Ancora sulla lettura condivisa e lo “spazio pubblico” di Hannah Arendt

Continuo a mettere alla prova Hannah Arendt e le sue idee sullo “spazio pubblico” per verificare se la condivisione della lettura, almeno quella praticata in modalità di apertura e inclusive e in luoghi pubblici o comunque accessibili, si configuri davvero come un’attività capace di creare uno ‘spazio pubblico’, o almeno se abbia alcune delle caratteristiche…

Continuo a mettere alla prova Hannah Arendt e le sue idee sullo “spazio pubblico” per verificare se la condivisione della lettura, almeno quella praticata in modalità di apertura e inclusive e in luoghi pubblici o comunque accessibili, si configuri davvero come un’attività capace di creare uno ‘spazio pubblico’, o almeno se abbia alcune delle caratteristiche tipiche di questo spazio.

Dunque in Vita Activa ci ha detto Arendt che in primo luogo il termine “pubblico” significa “che ogni cosa che appare in pubblico può essere vista e udita da tutti e ha la più ampia pubblicità possibile. Per noi ciò che appare – che è visto e sentito da altri come da noi stessi – costituisce la realtà”; lo abbiamo visto in questo post.

LeRoy Neiman – Olympic Track, 1970

Come un tavolo

“In secondo luogo”, continua Arendt, “il termine ‘pubblico’ significa il mondo stesso, in quanto è comune a tutti e distinto dallo spazio che ognuno di noi vi occupa privatamente. Questo mondo, tuttavia, non si identifica con la terra o con la natura, come spazio limitato che fa da sfondo al movimento degli uomini e alle condizioni generali della vita organica. Esso è connesso, piuttosto, con l’elemento artificiale, il prodotto delle mani dell’uomo, come pure con i rapporti tra coloro che abitano insieme il mondo fatto dall’uomo. Vivere insieme nel mondo significa essenzialmente che esiste un mondo di cose tra coloro che lo hanno in comune, come un tavolo è posto tra quelli che vi siedono intorno; il mondo, come ogni in-fra [in-between], mette in relazione e separa gli uomini nello stesso tempo.”

Continua Arendt:

“La sfera pubblica, in quanto modo comune, ci riunisce insieme e tuttavia ci impedisce, per così dire, di caderci addosso a vicenda. Ciò che rende la società di massa così difficile da sopportare non è, o almeno non è principalmente, il numero delle persone che la compongono, ma il fatto che il mondo che sta tra loro ha perduto il suo potere di riunirle insieme, di metterle in relazione e di separarle”.

[La citazione è dal secondo capitolo di Vita Activa, “Lo spazio pubblico e la sfera privata”. Bompiani 2019]

Commenti

7 risposte a “Ancora sulla lettura condivisa e lo “spazio pubblico” di Hannah Arendt”

  1. Avatar Che cosa facciamo con le nostre letture – GRUPPO DI LETTURA

    […] ci interroghiamo sulla condivisione della lettura in uno spazio pubblico – spazio pubblico di qualche tipo, ancora non lo abbiamo precisato né esattamente delimitato, e […]

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  2. Avatar Gruppi di lettura e partecipazione civile – GRUPPO DI LETTURA

    […] di lettura che ne metta in luce un carattere spesso ignorato e lasciato in secondo piano: essi sono spazi pubblici di partecipazione civile, espressione della cittadinanza […]

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  3. Avatar La lettura può essere azione politica? – GRUPPO DI LETTURA

    […] piazze) e che diventano ogni giorno più importanti.Soprattutto se confrontati con la scarsità di Vita activa (Hannah Arendt) e la colonizzazione dello spazio pubblico da parte delle aziende, e di ogni genere di interessi […]

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  4. Avatar Filosofia della comunicazione nell’era digitale – GRUPPO DI LETTURA

    […] Lo spazio pubblico e la lettura condivisa, Hannah Arendt […]

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  5. Avatar E se nella nostra vita fossero le didascalie e i paratesti a mancare? – GRUPPO DI LETTURA

    […] Queste soglie, che possono solo essere attraversate, sono forse ciò che ci manca in alcune relazioni quotidiane, con persone note, sconosciute, amate o detestate, con le quali finiamo, per così dire, direttamente dentro il testo, senza quel che segna i confini, che offre un titolo, una dedica, una copertina, una introduzione o una prefazione o anche solo una didascalia. La mancanza di soglie nella vita quotidiana può forse spiegare la nostra difficoltà estrema nello spiegarci, nell’accogliere, nell’ascoltare davvero. Perché le soglie potrebbero essere proprio ciò che ci fa dialogare ma che allo stesso tempo ci fa essere plurali e diversi perché ci separa, (un po’ come il tavolo di cui scriveva Hannah Arendt). […]

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  6. Avatar Su Hanna Arendt (1904-1975) – GRUPPO DI LETTURA

    […] Il suo lavoro che più mi ha colpito è Vita Activa, che mi è sembrato utile persino per un tema come i gruppi di lettura e la loro rilevanza per lo spazio pubblico e politico. […]

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  7. Avatar Amori difficili e altre storie di lettura e di lettrici – GRUPPO DI LETTURA

    […] Non potevamo invece trascurare il cinquantesimo anniversario della morte di Hannah Arendt. Il suo Vita activa ci era servito anche per occuparci di gruppi di lettura nello spazio pubblico. […]

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