Non puoi leggerli! Sei libri proibiti: censure che forse non conosciamo

Alcuni autori e titoli ricordati dall’Economist. Uno è italiano

Sono tanti – e per i motivi più terribili e assurdi – i libri che qualche autorità impedisce di leggere a qualcuno.

L’Economist il 24 febbraio ne ha elencati alcuni. Sono casi meno conosciuti di altri più clamorosi, ma significativi delle pieghe che prende la furia di proibire la lettura.

Taslima Nasrin, Vergogna! (“Lajja”),  Mondadori.
Lajja significa appunto, vergogna. L’autrice è fuggita dal Bangladesh e si è rifugiata in Svezia. Nel 1994 ha vinto il Premio Sacharov per la libertà di pensiero. La storia che racconta il romanzo riguarda la vendetta organizzata da estremisti mussulmani in Bangladesh contro la minoranza hindu per ritorsione dopo la distruzione della moschea di Ayodhya in India nel 1992. Il governo del Bangladesh proibì subito il libro. In India gli estremisti hindu ne hanno distribuito copie sui bus e sui treni con fini propagandistici (questo risvolto rende la questione ancora più grottesca).

Toni Morrison, The Bluest Eye, (L’occhio più azzurro, Sperling & Kupfer)
È da tempo nella lista delle opere “proibite” in molte scuole superiori americane. Secondo il PEN America, The Bluest Eye nel 2022 era al quarto posto nella lista delle bandite, preceduto da due libri con tema LGBT e da un romanzo su una coppia inter-razziale di adolescenti.

I genitori sarebbero preoccupati delle pagine di Morrison – premio Nobel nel 1993 – che mostrano violenza sessuale, e gli insegnanti sono spesso convinti che di questi temi è il caso di occuparsi ma solo in classe e con la guida diretta dell’insegnante, non di una scrittrice (per di più afroamericana).
Secondo l’American Library Association (ALA) sono 1600 i titoli che nel 2021 sono stati rimossi dagli scaffali di biblioteche o proibiti dagli organi di direzione delle scuole negli Usa.
A proposito di Morrison, nel 2016 l’assemblea legislativa della Virginia ha approvato il cosiddetto “Beloved bill” (dal titolo di un altro dei romanzi della scrittrice, Beloved, – Amatissima in italiano). La legge permette ai genitori di esentare i figli dalla lettura assegnata dagli insegnanti, quando ritengano che il testo sia “sessualmente esplicito”; il governatore democratico di allora si oppose con un veto, il che, secondo l’Economist, contribuì a fargli perdere la rielezione.
Oltre 40 anni fa, ricorda il settimanale, Morrison osservò che “c’è una certa isteria associata all’idea della lettura che è completamente sproporzionata rispetto a quel che succede veramente quando uno legge”.

Hamid Ismailov, The Devils’ Dance.
Ismailov è nato nel 1954 in Uzbekistan da dove è fuggito nel 1992, accusato dal governo di “inaccettabili tendenze democratiche”. Ha scritto molti romanzi, tutti proibiti nel suo paese. Questro citato dall’Economist ri-immagina le vite di intellettuali dissidenti in prigione, nelle mani della polizia segreta staliniana, in attesa dell’esecuzione nel 1938.
In Italia Utopia ha pubblicato La fiaba nucleare dell’uomo bambino. Questa la quarta di copertina: 

«Nella carrozza di un treno che corre attraverso la sconfinata e monotona steppa kazaka, un viaggiatore si imbatte in un venditore che suona magistralmente il violino. Si chiama Erzhan e, malgrado sia un giovane adulto, conserva un aspetto da bambino. Per ingannare il tempo, il passeggero lo prega di parlare della sua storia. Si dipana così il misterioso racconto dell’uomo bambino, nato negli anni della guerra fredda in un villaggio sperduto, nei pressi di una stazioncina di transito. Erzhan è cresciuto in una piccola comunità, in un microcosmo scandito da riti magici e credenze remote, con la rigida educazione del nonno e da sempre innamorato della piccola vicina di casa, Ajsulu. Un’infanzia serena su cui si addensa una sola ombra minacciosa, quella che si proietta dalla Zona, una impenetrabile area recintata al centro della steppa. Detonazioni intermittenti oscurano il cielo e fanno tremare la terra, provocando violenti uragani e generando timori nel villaggio di Erzhan. Violando le raccomandazioni della famiglia, un giorno il bambino si immerge nel Lago Morto, un bacino color smeraldo che si è formato in seguito a un’esplosione nucleare. E smette di crescere.»

Paek Nam Nyong, Friend: A Novel from North Korea.
È il primo romanzo scritto da un nordcoreano disponibile in inglese (in italiano non mi risulta essere stato tradotto). Venne pubblicato nel 1988 e racconta vicende familiari colte nel momento delle crisi e separazioni. La versione in inglese del libro, traduzione di Immanuel Kim, Columbia University Press, ha anche una bella postfazione del traduttore che colloca il romanzo nella tradizione letteraria nordcoreana.
Il libro però in Corea del Sud, pur in vendita, non può essere letto dai militari perché “sedizioso”. Si tratta, dice l’Economist, di un romanzo prezioso per la capacità di illuminare la vita quotidiana del paese asiatico del quale non sappiamo quasi niente.

Yu Hua, La Cina in dieci parole, Feltrinelli.
È un autore molto letto e apprezzato in Cina, con i suoi romanzi dedicati alle vicende che hanno portato il paese dalle brutalità della rivoluzione culturale alle trasformazioni generate dallo sviluppo del capitalismo. Quando però Yu Hua ha deciso di scrivere un saggio che attraverso dieci parole proponesse una riflessione sulla Cina contemporanea e sul suo passato è intervenuta la censura e ne ha impedito la pubblicazione. In particolare, il primo capitolo, “Popolo” è dedicato al bagno di sangue di piazza Tienanmen del 1989.

Infine, un’opera per bambini.
Francesca Pardi, Piccolo Uovo, illustrato da Altan, Lo Stampatello.
Qui l’Economist ci ricorda come nel 2015 il sindaco di destra di Venezia, Luigi Brugnaro “ordinò” alle scuole materne della città di non usare più 49 libri per bambini colpevoli di minacciare la famiglia “tradizionale”. La protesta che ne seguì indusse Brugnaro a rivedere il suo “ordine” riabilitando tutti i libri tranne due: uno dei quali era Piccolo Uovo, la favola ispirata dalla storia vera di un uovo di pinguino adottato da due pinguini maschi allo zoo di Central Park a New York City.

Leggi anche:
Roald Dahl (come ogni scrittore) non si censura ma si discute
Per approfondire:
-Sulla pratica della censura dei libri, si può leggere, tra l’altro, Dangerous Ideas. A Brief History of Censorship in the West, from the Ancients to Fake News, di Eric Berkowitz (@ericberkowitz4).
Guerra ai libri, nel 2022 la censura torna alla carica – Avvenire

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