4 motivi per cui leggere fa bene allo spirito

4 motivi per cui leggere fa bene allo spirito

Domanda eterna, forse, ma sempre attuale: “Quali sono gli effetti della lettura sul nostro spirito? Perché leggere dovrebbe farci stare meglio? Cosa la letteratura porta alla nostra esistenza?” Se lo chiede Maria Popova su Brainpickings.com  unendo le riflessioni a un piacevolissimo video realizzato dallo scrittore e filosofo Alain de Botton e dal suo team della School of Life.


La morale è una: la letteratura è uno strumento che può aiutarci a vivere e a morire con un po’ più di saggezza, bontà e serenità.

In particolare, poi, sono 4 i motivi per cui leggere fa bene allo spirito.

1 –  Guadagnare tempo
Anche se potrebbe sembrare di perdere tempo leggendo un libro, in realtà se ne risparmia perché leggere ci apre a una serie di emozioni e di fatti che,  per sperimentarli tutti in prima persona, servirebbero anni, decenni, forse più vite.

2 – Diventare migliori
La letteratura compie la magia di farci vedere le cose della vita da molteplici punti di vista, di prendere in considerazione le conseguenze delle nostre azioni sugli altri, ci fa conoscere modelli di persone gentili, generose, in sintonia con il nostro essere. La letteratura si pone all’opposto dei valori dominanti della società, denaro e potere prima di tutto. Gli scrittori sono dall’altra parte della barricata.

3 – Curare la solitudine
Noi siamo più strani di quanto ci piaccia ammettere e se è difficile autodefinirci, nel libri troviamo invece la descrizione di chi siamo e di come veramente si svolgono i fatti intorno a noi. È come se lo scrittore ci conoscesse meglio di quanto noi conosciamo noi stessi e trovasse con maggiore facilità le parole per descrivere le nostre fragilità e le esperienze interiori che abbiamo vissuto. In un certo senso, gli scrittori ci aprono la mente e di segnano la strada per conoscerci meglio, guardarci in modo più sereno e non sentirci vittime di paranoie strane che ci portano alla solitudine.

4 – Prepararci al fallimento
Viviamo con il terrore di essere dei “perdenti”. Siamo circondati da notizie di fallimenti che hanno solo un’aurea negativa. In realtà, la letteratura è piena di storie di fallimenti di vite più o meno complicate ma il grande libro non giudica con durezza l’errore e non lo guarda da una sola angolazione.

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