Leggere a penna e matita

Note. Conosco un tale che ha una ricchissima biblioteca privata con migliaia di volumi. Ad ogni libro, saggio o romanzo che sia, il tale ha affiancato una scheda, più o meno lunga, con le impressioni che ha avuto durante la lettura. Una pratica – dice lui – che serve a se stesso, per ripescare note che altrimenti andrebbero perdute nell’oblio, e che serve ai posteri – figli, nipoti – che avranno qualche strumento in più per godere di quel patrimonio di carta che riceveranno un giorno in eredità.
Ogni volta che ci penso o lo incontro, lo guardo con un misto di ammirazione e diffidenza: la sua mi sembra un’operazione apprezabile ma anche al limite dell’ossessività. Tuttavia, la questione delle note mi pare interessante. Per questo vorrei chiedevi come vi comportate voi. Sottolineate una frase qua e là? Scrivete sui margini? Avete quadreni divisi per argomenti su cui fare annotazioni? (Ecco, quest’ultima opzione è quella che mi piacerebbe. Ma la pigrizia e il fatto di leggere in posti e momenti che non permettono tanta sistematicità mi hanno sempre impedito di organizzarmi così). Voi?

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8 risposte a “Leggere a penna e matita”

  1. Nei libri che hanno prefazioni e introduzioni io evidenzio a margine con la matita le parti più significative. Spesso mi capita di ripescare un volume nella libreria e rileggere queste parti per rinfrescarmi la memoria su un romanzo o su uno scrittore.

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  2. ho l’impressione, guardando indietro, che i libri sui quali non ho lasciato traccia – ai margini, a volte fra i paragrafi – sian stati libri non-letti…

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  3. ah, dimenticavo: il tema che ci propone capaldi era stato sfiorato anche in questo post e nei relativi commenti:
    https://gruppodilettura.wordpress.com/2007/09/02/libro-adorato-ora-ti-strapazzo/

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  4. io sottolineo. a matita, a penna, con quello che mi capita sotto mano. oppure se sono senza, faccio le orecchie…
    saprete poi tutti meglio di me che su anobii.com c’è la possibilità di lasciare note pubbliche sulle pagine.
    è un po’ faticoso e non mi sono mai applicata a fondo, ma forse per il signore della scheda sarebbe ancora più bello condividere le sue emozioni/impressioni/riflessioni con altri lettori oltre la cerchia familiare… perché un tipo così, poi li presta i libri??? 😉

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  5. Ciao!
    Credo che ogni tipologia di libro richieda un diverso stile di lettura e quindi di comprensione; non possiamo paragnare un giallo ad un grande trattato.
    Inoltre ogni persona ha una sua modalità di lettura; durante gli anni di studio continuo a scoprirne di nuove.
    Personalmente tendo a sottolineare a lapis i soli libri “impegnati” (saggi, opere classiche, opere moderne non per il grande pubblico) mentre tendo a prendere appunti ed a schematizzare su di un quaderno i trattati…anche perchè li considero “sacri” e quindi intoccabili….effettivamente ho un rapporto morboso nei confronti dei libri…ma sapete, ognuno ha i suoi difetti!!!
    Ciao a tutti!

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  6. Io da sempre sottolineo le frasi che mi piacciono di più con la matita (mai usata una penna in vita mia) e a lato, accanto ai passi più interessanti, ci metto una stanghetta con una gamma, retaggio del liceo…Penso che mio figlio e i miei eventuali nipoti potranno trarre le loro conclusioni anche solo leggendo le cose che avrò sottolineato. Magari una scheda induce a farsi dei preconcetti.

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  7. Io sottolineo a matita tutto quello che mi colpisce di un libro, e ultimamente lo riscrivo anche su una specie di diario sul pc. In questo modo mi sembra di non averli persi del tutto. E poi quando scrivo qualcosa di personale, mi piace, laddove è possibile, fare citazioni dai libri che ho letto, e questo diario mi torna utile.

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  8. ho sempre una matita quando leggo. con la mina dolce
    annoto in alto a destra le parole chiave che mi hanno indotto a soffermarmi qu qualche pagine
    ed è emozionante tornare – nel corso del tempo – qu qui semplici appunti ed accorgermi che o c’era dell’altro o che allora ero rimasto “impigliato” lì
    comunque , sì: sempre con la matita
    è una necessità per la psiche che legge

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