
Nel cielo splendevano due lune. Una piccola e una grande. Erano sospese in aria, l’una accanto all’altra. Quella grande era la solita luna di sempre. Quasi piena, gialla. Ma accanto ce n’era un’altra, diversa, con una forma inconsueta. Era un po’ deforme, e anche il colore era strano, verdastro, come se sulla superficie fosse cresciuto un leggero strato di muschio.
Libro Primo, Capitolo XV, pag. 247
Ho finito 1Q84, di Murakami Haruki, edito in Italia da Einaudi, già da un po’ di settimane, ma non sapevo come parlarne.
Raccontare la trama? Condensare le oltre 700 pagine del Libro Primo e Secondo, e le 400 del Libro Terzo nelle poche righe di una recensione? Provare quindi a sintetizzare come Tengo, il protagonista maschile, sia un professore di matematica e uno scrittore, che viene chiamato da Komatsu, suo editor, a riscrivere La crisalide d’aria, romanzo della giovane diciassettenne Fukaeri, molto promettente, ma bisognoso di una sistemata. Il piano di Komatsu è quello di rivedere la scrittura e arricchire le parti deboli, per candidare il libro a un premio per giovani scrittori. Tengo accetta, poco convinto, ma, quando conosce Fukaeri, rimane colpito dalla forza del romanzo e soprattutto da lei, una ragazzina bellissima, e stranissima. Così com’è strana la storia narrata nella Crisalide d’aria: sarà pura immaginazione? Ma com’è che richiama così da vicino la vita di Fukaeri, figlia del fondatore di una comune di stampo comunista, trasformata poi in un setta religiosa? Dall’altro lato, Aomame, seconda protagonista del romanzo, è una bella ragazza, sportiva, insegnante di ginnastica, con l’hobby del delitto. Ha inventato un metodo che le consente di ammazzare una persona senza lasciare traccia, e le viene chiesto dalla Signora di eliminare una serie di uomini colpevoli di crimini contro le donne. L’ultima azione, quella più difficile, è l’uccisione del Leader, che si scopre essere il padre di Fukaeri. E le due vicende si intrecciano sempre di più, anche perché fra Tengo e Aomame c’è un legame. E infine Ushikawa, investigatore privato, bruttissimo, ma intelligentissimo, che, a partire dal Libro Terzo, assume una certa importanza nella trama sempre più intricata, onirica e surreale di 1Q84. Difficile, perché le storie sono complesse, i personaggi numerosi, le vicende sempre più intrecciate.
Inscatolarlo in un genere? E quale sarebbe? Fantascienza, visto che nel cielo ci sono due lune, dalle bocche di capre e bambine escono i Little People, degli strani omini che “erano grandi più o meno come il suo dito mignolo, ma una volta che si trovarono definitivamente all’esterno, eseguendo una torsione, come degli strumenti pieghevoli, raggiunsero la lunghezza di circa trenta centimetri. Erano tutti vestiti con gli stessi abiti, privi di qualsiasi caratteristica specifica” , e i protagonisti vivono in 1Q84, una sorta di realtà parallela al 1984? O thriller, visto che Aomame, in fin dei conti, è una killer professionista? Forse non è possibile neanche così.
E allora l’unica è di consigliarlo, ripensando alla forza delle pagine di Murakami, a come ti trascina in una storia così evidentemente surreale, ma nello stesso tempo così reale e travolgente, alle nottate che ho fatto sveglia senza riuscire a staccarmi dal libro, perché un capitolo tira l’altro (e lo stratagemma di narrare la storia con gli occhi di uno dei protagonisti a vicenda, rende la narrazione ancora più avvincente).
1Q84 è un capolavoro, il più bello del libri di Murakami (che peraltro mi sono piaciuti direi praticamente tutti, e alcuni molto); ancora oggi, dopo qualche settimana dalla lettura, ogni tanto mi scopro a ripensarci.
Leggetelo, ne rimarrete stregati.
*giuliaduepuntozero
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