A proposito di Sandro Ferri, “L’editore presuntuoso” e di noi, lettori ingenui

A proposito di Sandro Ferri, “L’editore presuntuoso” e di noi, lettori ingenui

Il libro dell’editore di E/O è anche un buon modo per rileggere la nostra storia di lettori ingenui, con ironia e consapevolezza, un po’ di pessimismo ma non troppo. E per capire chi sta uccidendo gli editori-soggetto

A trent’anni ero un lettore più ingenuo di quanto fossi stato dieci anni prima, a vent’anni; o di quanto sarei stato dieci anni dopo e poi ancora più tardi. 

Sì insomma, a trent’anni ero più fiducioso e meno diffidente nei confronti del mercato editoriale. Forse c’entra anche il fatto che avessi più soldi a disposizione rispetto a dieci anni prima, ma il risultato era che compravo molti più libri, e soprattutto li compravo fidandomi delle quarte di copertina, e dei librai che disponevano i libri ben in vista sui banchetti.

Mi dicevo: se un editore importante l’ha pubblicato e se una libreria del centro lo espone sarà un bel libro. Così a trent’anni comprai buoni libri ma anche libri mediocri. Mentre ora, come quando avevo vent’anni, compro molti meno libri e cerco di comprare libri che spero siano davvero meritevoli. Ero un po’ esistenzialista a vent’anni e leggevo solo classici moderni e contemporanei. Faulkner, Dostoevskij, Tolstoj, Meneghello e Calvino, Vargas Llosa, sì insomma ci siamo capiti. Adesso sono meno esistenzialista ma ancora più selettivo e compro meno libri, anche perché lo spazio in casa si è fatto più prezioso e mi è presa questa voglia di rileggere romanzi letti trent’anni prima o di leggere finalmente saggi di filosofia presi in biblioteca.

Ho pensato anche a questo quando ho avuto fra le mani il nuovo libro di Sandro Ferri, L’editore presuntuoso (edizioni E/O). Ferri di E/O è il fondatore, insieme con Sandra Ozzola. E come si intuisce dal titolo di questo suo libro, non vuole fare il diplomatico e non va per il sottile. Nel disegnare il quadro dell’editoria italiana (ma anche internazionale) dice chiaramente che quel che loro avevano in mente nel dar vita alla casa editrice era un editore-soggetto, un esemplare piuttosto diffuso allora, negli anni ’70 e ’80, ma anche dopo – Ferri ne parlava anche nel 2010 nel suo Ferri dell’editore –  ma che è venuto via via riducendosi. E probabilmente, aggiunge, quel soggetto sta scomparendo. Anche se ancora oggi, spiega Ferri, gli editori-soggetto restano una parte importante del mercato editoriale, circa il 50% del fatturato. Ma è la tendenza alla riduzione che dovrebbe spaventare noi lettori.

L’editore-soggetto

Ma che cos’è l’editore-soggetto e a cosa si deve questa “mattanza degli editori soggetto”?

Spiega Ferrri che l’editore-soggetto è uno che “vorrebbe imporre al pubblico la lettura dei libri scelti da lui”.  La soggettività dell’editore è “un elemento irrinunciabile dei meccanismi attraverso i quali, nell’età moderna, si è sviluppato il processo di pubblicazione e di lettura dei testi”. Secondo Ferri senza questo insolito personaggio non avremmo letto tutti i libri che abbiamo letto, e forse “gli stessi Tolstoj o Dumas o Kafka o Proust non avrebbero pubblicato i loro capolavori, o non sarebbero diventati così famosi e così indispensabili alla nostra formazione culturale”. Nell’opinione di Ferri “l’editore è soprattutto un tipo  (forse presuntuoso, forse romantico) che legge dei manoscritti […], vi applica sopra il proprio marchio e pretende (perlomeno spera) che vengano letti da lettori paganti.

Gli editori-soggetto rimasti sono nelle case editrici indipendenti, alcune, ma esistono anche oltre questo recinto. Ci sono anche nei grandi gruppi editoriali dove però “devono rendere conto ai manager finanziari e di marketing, difendere le loro scelte di fronte alle esigenze rigide di chi deve fare quadrare i conti delle aziende”.

Gli algoritmi

Soprattutto, dice Ferri, questi editori-soggetto dentro le grandi aziende non sono più i “soli a decidere cosa dev’essere pubblicato e in qual modo. A farlo sono essenzialmente degli algoritmi che ‘interpretano’ ed elaborano i dati del mercato, le classifiche di vendita, i sondaggi, gli ‘storici’ delle performance dei vari autori o generi letterari”.

Insomma, ci saranno ancora editori-soggetto in grado di “affermare con la propria attività le forme e i modi della lettura? Oppure lasceranno il campo agli editori macchina, agli editori-algoritmo, e saranno questi ultimi a decidere cosa e quanto si leggerà in futuro?”

Domanda che dovrebbe inquietarci parecchio, perché riguarda quest’altra domanda: “chi ci dirà cosa dovremo leggere, e se potremo ancora leggere?”

Il fatto è che gli editori-soggetto erano (sono) diversi tra loro quanto a gusti, sensibilità propensione alle scelte di autori, sensibilità e la garanzia arriva dal fatto che questi editori “presi nel loro complesso” garantiscono la bibliodiversità e il pluralismo delle voci.” Che ne sarà delle nostre letture se spariscono?

Chi sta uccidendo gli editori-soggetto

L’altra domanda sulla quale Ferri ci invita a riflettere è: chi sta uccidendo gli editori-soggetto, giorno dopo giorno?

E qui si dipana insieme alle risposte che adesso vi elencherò sommariamente, anche una specie di storia degli ultimi decenni dell’editoria italiana, specie delle azioni degli editori-soggetto nel tenere a bada chi ha cercato e cerca di ucciderli, ma anche un originale e spassoso memoir sulla storia della casa editrice di Ferri e Ozzola che è anche una storia originale e parziale di una letteratura davvero straordinaria degli ultimi decenni. (Anche chi prova una certa antipatia per alcuni bestseller e/o, come Ferrante o Barbery, dovrà ammettere che Hrabal, Brandys, Wolf per citare solo alcune delle loro prime scoperte, ci hanno regalato letture bellissime e irrinunciabili).

Invito chi è interessato a leggere anche questo memoir, questo libro nel libro, che è la parte più godibile e quella che meno ci induce al pessimismo sul futuro delle nostre letture.

Chiudo invece questo articolo elencando dunque, sommariamente, chi sta cercando di uccidere gli editori-soggetto secondo Ferri:
– la finanza e l’immobiliare (“due vecchie conoscenze del capitalismo criminale”)
–Amazon
–il marketing
–gli agenti letterari
–giornali e premi letterari.

Mi fermo qui. Il libro di Ferri ha anche il pregio dell’ironia e il gusto delle sfumature, delle luci con le ombre. E di metterci molte storie di libri ed editori, oltre che storie proprie. Un bel modo per guardare con consapevolezza e senza ingenuità al mondo dei libri. E di guardarlo persino con un po’ di ottimismo.

Commenti

5 risposte a “A proposito di Sandro Ferri, “L’editore presuntuoso” e di noi, lettori ingenui”

  1. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Grazie, avevo ascoltato la presentazione su fahrenheit e mi era sembrata una lettura interessante. Secondo Ferri, e condivido, le recensioni su rivista e i premi letterari non fanno vendere i libri, anzi alcune volte l’iperpromozione può essere nociva, il Premio Strega e la vetrina del Salone del libro di Torino tuttavia costituiscono ancora un traino commerciale sicuro. Il passaparola secondo Ferri è ancora il miglior modo di incuriosire i lettori all’acquisto e in qualche modo – il passaparola avveduto dei lettori, blogger, addetti editoriali – sta sostituendo quelle che un tempo erano le recensioni autorevoli. Non c’è quasi più l’intervento di un critico di un certo peso che argomenti e illumini un libro di narrativa contemporanea, spesso sono gli scrittori stessi, giornalisti culturali, blogger, influencer a farlo. Eppure ci sono testi complessi che a mio avviso meriterebbero di essere illuminati da critici, ne leggo spesso di libri belli, ultimamente, segno che la nostra narrativa attraversa un periodo felice.
    Loredana Lipperini ha candidato al prossimo Strega il romanzo saggio di Daniela Ranieri, “Stradario aggiornato di tutti i miei baci”, libro che trovo dalla qualità letteraria straordinaria.

    Un caro saluto a tutto il forum

    Domenico

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  2. Avatar Camilla Pacher
    Camilla Pacher

    Editori e furbizie. Sarà solo il lettore a decidere .Non è certo nuova la”fortuna “dei .brutti libri. La ,letteratura , mi sembra,cammina anche sulle proprio gambe oltre che sulla influenza dei vari strumenti di calcolo delle vendite.E come fa notare Domenico Fina, molte nuove opere, sia italiane che tradotte, arrivano al lettore . Per fortuna. Ogni epoca ha strumenti pericolosi e lettori diversi. Cam

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  3. Avatar luigi gavazzi

    Lo sguardo di Ferri è quello di un editore; il lettore indipendente e capace di scegliere senza eccessivi condizionamenti esiste ancora ed è forte; e anche il mercato deve fare i conti con questo lettore. Tanto è vero che, dice Ferri, almeno il 50% del mercato è ancora occupato dall’offerta degli editori-soggetto.
    La preoccupazione se mai riguarda la capacità di resistenza di queste due anime: lettore consapevole e difficilmente manovrabile e editore di qualità non governato da algoritmi e mercato.
    Abbracci

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  4. Avatar Camilla Pacher
    Camilla Pacher

    Gentile Luigi, tuttavia i romanzi. ………brutti, sono moltissimi e diventano spesso best seller,dal best. Seller,si fanno film,televisione ecc.e questo , tutto questo distrugge la letteratura e le. menti. E l’Italia è sempre più …..piccola. Cam

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  5. Avatar Lorenzo C.

    Anch’io inaspettatamente mi sono ritrovato a comprare libri in maniera molto selettiva dopo una fase un po’ sregolata. Magari quando entro in libreria ne trovo molti che mi attirano, li prendo anche in mano ma poi esco con uno solo o anche senza niente. In passato non riuscivo a uscire da una libreria senza acquistare

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