
Ho preso in biblioteca Il caso Neruda, senza sapere nulla di questo romanzo, attratta dal nome dell’autore, lo scrittore cileno Roberto Ampuero, conosciuto al festival di Internazionale nel 2008 e di cui avevo letto I nostri anni verde oliva, interessata allo sguardo molto critico su Cuba, tanto da avere scritto un post per questo blog. E poi naturalmente mi interessava un romanzo che coinvolgesse un poeta come Neruda, letto e amato ai tempi della mia adolescenza.
E anche un libro come questo, scelto un po’ per caso, può rivelarsi una piacevole sorpresa, una lettura veloce, nonostante le 332 pagine. Il sottotitolo recita “ In un paese sconvolto dalla violenza e dall’orrore, un anziano poeta cerca il suo futuro”. Si tratta di un giallo, anche se non ci sono assassini.
Accanto al poeta Pablo Neruda in primo piano c’è un detective Cayetano Brulé, un personaggio non nuovo per Roberto Ampuero che ha già scritto altri gialli con questo protagonista: il primo è stato nel 1993, ne sono seguiti altri 5, ma questo ultimo romanzo, pubblicato in Italia nel 2010, ci fa tornare indietro nel tempo ad un detective alle prime esperienze, anzi non sarebbe neppure un detective se non fosse “il divino poeta” ad affidargli una missione da compiere: siamo nel freddo agosto cileno del 1973, poco prima del golp ai tempi di Allende e di Unitad popular, Neruda,vecchio e malato di cancro, vuole ritrovare un medico messicano, Angel Bracamonte, che stava facendo studi per una cura contro il cancro, utilizzando erbe millenarie.
La ricerca di Cayetano deve rimanere assolutamente segreta e, quando con fatica il nuovo detective scoprirà che Bracamonte è morto, sarà chiaro che il poeta non cercava il medico, ma la moglie Beatriz, con cui ,allora giovanissima, a Città del Messico Neruda aveva avuto una relazione e da cui potrebbe avere avuto una figlia. Ciò che ora, prossimo alla morte vuole sapere, è se esiste una figlia di Beatriz e se è veramente sua figlia. In passato invece non aveva voluto credere di avere una figlia, anche perché da una delle sue mogli , Maria Antonietta aveva avuto una figlia affetta da idrocefalite, che aveva abbandonato insieme a questa prima moglie, non accettando la sua infermità.
Ora invece il ritrovamento e la certezza che quella sia sua figlia potrebbe essere quel futuro a cui si accenna nel sottotitolo.
Amici, amanti, fama, denaro, prestigio, perfino il premio Nobel mi hanno dato. Ma non ho mai avuto un figlio. Beatriz è la mia ultima speranza, una speranza che ormai avevo sepolto da tempo. Darei tutta la mia poesia in cambio di questa unica figlia..L’immortalità possono dartela solo i figli, non i libri: il sangue non l’inchiostro; la pelle non le pagine stampate”
Cayetano, che è nato a Cuba, da cui si è trasferito in Florida, vive in Cile con Angela una moglie cilena, impegnata politicamente con velleità da guerrigliera; e così è iniziato all’attività di detective, su richiesta di Neruda, che vince la sua perplessità, consegnandogli sei romanzi di Simenon, di cui non ha mai letto nulla:
Allora è venuto il momento che tu lo legga. Perché se la poesia ti trasporta in cielo, il romanzo poliziesco ti introduce alla vita così come è, ti sporca le mani e il viso di fuliggine come ai macchinisti del sud. Ti presterò questi libri affinchè tu possa imparare qualcosa dal commissario Maigret. Non ti consiglio invece di leggere Poe, nonostante sia l’inventore del racconto poliziesco e un grande poeta; e neppure Conan Doyle, papà di Sherlock Holmes. E sai perché? Perché i loro detective sono troppo stravaganti e cerebrali. Non riuscirebbero a risolvere nemmeno il caso più elementare in questa nostra caotica America Latina…” in un’intervista Ampuero ha dichiarato che il suo detective, calvo con i baffoni, è un tributo a Chandler e a Montalban.
Il Cayetano, che per le sue investigazioni si sposta in Messico, a Cuba, in Bolivia e nella Repubblica democratica tedesca, ha certamente qualcosa a che fare con la vita di Roberto Ampuero, per il quale questi luoghi sono tappe importanti della sua vita. L’aspetto interessante del romanzo, in bilico tra realtà e fantasia, è la demitizzazione di Pablo Neruda, che, più che come grande poeta, è presente come uomo, capriccioso, vulnerabile, egoista, anche lui per attività diplomatica in giro per il mondo, e raccontato soprattutto in relazione alle molte donne della sua vita.
In un’intervista Ampuero dichiara che è “fiction, non una biografia, ma mi sono attenuto alla realtà” E così quello che ricordavi come il poeta, affascinante cantore dell’amore e della natura, alla fine ti risulta – ed è il mio caso – un personaggio decisamente meno avvincente nella sua contradditorietà e insensibilità verso le donne, tante, troppe sedotte e abbandonate. Neruda del resto di sé diceva: “Sono onnivoro di sentimenti, di esseri umani, di libri, di avvenimenti e di battaglie. Mi mangerei tutta la terra. Mi berrei tutto il mare”.
Al detective nel romanzo: “ In vita mia ho avuto moltissime amanti… senza di loro non avrei scritto un verso. O credi forse che le poesie vengano fuori dall’aria? ..nascono dalla tua vita..dai tuoi desideri e dai tuoi progetti, dai tuoi fallimenti, dalle tue insonnie e dalle tue frustrazioni
“Il caso Neruda è scandito in capitoli con cinque nomi di donne: quattro sono amanti o mogli a partire dai suoi venti anni”quando organizzava orge in riva al mare nelle remote notti d’oriente” e ai tempi della sua relazione con Josie Bliss” la furiosa, la maligna, la pantera birmana” e poi Maria Antonieta, l’olandese sposata nel 1930 a Giava, da cui ebbe la figlia idrocefala, Malva Marina poi abbandonata nel 1936 : “ Abbandonai Malva Marina e sua madre per non soffrire più, perché se avessi continuato a tormentarmi a quel modo non avrei mai scritto i versi che volevo scrivere e che poi ho scritto”. La terza parte dedicata a Delia del Carill, che diventerà la sua seconda moglie: lui ha trent’anni, lei cinquantaquattro. Lei è sensibile, affascinante, di modi fini e con una grande personalità. Iscritta al partito comunista francese è inoltre pienamente inserita nel panorama artistico e letterario del tempo. Insomma è la donna ideale per il giovane scrittore cileno Sarà lei determinante per la conoscenza di artisti come Picasso, Miller, Eluard, Alberti, Lorca e altri.
Delia riempì di senso la mia vita, mi fece diventare comunista, diffuse la mia poesia e mi raffinò nei gusti e nelle maniere”
Ed è di questo periodo anche la breve relazione con Beatriz, che lo informa di essere incinta e il non riconoscimento della sua maternità:
Non ho le palle per essere padre..sai del mostro che mi è nato in Spagna. Potrebbe succedere ancora. Se il bambino è mio preferisco che tu abortisca. Io posso solo essere padre di esseri deformi e delle mie poesie.
Ma l’ultima compagna del poeta sarà Matilde che sarà la sua terza e ultima moglie e gli rimarrà accanto fino alla morte, che sopraggiungerà pochi giorni dopo il golpe di Pinochet. Agli eventuali lettori scoprire come si conclude l’investigazione di Cayetano, per non togliere la sorpresa di questo originale giallo.
Interessante lo sfondo storico del romanzo di quegli anni settanta con Allende, il Messico dopo la rivoluzione, il soffocante castrismo di Cuba o una DDR oppressiva: tutto questo è , ripeto, il percorso di Roberto Ampuero oltre che del detective e ” il divino poeta agonizzante è anche la democrazia del Cile prossima alla fine.
Terminata la lettura di “Il caso Neruda”, non ho potuto fare a meno di precipitarmi a leggere l’autobiografia di Neruda, che avevo acquistato da tempo. C’è sempre un momento in cui una lettura rimandata diventa necessaria. Mi interessava dalla voce stessa del poeta scoprire che cosa c’era di vero nel romanzo di Ampuero, ma direi che nel complesso dell’autobiografia, che è certamente interessante, non c’è molto spazio per i rapporti con le donne e soprattutto, e, visto che nel romanzo ci sono delle parti in corsivo a fine capitolo, ho potuto verificare che non sono trascrizioni da “Confesso che ho vissuto”.
L’autobiografia termina dopo il golpe e quindi a pochi giorni dalla morte di Pablo Neruda.
Per rimanere, poi, ancora in atmosfera cilena, mi è venuta voglia di rileggere qualche pagina dell’Allende da “Il mio paese inventato” in cui descriveva con grande efficacia , il Cile, la sua terra “ paese d’essenze longitudinali” e in cui dice
Per vedere il mio paese con gli occhi del cuore bisogna leggere Pablo Neruda il poeta nazionale che ha immortalato nei suoi versi i paesaggi superbi, i profumi, le albe, la pioggia insistente e la dignitosa povertà, lo stoicismo e l’ospitalità.
E dopo “Il caso Neruda” rimarrà per me soprattutto il cantore della natura. E per voi?
Roberto Ampuero, Il caso Neruda, Garzanti, 2010, pp332
Pablo Neruda, Confesso che ho vissuto, Einaudi, 1998/1974, pp. 485
Isabel Allende, Il mio paese inventato, Feltrinelli, 2003, pp. 187
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