I libri più belli, letti nel 2024 (aggiornamento 18.12)

I libri che meritano attenzione; incontrati e letti nel corso dell’anno. Lasciate le vostre scelte nei commenti

Jeffrey Smart, Alma Mahler Feeding the Birds (1968) particolare

I libri che meritano attenzione; incontrati e letti nel corso dell’anno. Lasciate le vostre scelte nei commenti

La prima regola è ancora che i libri segnalati si siano letti o incontrati* quest’anno, il 2024. Come sempre, I lettori possono aggiungere le proprie segnalazioni e osservazioni nei commenti a questo post.

Tuttavia,
1) i libri segnalati dai lettori nei commenti verranno riportati anche nell’articolo;
2) lo staff del blog aggiungerà le proprie segnalazioni (sempre nel corpo dell’articolo). Quindi, quando venite a controllare, cercate gli aggiornamenti sia nei commenti sia nel testo di questo post. La data indicata accanto all’editore si riferisce a quella di prima pubblicazione (in originale in caso di opera tradotta).
*3) Alcuni libri segnalati sono ancora in corso di lettura oppure sono giudicati “interessanti” e meritevoli di lettura o almeno di consultazione.
[L’ordine è: il primo della lista è l’ultimo aggiunto].
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Mohamed Mbougar Sarr, La più recondita memoria degli uomini, E/O, 2022. Un giovane scrittore senegalese ci accompagna in un romanzo sull’Africa occidentale e lo spettro del colonialismo che è anche una riflessione sulla scrittura e il raccontare. È la ricerca, da parte del narratore del romanzo, di uno scrittore dal talento enorme scomparso – volontariamente? – nelle viscere della storia.

Abdulrazak Gurnah, Il disertore, La nave di Teseo, 2022 (il romanzo è del 2005). Dal premio Nobel 2021 una storia di colonizzazione, di amore, di esilio. L’Africa orientale, il Sultanato di Zanzibar, la fine della schiavitù, lo sfruttamento, il confronto della popolazione locale con indiani e arabi.

Francesco Tormen, Con gli occhi aperti. Il sogno lucido tra neuroscienze ed esperienze contemplative, Il Saggiatore, 2024. Un libro per riprenderci i nostri sogni, letteralmente. Si può imparare a sognare sapendo di sognare, portandosi nel sonno-sogno forme di autoriflessività e consapevolezza.

Virginia Woolf, Mrs Dalloway, 1925 (Einaudi, o Mondadori, o Bur…) Quasi inutile dire che questo è un romanzo da rileggere ogni anno. Ci guida, con una potenza ineguagliata, nella vita, quella vita che Clarissa ama alla follia in un giorno di giugno del 1923. E la unisce, ancora non so esattamente come, a Septimus.

Nikolaj Leskov, Il viaggiatore incantato (varie edizioni disponibili, Adelphi ha la traduzione di Tommaso Landolfi). Su un battello sul lago Ladoga un uomo vestito da monaco racconta racconta racconta. Su questo libro-romanzo-raccolta di racconti Walter Benjamin scrisse il memorabile saggio Il narratore (1936), si trova in Angelus Novus (Einaudi). La nave di Teseo ha appena mandato in libreria una nuova traduzione di Verdiana Neglia con la prefazione di Paolo Nori.

Sotto la pioggia gentile, di Ólafur Ólaffson, Einaudi, 2023. Scrive Mariangela: “Un amore troncato senza spiegazioni a vent’anni può lasciare segni profondi.”

Linda Malnati, Scritti vari, La Editrice Libraria, 1922. “Particolare la sua scrittura: decisa e cristallina quando denuncia un’ingiustizia; intima e personale quando con parole meste si accomiata dall’amico scomparso; scabra e concisa quando assume forma aforismatica. Qui tutto il parere di Mariangela.

L’ora di Agathe di Anne Cathrine Bomann, Iperborea, 2019,  presenta il rapporto paziente/ psicoterapeuta dal punto di vista del medico, nel senso che il protagonista qui è il maturo psicologo (o psichiatra?) in attesa della pensione. Il parere di Mariangela.

Giuseppe Ungherese, I PFAS : gli inquinanti eterni e invisibili nell’acqua : storie di diritti negati e cittadinanza attiva, prefazione di Robert Bilot, Altreconomia, 2024.
Scrive Mariangela: “I Pfas vengono utilizzati per diverse produzioni: attrezzature mediche, tessuti, utensili, ecc. Nel libro sono riportate le ricerche scientifiche che comprovano la nocività di questi composti chimici“. Il suo commento al libro.

Arthur Koestler, Buio a mezzogiorno, traduzione di Giorgio Monicelli, Mndadori, 2020. L’edizione originale è del 1940.
Scrive Mariangela: “racconta del Sistema carcerario in Urss negli anni ’30. Non vi dico che è un libro piuttosto impegnativo psicologicamente perché penso che lo possiate facilmente immaginare dall’ argomento. Apre anche una finestra sulla società, sul gap generazionale tra chi ha vissuto la rivoluzione del 1917, animato da ideali, e la generazione successiva, avvezza al conformismo di regime e disponibile ad assecondarlo. Le ultime righe sono un saggio di scrittura, senza anticipare troppo (ma non è difficile già dalle prime pagine intuire la fine), dico solo che sembra di assistere ad una sorta di smaterializzazione. Assieme a Vita e pensiero di Vasilij Grossman e a Il rumore del tempo di Julian Barnes va a costituire la mia triade dei libri necessari per cercare di capire il sistema totalitario sovietico.”

Percival Everett, James, Traduzione di Andrea SIivestri, La Nave di Teseo, 2024 336 pagine.
Il James del titolo è lo schiavo nero Jim che accompagna Huckleberry Finn (Mark Twain, 1884) nelle sue avventure. Qui James è la voce narrante della storia. La racconta dal suo punto di vista, e la voce che risuona è la sua, e non quella mediata dalla voce di Huck del romanzo di Twain (che peraltro è capolavoro assoluto della letteratura americana).

Hisham Matar, Amici di una volta, traduzione di Anna Nadotti, Einaudi, 2024, 376 pp.
Matar torna a esplorare la propria straziante cartografia, scrive Alberto Manguel su “Robinson”, La Repubblica, 8 Settembre 2024. La brutalità del regime di Gheddafi, e i suoi storici metodi di tortura ed esilio forzato fanno, inevitabilmente, da sfondo a tutti gli scritti di Matar.

Olga Tokarczuk, Il tenero narratore e altri saggi, traduzione Silvano De Fanti, Bompiani, 272 pp.
Una serie di saggi della Nobel 2018 – autrice di I vagabondi, e I Libri di Jakob fra gli altri – che articolano una riflessione complessa sulla letteratura e il suo ruolo, sulle voci del raccontare, sull’uso dell’io – prima persona.

Reiner Stach, Kafka: 1 ) I primi anni. 2) Gli anni delle decisioni. 3) Gli anni della consapevolezza. 3 vol., traduzione di Mauro Nervi, il Saggiatore, 2024 – pp. 700 + 760 + 800.
Arriva al completo, finalmente in italiano, l’immensa biografia dello scrittore praghese.

Giovanni Raboni, Si è tifosi della propria squadra perché si è tifosi della propria vita. Scritti sul calcio 1979-2004, Mimesis, 2024, 144 pp. – Il grande poeta a proposito di calcio, di passione, di Inter (come Vittorio Sereni e Maurizio Cucchi, per esempio, era un fratello nerazzurro).

Davide Conti, Fascisti contro la democrazia. Almirante e Rauti alle radici della destra italiana 1946-1976, Einaudi, 2023, 330 pp. – Un libro per dissipare la nebbia diffusa dalla destra al governo sulle responsabilità dei dirigenti del Msi.

Romano Màdera, Il metodo biografico come formazione, cura, filosofia, Raffaello Cortina, 2022, 261 pp. Da un filosofo-psicanalista un libro con quattro saggi che fanno il punto, da angoli diversi sul portato dell’esperienza di vita di ciascuno e del contesto in cui siamo gettati. “La tesi è semplice e vicino all’ovvietà: come sarebbe possibile sganciare quel che crediamo di sapere e di volere, dalle condizioni di contesto, dalla circostanzialità della nostra esperienza?

Filippo La Porta, Alla mia patria ovunque essa sia: per un nuovo radicamento, contro l’omologazione globale e la retorica delle radici, GOG, 2020, 87 pp. Scrive Mariangela: «22 pezzi brevi e chiari su identità, patria, patriottismo e nazionalismo. […] Ci ho incontrato tanti autori già letti: Igiaba Shego, Claudia Durastanti, Amin Maalouf, Carmine Abate, tutti in bilico tra due mondi, due culture, quella d’ origine e quella di approdo. Su tutti si impone Salman Rushdie, col suo impareggiabile “Patrie immaginarie” che ci ricorda (la parafrasi è di Filippo La Porta) che “lo specchio rotto della memoria personale – fata di avanzi, di frammenti, risonanze – contiene molte più cose dello specchio integro.” (. p. 10 ).»

Peter Flamm, Io?, Adelphi, 2024, 143 pp. Un breve romanzo di quasi un secolo fa su un combattente della Grande guerra che torna a casa Berlino e non è più lui. «È convinto di aver rubato l’identità a un morto. Crede di vivere nel corpo di un altro; tutti lo riconoscono e pensano di sapere con chi parlano. Solo il vecchio cane gli abbaia contro e lo morde. Il cane sa che quello non è il suo padrone. Poi comincia a ricordare: Grete, la giovane donna dalla chioma tizianesca che ora vede alla finestra, è sua moglie; nella culla c’è il loro bambino; si rivolge a un’anziana signora chiamandola «mamma». Ma quei ricordi non hanno radici, sono cose che sa: «come un attore me ne sto su un palcoscenico, imparerò la mia parte, è già scritta fino in fondo, di certo già da prima, e io mi limito a recitarla».

Marco D’Eramo, I Terroni dell’Impero. Viaggio nel profondo sud degli Stati Uniti, Marietti 1820, 2024, 288 pp. «Dove l’America profonda e ostinata trova ancora la sua verità indicibile; un’esplorazione antropologica che non nasconde il suo cuore di tenebra, un luogo in cui le strutture mentali, i riflessi sociali, i comportamenti restano costanti e descrivono il razzismo più spietato e il bigottismo più fondamentalista di una nazione fondata sull’integralismo.»

Bruno Zevi, Cronache di architettura, Vol. 3, Dall’Expo mondiale di Bruxelles all’inaugurazione di Brasilia: 1958-1960, articoli n. 191-320, Laterza, 1971,  571 pp. Scrive Mariangela: “Sono gli articoli che ha scritto nel primo decennio postbellico per l’Espresso, poi raccolti da lui steso in volumi per Laterza. L’architettura è la protagonista, senz’altro, perché Zevi commenta opere, premi, polemiche, ma anche libri, che hanno a che fare con l’architettura. Però esce un quadro culturale di quel periodo che va oltre al fatto tecnico-artitico, come è giusto aspettarsi da un buon commento critico.” Il resto lo trovate qui.

A cura di Giuseppe Barone, Danilo Dolci. Una rivoluzione nonviolenta. La vita e l’opera di un uomo di pace. Altraeconomia, nuova edizione 2024. A cento anni dalla nascita di Dolci un volume per fare il punto sul pensiero e il lavoro sociale e culturale di questo uomo esemplare la cui vita, come scrisse Norberto Bobbio, fu la “vita insolita e singolarissima del on accettare la distinzione tra il predicare e l’agire (…) ma di cominciare a pagare di persona”. Scrive Paolo DI Stefano sul Corriere della Sera del 12 giugno 2024: “Rivoluzione e subito”, senza violenza: aprire scuole, spazi di socialità, proporre nuovi sistemi di irrigazione e soluzioni sanitarie era l’idea operativa di Dolci. Bobbio additava quella operatività come esempio agli ideologi con pulpiti e cattedre, ai cattivi cristiani, ai moralisti, ai patrioti.

Sergio Zatti, Il narratore postumo. Confessione, conversione, vocazione nell’autobiografia occidentale, Quodlibet, 2024. Un volume di oltre 500 pagine per ripercorrere la storia del genere autobiografico, a partire dai due modelli fondativi, Agostino d’Ippona e il democratizzatore del racconto di sé, Jean-Jacques Rosseau. Lavoro prezioso per vari motivi, per esempio per capire come sia possibile frequentare l’autobiografia, diventando anche autori, senza scivolare nel disagio dovuto al peccato egotistico che il genere si porta dietro sin dall’inizio.

Luca Ferrieri, La biblioteca dei consigli. Introduzione ai servizi di orientamento alla lettura, Editrice Bibliografica, 2024. Il mondo dei consigli di lettura parte dalle relazioni fra le persone. Le biblioteche lo hanno fatto proprio e ora lo coltivano, offrendolo come modello per altre istanze, per esempio le librerie. Il nuovo libro di Ferrieri, come sempre illumina i territori percorsi e perlustrati da lettrici e lettori. In questo caso in una relazione con le istituzioni bibliotecarie, facendo però i conti anche con le molteplici forme di consiglio paritario, social, di passaparola.

La biblioteca di Raskolnikov. Libri e idee per un’identità democratica, a cura di Simonetta Fiori, Einaudi 2024. Interventi di Luciano Canfora, Franco Cardini, Elena Cattaneo, Anna Foa, Nicola Lagioia, Marco Revelli, Aldo Schiavone, Gustavo Zagrebelsky. Spiega Fiori: «Come si costruisce un’identità democratica? Attraversoo quali letture si coltiva un’identità civile e culturale capace di fronteggiare le tempeste del presente, intavvedendone per tempo le minacce? Ci sono saggi e romanzi che più di altri abbiano la forza di trasmettere l’idea di democrazia nel suo significato di resistenza?». Di questo libro si parla al gruppo di lettura Philo in the library della biblioteca di Cologno il 12 giugno, online, qui le info.

Monica J. Romano, Indietro non si torna : il lungo cammino dei diritti civili delle persone LGBT+ in Italia. Una storia personale, una battaglia politica, prefazione di Alessandro Zan, (TEA, 2023)
Da Mariangela, qui.

Maddalena Cannito, Eugenia Mercuri, Francesca Tomatis, Cancel culture e ideologia gender: fenomenologia di un dibattito pubblico, (Rosenberg & Sellier, 2022), 99 p
Segnalato da Mariangela qui.

Vladimir Nabokov, Nikolaj Gogol’, 1944, (Adelphi, 2014).
Uno scrittore russo pazzesco si occupa di un altro scrittore russo pazzesco (anche se Gogol’ era nato in Ucraina, sì insomma, ma non credo sia rilevante). Ne esce un ritratto imprevedibile, senza bussola, per esempio nelle considerazioni sul naso dei russi, tenendo conto del naso di Gogol’ e del racconto Il naso. Ogni pagina un pizzicotto. Anche di questo parleremo ancora, anche perché il gruppo di lettura Grandi libri legge proprio Racconti di Pietroburgo di Nikolaj Gogol’.

David Greenham, Close reading. Il piacere della lettura, 2019, (Einaudi, 2023).
Un libro di rilievo, anche se a volte un po’ troppo didattico, sull’importanza della lettura ravvicinata. Molto utile nei gruppi di lettura un po’ pigri. Ne parleremo presto in un articolo specifico.

Yasmina Reza, Babilonia, 2016, Adelphi (2017).
La narratrice di questa storia viene coinvolta dall’amicizia con un vicino di casa in una vicenda di infelicità e confronto familiare inspiegabile.

Donatella Di Cesare, Heidegger & Sons. Eredità e futuro di un filosofo, Bollati Boringhieri, 2015.
Un breve libro sulle reazioni al pensiero di Heidegger nella comunità dei filosofi che discende da quella matrice dopo la pubblicazione dei Quaderni neri. Un libro che andrebbe letto insieme a Heidegger e gli ebrei, Bollati Boringhieri, 2017, nel quale Di Cesare rilegge il pensiero del filosofo di Meßkirch alla luce degli scritti sugli ebrei contenuti nei Quaderni neri.

Francis Scott Fitzgerald, Tenera è la notte, 1934.
Una performance stilistica impareggiabile. Sugli anni ’20 scintillanti degli espatriati americani in Europa l’ombra della morte, dell’alcolismo, della malattia.

Sergej Dovlatov, Straniera, 1986 (Sellerio, 1991).
Una prova di scrittura struggente, ironica e piena di umorismo. Il ritratto drammatico e malinconico di Marusja Tatarovič, ebrea sovietica, figlia di piccoli esponenti della nomenklatura comunista, che emigra a New York negli anni ’80, a un passo dalla fine dell’Urss. Dovlatov scrittore prima proibito in Unione Sovietica, poi, dopo la pubblicazione – senza grande successo – negli Stati Uniti, diventato una star nella Russia degli anni ’90. Morto troppo presto per vedere la sua celebrazione in patria.

Orhan Pamuk, Istanbul, 2003 (Einaudi, 2006)
Un memoir che è anche il ritratto di una città e dei segni lasciati nella vita dello scrittore.

Commenti

22 risposte a “I libri più belli, letti nel 2024 (aggiornamento 18.12)”

  1. Avatar luigi gavazzi

    Benvenuto al post sui libri più belli, letti nel corso di questo 2024. Lasciate le vostre scelte qui nei commenti, le riprenderemo nel testo dell’articolo.

    A presto

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  2. Avatar Mariangela
    Mariangela

    ∆ Elvio Fassone, Elvio Fassone, “Fine pena ora”

    Dura più di un quarto di secolo  la corrispondenza tra un detenuto condannato all’ ergastolo e il suo giudice. La sofferenza del pluriomicida descritta dal linguaggio cristallino del magistrato, salvo qualche citazione letterale, in gergo e sgrammaticata, ritagliata così com’è dalle lettere di Salvatore.

    È l’ invio d’un libro da parte del giudice che fa scattare nel detenuto la voglia di riscatto per mezzo dell’ istruzione. La buona volontà c’è, ma si scontra con la schizofrenia del sistema carcerario (ogni trasferimento impone che il conteggio si azzeri al fine del computo dei mesi per l’ ottenimento dei permessi, e tutto ricomincia da capo).

    Scritto molto bene, fornisce spunto di discussione sul carcere e sull’ergastolo.

    Lo avete letto?

    Mariangela

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  3. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Libricino gioiello (fate caso alle dimensioni) che ripropone un articolo di Sciascia apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno il 14 febbraio 1982:

    ∆ Leonardo Sciascia, “Il potere della memoria“, Henry Beyle, 2020,  14 p. 11 x 13 cm

    È un brano tanto nitido da sembrare cesellato, proprio un pezzo d’antologia.

    “Dell’invecchiare, una delle cose più terribili, e forse la più terribile, è lo svanire della memoria.”

    Seguono considerazioni condivisibili, ma è inutile cercare di riassumere o parafrasare.

    “Si potrebbe fare un lungo e terrificante discorso su quel che l’umanità sta rischiando nel rinunciare all’esercizio in proprio della memoria e lasciando che il proprio passato venga gestito, come dalle banche il denaro, dal potere.”

    Taschinabile trovato tra un gruppetto di libretti consimili appositamente selezionati per gli utenti della biblioteca: bella sorpresa! Leggetelo!

    Mariangela

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  4. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Avevo incontrato il nome di Bruno Zevi in un bel libro di Chiara Faggiolani su Giulio Einaudi, sapevo che era stato architetto, lo ignoravo come critico e come scrittore, invece …

    Bruno Zevi, “Cronache di architettura”, Vol. 3, “Dall’Expo mondiale di Bruxelles all’inaugurazione di Brasilia: 1958-1960, articoli n. 191-320”, Laterza, 1971,  571 p.

    Sono gli articoli che ha scritto nel primo decennio postbellico per l’Espresso, poi raccolti da lui steso in volumi per Laterza. L’architettura è la protagonista, senz’altro, perché Zevi commenta opere, premi, polemiche, ma anche libri, che hanno a che fare con l’architettura. Però esce un quadro culturale di quel periodo che va oltre al fatto tecnico-artitico, come è giusto aspettarsi da un  buon commento critico.

    Mi ha molto colpita l’articolo sulla Germania della ricostruzione, si intende la Germania Federale: “La storia, questa volta, ha tolto ai tedeschi persino il diritto dei vinti, quello  di rispecchiarsi nella propria immagine smarrita. Prezzo del “miracolo”, della ripresa economica: il vuoto spirituale. Oltre un decennio di travaglio duro, inumano, prodigioso sul terreno produttivo, è costato il rinvio di tutti i problemi morali (…) affiora nell’animo tedesco un’amarezza inquieta: operato il “miracolo”, stanno scoprendo che è più  difficile fare i conti con se stessi che con le macerie di guerra”.

    Il pezzo è intitolato “Hanno deciso di non pensare” e commenta alcune opere di Colonia; ci faccio caso ora cercando la data, è stato pubblicato nel 1958, il 22 giugno (gli echi sinistri dell’operazione Barbarossa, scattata lo stesso giorno di diciassette anni prima, certo non erano,e non lo sono tutt’ora, spenti).

    Mariangela

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  5. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti

    87 pagine, 22 pezzi brevi e chiari su identità, patria, patriottismo e nazionalismo:

    Filippo La Porta, “Alla mia patria ovunque essa sia : per un nuovo radicamento, contro l’omologazione globale e la retorica delle radici, GOG, 2020, 87 p. 

    “Alla globalizzazione omologante dobbiamo contrapporre non la consulta retorica delle radici, la mitologia (nazi) del sangue e suolo (…) , ma un consapevole radicamento dell’individuo dentro un appartenenza multiforme, fatta di tante appartenenze e piccole patrie, liberamente scelte.” (p. 9)

    “Le radici sono il risultato di una scelta e hanno a che fare con l’immaginario culturale. A ben vedere parlare delle origini non è un’operazione nostalgica rivolta al passato: è sempre, al contrario, parlare del futuro, di cosa si vuole essere, di quali promesse intendiamo mantenere.” (p.11)

    Ci ho incontrato tanti autori già letti: Igiaba Shego, Claudia Durastanti, Amin Maalouf, Carmine Abate, tutti in bilico tra due mondi, due culture, quella d’ origine e quella di approdo. Su tutti si impone Sulman Rushdie, col suo impareggiabile “Patrie immaginarie” che ci ricorda (la parafrasi è di Filippo La Porta) che “lo specchio rotto della memoria personale – fata di avanzi, di frammenti, risonanze – contiene molte più cose dello specchio integro.” (. p. 10 ).

    Molto bello!

    Mariangela 

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  6. Avatar wwayne

    @Mariangela: Carmine Abate spacca. “Il ballo tondo” è forse il mio libro preferito in assoluto.

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  7. Avatar S.

    Il pulcino di Kant di Vallortigara – le menti non umane per cercare di capire il legame tra imprinting e origine della conoscenza

    Nel regno degli spiriti famelici. Incontri ravvicinati con le dipendenze di Maté Lo sguardo o meglio il ri-guardo amorevole di un medico a fianco di chi lotta contro l’abuso di sostanze fino alle radici del trauma.

    L’animale inquieto di Boncinelli e Ferrario Dall’urlo di Munch all’etologia di Lorenz tra filogenesi ed ontogenesi sulla corda tesa della scontentezza umana: perchè esiste e da cosa si origina?

    Letti e riletti, ascoltati in audiolibro i testi di Stefano Mancuso neurobiologo vegetale per conoscere meglio “le loro maestà” le piante. Queste custodi della vita che risolvono labirinti, cooperano, si hackerano e viaggiano…

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  8. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti

    Un libro che merita almeno una menzione, non foss’altro che per le meravigliose fotografie (ma  anche i testi sarebbero da leggere con più attenzione di quanto abbia potuto fare io):

    Milano e Lombardia dall’alto“, Jaca book, Veneranda fabbrica del Duomo di Milano, 2015

    Sto leggendo tanti bei saggi, un po’ storici un po’ sociologici: la pellagra in Lombardia, la tubercolosi a Milano, sembra roba truce detto così, ma sono testi fondamentali per capire com’era la “grande Milano”, la “capitale morale”.

    @Domenico Fina, Claudio

    Però sono riuscita anche a leggere un romanzo (sto leggendo  pochissima narrativa) che avevate citato voi, parlo di “Lezioni” di Ian McEwan: bello e coinvolgente. È stato come ripassare la storia (calata nella vita del protagonista, però) degli ultimi ottant’anni. Grazie, se passate di qui, regalateci qualche altro titolo!

    Di Mancuso avevo letto anch’io un libro sugli spostamenti delle piante: originale, ben scritto, stupefacente!

    Ciao 

    Mariangela

    Piace a 1 persona

  9. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti

    Attratta anche dal titolo, ho letto questo:

    ∆ Ben Pastor, “La fossa dei lupi, o Come proseguono I promessi sposi“, Mondadori, 2024, 414 p.

    Ovviamente non mi aspettavo di iniziare il XXXIX  Capitolo del nostro romanzo nazionale, e oltrettutto il giallo (vorrebbe  essere un giallo) è ben scritto, il fatto è che ci ho trovato qualche distorsione psicologica che non ho digerito. Voi riuscite ad immaginarvela Agnese, avida e calcolatrice? E Don Abbondio che nutre rancore anche a pericolo scampato? Probabilmente è un effetto spiazzamento voluto, ma qualcosa è andato storto.

    Conoscete altre ” continuazioni” de “I promessi sposi“?

    Mariangela

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  10. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Ho finito “Due vite” di Emanuele Trevi e l’ ho trovato fuori dall’ ordinario.

    Le due vite sono quelle di Pia Pera e Rocco Carbone, tutt’e due scrittori amici dell’ autore. Di entrambi Trevi analizza anche le opere, ma sbaglieremmo se pensassimo a semplice critica letteraria; Trevi ci spiega come la vita entri nella letteratura e come quest’ ultima, a sua volta, modifica le nostre vite.

    Di Pia Pera, di cui devo avere già visto qualche scritto sui giardini (era anche traduttrice, e lo spiega bene  Trevi nel libro), penso di mettere in lista ‘Al giardino ancora non l’ ho detto“.

    Rocco Carbone, invece, non lo avevo mai sentito nominare, salvo quando una lettrice, proprio parlandomi di questo libro di Trevi, mi ha riferito di avere tentato senza successo di leggere un suo libro: lo aveva trovato molto ostico; d’altronde, anche Trevi ci dice nel libro che la scrittura di Carbone è per palati fini (che potrebbe essere un eufemismo per dire che per leggerlo, bisogna impegnarsi senza avere la sicurezza di avere un ritorno in termini di gradimento). Lo conoscete?

    Ben scritto, profondo, indagatore e commovente, “Due vite” di Emanuele Trevi è un libro da leggere senz’ altro. 

    Mariangela 

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  11. Avatar cla055
    cla055

    Ho letto il libro di Malvaldi/Bruzzone La regina dei sentieri. Malvaldi mi ha stancato con i suoi vecchietti ma ho voluto provare questo che parla di vini (il Bolgheri in particolare) e mi hanno stupito. Ne è venuto un bel giallo leggero che vale la pena di leggere. Va giu’ come un bel bicchiere di Morellino di Scansano (per rimanere in zona). Saluti Claudio (sono andato in pensione e vi leggo sempre con simpatia).

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  12. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Ho finito “Buio a mezzogiorno” di Kostler, racconta del Sistema carcerario in Urss negli anni ’30. Non vi dico che è un libro piuttosto impegnativo psicologicamente perché penso che lo possiate facilmente immaginare dall’ argomento. Apre anche una finestra sulla società, sul gap generazionale tra chi ha vissuto la rivoluzione del 1917, animato da ideali, e la generazione successiva, avvezza al conformismo di regime e disponibile ad assecondarlo.

    Le ultime righe sono un saggio di scrittura, senza anticipare troppo (ma non è difficile già dalle prime pagine intuire la fine), dico solo che sembra di assistere ad una sorta di smaterializzazione.

    Assieme a “Vita e pensiero” e a “Il rumore del tempo” di Julian Barnes va a costituire la mia triade dei libri necessari per cercare di capire il sistema totalitario sovietico.

    mariangela

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  13. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Ho trovato utile questo libro:

    Giuseppe Ungherese, ‘ I PFAS : gli inquinanti eterni e invisibili nell’acqua : storie di diritti negati e cittadinanza attiva’, prefazione di Robert Bilot, Altreconomia, 2024

    I PFAS non li avevo mai sentiti nominare, tanto meno sapevo fossero sostanze industriali che possono nuocere alla salute. Meglio informati di me devono essere coloro che gli effetti dei Pfas li hanno già provati sulla propria pelle, vedi, per esempio , la vicenda della Mitemi (azienda che ha inquinato  le acque venete per anni) e le relative sentenze.

    I Pfas vengono utilizzati per diverse produzioni: attrezzature mediche, tessuti, utensili, ecc. Nel libro sono riportate le ricerche scientifiche che comprovano la nocività di questi composti chimici.

    Scritto in modo accessibile e chiaro, il saggio di Giuseppe Ungherese spiega bene il nocciolo del problema. La normativa italiana tollera una quantità troppo alta di Pfas per ogni litro d’ acqua. L’ ho letto qualche mese fa, nel frattempo sono intervenute novità a livello di normativa europea. L’ autore lo afferma chiaramente: si rende necessario azzerare le emissioni, altre soluzioni sarebbero solo dei pagliativi.

    Giuseppe Ungherese è anche il responsabile di una ricerca effettuata da Greenpeace. Chi volesse, nello specifico, verificare la presenza di pfas nelle acque potabili di Milano può utilizzare questo link; i risultati sono differenziati per ogni centrale (in città ne esistono una trentina):

    https://public.tableau.com/app/profile/greenpeace.italy/viz/PFASeacquedestinatealconsumoumanonelComunediMilano/MappaPFAS

    Ciao a tutti Mariangela 

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  14. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Se volete leggere un Simenon a forte tensione psicologica, procuratevi “Il gatto“. In un rapporto di coppia dei più cupi mai incontrati i letteratura, due coniugi attempati, entrambi di seconde nozze, comunicano solo tramite bigliettini. Attese snervanti, silenzi prolungati, diffidenza e sospetto, tutto in un’ atmosfera truce a cui Simenon mi ha abituata (anche “Il presidente “, libro di diverso tipo letto anni fa, presentava questa caratteristica di cupezza).

    Mariangela 

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  15. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti

    L’ora di Agathe” di Anne Cathrine Bomann  presenta il rapporto paziente/ psicoterapeuta dal punto di vista del medico, nel senso che il protagonista qui è il maturo psicologo (o psichiatra?) in attesa della pensione.

    È un libro che forse poteva essere meglio rifinito e certo non è un capolavoro, ma i capolavori non si trovano ad ogni piè sospinto, anzi, qualche testone ha scritto che di capolavori ne nasce uno ogni generazione. Io dico che, sofisticazioni a parte, questo libro può essere letto con soddisfazione ed interesse.

    E non accaniamoci contro il povero professionista (ogni tanto mugugna ed è un po’ di evasivo). È un essere umano anche lui e ha diritto a venire descritto con le sue debolezze!

    Mariangela 

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  16. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti

    Linda Malnati è stata maestra, femminista, socialista, giornalista, è stata attiva in molte istituzioni, diciamo che è stata una donna coraggiosa per più motivi. Ma qui mi piace ricordarla come scrittrice:

    ► Linda Malnati, “Scritti vari”, La Editrice Libraria, 1922

    Particolare la sua scrittura: decisa e cristallina quando denuncia un’ingiustizia; intima e personale quando con parole meste si accomiata dall’amico scomparso; scabra e concisa quando assume forma aforismatica. Ogni tanto si toglieva qualche sassolino dalla scarpa: “Fossi un uomo, a quest’ora sarei imbrancata nel gregge dei redattori; ma”, si schermisce “non apparterrei a quei giornalisti che fanno della loro redazione una scuola (…) no, io apparterrei all’altra falange, a quella dei giornalisti arruffoni, tutti slancio e senza riflessione, che adoperano la penna e mai la lima, che buttan fuori i loro articoli come schioppettate, e fanno strage in ogni campo, nel politico e nel religioso – nell’artistico e nel letterario – toccano ogni piaga, trattano ogni tesi con balda sicurezza, con calore, con tanto fuoco e magari con pochissima competenza e con nessuna profondità”. E magari  si limitassero a fare i giornalisti, scrive sconfortata, ma no, ogni tanto “infliggono alla società i loro bravi libri” e pretendono che la critica sia “bella, buona, spassionata, laudativa soprattutto, se no, guai! Impugnano la loro arma di riserva e giù, per diritto e pel rovescio, addosso al povero critico che ha osato dire la verità!”. (p. 63).

    Lo so che il libro non è in commercio, ma vale la pena chiederlo in consultazione.

    Se invece volete leggere un bel saggio sulla sua storia di vita (che è anche un pezzo di storia del femminismo in Italia):

    ► E.Scaramuzza, “La maestra italiana tra ‘800 e ‘900. Una figura esemplare di educatrice socialista: Linda Malnati”, in “Cultura, istruzione e socialismo nell’età giolittiana”, Angeli, 1991, pp. 99/119

    Mariangela

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  17. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti

    Sotto la pioggia gentile” di Ólafur Ólaffson è un libro delicato e introspettivo. Un amore troncato senza spiegazioni a vent’anni può lasciare segni profondi. Qui c’è un settantenne che decide di recarsi in Giappone, durante il lock down, per ritrovare una ragazza che ha molto amato, a Londra, cinquanta anni prima.

    Difficile dire altro senza rovinare la lettura perché l’ autore rilascia le informazioni molto lentamente, dopo lungo rimuginio; solo alla fine il mosaico si compone.

    La preparazione del cibo ha una parte importante e notevole è l’ attenzione per la storia e la cultura giapponese. In fatto di identità giapponese mi ha regalato di più questo autore islandese che non tante giapponeserie di autori nipponici!

    Ciao, Mariangela 

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  18. Avatar Non regalate libri! – GRUPPO DI LETTURA

    […] 5 – Alcune smentite del proposito: Nove libri da leggere e regalare, consigliati da “Gruppo di lettura”È di due anni fa ma funziona ancora.E anche questo mi piace molto:Quattordici racconti per un gruppo di letturaQuesto, infine, ha perso popolarità rispetto alle versioni di alcuni anni prima, ma secondo me ha dentro molte letture che meritano:I libri più belli, letti nel 2024 […]

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  19. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Due libri che, se limitassimo il giudizio in base al formato, potremmo erroneamente etichettare come “libri per bambini”, invece sono due testi istruttivi e divertenti per tutti (ma a me quasi sempre i libri per l’ infanzia mi incantano):

    ∆ Britta Teckentrup “Di corvi e cornacchie”,  Uovonero, 168 p. 

    Vituperata dalla tradizione che la vuole foriera di eventi nefasti, la cornacchia è un animale dalla raffinata intelligenza. Io dico cornacchia, ma il libro tratta dei corvidi in generale, e lo fa ad ampio raggio: scandaglia non solo l’ aspetto scientifico, ma anche quello mitico-letterario presentando poesie, favole e modi di dire che in un modo o nell’ altro hanno a che fare con questi volatili. Belle anche le illustrazioni.

    Magda Garguláková, Jakub Bachorik “Ponti”, La Margherita, 2024, 62 p.

    I ponti? Ce ne sono di tutti i tipi, nei più diversi materiali, atti a superare i più svariati ostacoli: naturali, artificiali o anche nessun ostacolo (ponti decorativi). Ci sono i più famosi, dal Golden Gate di San Francisco al nostro Ponte di Rialto, passando per il Ponte di Avignone che, non essendo più stato riparato, finisce in mezzo al fiume (vedi la canzoncina “Sur le pont d’ Avignone”). Il più pericoloso sarebbe il Ponte di Hussaini in Pakistan: 472 assi di legno sul fiume  Hunza, attrazione per qualche turista pazzo.

    Del ponte è forte la valenza simbolica. Abbondano quindi miti e leggende che vengono illustrate dai bei disegni di Bachorik.

    Una curiosità: quando una compagnia militare raggiunge un ponte, viene ordinato il rompete le righe. È già successo, nel 1850,  che un ponte  sia crollato a causa della risonanza dell’ impatto regolare dei piedi dei soldati.

    Molto bello, veramente. Una pecca? I testi sono stampati in un grigetto pallido che io faccio fatica a leggere.

    Mariangela

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  20. Avatar Mariangela
    Mariangela

    Libro strano, questo “Fair Play” di Tove Jannson, sembra non parlare di niente, invece poi ti risuona dentro grazie ai dialoghi, e ai silenzi, delle due amiche protagoniste.

    Sono episodi ma, chiaramente, nell’ insieme, vanno a formare un romanzo. A me è piaciuto il capitolo della barca, al largo, quasi alla deriva, immersa nella nebbia. L’atmosfera nordica si fa sentire

    Nessuna passione gridata, ma i sentimenti ci sono: amore, affetto, gelosia, emergono in una quotidianità che sembra non rivelare nulla di straordinario, se non un legale sincero e duraturo. Come comprova l’ ultimo capitolo.

    Forse inferiore al Libro dell’ estate della stessa autrice, che è il suo capolavoro, ma senz’ altro un bel libro.

    Mariangela

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  21. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Ciao Mariangela e ciao al forum tutto,

    ho letto con ammirazione “Sfinge” di Gabriele Di Fronzo, appena uscito per Einaudi, un romanzo straordinario, dalla prima riga all’ultima, per lingua, storia, afflato; Gabriele Di Fronzo, scrittore torinese di 40 anni, si inventa un protagonista contemplativo, checoviano? nato in Val d’Aosta e costretto a volare per professione, sta per compiere 60 anni, di mestiere è un courier, segue, protegge, scorta statue e reperti preziosi che dal Museo egizio di Torino verranno esposti nei musei internazionali. Questa è la storia della sua ultima missione a Shanghai prima di andare in pensione. Incontrerà una giovane direttrice di Museo, Qi (pronuncia Ci), uno strano uomo d’affari che vorrebbe salvare fiori in estinzione, rifletterà su una metropoli assurda come Shanghai quasi fosse il mondo intero, sui tifoni, sulle architetture, sull’ansia di volare, sul suo amore di una vita, Sara, ex moglie con la quale è finito l’amore e non sa spiegarsi il perché. Rifletterà sul tempo, la sua idea fissa. Libro bellissimo, alcune pagine ricordano Daniele Del Giudice, ma non vorrei confondere, questo libro ricorda credo solo se stesso, come tutti i libri originali.

    «Ora non è più un futuro prossimo, ora è un futuro remoto. Continuerò a esistere. Potrei anche continuare a viaggiare. Devo lavorare ancora qualche anno prima di andare in pensione. Potrei anche farmi assumere da un altro museo. Potrei fare anche altre cose. Potrei trasferirmi in un’altra città. Se Tolstoj l’ha fatto quando aveva sessantasei anni, una volta per tutte potrei imparare ad andare in bicicletta».

    A Presto e buone letture

    Domenico Fina

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  22. Avatar I libri più belli, letti nel 2025 – GRUPPO DI LETTURA

    […] [Leggi anche: I libri più belli, letti nel 2024.] […]

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