Ritorno sulla questione dei gruppi di lettura fluidi. Che son diventati agili e leggeri (la condizione “fluida” mi sembrava un po’ passiva).

Ci ho pensato un po’ e mi è parsa una soluzione appropriata: alcune unità di lettori escono dalle biblioteche e portano in giro il gruppo di lettura, come abbiamo visto la volta precedente. In fondo è una soluzione quasi scontata e necessaria.
Usciamo dalle biblioteche!
No tranquilli. Non è furore contro l’istituzione alla quale i gruppi di lettura devono quasi tutto: la biblioteca pubblica.
È un po’ forzato il concetto, ma dovrebbe trascinare subito al punto: i gruppi di lettura, almeno alcune forme di Gdl, devono affrancarsi da chi li ha fatti nascere e li ha cullati a lungo.
Sono maturi per andare in città, privi della protezione e della guida di chi per professione e missione lavora per la “promozione della lettura”.
Molti Gdl sono forti, pronti per promuovere direttamente il discorso sulla lettura contagiando – a voce, a vista – chi non li conosce e chi non si è mai avvicinato.
Per contagiare serve un discorso davvero pubblico e diffuso che scaturisca dalla lettura condivisa; e per l’efficacia di questo discorso servono i corpi visibili dei lettori, le loro parole dette in luoghi aperti e accessibili, senza porte istituzionali da varcare, nei luoghi normali della socialità urbana, insieme aperti e protetti, come i bar, i pub, i ristoranti.
Sarebbe più facile e probabile il moltiplicarsi dei gruppi, magari in una versione temporanea, provvisoria, anche limitata alla lettura di un solo libro. Poi si sciolgono e si ricompongono in altra forma, con persone diverse, attorno a un altro libro.
Si eviterebbe la costante dipendenza dall’opera – benemerita ma ovviamente limitata nello spazio e nel tempo – dei bibliotecari.
I Gdl – e le derivazioni leggere dei Gdl – dovrebbero dunque nascere anche su iniziativa diretta dei lettori. In autonomia, come gemmazione (metafora cara a Luca Ferrieri) spontanea. Per moltiplicarsi; senza preoccuparsi troppo dei vincoli istituzionali e spaziali che inevitabilmente la biblioteca ha. Per crescere e diventare adulti.
Magari continuando ad avere bibliotecari di riferimento, che assistano, affianchino i progetti, contribuiscano con le idee. Vadano al bar con il gruppo agile e leggero.
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