
Sentii parlare per la prima volta di *Mele marce. Marbella noir* di Juan Madrid, ed. e/o, in una recensione l’anno scorso de *Il potere del cane* di Don Winslow, in cui avvicinavano i due libri.
E in effetti *Mele marce*, pur essendo un giallo mediterraneo, mi ha fatto venire in mente spesso *Il potere del cane*: per gli accenni al Sudamerica, per il mondo della droga, e soprattutto per la sovrabbondanza di protagonisti e di storie che si intrecciano, anche in questo caso in brevi spezzoni di narrazione che si succedono uno dopo l’altro.
E’ però proprio il gran numero di personaggi che mi ha reso un po’ difficile la lettura, non facendomi apprezzare fino in fondo questo libro: il fotografo Luis Moran, che si scopre essere un ex prete in cerca di vendetta; l’avvocato Lavagna, ex generale argentino, torturatore e assassino, vittima designata di Moran; il poliziotto Manolo Valero e gli agenti sei servizi segreti Retana e Mabel; Maria, la femme fatale di Lavagna; Nicky, il gigante cattivo russo, e Moreno, l’investigatore privato, entrambi in qualche modo angeli custodi di Lavagna.
Un libro molto triste e disilluso, a modo suo: non lascia nessuna speranza, la vendetta è sempre amara, e i tradimenti su susseguono uno dopo l’altro fino all’inaspettato, tragico finale.
*Mele marce. Marbella noir* è il primo libro di Juan Madrid pubblicato in Italia, anche se lo scrittore è assai prolifico e in Spagna ne sono usciti parecchi.
Marbella è la giusta ambientazione di questo giallo mediterraneo.
*giuliaduepuntozero
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