Salve a tutti, l’articolo che troverete qui sotto è un riassunto dell’introduzione della mia tesi di laurea in Teoria della Letteratura. Essendo un’appassionata lettrice del blog e sapendo quanto utile può essere un parere esterno su un proprio scritto, ho pensato “perchè no?” e così ho deciso di sottoporvelo. Aspetto i vostri commenti!
Ma non siate troppo severi…
C’è da considerare l’opera nella sua natura di prodotto, nel suo rapporto col fuori, col momento della propria costruzione e col momento in cui viene ricevuta da noi. In tutte le epoche e in tutte le letterature troviamo opere che a un certo momento si rovesciano su se stesse nell’atto di farsi, prendono coscienza dei materiali con cui sono costruite
Queste parole, che descrivono perfettamente quella che oggi viene definita un’opera di carattere metaletterario, sono tratte dal saggio del 1978, I livelli della realtà in letteratura.
Siamo nell’ultimo decennio della vita di Italo Calvino e meno di un anno prima della pubblicazione del romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore, che si può considerare il corrispondente narrativo di quel filone della riflessione saggistica che porterà al testo della conferenza Six memos for the next millenium (Le lezioni americane).
Il contesto storico e culturale è essenziale per comprendere a fondo il percorso che ha portato l’autore e saggista a riflettere, come nessuno dei suoi contemporanei, sui modi di costruzione della letteratura, di un libro e di un autore stesso. Si è trattato di un’evoluzione che lo scrittore ha portato avanti, dagli anni cinquanta in poi, in parallelo su due piani: quello dei romanzi e della narrativa in generale; e quello dei saggi e delle riflessioni teoriche.
Nell’ultimo saggio della raccolta “Una pietra sopra” viene esplicitato un procedimento che si ritroverà attuato nel romanzo dell’anno successivo, Se una notte d’inverno un viaggiatore: la costruzione della figura dell’autore come momento preliminare e necessario all’elaborazione dell’opera, la costruzione di un personaggio-autore.
Come ci dice Calvino stesso nell’introduzione alla raccolta anche lui, come ogni autore e personaggio, è in continua evoluzione: dall’intellettuale attivo sul fronte della letteratura come su quello della storia politica e sociale di “Il midollo del leone” a un osservatore, più solitario e defilato, della realtà circostante.
L’inizio del racconto dell’azione e del mestiere del narrare coincide in Calvino con la chiusura di un periodo di narrativa che viene ricondotto alla tendenza neorealistica del momento; nella Nota del 1960 alla Trilogia degli antenati l’autore scrive:
“Io prima facevo dei racconti ‘neorealistici’, come si diceva allora.[…] Invece i critici cominciarono a dire che ero ‘favoloso’. Io stavo al gioco: capivo benissimo che il pregio è d’esser favolosi quando si parla di proletariato e di fattacci di cronaca […]. Cosi provai a scrivere altri romanzi neorealistici […], ma non riuscivano bene […]. Era la musica delle cose che era cambiata”.
La fine di questo determinato tipo di narrativa, neorealistica più per i contenuti che per il modo, coincide quindi con l’inizio della riflessione: non poteva essere altrimenti.
C’è un retroterra, una progressione della riflessione e della narrativa ed è proprio questo percorso che si vuole tentare di ricostruire e di osservare.
Come già detto narrativa e saggistica vanno pari passo e di conseguenza non possono essere analizzate separatamente; è però utile avere sotto mano un elenco ragionato dei saggi considerati così come delle opere.
Per quanto riguarda le riflessioni teoriche si è considerata in modo particolare la raccolta Una pietra sopra, in quanto primo volume di saggi organizzato dall’autore come libro autonomo e significativo dunque della svolta presa dalle sue riflessioni. Gli ulteriori saggi considerati sono quelli della sezione “Leggere, scrivere, tradurre” dell’edizione Meridiani a cura di Mario Barenghi e infine il testo postumo Lezioni americane.
Per quanto riguarda le opere di narrativa sono due quelle ritenute consone ai fini della tematica che si tratterà: la trilogia de I nostri antenati e il romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore.
Questo coppia di testi infatti presenta quella che può essere considerata, implicitamente per quanto riguarda la trilogia ed esplicitamente per “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, una fenomenologia dello scrivere e del leggere declinata in diversi casi e situazioni. I personaggi dedicano alcune loro riflessioni, e con loro l’autore, “al rapporto che lega la parola scritta alla vita, la rappresentazione della realtà alla realtà rappresentata”.
L’idea è quella di entrare nel mondo di Calvino scrittore con un passo leggero, di attraversarlo cercando di portare con se più souvenir possibili: perchè se un libro, un saggio o un racconto non ti lasciano attaccato qualcosa nella loro lettura non penso valga la pena leggerli…
Nei prossimi post continuerà la nostra passeggiata nella dimensione-Calvino quindi procuratevi una buona copia della Trilogia degli Antenati e buona lettura!
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