I libri della settimana, 28 settembre 2023

I libri della settimana, 28 settembre 2023

Cormac McCarthy, Stella Maris, Einaudi, 2023, 200 pp.
Alcune settimane fa Il Passeggero era entrato in una di queste rubriche sui libri della settimana.
Oggi inseriamo invece l’altro romanzo breve, pubblicato da McCarthy nel 2022, che conclude la sua vita di scrittore e di uomo (McCarthy è morto nel giugno di quest’anno). Parlo oggi di Stella Maris, perché domenica scorsa La lettura ha pubblicato un bella recensione di Emanuele Trevi che vi consiglio, e che, in parte, riprende anche alcune considerazioni su Il passeggero.
Così presenta il libro Einaudi: «Ottobre 1972, struttura psichiatrica Stella Maris. Tra le mura di una stanza un uomo e una donna si scambiano parole di matematica e desiderio, di musica e visioni. Lei si chiama Alicia Western ed è lì per cercare di sfuggire ai suoi demoni. Lui è lo psichiatra che l’ha in cura ed è lí per tentare di salvarle la vita. Falliranno entrambi, ma le parole che si scambiano tra quelle mura resteranno dopo di loro.»
Trevi scrive: «I sette dialoghi di cui si compone Stella Maris sono un mirabile lavoro di scavo nell’infelicità, una speleologia dell’anima ferita, un corpo a corpo con il lutto, il desiderio, la conoscenza». E ancora: «Ma tutto ciò che può emergere nel discorso, per il fatto stesso che esistono le parole per dirlo, allude a un rifiuto della vita che, come il silenzio dei mistici, non può essere comunicato che attraverso il gioco di specchi della negazione e della reticenza».

Eraldo Affinati, Delfini, vessilli, cannonate. Autobiografia letteraria, Harpercollins, 756 pp.
Affinati, disegna un’esperienza etica, letteraria e civili attraverso, libri, i luoghi e gli esseri umani incontrati. Essi sono accolti più che studiati, ha scritto Chiara Fenoglio su La Lettura (24 settembre 2023). Il libro è articolato in 21 sezioni tematiche.
Scrive su Avvenire Roberto Carnero: ci sono «brani di diari di viaggio, recensioni, necrologi di scrittori, interviste, articoli di varia natura pubblicati negli ultimi anni in varie sedi (tra cui “Avvenire”). Ma c’è un elemento unificante che compatta i diversi interventi e li organizza in una struttura coerente, articolata attorno ad alcuni grandi temi – ancora una volta – insieme letterari ed esistenziali (tra gli altri: adolescenza, amicizia, coraggio, Dio, esilio, famiglia, giustizia, guerra, memoria, scuola): lo sguardo dell’autore. Uno sguardo e una voce inconfondibili, senza fronzoli e senza alcun tipo di retorica, sempre alla ricerca di ciò che è essenziale, vero, autentico, e che quindi vale la pena considerare e conservare.»
Ancora Fenoglio: questo libro di Affinati ipotizza una nuova forma di scrittura, volteggiante tra autobiografia e saggio, in cui, (Affinati lo dice con i versi di Pierluigi Capello) la “sospensione della conoscenza” sia il “cuore della conoscenza stessa”. E ancora: «Il nucleo fondante di questo libro è la ridefinizione della commozione, il riconoscimento che alla base della lettura e della scrittura c’è una scintilla incandescente (il pathos, il turbamento) che va ricondotta alla intelligenza delle cose.»

Christopher Clark. Revolutionary Spring: Europe Aflame and the Fight for a New World, 1848–1849, Crown, 2023, 873 pp.
Storico molto noto per I sonnambuli, il libro che nel 2013 ricostruì la sciagurata corsa dell’Europa verso la catastrofe della grande guerra, ci presenta un monumentale quadro delle rivoluzioni del 1848, rivoluzioni spesso trascurate o interpretate come illusioni guidate da leader non all’altezza. Clark prova a ribaltare questa visione, sottolineando soprattutto numerose implicazioni positive di quelle sollevazioni.
In un certo senso, Clark paragona il ‘48 alle primavere arabe del 2010-2011, e, facendo questo, come nota Lynn Hunt sulla New York Review of Books, sembra rendere il suo tentativo di rivalutazione delle rivoluzioni di quell’anno piuttosto complicato, visto l’esito deludente dell rivolte contro i regimi autoritari arabi, la loro incapacità di generare vere e durature riforme.
Il libro però è molto ricco e documentato e ci riporta all’origine di molte delle idee di liberazione che sarebbero sbocciate negli anni a venire.
Scrive Hunt: «Il racconto di Clark funziona, ironicamente, perché rimane volutamente concentrato sui dettagli. Le specificità diaboliche che hanno reso spesso indigeste le versioni precedenti di questi eventi prendono vita nella sua scrittura, che è contemporaneamente coinvolgente e propulsiva, non diversamente da un romanzo di Charles Dickens o Victor Hugo. Clark dà il giusto spazio a ogni singolo rivolgimento, intrecciandoli e sottolineandone l’interconnessione. Gli eventi del 1848 meritano questo tipo di visione laser, poiché hanno avuto l’effetto di mobilitare non solo enormi folle di manifestanti comuni, ma anche alcuni degli individui più carismatici e significativi del secolo, anzi, dei tempi moderni.»

Sebastiano Maffettone, Il nostro tempo con il pensiero. Una filosofia del presente, Mimesis, 300 pp.
Maffettone analizza il nostro presente con la lente della filosofia. Essa ci parla al presente e appare più necessaria che mai alla luce della complessità del mondo. Ogni riflessione di questo libro è collegata all’altra da un fil rouge che accompagna lo sguardo del lettore attraverso le tensioni dialettiche della realtà. 

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