Dal vostro inviato speciale alla riunione del GdL del 16 novembre
Sen, l’economista non econometrico che ci insegna a fare i conti con le identità plurali
* La discussione
Il libro di cui si parla è Identità e violenza di Amartya Sen. Non tutti sono riusciti a finire il libro, ma tutti o quasi l’hanno trovato stimolante e utile fin dalle prime pagine.
Un “manuale per la convivenza di culture”, “semplice, convincente, scomodo”, “talmente complesso che è impossibile affrontarlo in una sola seduta”, “un manifesto contro la semplificazione”, “contro tutti i luoghi comuni, compresi quelli della parte in cui ci riconosciamo”, “privo però di un respiro chiaramente originale”: questi alcuni dei variegati ma convergenti giudizi espressi.
I lettori in particolare si sono ritrovati nell’invito di Sen a considerare di quante identità è fatto ognuno di noi (quello di compilare il paniere delle identità potrebbe essere un gioco divertente, è stato osservato), dovendo di volta in volta scegliere l’identità prevalente, senza per questo negare le altre.
La lettura stessa è un invito al cambio di identità. D’altra parte non ci si cambia di identità come si cambia d’abito (se non per gioco), perché le identità vengono di lontano, anche se non sempre conducono altrettanto lontano. Come si elaborano le identità plurali? Qui la discussione ha individuato nel libro qualche domanda rimasta senza risposta (ma l’importante è porsi la domanda; e poi le risposte si trovano, nota Luigi, in altre opere più complesse di Sen).
Qualcuno ha individuato in Sen un “abuso della ragione”, un eccesso di razionalismo che rischia di far dimenticare la componente emotiva, inconscia, in cui a volte affonda la “paura del diverso”. Si parla di zingari e di polli (Bianca ricorda di non aver ricevuto furti ma omaggi pennuti da una carovana di passaggio), di gelosia e di strade buie, di ateismo e di religioni. La discussione sui contenuti, come altre volte, si intreccia a quella sulle modalità di lettura: “quando leggo un libro di saggistica – osserva Enrico – all’inizio mi pongo sempre in lotta con l’autore, a differenza di quando leggo un libro di narrativa, in cui mi lascio portare via con lui”. uesta volta la lotta con l’autore finisce con una condivisione delle ipotesi di ricerca avanzate.
Alla fine della riunione Antonio ci regala la lettura di Nessun uomo è un’isola di John Donne. Anche questa volta, dunque, non dobbiamo chiederci per chi suona la campana. E ringraziamo il gentile ospite del GdL di Rozzano che ha seguito la riunione.
* Prossime riunioni
Confermato l’incontro di giovedì 23 (attenzione, alle ore 19.00, non 21.00) per la riunione congiunta in videoconferenza con il GdL di Guadalajara. Fissata per il giorno 14 dicembre, ore 21.00, la riunione su Caos calmo di Veronesi. Avanzata la proposta (ci stiamo lavorando) di dar vita a una lettura collettiva di Bar sport di Stefano Benni, in occasione del trentesimo compleanno del libro, come stanno facendo molti lettori in tantissimi luoghi d’Italia. Potrebbe essere una serata prenatalizia, a base di luisone!
* Prossimo libro
Per ora sono state avanzate queste proposte: Gomorra, di Roberto Saviano; Un’etica senza Dio, di Eugenio Lecaldano; Bar sport (appunto), di Stefano Benni. Appendete la vostra proposta in bacheca (virtuale e reale, perché ora in biblioteca c’è l’angolo del GdL)
* La frase incorniciata
[ad ogni riunione il cronista, a suo insindacabile pregiudizio, incastonerà sotto questo titolo una citazione tratta dagli interventi]
“Io ho mollato il libro. C’è di meglio nella vita, non sono nata per soffrire. Invece sentendo voi mi vien voglia di riprenderlo in mano” (Paola).
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