L’ho preso in prestito nella nostra biblioteca civica a Cologno Monzese, dove ci sono alcuni esemplari sia di Kindle sia di e-book reader di altre case.
Provo a lasciare alcune impressioni, provvisorie, limitate.
1) Oltre 230 libri caricati in una tavoletta di pochi millimetri di spessore e della larghezza e lunghezza di un libro, sono un buon punto di partenza. Disorientano magari, ma rendono il rapporto con il Kindle più simile a quello che si ha con un pezzo della libreria di casa o con una parte di biblioteca: hai sempre l’oportunità di scegliere qualcosa di diverso.
Insomma hai l’impressione di avere un sacco di opportunità di scelta. Opportunità di scegliere e di ampliare ulteriormente le possibilità di lettura che diventano addirittura immense se ci si collega al negozio online di Amazon. Operazione che con il Kindle si fa in pochi secondi – opportunità pericolosissima: le idee, le suggestioni, i suggerimenti espliciti si possono tradurre in acquisti, nel giro di un paio di minuti.
2) Ovviamente le cose cambiano quando hai fatto la tua scelta. Quando si tratta di fare quello per cui il Kindle è stato progettato: leggere.
Io ci ho provato con Underworld di Don DeLillo. Edizione americana perché libri in formato specifico per il Kindle – che ne sfruttino tutte le cratteristiche – in italiano praticamente non ce ne sono. I bibliotecari hanno caricato alcuni titoli presi da Amazon, tra questi, appunto, alcuni libri di DeLillo. Ebbene, sul formato di pagina del Kindle, sul suo schermo, Underworld è di oltre 13500 pagine (tredicimilacinquecento!). Questo ci dice alcune cose interessanti.
Per esempio che dovete immaginare che la lettura completa di quel libro porti ad almeno 13500 sensazioni di annerimento della pagina e una leggera scossa: l’effetto pagina che gira. Poi che una pagina comprende veramente poche righe.
D’altra parte tenendo in mano il Kindle vi sfugge completamente la sensazione fisica e rassicurante delle pagine accumulate una sull’altra, un fattore decisivo nel nostro rapporto con i libri. Su un ereader (come su un computer del resto) c’è sempre solo una pagina alla volta, non si “sentono” le pagine già lette e quelle che dobbiamo ancora leggere: c’è sempre solo la pagina sulla quale siamo.
3) Certo, il Kindle sembra un’ottima scelta se si devono consultare molti libri contemporaneamente (per esempio per scrivere una tesi di laurea o un articolo):
– Si possono fare ricerche sulle occorrenze di una certa parola e ottenere in pochi secondi tutte le pagine;
– Si possono annotare le pagine: accanto alla parola scelta resta un numerino che contrassegna la nota che abbiamo lasciato; le note poi si possono consultare tutte oppure si può andare a vederle scorrendo direttamente le pagine del libro. Sistema che, in effetti, potrebbe far risparmiare parecchio tempo a chi, per esempio deve fare recensioni per lavoro.
– E’ poi possibile, con un semplice gesto, avere al piede della pagina la definizione del dizionario di una certa parola.
4) L’interfaccia per interagire con il Kindle può essere migliorata: soprattutto la tastiera ha i tasti troppo piccoli.
5) Come si è sottolineato già altrove, il Kindle, come tutti gli altri reader di e-book, non è un computer, e non può nemmeno essere paragonato all’iPad di Apple – che può archiviare libri e “leggerli” ma ha uno schermo retroilluminato, mentre il Kindle illumina la pagina con la luce esterna, del sole o delle lampadine, insomma non si può leggere al buio.
Questo va sottolineato perché ora che esiste l’iPad si sprecano i paragoni: specialmente i fan talebani di Apple strillano sulla “superiorità” dell’iPad, dimenticando che si tratta di due strumenti diversi: l’iPad è l’evoluzione di un computer; il Kindle una sorta di alternativa di un libro.
Quale dei due (magari nessuno dei due) avrà successo non saprei dire: per ora è evidente la differenza negli obiettivi. Certo, se un oggetto del genere dovesse servire solo per “lavoro” – tesi di laurea o recensioni – allora forse un iPad, che è anche un computer e quindi fa un sacco di altre cose, potrebbe avere più senso del Kindle.
Perché in fondo, per ora l’idea di mettermi a letto a leggere DeLillo con il Kindle – che credo sia l’obiettivo dei suoi creatori – per ora non mi convince. Insomma, se devo usarlo come un computer, allora è meglio un computer, perché come “semplice” libro – per ora almeno – non mi ha convinto.
A presto, con altre riflessioni su questi temi.
Anzi, se qualcuno volesse offrirci il suo punto di vista, sarebbe gradito; sia con i commenti sia, se interessa, seguendo questi temi come autore in questo blog (nel caso dovrebbe scrivere una mail a: gruppodilettura@gmail.com.
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