P.S. La foto della ragazza afgana è di una bellezza inquietante (uso ancora questo aggettivo, ma non me ne vengono altri).

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  2. Ciao jeeno
    grazie per aver condiviso le tue riflessioni. Quali altri scandinavi hai letto? io è da un po’ che non ne trovo di belli… forse ne ho letti troppi e ora sono un po’ stufa, o forse, sull’onda del successo di Stieg Larsson, gli editori ne hanno pubblicati di tutti e di più, compresi titoli di cui si poteva anche fare a meno…
    Solo una precisazione sugli attentati in Norvegia: non sono una veggente, ho scritto l’articolo una settimana dopo quei terribili fatti, da cui il mio commento finale di chiusura del post.
    E sulla foto di Steve McCurry… hai proprio ragione, e inquietante e bellissima.
    Ciao
    *giuliaduepuntozero

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  3. Che gli editori, a proposito di gialli scandinavi, abbiano sfruttato il successo della trilogìa di Stieg Larsson, è abbastanza evidente. Io continuo a leggerli perchè li trovo intriganti e avvincenti e perciò mi piace, di tanto in tanto, alternare la lettura di uno di questi gialli a quella di libri di altro genere. Ho letto, a parte i libri di Stieg Larsson, libri di Henning Mankell, Camilla Läckberg, “L’ipnotista” del duo Lars Kepler e, soprattutto in passato, libri di Peter Høeg (molto impegnato sul fronte antirazzista e, forse, qualcosa di più di un giallista), Karin Fossum e qualche altro autore meno noto che al momento mi sfugge. Mi è stato consigliato Thomas Enger che, se non ricordo male, ha pubblicato, anche lui, qualcosa con Iperborea.
    A proposito della “inquietante coincidenza”, mi riferivo alla data di pubblicazione del tuo articolo sul libro di Indridason, 21 luglio 2011, esattamente un giorno prima dei fatti accaduti in Norvegia (22 luglio 2011).

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  4. Per farsi un’idea degli scandinavi pre-boom Stieg potresti leggere la serie di dieci libri ambientati negli anni settanta di
    Sjöwall Maj; Wahlöö Per pubblicati dal 2005 da Sellerio Editore Palermo
    Mi sembra ne manchi ancora uno (Sellerio vende sempre cara la pelle).
    Da questi si capisce molto, anche del mio primo scandinavo amato: Mankell.
    Sempre piu’ letture in comune cara giuliaduepuntozero… Sara’ un caso o vale la vs teoria del “lettore gemello”?

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  5. Ciao Brionytallis,
    grazie dei consigli, li sto già leggendo! Sia Maj Sjöwall e Per Wahlöö _alcune recensioni che ho scritto qui_ sia ovviamente Mankell _qui. Entrambi ne hanno scritto parecchi, ne ho recensiti solo alcuni.
    In effetti, c’è stato un periodo in cui ne leggevo molti, di gialli scandinavi _a riprova… ecco alcune recensioni_, ora se devo essere sincera ho un po’ spesso… Forse ne ho letti troppi prima, o forse sono intensificato vecchi amore _letteratura americana in primis_, o forse la qualità degli scandinavi pubblicati si è abbassata e mi sono annoiata… In effetti, la moda è un po’ troppo dilagante per i miei gusti, e mi è capitato di leggere alcuni titoli di cui non vale veramente la pena. Ultimamente, sto leggendo solo quelli dell’Iperborea, che garantisce sempre un’ottima qualità nelle sue pubblicazioni, compresa la collana di gialli Ombre.

    Per quanto riguarda le letture simili… Non penso sia un caso!

    A presto!

    *giuliaduepuntozero

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  6. Scusa Giulia non ho fatto prima un lavoro di ricerca sui tuoi post precedenti e devo ammettere che vi leggo quotidianamente solo da un anno, specialmente i tuoi post e quelli di luiginter. Siete una fonte continua di ispirazione e spesso di conferma di essere sulla buona strada della lettura, proprio come in questo caso. Anch’io ho iniziato a leggere i nordici nei primi anni di questo nuovo secolo e infatti ho letto il primo libro di Larsson perché era da giorni sullo scaffale delle novità della biblioteca comunale e nessuno lo voleva prendere in prestito….Mi piacevano gli scandinavi e cosi’….Il resto e’ ormai storia.

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  7. Grazie Brionytallis per la tua fiducia!
    Tornando agli scandinavi, come ti dicevo io ho perso un po’ la passione… Qualche altro consiglio da darmi? Magari me ne consigli qualcuno che mi riaccende l’amore…
    Ti piacciano in generale i gialli, o solo quelli scandinavi? Io ho una grande passione per i gialli in generale..
    Ciao!
    *giuliaduepuntozero

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  8. Ciao Giuliaduepuntozero, effettivamente le tue recensioni sui gialli scandinavi coprono quasi tutte le mie esperienze, anche come tempi di lettura e devo ammettere che questo mi lascia un po’ sorpresa (razionalmente penso sia dovuto semplicemente al fatto che leggiamo entrambe i libri appena disponibili). Non mi sembra invece di aver trovato nei link che mi hai inviato l’ispettore Barbarotti di Nesser ma, essendo di Guanda, non sarà certo sfuggito al tuo occhio attento. Anche Arto Paasilinna dell’Iperborea, pur non scrivendo gialli veri e propri potrebbe essere divertente per cambiare un po’.
    Io amo tutti i gialli e thriller in genere, da quelli piu’ classici della camera chiusa agli americani piu’ o meno violenti, dai noir alle placide storie con piccoli misteri ambientate in qualsiasi continente. Insomma basta che ci sia una situazione da risolvere o un colpevole da identificare.
    Per stare sul giallo classico – che è forse il mio preferito – potrei suggerire Ruth Rendell (anche e soprattutto con lo pseudonimo di Barbara Vine) anche se andrebbero letti con una matita in mano, visto che purtroppo sono pubblicati in Italia da Fanucci e quindi pieni di errori di battitura. Un’altra autrice che mi piace è Elizabeth George, da leggere tassativamente in ordine perchè c’è una storia dietro che lega tutti i romanzi e sarebbe un peccato bruciarsela.
    La mia ultima scoperta invece è Colin Dexter di cui ho parlato qui http://desperatereaders.wordpress.com/2011/06/26/boutique-o-mercato-del-sabato/
    Certo che qui non parliamo di letteratura vera e propria come spesso rimarcato da qualcuno nei vari commenti di questo blog ma, come dico sempre, nella vita non si può, per crescere, mangiare sempre e solo pastasciutta. Talvolta per sopravvivere basta un semplice gelato.

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