I libri che meritano attenzione; incontrati e letti nel corso dell’anno. Lasciate le vostre scelte nei commenti
La prima regola è ancora che i libri segnalati si siano letti o incontrati* quest’anno, il 2024. Come sempre, I lettori possono aggiungere le proprie segnalazioni e osservazioni nei commenti a questo post.
Tuttavia,
1) i libri segnalati dai lettori nei commenti verranno riportati anche nell’articolo;
2) lo staff del blog aggiungerà le proprie segnalazioni (sempre nel corpo dell’articolo). Quindi, quando venite a controllare, cercate gli aggiornamenti sia nei commenti sia nel testo di questo post. La data indicata accanto all’editore si riferisce a quella di prima pubblicazione (in originale in caso di opera tradotta).
*3) Alcuni libri segnalati sono ancora in corso di lettura oppure sono giudicati “interessanti” e meritevoli di lettura o almeno di consultazione.
[L’ordine è: il primo della lista è l’ultimo aggiunto].
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Mohamed Mbougar Sarr, La più recondita memoria degli uomini, E/O, 2022. Un giovane scrittore senegalese ci accompagna in un romanzo sull’Africa occidentale e lo spettro del colonialismo che è anche una riflessione sulla scrittura e il raccontare. È la ricerca, da parte del narratore del romanzo, di uno scrittore dal talento enorme scomparso – volontariamente? – nelle viscere della storia.
Abdulrazak Gurnah, Il disertore, La nave di Teseo, 2022 (il romanzo è del 2005). Dal premio Nobel 2021 una storia di colonizzazione, di amore, di esilio. L’Africa orientale, il Sultanato di Zanzibar, la fine della schiavitù, lo sfruttamento, il confronto della popolazione locale con indiani e arabi.
Francesco Tormen, Con gli occhi aperti. Il sogno lucido tra neuroscienze ed esperienze contemplative, Il Saggiatore, 2024. Un libro per riprenderci i nostri sogni, letteralmente. Si può imparare a sognare sapendo di sognare, portandosi nel sonno-sogno forme di autoriflessività e consapevolezza.
Virginia Woolf, Mrs Dalloway, 1925 (Einaudi, o Mondadori, o Bur…) Quasi inutile dire che questo è un romanzo da rileggere ogni anno. Ci guida, con una potenza ineguagliata, nella vita, quella vita che Clarissa ama alla follia in un giorno di giugno del 1923. E la unisce, ancora non so esattamente come, a Septimus.
Nikolaj Leskov, Il viaggiatore incantato (varie edizioni disponibili, Adelphi ha la traduzione di Tommaso Landolfi). Su un battello sul lago Ladoga un uomo vestito da monaco racconta racconta racconta. Su questo libro-romanzo-raccolta di racconti Walter Benjamin scrisse il memorabile saggio Il narratore (1936), si trova in Angelus Novus (Einaudi). La nave di Teseo ha appena mandato in libreria una nuova traduzione di Verdiana Neglia con la prefazione di Paolo Nori.
Sotto la pioggia gentile, di Ólafur Ólaffson, Einaudi, 2023. Scrive Mariangela: “Un amore troncato senza spiegazioni a vent’anni può lasciare segni profondi.”
Linda Malnati, Scritti vari, La Editrice Libraria, 1922. “Particolare la sua scrittura: decisa e cristallina quando denuncia un’ingiustizia; intima e personale quando con parole meste si accomiata dall’amico scomparso; scabra e concisa quando assume forma aforismatica. Qui tutto il parere di Mariangela.
L’ora di Agathe di Anne Cathrine Bomann, Iperborea, 2019, presenta il rapporto paziente/ psicoterapeuta dal punto di vista del medico, nel senso che il protagonista qui è il maturo psicologo (o psichiatra?) in attesa della pensione. Il parere di Mariangela.
Giuseppe Ungherese, I PFAS : gli inquinanti eterni e invisibili nell’acqua : storie di diritti negati e cittadinanza attiva, prefazione di Robert Bilot, Altreconomia, 2024.
Scrive Mariangela: “I Pfas vengono utilizzati per diverse produzioni: attrezzature mediche, tessuti, utensili, ecc. Nel libro sono riportate le ricerche scientifiche che comprovano la nocività di questi composti chimici“. Il suo commento al libro.
Arthur Koestler, Buio a mezzogiorno, traduzione di Giorgio Monicelli, Mndadori, 2020. L’edizione originale è del 1940.
Scrive Mariangela: “racconta del Sistema carcerario in Urss negli anni ’30. Non vi dico che è un libro piuttosto impegnativo psicologicamente perché penso che lo possiate facilmente immaginare dall’ argomento. Apre anche una finestra sulla società, sul gap generazionale tra chi ha vissuto la rivoluzione del 1917, animato da ideali, e la generazione successiva, avvezza al conformismo di regime e disponibile ad assecondarlo. Le ultime righe sono un saggio di scrittura, senza anticipare troppo (ma non è difficile già dalle prime pagine intuire la fine), dico solo che sembra di assistere ad una sorta di smaterializzazione. Assieme a Vita e pensiero di Vasilij Grossman e a Il rumore del tempo di Julian Barnes va a costituire la mia triade dei libri necessari per cercare di capire il sistema totalitario sovietico.”
Percival Everett, James, Traduzione di Andrea SIivestri, La Nave di Teseo, 2024 336 pagine.
Il James del titolo è lo schiavo nero Jim che accompagna Huckleberry Finn (Mark Twain, 1884) nelle sue avventure. Qui James è la voce narrante della storia. La racconta dal suo punto di vista, e la voce che risuona è la sua, e non quella mediata dalla voce di Huck del romanzo di Twain (che peraltro è capolavoro assoluto della letteratura americana).
Hisham Matar, Amici di una volta, traduzione di Anna Nadotti, Einaudi, 2024, 376 pp.
Matar torna a esplorare la propria straziante cartografia, scrive Alberto Manguel su “Robinson”, La Repubblica, 8 Settembre 2024. La brutalità del regime di Gheddafi, e i suoi storici metodi di tortura ed esilio forzato fanno, inevitabilmente, da sfondo a tutti gli scritti di Matar.
Olga Tokarczuk, Il tenero narratore e altri saggi, traduzione Silvano De Fanti, Bompiani, 272 pp.
Una serie di saggi della Nobel 2018 – autrice di I vagabondi, e I Libri di Jakob fra gli altri – che articolano una riflessione complessa sulla letteratura e il suo ruolo, sulle voci del raccontare, sull’uso dell’io – prima persona.
Reiner Stach, Kafka: 1 ) I primi anni. 2) Gli anni delle decisioni. 3) Gli anni della consapevolezza. 3 vol., traduzione di Mauro Nervi, il Saggiatore, 2024 – pp. 700 + 760 + 800.
Arriva al completo, finalmente in italiano, l’immensa biografia dello scrittore praghese.
Giovanni Raboni, Si è tifosi della propria squadra perché si è tifosi della propria vita. Scritti sul calcio 1979-2004, Mimesis, 2024, 144 pp. – Il grande poeta a proposito di calcio, di passione, di Inter (come Vittorio Sereni e Maurizio Cucchi, per esempio, era un fratello nerazzurro).
Davide Conti, Fascisti contro la democrazia. Almirante e Rauti alle radici della destra italiana 1946-1976, Einaudi, 2023, 330 pp. – Un libro per dissipare la nebbia diffusa dalla destra al governo sulle responsabilità dei dirigenti del Msi.
Romano Màdera, Il metodo biografico come formazione, cura, filosofia, Raffaello Cortina, 2022, 261 pp. Da un filosofo-psicanalista un libro con quattro saggi che fanno il punto, da angoli diversi sul portato dell’esperienza di vita di ciascuno e del contesto in cui siamo gettati. “La tesi è semplice e vicino all’ovvietà: come sarebbe possibile sganciare quel che crediamo di sapere e di volere, dalle condizioni di contesto, dalla circostanzialità della nostra esperienza?“
Filippo La Porta, Alla mia patria ovunque essa sia: per un nuovo radicamento, contro l’omologazione globale e la retorica delle radici, GOG, 2020, 87 pp. Scrive Mariangela: «22 pezzi brevi e chiari su identità, patria, patriottismo e nazionalismo. […] Ci ho incontrato tanti autori già letti: Igiaba Shego, Claudia Durastanti, Amin Maalouf, Carmine Abate, tutti in bilico tra due mondi, due culture, quella d’ origine e quella di approdo. Su tutti si impone Salman Rushdie, col suo impareggiabile “Patrie immaginarie” che ci ricorda (la parafrasi è di Filippo La Porta) che “lo specchio rotto della memoria personale – fata di avanzi, di frammenti, risonanze – contiene molte più cose dello specchio integro.” (. p. 10 ).»
Peter Flamm, Io?, Adelphi, 2024, 143 pp. Un breve romanzo di quasi un secolo fa su un combattente della Grande guerra che torna a casa Berlino e non è più lui. «È convinto di aver rubato l’identità a un morto. Crede di vivere nel corpo di un altro; tutti lo riconoscono e pensano di sapere con chi parlano. Solo il vecchio cane gli abbaia contro e lo morde. Il cane sa che quello non è il suo padrone. Poi comincia a ricordare: Grete, la giovane donna dalla chioma tizianesca che ora vede alla finestra, è sua moglie; nella culla c’è il loro bambino; si rivolge a un’anziana signora chiamandola «mamma». Ma quei ricordi non hanno radici, sono cose che sa: «come un attore me ne sto su un palcoscenico, imparerò la mia parte, è già scritta fino in fondo, di certo già da prima, e io mi limito a recitarla».
Marco D’Eramo, I Terroni dell’Impero. Viaggio nel profondo sud degli Stati Uniti, Marietti 1820, 2024, 288 pp. «Dove l’America profonda e ostinata trova ancora la sua verità indicibile; un’esplorazione antropologica che non nasconde il suo cuore di tenebra, un luogo in cui le strutture mentali, i riflessi sociali, i comportamenti restano costanti e descrivono il razzismo più spietato e il bigottismo più fondamentalista di una nazione fondata sull’integralismo.»
Bruno Zevi, Cronache di architettura, Vol. 3, Dall’Expo mondiale di Bruxelles all’inaugurazione di Brasilia: 1958-1960, articoli n. 191-320, Laterza, 1971, 571 pp. Scrive Mariangela: “Sono gli articoli che ha scritto nel primo decennio postbellico per l’Espresso, poi raccolti da lui steso in volumi per Laterza. L’architettura è la protagonista, senz’altro, perché Zevi commenta opere, premi, polemiche, ma anche libri, che hanno a che fare con l’architettura. Però esce un quadro culturale di quel periodo che va oltre al fatto tecnico-artitico, come è giusto aspettarsi da un buon commento critico.” Il resto lo trovate qui.
A cura di Giuseppe Barone, Danilo Dolci. Una rivoluzione nonviolenta. La vita e l’opera di un uomo di pace. Altraeconomia, nuova edizione 2024. A cento anni dalla nascita di Dolci un volume per fare il punto sul pensiero e il lavoro sociale e culturale di questo uomo esemplare la cui vita, come scrisse Norberto Bobbio, fu la “vita insolita e singolarissima del on accettare la distinzione tra il predicare e l’agire (…) ma di cominciare a pagare di persona”. Scrive Paolo DI Stefano sul Corriere della Sera del 12 giugno 2024: “Rivoluzione e subito”, senza violenza: aprire scuole, spazi di socialità, proporre nuovi sistemi di irrigazione e soluzioni sanitarie era l’idea operativa di Dolci. Bobbio additava quella operatività come esempio agli ideologi con pulpiti e cattedre, ai cattivi cristiani, ai moralisti, ai patrioti.
Sergio Zatti, Il narratore postumo. Confessione, conversione, vocazione nell’autobiografia occidentale, Quodlibet, 2024. Un volume di oltre 500 pagine per ripercorrere la storia del genere autobiografico, a partire dai due modelli fondativi, Agostino d’Ippona e il democratizzatore del racconto di sé, Jean-Jacques Rosseau. Lavoro prezioso per vari motivi, per esempio per capire come sia possibile frequentare l’autobiografia, diventando anche autori, senza scivolare nel disagio dovuto al peccato egotistico che il genere si porta dietro sin dall’inizio.
Luca Ferrieri, La biblioteca dei consigli. Introduzione ai servizi di orientamento alla lettura, Editrice Bibliografica, 2024. Il mondo dei consigli di lettura parte dalle relazioni fra le persone. Le biblioteche lo hanno fatto proprio e ora lo coltivano, offrendolo come modello per altre istanze, per esempio le librerie. Il nuovo libro di Ferrieri, come sempre illumina i territori percorsi e perlustrati da lettrici e lettori. In questo caso in una relazione con le istituzioni bibliotecarie, facendo però i conti anche con le molteplici forme di consiglio paritario, social, di passaparola.
La biblioteca di Raskolnikov. Libri e idee per un’identità democratica, a cura di Simonetta Fiori, Einaudi 2024. Interventi di Luciano Canfora, Franco Cardini, Elena Cattaneo, Anna Foa, Nicola Lagioia, Marco Revelli, Aldo Schiavone, Gustavo Zagrebelsky. Spiega Fiori: «Come si costruisce un’identità democratica? Attraversoo quali letture si coltiva un’identità civile e culturale capace di fronteggiare le tempeste del presente, intavvedendone per tempo le minacce? Ci sono saggi e romanzi che più di altri abbiano la forza di trasmettere l’idea di democrazia nel suo significato di resistenza?». Di questo libro si parla al gruppo di lettura Philo in the library della biblioteca di Cologno il 12 giugno, online, qui le info.
Monica J. Romano, Indietro non si torna : il lungo cammino dei diritti civili delle persone LGBT+ in Italia. Una storia personale, una battaglia politica, prefazione di Alessandro Zan, (TEA, 2023)
Da Mariangela, qui.
Maddalena Cannito, Eugenia Mercuri, Francesca Tomatis, Cancel culture e ideologia gender: fenomenologia di un dibattito pubblico, (Rosenberg & Sellier, 2022), 99 p
Segnalato da Mariangela qui.
Vladimir Nabokov, Nikolaj Gogol’, 1944, (Adelphi, 2014).
Uno scrittore russo pazzesco si occupa di un altro scrittore russo pazzesco (anche se Gogol’ era nato in Ucraina, sì insomma, ma non credo sia rilevante). Ne esce un ritratto imprevedibile, senza bussola, per esempio nelle considerazioni sul naso dei russi, tenendo conto del naso di Gogol’ e del racconto Il naso. Ogni pagina un pizzicotto. Anche di questo parleremo ancora, anche perché il gruppo di lettura Grandi libri legge proprio Racconti di Pietroburgo di Nikolaj Gogol’.
David Greenham, Close reading. Il piacere della lettura, 2019, (Einaudi, 2023).
Un libro di rilievo, anche se a volte un po’ troppo didattico, sull’importanza della lettura ravvicinata. Molto utile nei gruppi di lettura un po’ pigri. Ne parleremo presto in un articolo specifico.
Yasmina Reza, Babilonia, 2016, Adelphi (2017).
La narratrice di questa storia viene coinvolta dall’amicizia con un vicino di casa in una vicenda di infelicità e confronto familiare inspiegabile.
Donatella Di Cesare, Heidegger & Sons. Eredità e futuro di un filosofo, Bollati Boringhieri, 2015.
Un breve libro sulle reazioni al pensiero di Heidegger nella comunità dei filosofi che discende da quella matrice dopo la pubblicazione dei Quaderni neri. Un libro che andrebbe letto insieme a Heidegger e gli ebrei, Bollati Boringhieri, 2017, nel quale Di Cesare rilegge il pensiero del filosofo di Meßkirch alla luce degli scritti sugli ebrei contenuti nei Quaderni neri.
Francis Scott Fitzgerald, Tenera è la notte, 1934.
Una performance stilistica impareggiabile. Sugli anni ’20 scintillanti degli espatriati americani in Europa l’ombra della morte, dell’alcolismo, della malattia.
Sergej Dovlatov, Straniera, 1986 (Sellerio, 1991).
Una prova di scrittura struggente, ironica e piena di umorismo. Il ritratto drammatico e malinconico di Marusja Tatarovič, ebrea sovietica, figlia di piccoli esponenti della nomenklatura comunista, che emigra a New York negli anni ’80, a un passo dalla fine dell’Urss. Dovlatov scrittore prima proibito in Unione Sovietica, poi, dopo la pubblicazione – senza grande successo – negli Stati Uniti, diventato una star nella Russia degli anni ’90. Morto troppo presto per vedere la sua celebrazione in patria.
Orhan Pamuk, Istanbul, 2003 (Einaudi, 2006)
Un memoir che è anche il ritratto di una città e dei segni lasciati nella vita dello scrittore.

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