Sabato, Ian McEwan

Casa, dall’erba, originally uploaded by halighalie.

“Più allarghi il campo, più merda vedi.”
“Quando ci ostiniamo a occuparci dei massimi sistemi, della situazione politica, del surriscaldamento dell’atmosfera, della povertà del mondo, sembra tutto tremendo, senza posibilità di recupero, senza la minima prospettiva.
Se invece ridimensiono il pensiero, avvicino lo sguardo, diventa tutto bellissimo. Perciò d’ora in poi il mio motto sarà: solo pensieri su scala ridotta.”

tratto da *Sabato* di Ian McEwan, ed. Einaudi, pp. 40-41

*giuliaduepuntozero

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19 risposte a “Sabato, Ian McEwan”

  1. Sì, spesso io ho questa sensazione: i pensieri in scala ridotta sono il modo migliore per pensare. Inutile pensare per esempio alla “fratellanza umana” come grande idea, astratta: meglio praticarla su scala ridotta includendo nel cerchio del proprio universo più persone possibili, concretamente, giorno dopo giorno…
    Lo stesso si può dire del “bene” contrapposto alla “bontà” quotidiana, istintiva: se ne parla a lungo anche nel meraviglioso libro di V. Grossman, _Vita e destino_, del quale si scrive spesso su questo blog.

    un abbraccio a tutti 🙂

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  2. I gesti, i piccoli passi costanti , l’osservazione non di “padiglioni lontani” ma di chi e cosa ti sta vicino, senza dimenticarci di sollevare anche lo sguardo al cielo, mi sembra proprio un buon metodo…
    Mi viene in mente un episodio dello Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta quando una studentessa voleva scrivere una relazione di 500 parole sugli Stati Uniti e Fedro, prevedendo lo smarrimento e la difficoltà che un compito del genere le avrebbe causato, le suggerì di scrivere su Bozeman e la studentessa non ci riuscì…fino a quando Fedro non le dette la consegna di limitare l’argomento alla facciata di un edificio della strada principale di Bozeman e di incominciare a descrivere il mattone in alto a sinistra.
    Alla lezione successiva la ragazza si presentò con una relazione di 5.000 parole….

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  3. non ricordavo questa pagina di Pirsig: mi sa che me lo devo rileggere un’altra volta (la terza, + letture a frammenti e salti)
    grazie silvana!

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  4. Di nulla! ricordo quel particolare episodio perchè anch’io avevo ( e ho ancora) lo stesso terrore della pagina vuota da riempire….
    Un grazie di cuore va a te e a tutti quelli che riempiono di belle cose questo spazio.

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  5. E del libro stesso, di “Sabato”, cosa dite?
    A me di McEwan sono piaciuti molto Chesil Beach e Amsterdam, anche Lettera a Berlino e Espiazione erano piacevoli. In questi giorni sto leggendo Giardino di cemento, ma sono ancora sulle prime pagine (promette bene). Sabato invece mi ha lasciata un po’ perplessa. Sicuramente è scritto molto bene, la storia fa riflettere. Ma non ho ancora deciso se questo libro mi piace veramente oppure no … forse dovrò rileggerlo un giorno.

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  6. concordo con McEwan e luiginter, l’importante è fare del bene intorno a se, se pensi ai mali dell’umanità intera non può che prenderti lo sconforto.

    io di Mc Ewan ho letto solo “primi amori, ultimi riti” ma ero troppo piccolo per apprezzarlo. “sabato” invece finisce dritto dritto nella mia lista dei libri da leggere. grazie giuliaduepuntozero 🙂

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  7. Ciao, Helga
    di McEwan ho letto solo “Bambini nel tempo” impeccabile ma un po’ gonfio,” Espiazione” bello, sì, ma dalla scrittura che a momenti mi è sembrata un po’ troppo arzigogolata ed eccessivamente gelida per i miei gusti e, infine, “Chesil beach” che è stato uno dei libri più belli letti lo scorso anno.

    Probabilmente è scorretto non parlare del libro in questione ma mi aveva sollecitata molto la frase scelta da giulia2.0 e, immediatamente, ho pensato a Pirsig e anche alla fotografia paesaggistica in Italia e ai rari posti in cui puoi usare un obiettivo a largo campo : devi sempre schivare qualcosa che altrimenti deturperebbe la foto, a discapito, comunque, della realtà…un altro fuori tema , lo so….

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  8. Non ti preoccupare, Silvana, non era una critica, assolutamente no. Era curiosità vera. 😉 Perché avendo un po’ di problemi con “Sabato” speravo che qualcuno mi potesse dare una mano nell’interpretazione di questo libro. L’ho trovato “un po’ gionfio” (come dici tu di “Bambini nel tempo”, che io non ho ancora letto), in alcune parti anche un po’ ampolloso (gli interventi al cervello, la partita di squash). Ma ripeto: forse dovrei rileggerlo un giorno…

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  9. Interessante, questo aggettivo ” gonfio” che Silvana e Helga usano per McEwan. Ho letto ” Bambini nel tempo” ed ho trovato suggestiva e originale l’ idea della “rivoluzione fisica del tempo”. Il “tempo che ritorna” mi pare che riesca a donare al lettore pagine emozionanti e commoventi ( guardare i genitori giovani)e, in generale, la narrazione dei sentimenti mi pare efficace. Tuttavia, c’ è, in questo romanzo, una sorta di eccesso di materia ( in questo senso è “gonfio”?) che stona. Per esempio, tutto l’ aspetto della commissione sulla riforma scolastica, pur sarcastico e realistico, sembra un’ aggiunta di cui non si sentiva la necessità, almeno in questo romanzo, già ricco di una poetica “forte” .

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  10. Ciao, Renza
    hai descritto esattamente quello che per me era ancora un po’ nebuloso …. un romanzo molto poetico, che vola leggiadro come un uccellino che, a volte, si ferma troppo a lungo su un ramo e ti tocca aspettare per vederne riprendere il volo .
    Una sorta di eccesso di materia, come tu ben dici.

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  11. Beh, Silvana, tutto è cominciato da un tuo interessante aggettivo…Ciao!

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  12. Io l’ho letto appena è uscito, nel 2005, quindi con la mia scarsa memoria non saprei neanche raccontare la trama, se non a grandi linee. Però ricordo che mi era piaciuto molto e se ci ripenso ho delle belle sensazioni su quel libro, mi aveva proprio convinta.

    *giuliaduepuntozero

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  13. E’ l’unico libro di McEwan che ho letto ma mi ricordo che mi aveva veramente preso e tenuto sulle spine dalla prima all’ultima pagina. Una lettura sicuramente da consigliare!

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  14. Il viaggio è però necessario e deve essere compiuto in maniera completa, l’osservazione deve essere a lungo raggio, la conoscenza ad ampio spettro, solo così il particolare potrà emergere dal tutto uniforme e prenderà forma e senso.

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  15. Assolutamente in sintonia con quello che dici rispetto al viaggio che va completato e all’osservazione a lungo raggio: iniziare col piccolo è solo una strategia per imparare a spiegare le ali….è quello che mi sta accadendo con la nuova grafica del blog : è come se le cornici, i colori, una specie di indugio in questi particolari mi impedissero di coglierne lo spettro più ampio. Mi si è ristretto il blog e il campo visivo, la percezione d’insieme ne viene mortificata un po’.

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  16. ciao Silvana,
    tranquilla ti ci abitui alla nuova grafica. E’ che dopo un po’ mi piace cambiare; e poi questo ha una serie di accorgimenti che lo rendono più facile da navigare…

    un abbraccio 🙂

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  17. Silvana :Assolutamente in sintonia con quello che dici rispetto al viaggio che va completato e all’osservazione a lungo raggio: iniziare col piccolo è solo una strategia per imparare a spiegare le ali….è quello che mi sta accadendo con la nuova grafica del blog : è come se le cornici, i colori, una specie di indugio in questi particolari mi impedissero di coglierne lo spettro più ampio. Mi si è ristretto il blog e il campo visivo, la percezione d’insieme ne viene mortificata un po’.

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  18. ciao silvana, …allora consideriamo il particolare come un tutto finito e non facciamoci prendere dal panico forse poi prenderà il volo da solo, trasformiamoci in artigiani del cesello apprezzando l’arte del minimalismo, della limatura.

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  19. ciao paola, hai ragione : niente panico 🙂
    un felice volo a tutti noi.

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