L’altra sera durante la riunione del gruppo di lettura di Cologno Monzese dedicata a La Vita agra di Luciano Bianciardi c’è stato un altro bel momento di coincidenze: uno dei lettori, infatti, ha espresso un’idea simile a quella che Capaldi ci ha detto (chi lo ha perso lo legga qui) proprio a proposito di La Vita agra con riferimento alla faccenda della memoria nella lettura. Il nostro lettore del Gdl in sostanza diceva:
forse ad alcuni di noi Bianciardi sembra difficile, oscuro, semplicemente perché leggiamo troppo e quindi leggiamo troppo in fretta e fatichiamo ad entrare nelle pagine, a stare bene fra le parole.
Insomma, dobbiamo praticare nella lettura la moderazione, la ripetizione, l’esercizio di attenzione, la lentezza che ci aiuta a capire, ad apprezzare e ad amare le parole. Che ci aiuta a ricordare. (Certo a proposito di memoria e ricordare, vi segnalo l’idea parzialmente diversa di Renza in questo commento, per chi se lo è perso).
Su Bianciardi e il gruppo di lettura, sulla memoria e l’oblio nella lettura devo ritornare ancora. Spero di non annoiare. 😉
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