“Alla mia età non vuoi più essere sola come uno scrittore deve essere”. Con queste parole la scrittrice canadese Alice Munro ha annunciato di voler mettere via la penna e ritirarsi dal suo mestiere. Basta racconti brevi, basta nuove pubblicazioni. Quando l’ho saputo sono corsa a prendere la sua raccolta Segreti Svelati (Einaudi) che, neanche a farlo apposta, mi è stata donata solo una settimana fa.
Non avevo mai letto nulla della splendida 83enne. Aprendo Segreti Svelati ho incontrato Louise e Frances e Maureen, poi Lisa e Heather. Donne raccontate nella loro vita in Canada, in contesti molto locali e puntuali, dove il dettaglio e il particolare danno loro e alle loro vicissitudini forma quasi visibile. Ma dove, allo stesso tempo, le situazioni e le sensazioni che queste donne raccontate trasmettono, hanno una grande valenza universale.
Mi ha colpito la scrittura. Accarezza i personaggi ma li dipinge in modo netto e dettagliato, mostra la loro debolezza e ne mette in evidenza i contrasti devastanti dell’interiore, usa un’ironia nel descriverne atteggiamenti e situazioni quasi impietosa. Ma mai irrispettosa.
Louisa era più brillante, più simpatica e bella della maggior parte delle donne sposate. Cos’era accaduto a una donna simile? A volte solo sfortuna. O una scelta sbagliata in un momento importante.
Questo passaggio, quasi all’inizio del racconto Travolto dai sentimenti, mi ha colpito. Il contrasto tra l’evento (alibi?) incontrollabile e passivo della sfortuna e l’atto volontario, razionale e attivo della “scelta sbagliata” presentati come alternative così diverse tra loro non può non accendere l’attenzione sulla giovane ragazza canadese che all’inizio del ‘900 si trova ancora sola. E non te la fa più spegnere.
Le sue donne sono piene di emozioni. Riflettono su di esse, le raccontano a se stesse e a te che leggi. Hanno difetti e debolezze, sbagliano, si comportano in modo a volte irriverente. Ma sono sempre descritte nella loro complessa delicatezza. Come Maureen:
Maureen sentiva che la metteva in difficoltà (si riferisce a Mary, ndr), ma non poteva farci niente, sentiva che le veniva lanciata una sfida per via del suo matrimonio fortunato e del suo corpo alto e sano – tranne un’unica sfortuna nascosta: le avevano legato le tube per renderla sterile – e della sua carnagione rosea e dei capelli ramati e dei vestiti per cui spendeva un sacco di soldi e a cui dedicava molto tempo. Come se dovesse qualcosa a Mary Johnstone, una compensazione mai specificata. O come se Mary Johnstone vedesse più lacune di quelle che Maureen era disposta a fronteggiare
In un’intervista pubblicata su La Repubblica nel 2008 e ripresa anche su questo blog Munro ammette di guardare i personaggi dei suoi racconti con “comprensione… Non scrivo così perché io sia particolarmente buona. Ma perché posso immaginare che io stessa, in certe condizioni, potrei comportarmi in maniera disonorevole”.
Peccato che non scriverà più. Peccato non abbia più voglia di essere “sola come uno scrittore deve essere”. Ma bello averla scoperta. Ho molto ancora da leggere.
Rispondi