Il primo settembre 2011 entrerà dunque in vigore la nuova legge che disciplina il prezzo dei libri, la cosiddetta Legge Levi (dal nome del primo relatore).
Due gli aspetti decisivi della legge:
1) Librerie, e ogni genere di rivenditori, compresi i supermercati e gli store su Internet non possono applicare sconti superiori al 15% del prezzo di copertina.
2) Gli editori non possono fare campagne promozionali superiori al 25% di sconto; devono fare queste campagne proponendole a tutti i rivenditori (senza favorire nessuno, tanto meno le proprie catene di librerie); queste campagne non possono durare più di un mese; queste campagne promozionali sono comunque vietate in dicembre.
Della legge si dicono contenti gli editori e i librai. Dovrebbe favorire l’attività dei piccoli e medi editori e aiutare le librerie indipendenti, quelle più piccole.
E i lettori?
In pratica dimentichiamoci libri con grandi sconti. Quindi spenderemo di più. O useremo più le biblioteche.
In cambio dovremmo avere un mercato editoriale più aperto e vivace; un mercato che tutela anche la qualità e la pluralità. Anche in fatto di librerie. E sappiamo quanto i lettori amino le librerie indipendenti, negli ultimi anni strangolate spesso dalle politiche di sconti selvaggi della concorrenza delle catene e della grande distribuzione, prezzi che un piccolo libraio non si può permettere.
Un plauso intanto a Giuseppe Laterza che – citato dal Corriere di ieri – ha sottolineato la necessità di difendere anche il lettore. A nome dell’Associazione Forum del libro (Laterza, Sellerio, Giunti, Donzelli) ha preannunciato una proposta di legge quadro sul libro:
Bisogna difendere i lettori, puntando al rafforzamento delle biblioteche, che sono centri di aggregazione sociale e culturale, non solo commerciale. Avvieremo una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che rimetta al centro della politica e delle risorse pubbliche la lettura e i suoi luoghi naturali.
Per chi vuole approfondire: – leggesulprezzodellibro.wordpress.com
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