Voto *L’uomo senza casa* di Andrea Fazioli, ed. Guanda, il mio miglior libro _finora_ del 2008, nonché scoperta dell’anno (anche se non mia, ma del mio ragazzo Andrea, il mio scopritore di talenti, grazie a lui).
Genere: giallo, ovviamente (il mio preferito, come qualcuno avrà capito).
Ambientazione: Svizzera, Canton Ticino per la precisione, da Lugano a Bellinzona, passando per i piccoli Malvaglia e Corvesco, sulle sponde di una diga artificiale, fra boschi pieni di volpi e di neve.
Protagonista: Elia Contini, investigatore privato, un po’ ombroso, un po’ solitario, tormentato dal passato, determinato a far luce sulla morte del padre avvenuta vent’anni prima, nonché sulla serie di delitti apparentemente legati alla diga di Malvaglia, e attribuiti proprio a lui. Con un po’ di intrighi finanziari che per un giallo svizzero non guastano mai.
Perché mi è piaciuto? Soprattutto per Elia, che a ripensarci mi ricorda un po’ il grande Fabio Montale di Izzo (di cui sto rileggendo proprio in questi giorni, in vista di un’imminente gita a Marsiglia, la *Trilogia*). E poi per la Svizzera, che nonostante io sia di Lecco conosco ben poco, e che a leggerla in un libro mi è sembrata un posto così esotico.
E poi ovviamente per la scrittura di Andrea Fazioli, ineccepibile: classe 1978, al suo secondo libro (per la cronaca, il primo, *Chi muore si rivede* è stato pubblicato dall’editore svizzero Armando Dadò, a Milano si può trovare alla Libreria Sherlockiana in via Peschiera 1).
Come sempre, bellissima la copertina di Guanda disegnata da Guido Scarabottolo.
Chiudo con una citazione:
“Chico si avvicinò. Appoggiò la faccia contro il vetro e scrutò le copertine dei libri nell’ombra. Erano le ultime novità editoriali, ma a vederle così nell’oscurità gli sembravano qualcosa di misterioso. Erano la promessa di un segreto, di un viaggio fuori dal solito mondo.”
Insomma, davvero una bellissima scoperta.
*giuliaduepuntozero
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