
Omaggio indiretto e in ritardo a David Graeber (1961-2020)
Basta poco per diventare precisi quando parliamo dei libri. Un buon esempio di cosa si intenda quando citiamo la precisione in questi casi l’ho trovata proprio oggi leggendo un articolo che Mediapart (l’articolo è tradotto sul n.1375 di Internazionale) ha dedicato a David Graeber (1961-2020), l’antropologo, storico, economista e attivista politico morto il 2 settembre a Venezia.
Scrivono gli autori del pezzo, Joseph Confavreux e Jade Lingaard che
“i suoi testi sono costruiti attraverso dei paralleli tra l’osservazione di dettagli concreti e grandi analisi storiche, riflessioni teoriche e considerazioni personali”.
Già, semplicemente e esattamente quello che vorremmo dire e sentire quando parliamo dei libri che leggiamo, senza presunzione ma con grande impegno e ricerca, per non banalizzare mai. Non credete?
(Tra l’altro, per chi vuole sapere di più sul grande pensiero – fatto anche di azione politica – di Graeber, l’articolo citato è davvero un’ottima e rapida introduzione).
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