Ovvero: guardiamoci dalla coazione a consigliare. Anche se questo post è il quarto della serie su “Come creare un gruppo di lettura e farlo vivere felice” in realtà ci occupiamo qui di un passaggio decisivo per tutti i tipi di lettura condivisa in un Gruppo di lettura.

Accettare di scegliere un libro da leggere in privato per poi parlarne (in sostanza è questa la condivisione) è uno sforzo davvero faticoso per un lettore. E più forte è il lettore, più difficile lo sforzo.
[La variante più semplice della condivisione è trovare un altro lettore (o più d’uno) che hanno recentemente e casualmente letto lo stesso libro: questa variante elimina l’ostacolo fondamentale della scelta del libro da condividere].
1) Scegliere un libro da condividere non significa consigliare un libro ad altri. Questo è forse l’errore più comune del lettore esuberante e che comunque dice di voler condividere. Perché in verità vuole consigliare ad altri un libro che egli ha letto in precedenza.
Ricordiamoci che uno dei maggiori crucci del lettore contemporaneo è il costo opportunità del leggere un certo libro, rinunciando quindi a impiegare quel tempo per leggerne un altro. Figuriamoci la disposizione d’animo se ha l’impressione che il libro scelto sia stato scelto da altri, magari con qualche intento pedagogico mascherato in altre forme, con la motivazione che suona più o meno: “Visto che tu non sai cosa sia meglio leggere per te, lascia che te lo dica io”.
Non discuto le motivazioni di questa coazione a consigliare, a volte con buone e apprezzabili intenzioni. A volte frutto di un certo “narcisismo del lettore” nel quale confluiscono casistiche di narcisismo disparate che purtroppo contribuiscono a rendere il genere “lettore” un genere anche fastidioso. È un’attitudine davvero diffusa, che trova molte occasioni di esprimersi, alcune sorprendenti. Occasioni che sono estranee a ogni obiettivo di reale condivisione della lettura.
La coazione a consigliare si esprime spesso anche nella critica più o meno esplicita alle scelte di lettura di altri lettori, al giudizio sempre pronto a pungere quando l’itinerario di lettura non coincide con quello proprio di chi vive la sindrome della coazione a consigliare. Condizione questa che ovviamente va ben oltre le questioni del gruppo di lettura, ma interessa ogni lettore che si sia trovato a dichiarare cosa legge.
2) Scegliere un libro da condividere significa arrivare alla scelta discutendone. Quando non viene discussa la scelta, la condivisione sarà minore, difficoltosa, svogliata; ciò favorirà anche la finta condivisione, il monologo: vorrei-fare-una-recensione o cose del genere.
La discussione sulla scelta del libro da condividere è importante quanto la discussione di condivisione della lettura.
3) Decidere di interrompere la propria catena più o meno programmata di letture o rinunciare al piacere di farsi cogliere dall’ispirazione-innamoramento per un certo libro, o ancora far posto a un libro “forzato” sul comodino aggiunge uno strato di fatica alla lettura che rende la decisione di condivisione un atto di forte volontà che andrebbe sempre premiato da una discussione, relativa al libro scelto, completa, aperta e ricca.
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