La legge sul prezzo del libro fa bene o fa male alla lettura e ai lettori?

Il primo settembre 2011 entrerà dunque in vigore la nuova legge che disciplina il prezzo dei libri, la cosiddetta Legge Levi (dal nome del primo relatore).

Due gli aspetti decisivi della legge:
1) Librerie, e ogni genere di rivenditori, compresi i supermercati e gli store su Internet non possono applicare sconti superiori al 15% del prezzo di copertina.

2) Gli editori non possono fare campagne promozionali superiori al 25% di sconto; devono fare queste campagne proponendole a tutti i rivenditori (senza favorire nessuno, tanto meno le proprie catene di librerie); queste campagne non possono durare più di un mese; queste campagne promozionali sono comunque vietate in dicembre.

Della legge si dicono contenti gli editori e i librai. Dovrebbe favorire l’attività dei piccoli e medi editori e aiutare le librerie indipendenti, quelle più piccole.

E i lettori?


In pratica dimentichiamoci libri con grandi sconti. Quindi spenderemo di più. O useremo più le biblioteche.
In cambio dovremmo avere un mercato editoriale più aperto e vivace; un mercato che tutela anche la qualità e la pluralità. Anche in fatto di librerie. E sappiamo quanto i lettori amino le librerie indipendenti, negli ultimi anni strangolate spesso dalle politiche di sconti selvaggi della concorrenza delle catene e della grande distribuzione, prezzi che un piccolo libraio non si può permettere.

Un plauso intanto a Giuseppe Laterza che – citato dal Corriere di ieri – ha sottolineato la necessità di difendere anche il lettore. A nome dell’Associazione Forum del libro (Laterza, Sellerio, Giunti, Donzelli) ha preannunciato una proposta di legge quadro sul libro:

Bisogna difendere i lettori, puntando al rafforzamento delle biblioteche, che sono centri di aggregazione sociale e culturale, non solo commerciale. Avvieremo una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che rimetta al centro della politica e delle risorse pubbliche la lettura e i suoi luoghi naturali.

Per chi vuole approfondire: – leggesulprezzodellibro.wordpress.com

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58 risposte a “La legge sul prezzo del libro fa bene o fa male alla lettura e ai lettori?”

  1. I libri sono comunque cari, purtroppo. E a quanto ho letto tempo fa su questa legge, pare che ci sarà comunque modo di aggirarla, quindi temo che nel rapporto tra grandi e piccoli editori non cambierà molto, così come tra grandi catene e piccoli librai. Già da tempo ho cominciato a girare per le biblioteche che per fortuna qui non mancano. L’idea di potenziarle, quindi, mi pare del tutto sottoscrivibile e da sostenere. Sarebbe bello se si potenziassero anche quelle scolastiche, ma non vorrei scivolare nell’utopia. Saluti.

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  2. Nel breve, ci rimetteranno (soldi).
    Nel lungo, ci guadagneranno sotto il profilo dell’ampiezza, diversificazione e indipendenza dell’offerta.

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  3. Ho sempre avuto l’impressione che i grandi editori decidessero un prezzo per volume che poi andavano a maggiorare per venderlo scontato, dando così l’impressione di pagarlo meno, guadagnando esattamente quello che volevano fin dall’inizio. In questo modo hanno spinto i loro negozi e fatto annegare i piccoli librai (che naturalmente non possono permettersi un 25% di sconto). Ora voglio vedere come faranno a vendere una nuova uscita al prezzo pieno, se lo mantengono sui 28-30 euro. Saranno costretti ad abbassare i prezzi. Questo potrebbe generare un ritorno alle biblioteche, la parità di condizioni con le piccole librerie e la spinta verso i più economici ebook.

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  4. Nel periodo dell’e-reader quella del libro è una sfida per noi lettori. Una buona legge è importantissima. Vedrò di documentarmi luiginter!

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  5. E’indubbio che i prezzi dei libri sono alti, soprattutto x chi e’ un accanito lettore. La soluzione delle biblioteche e’ ottima x noi lettori, soprattutto se nn abbiamo (come nel mio caso) il desiderio di possedere l’oggetto libro. Con il prestito inter-bibliotecario inoltre c’e’la possibilita’ di avere quasi tutti i titoli.

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  6. Credo che complessivamente noi lettori dovremmo digerire e accogliere con favore la riduzione degli sconti imposta dalla Legge Levi.

    Per la lettura libera e aperta è meglio

    – avere qualche euro in meno sui prezzi dei libri nei supermercati e nelle catene e in tre-quattro negozi online con offerte monopolizzate dai grandi editori
    -o è meglio pagare qualche euro in più e avere un’offerta più articolata e di qualità e librerie indipendenti?

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  7. La legge non cambia nulla purtroppo. Le grandi librerie in franchising e gli ipermercati continueranno a vendere al 15% di sconto. I grandi big online ora probabilmente potranno spalmare il 15% di sconto anche su quegli editori che prima non scontavano. Piccoli librai online e offline rimarranno comunque tagliati fuori. Sinceramente non capisco tutto questo entusiasmo fuori luogo da parte dei librai.
    Io libraio che acquisto al 30-35% di sconto non potro’ mai competere con il 15% di una libreria di un grande gruppo o di un sito online.
    Per i librai non cambia nulla, e tempo che cambierà poco anche per gli utenti.
    Per ottenere qualcosa bisognava mettere il tetto massimo del 5% o addirittura zero sconto, così si sarebbero abbassati i prezzi alla fonte, il prezzo di copertina. Così come è ora non cambierà nulla.

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  8. A mio avviso sarebbe meglio avere lo stesso libro subito sia in versione rilegata che in quella economica, a scelta del compratore, come fanno da anni in UK.
    Personalmente prendo quasi tutti i libri che leggo nelle biblioteche (non necessariamente solo da quella di mia competenza territoriale) e ho visto che in questo caso la situazione dello sconto non cambia rispetto a quella attuale. Piuttosto, perche’ gli editori decidono loro cosa e quando dobbiamo leggere? Perche’ non interpellano i lettori? Perché ci sono decine e decine di autori non tradotti in italiano? Un’ultima domanda: ma tu luiginter, da che parte stai?

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  9. @brionytallis: pur senza entusiasmi credo la legge possa migliorare la situazione. Certo non risolve le questioni su *cosa* pubblicano gli editori e cosa vorrebbero che leggessimo.

    Mi sembra interessante l’osservazione di #Ivan che dice che il tetto del 15% di sconto è comunque troppo alto per aiutare davvero le piccole librerie. Il che però, indirettamente, indica che la strada del tetto agli sconti potrebbe essere quella giusta.

    Insomma, non ho certezze, mi sembra però che nel nostro mercato impossibile, la legge sia un “meglio che niente”.

    Ovviamente, ripeto: la faccenda di cosa si pubblichi è decisiva e certo su questa faccenda l’effetto della legge sarà probabilmente nullo.

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  10. Sì luiginter secondo me l’unico modo per cambiare radicalmente lo status quo è quello di eliminare tout court gli sconti, senza alcuna possibilità di promozioni.
    Editori e librai devono giocarsela sul loro lavoro, quindi sul servizio che danno ai lettori, sulla loro capacità di SCEGLIERE i libri e proporli ai lettori. Non è possibile che la concorrenza sia solo sugli sconti.
    Lasciare un 15% significa secondo me non voler cambiare sostanzialmente nulla, e voler mantenere una sostanziale situazione di oligopolio dove 4-5 grandi gruppi hanno in mano tutta la distribuzione e vendita offline-online del libro.
    Senza sconti, i prezzi potrebbero cominciare a scendere. In Germania non esiste che un tascabile o un romanzo di successo venga venduto a 30 euro. Da noi c’è il giochino di metterlo a 30 di copertina, venderlo ai librai indipendenti a 21 e poi tramite i distributori-librerie al pubblico venderli a 21 o meno. Molti lettori non ci crederanno ma alcuni titoli costa meno acquistarli da privato in libreria che non da libraio presso un distributore.
    Infatti i librai indipendenti soppravvivono esclusivamente ormai vendendo libri di piccoli-medi editori (con grandi sacrifici perché non sempre si può vendere in conto-vendita, i libri vanno pagati subito, con il rischio poi di non venderli) che non applicano questa politica assurda verso i librai.
    Non sarebbe meglio avere un libro a 15 euro in partenza senza sconti? O un tascabile venduto subito a 6-7 euro senza sconti?
    Alla fine quello che importa non è nemmeno più scrivere e vendere libri, ma sembra quasi che si voglia “controllare” ciò che si vende… se entri nel giro giusto puoi essere pubblicato, se non ne fai parte non riuscirai nemmeno più a vendere un libro, perché non finirai nemmeno su uno scaffale di libreria.

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  11. Non condivido né la legge Levi né le argomentazioni in sua difesa che vengono portate.

    “Un mercato editoriale più aperto e vivace, un mercato che tutela anche la qualità è la pluralità” non lo si aiuta ostacolando l’attività di operatori on-line in grado di offrire ai lettori beni a prezzi più bassi, nonché una vasta gamma di testi in lingua straniera in precedenza irreperibili sul mercato italiano, se non a prezzi maggiorati e dopo attese semestrali.

    Sono un lettore, sono un acquirente di libri (spendo ogni anno svariate centinaia di euro) ma personalmente NON amo – salvo rarissime eccezioni – le piccole librerie, realtà inefficienti che forniscono servizi scadenti a prezzi non competitivi, e spesso tirano a campare accaparrandosi piccoli monopoli (e.g. libri scolastici).

    Se davvero queste librerie fossero in grado di offrire un servizio utile a noi lettori, sarei il primo a frequentarle (le sole che frequento sono le antiquarie e i reminders, le uniche a diversificare l’offerta), e così farebbero molti altri, che invece preferiscono – viva la concorrenza! – rivolgersi ad altri operatori.

    In biblioteca vado e continuerò ad andare, e taglierò quanto più possibile la mia spesa in libri, a mo’ di simbolica ritorsione verso quanti, a cominciare dagli editori, hanno elaborato questa legislazione corporativa e protezionistica.

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  12. La legge deve andare a favore delle piccole librerie, scusate la rabbia ma i lettori possono comprare un libro senza chiedere sconti. Pensereste mai di chiedere uno sconto per comprare una borsa di Louis Vuitton originale?

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  13. Condivido e sottoscrivo anche le virgole e i punti del messaggio di Tommaso M..

    Io ormai compro tutto on line. Trovo tutto (anche l’introvabile altrove, alla faccia del… “ah… si… però le piccole librerie…” … e giù sospiro nostalgico d’ordinanza) e a prezzi eccellenti.

    …Avevo anch’io, ovviamente, i miei piccoli librai di fiducia.

    Li frequento ancora. Una o due volte la settimana. Ma solo per far due chiacchiere e passare un piacevole mezzo pomeriggio con persone che amano la letteratura e sanno di che parlano.

    Non me ne vado mai senza aver comprato almeno uno o due libri perchè mi pare male andarmene senza aver comprato nulla ma insomma da anni non sono più le mitiche piccole librerie i miei punti di riferimento quando ***davvero*** voglio comprar libri.

    Vogliono fare la legge? La facciano. Tanto, che io dica si o no non non cambia nulla.
    Vuol dire che comprerò ancor meno libri e mi rileggerò finalmente tutti i grandi classici che ho in casa, e che sospirano in seconda e terza e quarta fila.

    Credo potrò sopravvivere anche senza leggere i titoli delle classifiche varie e assortite del tipo “i migliori libri secondo… etc. etc.” o tutti i premiati delle varie sagre nostrane e straniere.

    Bah. In fondo, risparmierò denaro e guadagnerò in riletture ^__=

    Posso dare un consiglio di (ri)lettura?

    Emile Zola
    Au bonheur des dames” (l’edizione italiana ha il titolo “Al paradiso delle signore”).

    Nella storia tra l’ascesa dei grandi magazzini di Mouret e la disfatta degli storici, eccellenti artigiani e bottegai descritta da Zola c’è già tutto.
    (In particolare la sottotrama della famiglia della bottega degli ombrellai è più illuminante di un dotto trattato sulla globalizzazione).

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  14. Cerco un chiarimento sulla legge Levi: come sono regolati i 3×2, le carte fedeltà, i coupon, eccetera? Mi sembra una cosa importante da sapere per farsi un’idea di quanto questa legge possa funzionare eppure non trovo informazioni a riguardo. Grazie in anticipo a chi mi saprà rispondere.

    Per quanto mi riguarda, invece, da quando sono passata agli ebook di cartaceo compro solo usati e remainders, e uso più volentieri la biblioteca. Aspetto di vedere se questa legge cambierà qualcosa per me.

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  15. per me è una cosa vergognosa! hanno trovato il modo di stroncare la vendita di libri online e fermare sul nascere quella degli ebook. Per quanto mi riguarda smetterò di comprare libri.

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  16. Avatar Margherita Dolcevita
    Margherita Dolcevita

    Io l’entusiasmo dei famigerati piccoli librai indipendenti e delle famigerate piccole case editrici indipendenti non lo comprendo.
    Dal canto mio, da acquirente di moltissimi libri di libri all’anno, non ho molta scelta: comprerò meno libri, spenderò meno soldi e sfrutterò di più le biblioteche. Continuerò a comprare rigorosamente online dal momento che, ad oggi, le librerie “reali” (non distinguo tra grandi gruppi e piccole realtà), non offrono alcun vantaggio aggiuntivo rispetto all’acquisto su internet.
    Però contenti voi, contenti tutti.
    Sono proprio curiosa di sapere tra un anno di quanto si sarà risollevato il mercato librario con questa utilissima legge.

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  17. @Livia: non saprei dirti come sono regolati i 3×2 e le carte fedeltà ecc. Così a occhio azzarderei che l’importante è che non si configurino con uno sconto per libro superiore al 15%.
    Per precisione forse ti conviene cercare sul sito dedicato:

    leggesulprezzodellibro.wordpress.com

    Per il resto, non ho grandi certezze sugli effetti della legge. Ribadisco solo che mi pare un buon tentativo.

    Non ho mai amato i “sospiri nostalgici d’ordinanza” per le piccole librerie enon difendo le picocle librerie così per partito preso. Tuttavia credo che in generale (non tutte, ma questo è talmente ovvio che non credevo foss eil caso di sottolinearlo) siano un bene per l’ecologia della lettura.
    E un limite agli sconti selvaggi, come dice @Suzupearl, potrebbe avere un effetto positivo anche sulle politiche di prezzo di tutti gli editori.

    Insomma vediamo se i lettori, sostanzialmente favorevoli, risulteremo troppo ottimisti e verremo delusi.

    Quanto alle classifiche “I migliori dieci libri secondo…” che proprio l’amica @Gabriella non digerisce: be’, io quando le trovo e mi piacciono continuo a citarle.
    Anche perché spesso si tratta di liste piene di classici e quindi non sono proprio rubricabili fra “pubblicità” di libri-novità.
    (Fra le mie preferite recenti c’è quella sui 100 saggi da non perdere del Guardian:
    https://gruppodilettura.wordpress.com/2011/06/23/i-100-libri-di-saggistica-piu-belli-secondo-il-guardian/).
    Per esempio: se queste liste aiutano a tenere “in catalogo” dei classici non vedo perché debbano essere disprezzate. Vabbe’, ma questo forse è piuttosto slegato dalla “legge sul prezzo del libro”.

    ciao ciao a tutti

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  18. Bah. Ognuno continuerà a fare e a barcamenarsi come ha sempre fatto.

    Io, finchè mi si permette di chiacchierare amabilmente con il proprietario e/o la proprietaria di una piccola cara vecchia libreria uscendo di poi dal suo locale con uno o due libri in un sacchettino e m’è contemporaneamente permesso di fare gli acquisti di una certa consistenza economica on line risparmianodo in questo modo un sacco di quattrini continuerò a viaggiare su questo doppio binario.

    Faranno una legge? Non potrò viaggiare su questi due binari?
    Dovrò viaggiare su quell’unico binario che Lor Signori mi impongono?

    Vabbè. Mi sciropperò pure questa. Per fortuna, come dicevo, le mie cantine sono ben fornite e posso resistere 🙂

    …Ah: alcune liste di prescrizione indicano sempre anche un sacco di classici. Ci mancherebbe. Sennò come farebbero ad acchiappare le allodole? 🙂

    Altre liste, i cosiddetti classici (che poi, già a voler definire “cosa si intende per un classico” si aprirebbero danze mica male, neh) non li prendono proprio in considerazione .

    Ti dicono solo: “se non hai ancora capito che questo tizio e/o questa tizia sono i geni del momento e del futuro immediato, prossimo e remoto, sei proprio un imbecille”.

    Insomma, anche a proposito di liste: Ci sono liste e liste.

    O no?

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  19. Certo è difficile “schierarsi” su una legge che appare ancora una volta come il “meno peggio” e di scelte per il meno peggio purtroppo in questi anni ne abbiamo dovute digerire molte e qualcuno, io tra questi, comincia a essere un po’ stufo. Ma forse l’importante non è schierarsi, bensì ribadire un’angolazione visuale che a me in questa legge pare totalmente assente, ossia quella del lettore e dei suoi interessi. E’ possibile che per difendere le piccole librerie e per arginare lo strapotere dei pescecani commerciali ed editoriali, e per frenare il neoliberismo culturale (tutti obiettivi sacrosanti), si debba colpire ancora una volta il lettore e le sue sdrucite tasche? E’ possibile che nessuno abbia mai seriamente sostenuto la deducibilità fiscale delle spese per i libri (una proposta che farebbe l’interesse di tutta la filiera del libro e anche dei lettori…). Che nessuno ribadisca che i libri costano troppo, soprattutto per chi ne legge e ne acquista tanti? E’ possibile che nessuno si batta seriamente per la riduzione dell’Iva al 20% sull’ebook, che fa sì che spesso il prezzo di un ebook sia uguale o perfino superiore all’equivalente cartaceo scontato su amazon? E che l’unico rimedio trovato sia quello di impedire ad amazon di scontare i libri? Dimenticando che su amazon possiamo trovare queli libri che nessun libraio ci procura più, visto che la Feltrinelli sta sostituendo migliaia di metri lineari di scaffali con tazze bicchieri e chincaglieria?
    Gli argomenti di Luiginter, come quelli dei librai e dei piccoli editori sono comprensibili e in parte anche condivisibili. Ma si basano (dal punto di vista del lettore) su un argomento tutto da dimostrare: che la riduzione dello sconto favorisca la bibliodiversità. In realtà, secondo me,il processo non è così meccanico e agendo solo sulla leva economica si rischia di lasciare in realtà le cose come stanno e di danneggiare ulteriormente il lettore.
    Le librerie, soprattutto quelle indipendenti e di qualità, sono un bene inestimabile. Ma esse non possono pensare di difendersi, nel bel mezzo di una mutazione culturale, trincerandosi dietro la bandiera del pezzo fisso o dello sconto zero. Le librerie, come del resto anche le biblioteche, sempre più strutturalmente affratellate, devono avere il coraggio di ripensarsi e di riproporsi come presidi dei lettori, come osservatori di lettura, come luoghi di scambio fuori e oltre il mercato, dove i libri non solo si vendono, ma si digitalizzano, si discutono, si contestano, si barattano, si leggono, si producono, perfino.

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  20. …Che poi… anche il discorso “i libri costano troppo” sarebbe tutto da vedere e da relativizzare. eh.

    Dipende dai libri. E dal desiderio che ciascuno di noi ha di avere quel determinato libro e non un altro.

    I parametri di valutazione per dire che un libro è caro/no caro sono diversi, e — dal punto di vista del lettore/lettrice — spesso moooolto personali.

    Per quanto mi riguarda, acquistare un IcsIpsilonZeta è una cosa.

    E forse (dico forse) non baderei a spese. Il condizionale dipende dal fatto che magari i soldi per accattarmi il succitato ammasso di consonanti non ce li avrei e amen. Però avendoli, li pagherei volentieri.

    Se invece mi punge vaghezza di curiosare e dunque acquistare e leggere un (o una new entry ) che per duecento paginette propagandate come “la rivelazione dei secoli a venire e se ancora non l’hai capito sei una cretina” mi chiede di sborsare 10,00 o 20,00 euro…ecco… io divento una Ebenez Scrooge in gonnella.

    (Devo ancora riavermi dal disastro dell’ aver regolarmente acquistato e dunque pagato a prezzo pieno Libertà di Franzen…)

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  21. @luiginter: grazie mille per la risposta. Avevo già cercato sul sito dei Mulini a Vento sulla legge sul prezzo del libro, ho anche letto il testo definitivo dalla legge, ma questo dubbio rimane. Il 3×2 è un altro modo di formulare il 30% di sconto, facile che rientri nella legge, ma sulle carte fedeltà e i coupon ho ancora qualche perplessità. Per dire che ho l’idea che alla fine queste pratiche continueranno senza problemi e che il cambiamento auspicato dai piccoli editori e librai non farà che andare contro di loro, perché nel momento in cui la Libreria Croce di Roma non potrà fare più i giorni al 25% di sconto (esempio), Feltrinelli potrà continuare a offrire carte accumula-sconti e i lettori pur di risparmiare continueranno ad andare lì, fossero anche costretti per far funzionare lo sconto a fare un acquisto misto libri + cd (sempre esempio).
    D’altra parte, in Francia la legge sul prezzo del libro c’è eppure io su Amazon.fr vedo il solito 3×2. Dove il libro in regalo è uno a scelta tra un tot titoli resti di magazzino, ma la percezione per l’acquirente non è la stessa, quella di aver risparmiato / aver fatto un affare?
    Non lo so, ho davvero molti dubbi che le cose possano migliorare da qui in poi. Poi magari mi sbaglio, e per questo aspetto ancora che qualcuno mi dica “no, guarda, per questo e quest’altro motivo la legge non si può aggirare con le pratiche che dici”.

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  22. Segnalo la posizione di Mario Guaraldi, che si è dimesso dall’Aie in segno di protesta contro la legge: http://guaraldi.bibienne.net/2011/07/27/le-dimissioni-di-guaraldi-dallaie/.

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  23. Secondo me sarebbe giusto fare a turno:prenderne un po’ in biblioteca e poi,quelli che ci piacciono di più o anche che ci piacerebbe avere,comprarli e poi daccapo…. 🙂

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  24. A proposito di biblioteche, un altro punto negativo della legge è proprio il tetto del 20% di sconto imposto anche alle biblioteche, il che in molti casi diminuirà il numero di libri che esse possono acquistare e quindi anche la possibilità di soddisfare le richieste dei lettori.

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  25. Decisamente bello il dibattito che si è avviato a proposito “legge sul prezzo del libro”.

    Un paio di note: ribadisco che, in verità, io non ho né avevo sicurezze in proposito.
    Mi sono limitato a proporre la questione e a dire che a me pareva una buona iniziativa. Non ho mai sostenuto che la legge potesse risolvere l’intera, intricata e difficile, vicenda dello status del libro, del lettore e della lettura nel nostro paese.

    Ho letto gli argomenti “contro” e mi sembrano validi: perché far pagare al lettore lo squilibrio strutturale del mercato del libro? perché un tetto agli sconti anche per le biblioteche? perché un meccanismo che alla fine le grandi catene riusciranno probbailmente ad aggirare (come ipotizza Livia)? Perché non affiancare a questo provvedimento alcne norme di aiuto al mercato, per esempio la deducibilità fiscale delle spese per libri o la riduzione dell’Iva sugli e-book, come ci ha ricordato egolector.

    E come dimenticare la possibilità che gli store on line offrono in fatto di possibilità di reperire libri di nicchia che le librerie normali – con i loro banchi pieni di novità – non tengono? (su questo tema in realtà sono tornato più volte in questo blog, a volte sentendomi anche in colpa perché qualcuno mi faceva notare che “così però le piccole librerie…”. Ancora recentemente, facendo una rassegna dei criteri con cui scegliere dove comprare libri su internet, ho compilato una vera lode di uno di questo negozi online: bookdepository (peraltro recentemente comprato da Amazon: concentrazione).

    Mi sembra anche interessante il punto di vista di Ivan che invece critica la legge perché non abbastanza radicale: gli sconti dovrebbero proprio essere eliminati, dice lui: questo avrebbe tra l’altro un effetto calmiere sul prezzo dei libri,(tesi anche di Suzupearl) attualmente troppo alto, su questo siamo (quasi) tutti d’accordo

    D’altra parte *non* mi pare un argomento valido “contro” la legge, sostenere che ci siano *alcuni* piccoli librai che non fanno bene i librai. Se mai è un argomento contro un lavoro fatto senza più passione, schiacciati dall’abitudine e dalle pressioni dei distributori ed editori.

    Infine: forse la legge potrebbe contribuire a riportare la lettura e il lettore, con i suoi diritti, al centro della questione. Con le idee connesse della “decrescita editoriale”, e “bibliodiversità” ed ecologia della produzione editoriale e della lettura e soprattutto sull’importanza decisiva delle biblioteche pubbliche.
    Noi ci stiamo provando, mi pare. Continuiamo no?

    un abbraccio a tutti

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  26. Avatar Incacchiato Nero
    Incacchiato Nero

    Una legge a favore delle piccole librerie? Ma chissenefrega delle piccole librerie. Si trovino un lavoro serio anche i piccoli librai, che tanto chiuderanno lo stesso: avete presente la scelta che ha Amazon. Anche con il 15% di sconto fa a pezzi qualunque competizione. Un’altra legge fatta da chi non capisce un tubo di economia, e soprattutto non ha ben capito cos’è Amazon.

    Ma pensa te. La gente NON legge, quindi le librerie che non riescono a fare utili devono chiudere. Punto e basta. Io NON vado a comprare libri in libreria, è una cretinata: me lo fanno leggere prima, il libro? Sanno qualcosa della roba che vendono. Nella maggior parte delle volte NO: solo bestseller che tanto conoscono tutti, libercoli di Moccia, Tamaro e i soliti. BASTA.

    Questa legge colpisce ancora una volta la classe media di questo paese, quella leggermente più colta che ancora legge. Non ci hanno massacrato ancora abbastanza, si vede. Ecco come Berlusconi conta di recuperare i recenti milioncini sborsati per aver rubato Mondadori.

    VERGOGNA!

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  27. bravo egolector.

    la mia bibliotecaria si lamentava della legge proprio perchè le biblioteche non avranno ulteriori agevolazioni per l’acquisto dei libri e noi sappiamo bene in che acque navighino i comuni.

    a me non pare che la legge sia poi questa grande trovata. non annullerà certo il monopolio delle grandi case editrici che stabiliscono, e questo mi sembra brutto, quali letture devono fare i lettori.

    detto questo non mi pare che i supersconti che si trovano anche al carrefour sui classici, per esempio, siano poi così male.

    ma io è sui libri di testo che sono inviperita. ogni tot … ualà nuove edizioni sempre più care e i libri usati ovviamente non li trovi! mi si deve ancora spiegare sul libro di latino, ad esempio, la nuova edizione cosa diavolo apporta di nuovo! le regole sono sempre le regole e le versioni sono sempre le stesse!

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  28. Una legge che va a discapito di noi lettori, punto e basta. Volete salvare le piccole librerie? Calmierate gli affitti. A Roma un negozio di 30mq non viene meno di 1500 euro al mese, e parlo di zone non centralissime. È un discorso che vale per molte attività, quindi perché -ammesso che sia utile- aiutare solo i librai? Ma poi, vogliamo mettere la scelta delle grandi catene? Gli ebook, per via dell’IVA al 20%, alla fine costano in media solo 3 euro in meno del cartaceo, quando dovrebbe essere al 4% come sui libri appunto. Siamo già un paese di vecchi, ancorati mentalmente al cartaceo e all’oggetto da possedere, e pretendiamo di vendere un file elettronico a pochissimo in meno rispetto al cartaceo? Come si fa a pensare che possa prendere piede davvero? Il fatto é che sono abili a rigirare tutto, grazie a cavilli e ‘definizioni’ varie. Poi ci si sorprende che si scarichino ebook da emule, così come la musica. Sarà che non tollero alcuna imposizione sulla gestione dei prezzi che uno vuole fare al pubblico, specie se si tratta di offerte vantaggiose per quest’ultimo. Tanto vale far chiudere tutti i negozi online e metterne uno solo, visto che i prezzi sono gli stessi. Online o no, alla fine andrà bene sempre e soltanto alle grandi catene, che potranno esporre più volumi, ovviamente pagandoli meno, data la quantità acqistata. Un po’ quello che è successo con chi noleggiava film. Hanno tenuto solo pochissimi grandi. E non avranno vita lunga, con l’avvento di internet. Anche lì misero in atto speculazioni assurde, per cui un rivenditore che acquistava un DVD per il noleggio lo pagava 70-90 euro l’uno. Avete idea di quante volte dovesse uscire prima di fare un minimo di utile? Guarda caso, ha retto (e sta morendo pure lui) Blockbuster, che grazie ai suoi capitali ingenti poteva procurarsi tante copie dello stesso film a molto meno della videoteca qualunque.
    Da sempre ho ritenuto eccessivo il costo dei libri, da sempre oggetto elitario anche per questo. Ora, con questo sistema, la gente che potrà permettersi di leggere con assiduità sarà sempre meno. Ma d’altronde, si sa, al potere fa comodo una massa di ignoranti. Decisamente meglio favorire calcio e tv, così il cervello si atrofizza e chi sappiamo fa i comodi suoi.
    Per quanto mi riguarda, conoscendo l’inglese e il francese, mi butterò sui siti esteri. I libri di autori italiani saranno meno presenti sui miei scaffali o bel mio ebook reader.
    Peccato.

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  29. Le motivazioni in favore della legge mi sembrano un po’ deboli: da quando limiti ferrei rendono il mercato più aperto e competitivo? Come detto da molti il 15% di sconto massimo non è sufficiente per tutelare i piccoli librai (che devono cercare di vendere valore aggiunto per conoscenza, capacità di consigliare il lettore …), mentre invece porta inevitabilmente le grandi catene a fare cartello e a difendersi dalla crescita dell’online.

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  30. Ma per favore, questa legge è una cavolata, per non dire di peggio… I libri prima costavano anche poco, e uno li prendeva, siamo passati all’euro e libri che costavano 8000 lire ora ne costano 8, se non di più… Molte volte le traduzioni dei libri sono pure orrende, che se venivano tradotti con il traduttore di google erano anche più sensati. Ora tolgono anche gli sconti, per chi come me che piace avere il libro tra le mani ma che prende anche poco al mese (grazie a quei fantastici politici che fanno queste leggi ad personam) e che fa dei sacrifici per avere il libro appena uscito, ora tolgono l’unica cosa che mi permetteva di comprare i libri senza svenarmi troppo.
    Tralasciando che qui in italia molte case editrici non sono manco serie, libri che in america vengono venduti in copia unica, qui in italia li separano per guadagnarci di più, e non è che i libri costano due euro, ma si parla tra i 12 e 16 euro che parlando in vecchie lire sono 24000 o 36000 circa… quando prima gli stessi libri costavano molto meno.. si lamentano che non vendono, che amazon fa loro concorrenza per via degli sconti perchè non abbassano i prezzi dei libri e fanno traduzioni come il cielo comanda… visto e considerato che io vado anche a spendermi 16 euro per traduzioni fatti coi piedi.
    Ma visto che nella vita bisogna trovare il lato positivo… vorrà dire che mi farò un bel corso di inglese e inizierò a prendermi in lingua su amazon.com.

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  31. una legge anti concorrenza per salvare le piccole librerie, ma alla fine chi pagano sono sempre i lettori, returns alle biblioteche oppure more money se vuoi leggere. personalmente una legge del piffero
    ho acquistato nell’ultimo anno oltre 30 libri on line grazie ai mega sconti, ora allo stesso prezzo potrò comprarne 20 … mi sembra che sia una legge anti culturale

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  32. @Paolo Russo

    Condivido TOTALMENTE quanto hai scritto.

    Ho 56 anni, sono lettrice e acquirente di libri (ossessiva-compulsiva)
    dall’adolescenza. Non ho mai frequentato nessuna “piccola libreria” e sono convinta che la mia sindrome sia stata incentivata dall’esposizione presente nelle grandi librerie e si sia acutizzata con l’arrivo di Amazon in Italia,
    maaa….grazie a questa legge, vedo profilarsi la giusta terapia che porrà fine al mio disturbo. Quindi grazie di cuore!!

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  33. Avatar Marcello Nucciarelli
    Marcello Nucciarelli

    la legge è ancora troppo permissiva e andrebbe ridotto ancora il periodo concesso per le promozioni e lo sconto massimo applicabile.
    Favorire la sopravvivenza delle piccole librerie non di catena, oggi sempre più a rischio, avvantaggia soprattutto il lettore.
    La competenza di un libraio, figura in via di estinzione sostituita da tribù di venditori di libri che non hanno, e non possono avere, competenze specifiche perché non esiste più formazione professionale, non vale forse un paio di euro di differenza?
    Ridurre il libro a oggetto equiparabile ad un formaggino o ad un deodorante può fare risparmiare qualche euro, ma sicuramente non avvantaggia la cultura e i suoi fruitori.

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  34. @Marcello Nucciarelli

    Come ho scritto nel post precedente, la mia esperienza personale di frequentatrice delle grandi librerie (da ben oltre 40 anni) non mi ha MAI fatto sentire una lettrice “svantaggiata” dal non aver al mio fianco un libraio competente che mi consigliava, né mi sono rivolta al commesso (pseudo-competente come Lei afferma) per avere da lui consigli su cosa leggere.
    Da quello che ho letto in vari siti, tutte le persone con cui ho parlato, i post scritti fin qui ecc. … ebbene, nulla lascia supporre che persone con esperienze analoghe o diverse dalla mia, grazie a questa legge si sentono incentivati all’acquisto di libri, e/o che d’ora in poi si rivolgeranno alle piccole librerie.
    Dal suo post più che “ridurre il libro ad oggetto equiparandolo a formaggino o deo” mi sembra, che lei ritenga il lettore
    uno sprovveduto in mare aperto privo di bussola.
    In alcuni casi sarà anche così, ma la stragrande maggioranza si “orienta”

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  35. Avatar Marcello Nucciarelli
    Marcello Nucciarelli

    Temo di essere stato frainteso: non ho nulla contro le grandi librerie, anzi! La mia polemica faceva riferimento essenzialmente alla vendita di libri nelle grandi superfici, supermercati o quant’altro, in cui manca la presenza di qualsiasi informazione. Esempio: lei acquista l’ultimo libro della Pancol, ma è al corrente che ne sono stati pubblicati altri due in precedenza, che però non trova vicino al nuovo. Come fare a sapere se sono disponibili in commercio, se ancora in edizione rilegata oppure in economico, ecc….
    E l’altra polemica faceva riferimento all’abitudine, purtroppo anche delle grandi librerie, di privarsi del personale di maggior esperienza, perchè più costoso, per affidarsi a ragazzini che, seza colpa ovviamente, non hanno alcuna memoria storica del mestiere.
    E di questo è proprio il lettore “avvertito” che ne subisce le conseguenze; quel lettore, alla cui categoria lei mi sembra appartenere, che spesso “ne sa” più di colui che dovrebbe essergli di supporto. Non era assolutamente una questione di consigli, ma di informazione; mi perdoni se mi sono espresso male.
    E, come a questo punto le sarà manifesto, le parlo da entrambi i lati del bancone di vendita perchè, oltre ad essere un indefesso lettore, faccio il libraio da quasi trent’anni…

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  36. Le librerie, piccole e indipendenti, hanno un futuro possibile, purché agevolate, tutelate e difese per legge dalle forze ostili del mercato e della concorrenza? Se pensate di sì forse sarete favorevoli alla legge Levi, o perlomeno allo spirito che la anima, così come sarete favorevoli all’iva al 20% sugli ebook. A me questa discussione pare fuori dal tempo, possibile che ci sia ancora chi non ha capito che libro e librerie, grandi e piccine, sono al capolinea in ragione di trasformazioni tecnologiche che forse possono essere governate, certamente non soppresse nei loro esiti finali.
    E poi, tutta questa retorica sulle piccole librerie che tutelano i piccoli editori, la qualità, la pluralità e bla bla bla mi dà la nausea, perdonate lo sfogo. Sono le librerie on line le vere librerie indipendenti, quelle che dialogano alla pari con gli editori, sono loro che ci garantiscono milioni di titoli, informazioni editoriali pronte e a portata di mano, sono i loro algoritmi che sono in grado di portare alla ribalta (cioè in vetrina digitale) i piccoli editori (per non dire degli autori autoprodotti editori di sè stessi, che le piccole librerie manco sanno dove stanno di casa, alla faccia del pluralismo culturale di cui sarebbero il baluardo).
    Ma dietro la paura di perdere la piccola libreria “indipendente” non c’è solo la nostalgia del lattaio all’angolo del quartiere: è la costruzione sociale del sapere e della conoscenza così come si è strutturata dal dopoguerra fino ai nostri giorni che scricchiola sotto la spinta implacabile della rivoluzione digitale. E chi ha posizioni economiche, di potere o di prestigio da difendere cercherà di tenere insieme la baracca in modo solidale con chi è colpito per primo. Altri, pur appartenendo a quel mondo, si stanno già cercando un posto al sole nel mondo che verrà.
    Il povero lettore per continuare ad avere gli sconti si troverà a dover fare la raccolta punti fedeltà presso le GRANDI CATENE (o il fornitore on line) ma gli diranno che sbaglia: gli diranno che è per il suo bene, e per la sua libertà che lo sconto “bello” non c’è più, e se è troppo ignorante per non capirlo da solo, almeno si fidi del suo partito politiko di riferimento…

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  37. Avatar Marcello Nucciarelli
    Marcello Nucciarelli

    A me pare una visione molto nichilista, e mi sorge una domanda: ma lei è una persona che legge? Glie lo chiedo perché da lettore io non potrei mai sostituire un libro cartaceo con un e-book e così credo che la pensino tutti i componenti del famoso “zoccolo duro” che costituisce una buona fetta del mercato librario italiano; persone, per intenderci, che vanno in libreria ogni 7-8 giorni e ne escono sempre con qualche nuovo acquisto. Io ho comprato tre libri su internet in vita mia, ma erano edizioni in lingua inglese introvabili in Italia e mi occorrevano per lavoro. Per un amante della lettura nulla potrà sostituire il piacere e la gioia di aggirarsi fra gli scaffali di una libreria; consultarli on-line non potrà mai essere nemmeno lontanamente la stessa cosa. E’ un parere del tutto personale, ma amo pensare di essere nel giusto.

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  38. @Marcello Nucciarelli: Io sono una lettrice che è già passata agli ebook da circa un anno. Questo non significa che non compro o che non leggo più libri di carta, anche considerando la disponibilità e i prezzi delle edizioni digitali (perché, incredibile a dirsi, li compro pure, io, gli ebook!)
    Onestamente sono un po’ stanca di questa storia del vero lettore che non può vivere senza la carta. Il vero lettore (se esiste, perché poinqueste etichette sono sempre un po’ inventate apposta per dividere e escludere e per decidere chi è superiore a qualcun altro) non può vivere senza leggere: su carta, su schermo, non importa. Perché valgo di meno solo perché trovo più vantaggioso leggere su schermo?
    E magari oggi lo zoccolo duro dei lettori – meglio: degli acquirenti di libri – non vuole spostarsi dalla carta, ma ci sarà un ricambio generazionale, di altrettante persone che ancora leggono!, ma lo fanno principalmente su schermo.
    Questo non significa che le librerie sono destinate a morire, anzi; solo, è necessario un cambiamento.
    In relazione al suo secondo post infatti ero intenzionata a chiedere quale sia la funzione insostituibile del libraio oggi, quella per cui il lettore / acquirente dei libri si spinge fino in libreria ed è disposto a pagare quei due euro in più. Perché:

    Esempio: lei acquista l’ultimo libro della Pancol, ma è al corrente che ne sono stati pubblicati altri due in precedenza, che però non trova vicino al nuovo. Come fare a sapere se sono disponibili in commercio, se ancora in edizione rilegata oppure in economico, ecc….

    Io questo problema lo risolvo oggi direttamente in libreria dal mio smartphone con un paio di click, _mentre_ sono in fila per parlare con il libraio o con il commesso per chiedere se eventualmente il titolo è in negozio e se non lo trovo me lo può prendere per favore.
    Chiederlo al libraio sarebbe più facile? Non metto in dubbio la professionalità di nessuno, ma ora come ora non posso credere che per una richiesta specifica, relativa a roba di nicchia, il libraio vada a memoria e non risolva la cosa via Internet esattamente come lo faccio io.
    In più, devo fare la fila.

    Allora io dico che sono disposta a pagare due euro in più un libro per il servizio di una persona competente, o la possibilità di sfogliare il volume in libreria, una buona libreria (e lo faccio, perché mi piace e posso farlo) – però a questo punto sono i librai che devono convincermi che ne ho davvero bisogno. E io devo avere la possibilità di decidere se questo servizio aggiuntivo lo voglio oppure no.

    Poi penso a quanto l’ecommerce abbia fatto per me giovane lettrice di provincia, con un’unica piccola libreria sfornita a 20km di distanza, le biblioteche non aggiornate, comunque lontane un viaggio di macchina e senza i fondi per il prestito interbibliotecario. Durante le gite in città avevo un’ora o due per procurarmi i libri che volevo (scelti dai cataloghi o da Internet): onestamente, non mi sono mai fatta il problema del valore della libreria in cui mettevo piede; certo più scelta c’era meglio era, per me.
    Mi chiedo quante persone si ritrovino in questa condizione, quella di aver conosciuto queste fantastiche librerie indipendenti solo attraverso i racconti in rete. A giudicare gli indirizzi delle persone con le quali mi scambio i libri per posta (Bookmooch) un sacco.
    Non dico che non abbiano valore, ma solo che dieci anni fa come oggi per qualcuno non sono state necessarie per sviluppare la passione per la lettura, o per sviluppare dei gusti che vadano oltre il bestseller di turno.
    Poi ecco, sì, non dubito che la loro presenza avrebbe potuto creare un lettore in più in una zona disagiata dal punto di vista culturale. Però ora come ora non credo che questa legge porterà a nuove aperture di librerie indipendenti con librai capaci e appassionati in campagna. Non è il periodo.

    E sì, anche io sono molto scettica sul fatto che oggi una legge del genere (aggirabile o no) possa sistemare le cose: i prezzi, il numero spropositato dei libri in uscita ogni giorno, i piccoli editori, i piccoli librai. Me lo auguro, ma come Eulero qui sopra penso che per questo siamo un po’ fuori tempo, e che la soluzione sarebbe da cercarsi altrove.

    Il fatto che gli sconti siano stati limitati anche per gli acquisti delle biblioteche, però, mi preoccupa. Le biblioteche dovrebbero avere le giuste agevolazioni a maggior ragione; perché proteggere i piccoli librai e i piccoli editori (se è davvero questo che la legge si propone di fare) e le biblioteche no?

    Grazie per l’attenzione e scusate per il lungo post.

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  39. La protesta dell’Associazione Italiana Biblioteche e la risposta del relatore: http://www.aib.it/aib/cen/stampa/c1108.htm

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  40. Avatar Marcello Nucciarelli
    Marcello Nucciarelli

    E quindi deduco che grazie al meraviglioso mondo di internet, che fra parentesi piace molto anche a me, non occorrono più le professionalità perchè tutto si trova in rete. Dunque non solo il libraio è una figura desueta e inutile, ma anche, che so, il responsabile di un’agenzia viaggi, tanto si prenota tutto su internet, o addirittura il medico, proprio come hanno fatto vedere non più tardi di due ore fa al TG2, perchè la gente trova le informazioni sui sintomi e le cure su internet e tende a far self-service. e così via…
    Bene: è un’idea sua e io la rispetto, ma non mi chieda di condividerla.
    Quello invece su cui mi permetto di dissentire in maniera totale è il giudizio di merito sulle categorie dei lettori che lei mi attribuisce e che non mi sogno proprio di aver mai espresso.
    Parlando di “zoccolo duro” in editoria si intende il lettore forte, non il lettore vero: non mi permetterei mai di fare una graduatoria di merito delle persone che leggono, ci mancherebbe!
    E’ unicamente una questione di quantità. Il lettore forte è semplicemente colui che compra, e di solito legge, molti libri e serve a compensare il fatto che un italiano su due non legga nemmeno un libro all’anno. Personalmente io compro, e leggo, una sessantina di libri all’anno; considerando la mia attività lavorativa che m’impegna ben più delle normali quaranta ore settimanali, l’hobby degli scacchi e il fatto che, del tutto inopinatamente visto il futuro da lei prospettato, da un paio d’anni mi sono messo pure a scrivere, tutto ciò fa di me un lettore forte. Non una persona migliore di un’altra, solamente una che legge più della media nazionale, punto e basta.

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  41. @egolector: grazie per il link, avevo letto la prima parte ma poi mi sono persa la risposte.

    @Marcello Nucciarelli:

    Lei ha scritto:

    ma lei è una persona che legge? Glie lo chiedo perché da lettore io non potrei mai sostituire un libro cartaceo con un e-book

    In cui dubita che una persona convinta del futuro degli ebook possa essere un lettore.

    E anche:

    Per un amante della lettura nulla potrà sostituire il piacere e la gioia di aggirarsi fra gli scaffali di una libreria; consultarli on-line non potrà mai essere nemmeno lontanamente la stessa cosa.

    In cui sostiene che una persona come me, che ha già sostituito la maggior parte delle visite in libreria per la navigazione di quelle online, non sia un’amante della lettura.

    Siamo leggermente off topic, ma se ho inteso male per favore mi corregga.

    Mi rendo conto che non viene (quasi) mai detto con intenzione, ma si tratta di un discorso che ho sentito troppe volte, talmente radicato nella nostra testa che è facile non accorgersene: il vero lettore (l’amante della lettura e vai di sinonimi) va in quel tipo di libreria, compra quel tipo di autori, ama l’odore della carta e disprezza la tecnologia… eccetera. Questa immagine risponde alla realtà?

    Parlando di “zoccolo duro” in editoria si intende il lettore forte, non il lettore vero (…) Il lettore forte è semplicemente colui che compra, e di solito legge, molti libri e serve a compensare il fatto che un italiano su due non legga nemmeno un libro all’anno.

    Anche io rispondo alla definizione di lettore forte, anche io compro e leggo una sessantina di libri l’anno: solo, la maggior parte di questi sono in edizione digitale.

    Quanto al ruolo di Internet:

    E quindi deduco che grazie al meraviglioso mondo di internet, che fra parentesi piace molto anche a me, non occorrono più le professionalità perchè tutto si trova in rete. Dunque non solo il libraio è una figura desueta e inutile

    Qui probabilmente mi sono spiegata male io, dunque mi scuso e cerco di esprimermi meglio: non voglio dire che il libraio sia una figura desueta e inutile. Anzi. Proprio perché ne ho poca esperienza, vorrei che mi si spiegasse cosa può darmi _di più_ di una ricerca su Internet. A quali fonti di informazione può accedere che non sono accessibili a me. E quale altro servizio può offrirmi che sia utile per me come lettrice e che io sia disposta a pagare quei due euro in più. (La parte dei consigli di lettura la capisco. Ma se ho già deciso cosa leggere, o se preferisco farmi consigliare da un’altra persona?)
    E se la ricerca Internet la posso fare da sola, è possibile che il libraio di oggi inventi nuovi servizi da offrire al cliente, cose che davvero da nessun altra parte, per nessun altro prezzo?
    E’ questo che mi auguro: un motivo per entrare in libreria una volta a settimana perché utile o divertente, e per acquistare proprio lì il libro che voglio (magari perché quella libreria offre anche il digitale).
    Tutto qui.

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  42. Avatar Marcello Nucciarelli
    Marcello Nucciarelli

    Bene, non intendo insistere oltre: evidentemente io ho a che fare quotidianamente con persone che costituiscono una razza a parte…Le persone con cui parlo io sono abituate a cercare un consiglio, un aiuto nella scelta, un suggerimento, un collegamento fra generi, epoche….
    Domande all’ordine del giorno sono:
    – Il mese scorso mi ha fatto leggere quel romanzo di XY, oggi cosa mi consiglia?
    – A me piace Tizio, ma ho letto tutti i suoi libri, mi consigli un autore simile…
    – un libro per una ragazza di tredici anni che vuole passare ai libri per adulti, però niente sesso, niente vampiri….
    E spesso, non per vantarmi perchè sarebbe veramente stupido, quando io consiglio un autore o un libro in particolare e ne parlo per qualche minuto, noto che pian pianino si forma un piccolo capannello di persone, che magari finge di guardare le copertine, ma in realtà ascolta attentamente, così capita che finisco per vendere tre o quattro copie dello stesso libro o dello stesso autore…
    Ma ci sono altre cose: lei dice che su internet si trova tutto, ma a me capita che la gente venga alla cassa con due libri riguardanti lo stesso argomento e mi chieda qual è il migliore, sebbene li abbia in mano. A volte è un manuale di cartonaggio, un libro sui bonsai, un testo di storia…come se il libraio li avesse letti tutti e si intendesse di qualsiasi argomento…
    Ma il libraio è come una spugna, trattiene le informazioni che impara nel corso degli anni e le restituisce all’occorrenza. Come? Ascoltando i propri clienti.
    – Volevo dirle che quel manuale sul ferro battuto che ho comprato la settimana scorsa è veramente eccezionale…
    Tu non leggerai mai un manuale sul ferro battuto, ma ti ricorderai di quella frase e quando un cliente verrà a chiederti un buon manuale sul ferro battuto avrai modo di utilizzare l’informazione appresa. Negli anni queste informazioni si assommano e si aggiungono a quelle che hai più direttamente perchè ti derivano dalle tue passioni e dai tuoi interessi personali; il tutto insieme va a costituire la memoria storica del libraio che forse può valere almeno uno di quei famosi due euro.
    Quello che da invece veramente fastidio è che esca un bestseller annunciato e l’ipermercato che è a 6 chilometri dal mio negozio lo venda fin dal primo giorno al prezzo che lo pago io: questo io l’ho sempre ritenuto vergognoso e quindi ben venga una legge del libro, anche se fatta male, che limiti un po’ questa pratica commerciale scorretta…
    E, per sgombrare il campo da equivoci, anche se parlo di “mio” negozio non sono titolare di libreria, ma quella figura professionale che una volta si chiamava “direttore di libreria”

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  43. Avatar Russell's Teapot
    Russell’s Teapot

    Non posso fare a meno di concordare con Livia ed Eulero. E per essere più specifica: mi sembra che questa discussione nasca dal voler difendere la figura del “vero libraio” piuttosto che il lettore stesso – il che va anche bene perché la frustrazione delle piccole librerie nei confronti delle grandi catene è comprensibile; ma la vecchia tiritera dello scarso valore dell’ebook (e anche dell’audiolibro magari) rispetto al testo cartaceo – tiritera basata sulla presunta superiorità di quest’ultimo – è fuori luogo, fuori tempo, e ricorda tanto la discussione vinile vs. cd vs. mp3 che, onestamente, dubito qualcuno prenda ancora sul serio.
    Gli ebook sono una realtà, e non andranno da nessuna parte; tanto vale imparare a conviverci. E il piacere della lettura non diminuisce se il lettore non sente l’odore della carta: dopotutto andiamo in cerca di contenuti non di profumi o copertine.

    Concordo pienamente con il discorso degli abitanti di provincia che non hanno facile accesso a una libreria e comprano sul web (posso confermare). E vogliamo mettere la comodità di un lettore ebook per chi viaggia spesso e deve limitare il peso del bagaglio? O per chi legge furiosamente più libri in contemporanea e talvolta non sa decidersi se portarsi dietro il romanzo, il saggio, o la raccolta di racconti? O ancora per chi legge in lingua originale e risparmia volentieri sugli (argh) molteplici dollari/sterline di spese di spedizione?

    Ma ci sono altre cose: lei dice che su internet si trova tutto, ma a me capita che la gente venga alla cassa con due libri riguardanti lo stesso argomento e mi chieda qual è il migliore, sebbene li abbia in mano. A volte è un manuale di cartonaggio, un libro sui bonsai, un testo di storia…come se il libraio li avesse letti tutti e si intendesse di qualsiasi argomento…
    Ma il libraio è come una spugna, trattiene le informazioni che impara nel corso degli anni e le restituisce all’occorrenza. Come? Ascoltando i propri clienti.
    – Volevo dirle che quel manuale sul ferro battuto che ho comprato la settimana scorsa è veramente eccezionale…

    Forse. Ma, come dice lei, il libraio non può leggere tutto; e dunque, se il suggerimento che ricevo dal libraio scaturisce da ciò che ha sentito dire da un altro cliente, allora non è addirittura meglio per me informarmi online dove di commenti ne leggo venti e posso farmi un’idea più accurata?

    Ribadisco, posso comprendere il desiderio/necessità da parte di chi è del mestiere di difendere una figura professionale che ha perso di prestigio; ma farlo pubblicizzando presunti vantaggi per i lettori (e dividendo pure quest’ultimi in classi di merito) mi sembra poco veritiero e abbastanza fuori dal tempo.

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  44. Avatar Marcello Nucciarelli
    Marcello Nucciarelli

    Dopo aver sottolineato ancora una volta che non mi sono mai permesso di esprimere giudizi di merito (lettori divisi in classi di merito??, mah, questa poi…), prendo atto con grande rammarico di quanto sia diffusa la poca stima nei riguardi della mia professione fra persone comunque fruitrici di cultura e mi ritiro nel mio mondo “fuori dal tempo”, o forse dovrei dire “off topic” (e non addentriamoci anche nel depauperamento della nostra lingua, mille volte superiore all’inglese quanto a ricchezza ed espressività).
    Un’ultima considerazione, per tornare al discorso iniziale della legge: se in tutti i paesi culturalmente più evoluti (e qui sì, purtroppo, è un giudizio di merito), esistono leggi che impediscono la svendita del libro, limitando gli sconti possibili a percentuali di gran lunga inferiori a quelli stabiliti da questa legge, questo significherà qualcosa. Provate a girare le librerie o i supermercati della Scandinavia e ditemi se trovate il nuovo romanzo di Ken Follett al trenta per cento di sconto fin dal giorno di uscita…
    Ma forse dipende anche dal fatto che in quei paesi (e in tanti altri, fortunatamente) il presidente del consiglio non può essere proprietario del principale gruppo editoriale della nazione (e mi dispiace di aver sconfinato in politica, ma se non impariamo che occorre darsi delle regole serie non saremo mai un paese normale)

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  45. Due info per il nostro amico libraio che pare essere poco informato
    1) i lettori di ebook sono proprio i lettori forti, e questo è quello che ci dicono le indagini di mercato, http://www.thebookseller.com/news/heavy-book-buyers-avoiding-bookshops-says-hc-chief.html
    2) in Gran Bretagna e negli Stati uniti non ci sono leggi che impediscano gli sconti dei libri eppure sono paesi culturalmente tra i più evoluti.

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  46. Avatar Lettore amareggiato
    Lettore amareggiato

    Io, da lettore, ritengo questo provvedimento a dir poco indecente, frutto di interessi di bassissima bottega. E’ sempre la stessa storia, in Italia tutti sono per il libero mercato purchè limitato agli altri: non si era mai visto un paese che si definisce a economia di mercato fare una legge sui prezzi, addirittura per aumentarli.
    Perdonatemi la brutalità, ma spero vivamente che chi ha pensato questa “genialata” ne abbia conseguenze molto negative in termini di vendite.

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  47. Solo per completare l”informazione, merita ricordare che in Francia, per esempio, la legge che limita gli sconti sui prezzi dei libri è in vigore ed è assai più restrittiva di quella italiana.

    Il che non significa automaticamente che la nostra sia una buona legge. Era solo per non tacere una situazione di fatto.

    ciao ciao

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  48. a me questa legge mi pare una cazzata!
    é la solita legge corporativa che tutela una categoria specifica, alla pari delle leggi per i farmacisti, i notai etc
    In america ( o in Inghilterra) Amazon vende libri con forti sconti e questa trovata invece da noi ha avuto un consenso quasi unanime da parte di tutti
    E non mi risulta che abbiano fatto leggi analoghe alla nostra in quei paesi
    La libreria si può difendere solo in un modo : fornendo quel servizio personalizzato e su misura di cui molti clienti hanno bisogno : non con leggi corporative!
    Il che dimostra che in Italia la libera concorrenza è pura chimera!
    A chi dice andremo in biblioteca rispondo : è una sciocchezza
    In biblioteca non trovi sempre quello che ti interessa ed in più per le biblioteche non ci sono deroghe per cui ridurranno i loro acquisti perchè sono equiparate ad un qualsiasi utente
    Non hanno alcun vantaggio da questa legge
    Il che dimostra la miopia di questa legge che semmai doveva incentivare le biblioteche semmai, non azzopparle ulteriormente in aggiunta ai pesanti tagli del loro budget che tocca spesso il 50% grazie alle leggi fatte da questo governo che oltretutto odia la cultura

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  49. La legge sul prezzo dei libri in francia potrà anche essere più restrittiva ma avete fatto un giro nelle librerie francesi?! Guardate i prezzi e poi giudicate! Sono moooooooolto più bassi! Ma come al solito in italia si copiano le cose in cui gli altri stati eccelgono mantenendono solo la parte svantaggiosa! Insomma uno schifo…

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