Il rigore di Osvaldo Soriano sarà sempre come l’ha raccontato. Anche se in realtà la partita non la vinse l’Estrella Polar

Questa mattina su La Stampa, Carlo Grande ci racconta alcuni retroscena “veri” del meraviglioso racconto di Osvaldo Soriano, “Il rigore più lungo del mondo”, pubblicato a più riprese, in varie raccolte,  da Einaudi.

Peccato che il pretesto dell’articolo sia dirci che la storia narrata nel racconto si svolse nella realtà in modo diverso da quel che ci racconta Soriano.
Persino che la squadra che uscì vincitrice da quell’ incredibile partita fu l’altra,  non l’Estrella Polar che Osvaldo ci ha fatto amare fino alla commozione e ha reso immortale.

Beh, perché dovrebbe interessarci quel che avvenne in realtà?

E’ irrilevante. Quello che è diventato il più bel racconto mai scritto sul calcio non si cura di come i fatti avvennero. La macchina narrativa che muoveva la scrittura di Soriano, in quei momenti decise che il racconto funzionava con la vittoria della squadra più scalcagnata.

L’articolo di Grande comunque merita attenzione. E’ pieno di amore e ammirazione per Soriano e per la letteratura dedicata al fútbol, ed è d’accordo con (quasi) tutti i lettori (e gli scrittori) che sanno che “quello che conta nella narrativa non è tanto il vero ma quello che ricordiamo”.

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6 risposte a “Il rigore di Osvaldo Soriano sarà sempre come l’ha raccontato. Anche se in realtà la partita non la vinse l’Estrella Polar”

  1. Grazie della segnalazione Luiginter.
    lo sapevo che Soriano “doveva” essere una tua passione!
    Anni fa, in una trasmissione televisiva ( Totem) in tandem con Gabriele Vacis, Alessandro Baricco lesse questo racconto, facendomi innamorare di questo scrittore- calciatore- giornalista- esule- sognatore e del mondo alla fine del mondo che descriveva. Un personaggio davvero interessante di cui non sapevo nulla, allora…

    Quando vedevo le partite del Paraguay con Chilavert in porta il pensiero volava subito a lui e al suo “Pensare con i piedi”, a Futbol.Storie di calcio .
    Racconti che difficilmente si leggono senza un pizzico di commozione.

    Mi piacerà molto arricchire la conoscenza sul Gordo.

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  2. beh, sì, Soriano, con il suo amore proletario per il calcio, la grande padronanza della forma “racconto”, lo sguardo ironico e affettuoso sul padre è decisamente un riferimento importante, decisivo.

    Fra i romanzi, poi, ricordo con affetto soprattutto un piccolissimo ma luminoso gioiello, pieno di buon umore, amore per il cinema e comicità: “Triste, Solitario Y Final”, protagonisti “el Gordo y el Flaco”: Stanllio e Ollio.

    ciao ciao

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  3. Triste, solitario y final” è davvero imperdibile per chi ama Soriano.

    Leggilo, Silvana e, visto che ti piace Hornby , leggi anche Febbre a 90°. Ti piacerà!

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  4. Caro Luiginter,
    grazie della segnalazione, conto di comprarlo oggi stesso.
    Per me che amo il calcio e che lo ho praticato ( a proposito ricordo una semifinale nazionale allievi persa contro la tua Inter per 2 a 0 con goal di Muraro e Cesati, li ricordi? Ma in 9 contro 11, ah gli arbitri!)Difficilmente trovo libri che siano minimamente aderenti alla realtà dello spogliatoio sportivo, spero questo lo sia. Se non lo hai visto, molto godibile è il film “Goal” dove è protagonista la squadra del Newcastle United, con i veri giocatori e partite vere, inserite ovviamente in un impianto romanzato.Grande film, però sul football americano, ma a mio parere molto vicino alla realtà, è “Ogni maledetta domenica”.
    Un saluto e grazie sempre.

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  5. Ciao Ennore, sarò felice se apprezzerai Soriano. Non sono certo che i suoi racconti di calcio riflettano la ‘realtà dello spogliatoio’, direi che, citando Nabokov, sono più un prisma che trasforma la luce della realtà in alcune immagini e storie bellissime.

    Devo dire che invece sono ammirato e meravigliato per i *tuoi trascorsi agonistici nel calcio* e se hai incrociato i tacchetti con Carletto Muraro, tanto di cappello a te! 🙂 ricordo Carletto in maglia nerazzurra a San Siro, velocissimo e con buone qualità tecniche in una squadra che però non era proprio di primissimo livello.

    Quanto al film di cui parli, Goal; beh i miei figli (i due maschi specialmente) lo avevano trasformato in una specie di cult, e successivamente hanno visto anche un po’ di volte il sequel, nel quale il ragazzo passa del Newcastle al Real Madrid diventando protagonista nella Liga e in Champions.

    Beh insomma, ci siamo 🙂

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  6. @ Salvo
    di Soriano ho letto tutto , compresa un’introvabile edizione de “Il destino del leone”, scovata tra i remainders in una deliziosa libreria di Siena; di Nick Hornby la stessa cosa , anche “Il mio anno preferito”, deliziosa raccolta di racconti che lui ha curato. Sono convinta che il calcio e le storie che lo raccontano siano delle bellissime metafore della vita.

    Lo confesso : anch’io gioco per diletto in una squadra molto sgangherata, insieme ad amici… difendo la porta e mi chiamano “La donna ragno”.

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