Ormai da qualche anno ho l’abitudine ( o la presunzione?) di formulare auguri per l’anno che verrà e l’ho fatto nel 2008 con una poesia erroneamente attribuita a Neruda, nel 2009 con un testo dell’uruguayano Galeano, tratto dalla sua “Storia quasi universale”, nel 2010 con la poesia di una bambina israeliana che rivendicava “pace”. Per il 2011 ho faticato a trovare un testo con cui comunicare qualcosa di significativo, poi ho optato per il “Manifesto del contadino impazzito” di Wendel Berry, un contadino del Kentucky, ma anche poeta e intellettuale.
E’ uno scritto radicale in cui non è facile riconoscersi del tutto, ma mi piace perché indica almeno una direzione in cui saremo obbligati a muoverci.
Mi auguro, dunque, proprio ora nel contesto massimo del consumismo quale è il Natale, una rivoluzione culturale, che preveda nuovi stili di vita più sobri, più responsabili, un nuovo Rinascimento che trasformi la crisi economica che stiamo subendo in occasione di miglioramento e di cambiamento.
Mi auguro che la qualità della nostra vita non dipenda solo dal Pil, che si vada verso una società più equa, sostenibile, partecipata.
Rubando le parole a Serge Latouche, o a Maurizio Pallante rivedere i valori:
“l’altruismo prevalga sull’egoismo,
la cooperazione sulla concorrenza,
il piacere del tempo libero sull’ossessione del lavoro,
la cura della vita sociale sul consumo illimitato,
il locale sul globale,
il bello sull’efficiente,
il ragionevole sul razionale.”
Scommetto che state pensando che non sono Xochitl2, ma Alice nel paese delle meraviglie?
Manifesto del contadino impazzito
Amate pure il guadagno facile,
l’aumento annuale di stipendio, le ferie pagate.
Chiedete più cose prefabbricate,
abbiate paura di conoscere i vostri prossimi e di morire.
Quando vi vorranno far comprare qualcosa
vi chiameranno.
Quando vi vorranno far morire per il profitto,
ve lo faranno sapere.
Ma tu, amico,
ogni giorno fa qualcosa che non possa essere misurato.
Ama la vita. Ama la terra.
Conta su quello che hai e resta povero.
Ama chi non se lo merita.
Non ti fidare del governo, di nessun governo.
E abbraccia gli esseri umani:
nel tuo rapporto con ciascuno di loro riponi la tua speranza politica.
Approva nella natura quello che non capisci,
perché ciò che l’uomo non ha compreso non ha distrutto.
Fai quelle domande che non hanno risposta.
Investi nel millennio… pianta sequoie.
Sostieni che il tuo raccolto principale è la foresta che non hai seminato,
e che non vivrai per raccogliere.
Poni la tua fiducia nei cinque centimetri di humus
Che crescono sotto gli alberi ogni mille anni.
Domandati se quello che fai
potrà soddisfare la donna che è contenta di avere un bambino.
Domandati se quello che fai
disturberà il sonno della donna vicina a partorire.
Vai con il tuo amore nei campi.
Risposati all’ombra.
Finché la donna non ha molto potere,
dai retta alla donna più che all’uomo
Quando vedi che i generali e i politicanti
riescono a prevedere i movimenti del tuo pensiero,
abbandonalo.
Lascialo come un segnale della falsa pista,
quella che non hai preso.
Fai come la volpe, che lascia molte più tracce del necessario,
diverse nella direzione sbagliata.
Pratica la resurrezione-
Non solo per il 2011 l’augurio di un mondo migliore, pur nelle difficoltà economiche che ci aspettano, ma anche un augurio personale agli amici del GDL “Una pagina a caso” di cui faccio parte,e agli amici del blog, compagni dei migliori momenti di lettura…in particolare a Luiginter, Bianca, Fenice, Silvana, Renza, Gabriella, Giuliaduepuntozero, Fubar, Donella, Anto, Antonella, Marina Forlani, Theleshore ( ma che fine avete fatto?) ecc.ecc. …e tutti gli altri!
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