I libri più belli, letti nel 2014

Con qualche settimana di ritardo rispetto alla stagione, eccoci con il post che dovrebbe avviare la discussione sui libri più belli, letti nel corso di questo 2014. Anche il post dello scorso anno, come e più di quello degli anni precedenti, è stato un grande successo. In particolare, in quello del 2013 si è accentuata…

L’immagine è di Christopher Myers, presa in prestito dal sito web del “New York Times”, pagina delle opinioni del 16 marzo 2014

Con qualche settimana di ritardo rispetto alla stagione, eccoci con il post che dovrebbe avviare la discussione sui libri più belli, letti nel corso di questo 2014.

Anche il post dello scorso anno, come e più di quello degli anni precedenti, è stato un grande successo.

In particolare, in quello del 2013 si è accentuata la tendenza a generare flussi di discussione laterali e autonomi rispetto al corso principale. Digressioni che in realtà hanno reso la discussione decisamente ricca e varia: una specie di gruppo autonomo di analisi e autoanalisi delle letture, degli autori, dei lettori. E forse delle vite coinvolte.
Insomma, grazie a tutti.
Speriamo che anche questo 2014 ci porti letture, libri e discussioni memorabili.

Come sempre, usiamo i commenti

Un abbraccio

Aggiornamento: comincio a citare qui autori, titoli dei libri citati dai lettori nei commenti. Portate pazienza perché sono talmente tanti che ci metterò un po’ a mettermi al passo. Li elencherò in ordine alfabetico di autore.

Elias Canetti, “La lingua salvata”
Eugenio Corti, “Il cavallo rosso”
Mathias Enard: “La via dei ladri”
William Hopson, “I mocassini di sangue”
Stephen King, “L’ ombra dello scorpione”
Irene  Nemirovskyi, “Il Signore delle anime”
John Williams, “Stoner”

 

 

 

Commenti

2.606 risposte a “I libri più belli, letti nel 2014”

  1. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti
    Io non riesco a leggere “Il piccolo Principe”: è il secondo tentativo, dopo quello di qualche anno fa, ma butta male anche stavolta. Voi l’avete letto?

    @Cristina
    Fin che non offendiamo nessuno, parliamo di quello che vogliamo.

    Buona notte,
    Mariangela

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  2. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    @cristina, guarda che siamo in accordo stavolta 🙂 Non ho detto che Emerenc è semplice e non commuove, ho detto che è grandiosa ed eccessiva. A me commuovono sia Emerenc che Felicité, naturalmente sono due personaggi diversi e resi in modo differente, uno è inserito in un racconto breve e subisce la vita, l’altro è delineato in tutta la sua complessità e nel rapporto con la scrittrice stessa. La porta è un romanzo che ha la sua essenza nella relazione tra due donne diverse, che sarebbe riduttivo definire una di intelletto e l’altra di naturale sostanza. Le due donne hanno tuttavia qualcosa che le accomuna, come tutte le persone profonde, e questa affinità di fondo le rende inseparabili. Ciao.

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  3. Avatar cristina
    cristina

    Luigi!!!!!!!!!!!
    ti supplico,se puoi, cambia le faccine, la mia ancora ancora- ma quella di Domenico Fina è …troppo pulp!!!
    @mari ero ironica,bellezza,figurati se …vabbè

    @domenico,ah …. si, ecco, certo.

    @tutte/i. ho conosciuto Simonetta! che ragazza deliziosa in questa calda mattinata di sole novembrino molto caldo

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  4. Avatar wwayne

    @Cristina: L’hai conosciuta alla fiera del libro di Pisa? Te lo chiedo perché stasera ci vado anch’io.

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  5. Avatar cristina
    cristina

    tesoro! si, certo- io sono lì dalle 4 alle 5 a sentire uno scrittor africano….poi mi arriva un’amica da fuori e il figlio e sono presa – a che ora ci vai????dai vieni che ci vediamo! come si fa ??? ossantapace

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  6. Avatar wwayne

    Alle 18 mi trovi in sala blu, assisto ad una presentazione. Se mi dici come sei vestita ti vengo incontro io. Io non sarei riconoscibile, ho addosso una polo bianca e dei pantaloni neri.

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  7. Avatar cristina
    cristina

    non posso, alle 17 arriva la mia amica da fuori. esco dalla fiera alle 17.10. ti puoi trovare a quell’ora all’uscita? (ovvero cancello dopo il bar? dai giusto per 5 minutini…)

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  8. Avatar cristina
    cristina

    puoi stare lì senza uscire. io comunque ci sono (inteso come ci sarò) e aspetto per qualche minuto. (pssst capelli rossi corti orecchini vistosi, borsa gialla, pantaloni blu giacchina gialla)

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  9. Avatar wwayne

    @Cristina: Credo di sì. Non posso darti la certezza per 2 motivi:
    1) É la prima volta che ci vado, quindi non sono sicuro di trovare il posto preciso;
    2) Non so se riuscirò ad arrivare a Pisa in tempo. La tabella di marcia era tarata per arrivare lì alle 18, e per arrivare lì un’ora prima dovrò metterci molta grinta e avere molta fortuna col traffico.
    Ad ogni modo, se non ce la faccio ti avviso per tempo qui. Come ti riconosco?

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  10. Avatar wwayne

    @Cristina: Ho visto che m’avevi già risposto. A dopo (speriamo)! : )

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  11. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina,

    Se ti riuscisse di incontrare di persona nostro nipote, salutamelo tanto!

    Mariangela

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  12. Avatar cristina
    cristina

    qui non ci sarò più perchè NON uso gli smartphone! esco alle 15,30 e vado alla fiera.
    La fiera è di fronte ai pompieri facile da trovare. non so da dove arrivi comunque cerca vigili del fuoco o la Fiera è al Palazzo congressi).se arrivi dalla fipili tipo da cascina pontedera firenze uscita PISA NORD EST.
    . IL BAR è OPPOSTO ALL’INGRESSO chiedi e ti dicono, devi attraversare un cortiletto dove c’è il tendone del bar che è fuori nel cortile- e da lì si esce da un cancello -fuori dal cancello ci sarò io per un pochino.se no ivuol dire che il destino non voleva

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  13. Avatar wwayne

    @Cristina: Esatto. Non volermene se ti do buca, io da parte mia farò tutto il possibile per arrivare all’orario pattuito (17,10). Grazie per le indicazioni! : )

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  14. Avatar cristina
    cristina

    comunque se non ci becchiamo….
    passa a pian terreno dallo stand casa editrice 66thand 2nd (salone centrale all’inizio verso il corridoio) lascio a loro un mio biglietto col mio cell. devi dire “Cristina del gruppo lettura che legge africani vi ha lasciato un biglietto per me, sono wayne(Come john)”. Dopo di che io vado al cinema alle 19.30 con la mia amica A RIVEDERE IL FILM SU sEBASTIAO Salgado- il cinema è A 3 MINUTI DAL pISA bOOK FESTIVAL (cinema Lanteri) puoi chiamare fino alle19,25 poi dopo le 21. oppure venire con noi a vedere il film….. anyway do it !

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  15. Avatar cristina
    cristina

    @tutti/e
    scusate l’occupazione privata di spazio pubblico…davvero.
    comunque non ce l’abbiamo fatta. lui era a un’uscita, io all’altra come nei film di ridolini
    ma ora siamo in touch, quindi autonomi, quindi GRAZIE a questo spazio e a tutti per la pazienza, e la cortesia
    (wwayne, la mise bi color era tutta solo per l’occasione…)

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  16. Avatar camilla
    camilla

    @domenico fina — la somiglianza di fondo tra Felicitè ed Emerenc è la totale DEVOZIONE e dedizione a….qualcuno che non è legato alle due donne da legami familiari o “amorosi”. Sono due … domestiche, o donne di servizio o , malgrado la difficoltà di trovare una parola adeguata,sono due persone che dimenticano completamente sè stesse per il bene di “altri. spesso, in letteratura, personaggi di questo status vengono descritti come il famoso Il Servo,o comunque i “dipendenti” vengono descritti, nei rapporti con i “padroni” come possibili tramiti verso un’esistenza miglire . Mentre le due donne Emerenc e Felicitè sembra che scelgano la loro dipendenza , quasi come una missione, un sacrificio di sè, la scelta assoluta di una vita dedicata, fino alla morte. Non so se questo tipo di riflessioni possano interessarti, scusa la seccatura se non ti interessano.
    @ mariangela – forse mariangela leggi tutto quel poco che riesco a dire in chiave preconcetta. Sento in te una tale antipatia che io certo non provo nei tuoi confronti..Bun giono a tutti.

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  17. Avatar wwayne

    @Cristina: Mi dispiace moltissimo… 😦

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  18. Avatar wwayne

    Elenco i libri acquistati alla fiera:

    Giuseppe Bertolini, “Pollentia A.D. 402”, Robin Edizioni
    Collettivo Idra, “Soci@l singles”, Edizioni Comunication Project
    M.P. Ottieri e C. Gaiser, “Promettimi di non morire, Nottetempo
    Claudia Piovano e Silvia D’Agostino, “Per sempre noi”, La Corte Editore
    Noelle Revaz, “Tanti cari saluti”, Keller
    Maura Santoro, “Il suo nome è Otranto”, Voland
    Darcey Steinke, “Salvami”, Meridiano Zero

    Ho notato con dispiacere che erano pochissimi gli editori di narrativa. La stragrande maggioranza degli stand aveva libri esclusivamente di saggistica.
    A mio giudizio il pubblico avrebbe gradito altro: non a caso, quei pochi stand con libri di narrativa sono stati gli unici a finire la fiera con il tavolo sgombro e i libri quasi tutti venduti. Fanno eccezione La Corte Editore (il romanzo che ho comprato io ha sbancato, gli altri sono rimasti tutti dov’erano) e Meridiano Zero (perché la maggioranza delle proposte sul tavolo erano libri vecchi di anni, che io e tanti altri avevamo già comprato e letto altrove).

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  19. Avatar wwayne

    Tra l’altro allo stand di Meridiano Zero c’è stato un episodio spiacevole. Quando la tizia ha visto che volevo acquistare un libro della Steinke, ha preso un secondo romanzo della stessa autrice e mi ha messo in mano anche quello. Pensavo che fosse una copia omaggio, invece chiedo quanto devo pagare e cosa scopro? Che dovevo pagarli entrambi… scoperta la furbata, ero tentato di lasciare tutto sul tavolo e andarmene. Alla fine ho comprato solo il primo, e me ne sono andato con un sapore amaro sul palato.
    Se mi metti in mano un libro senza dirmi nulla, è chiaro che io penso che me lo stai regalando: mettermelo in mano e poi chiedermi di pagarlo è come dirmi che mi offri un pranzo e poi chiedermi di pagare la mia parte.

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  20. Avatar cristina
    cristina

    @wayne, ma lascia perdere, son cose di nulla!
    di noelle revaz avevano parlato qui Camilla e qualcun altro. non ricordo.
    Di Maria Pace Ottieri -figlia di Ottiero- avevo letto milioni di anni fa qualcosa di interessante che non riesco a ricordare.
    il resto è buio – ma va bene.
    @Cam, non penso proprio che Mariangela abbia dei preconcetti. E’ però attenta alle sfumature e alle parole e a volte i fraintendimenti sono dietro l’angolo.
    siate sereni. che piove

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  21. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Camilla
    Camilla, non è antipatia, tu ti sei rivolta a me definendomi “Mariangela e &” e io ti ho solo chiesto cosa intendessi dire. A riprova che la domanda non era dettata da acredine, ma da curiosità, torno a chiederti: per quale motivo mi apostrofi come se fossi una ditta? Naturalmente sei libera di non rispondere e lasciarmi nel dubbio. In qualsiasi caso io continuerò a chiamarti Camilla.

    @WWayne
    Quello che scrivi sulla quasi assenza di titoli di narrativa mi stupisce moltissimo: pensavo che la saggistica fosse relegata in second’ordine. In merito al “finto regalo”, hai ragione tu.

    Ciao a tutti
    Mariangela

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  22. Avatar wwayne

    @Mariangela: Anch’io trovo francamente assurda la scelta di invitare quasi esclusivamente editori di saggistica. Ci hanno perso tutti:
    – il pubblico, che non ha trovato quasi nulla che gli interessasse;
    – gli editori di saggistica, che non hanno venduto una copia;
    – soprattutto, gli organizzatori della fiera, che hanno deluso le aspettative del pubblico e hanno rimandato a casa gli editori con le pive nel sacco. E così il prossim’anno ci sarà penuria sia di visitatori che di standisti.
    Grazie per la risposta! : )

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  23. Avatar cristina
    cristina

    @nipote! a dire il vero io di saggistica ne ho vista meno che di narrativa, molta meno. questione di punti di vista. ma spesso uno stesso editore presentava le due cose insieme.ma fa nulla il festival scoppia omunque

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  24. Avatar wwayne

    @Cristina: Mi stupisce quello che scrivi. Pensa che io di narrativa ne ho trovata così poca che ad un certo punto mi son detto: “Ci saranno due edifici, uno per la narrativa e un altro per la saggistica.” Poi ho chiesto in giro, e mi hanno confermato che gli stand erano tutti lì… porca miseria che delusione… comunque, che io sappia gli unici editori a portare un po’ di narrativa sono stati quelli sopra citati, la Sellerio, la Fratini Editore, la Greco & Greco e la Nero Press.

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  25. Avatar wwayne

    Dimenticavo: c’era anche la Marcos y Marcos.

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  26. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @ Mariangela
    se può aiutarti, io ho portato a termine la lettura de IL PICCOLO PRINCIPE, quando andavo al liceo, chiedendomi cosa avesse di bello. In seguito all’unanime apprezzamento mondiale, l’ho riletto fino in fondo, ma… che dire, per me è insopportabilmente banale.
    Ciao.

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  27. Avatar cristina
    cristina

    @wwayne
    E 66and 2nd, Voland, Keller, La nuova Frontiera giusto per dirne altri.GIUNTINA,gLI SVIZZERI ITALIANI, I CORSI, ce n’era ce n’era…magari non tutti di altissima qualità…. ma c’erano.
    MA STAI SCHERZANDO NIPOTE!

    @Mariangela il piccolo principe se stai sotto i 14 anni va bene. dopo mi pare difficilmente digeribile, poi è stato macinato in tutte le salse pòrino. non se ne può più

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  28. Avatar Felice Celato
    Felice Celato

    Ho trovato molto bello il nuovo libro di Amos Oz, GIUDA (Feltrinelli, 2014), uno scrittore, lo dico subito, che amo molto.
    Il protagonista, Shemuel Asch, è un giovane ex-studente della fine degli anni 50 del secolo scorso che lascia incompiuta la sua tesi di laurea su Gesù nella prospettiva Ebraica (secondo me non a caso il suo è quasi lo stesso nome di Shalom Asch, il grande scrittore ebreo fortemente suggestionato dal Cristianesimo, di sfuggita addirittura menzionato nel libro) per trasformarsi in una specie di dama di compagnia di Gershom Wald, un vecchio intellettuale, strambo, arguto, polemico e scettico, chiuso nel suo dolore per la morte in guerra del figlio, che vive nella periferia di Gerusalemme, in una casa solitaria e malmessa, insieme alla vedova di suo figlio, l’affascinante Atalia Abrabanel che non manca di turbare profondamente il giovane Shemuel.
    Su questo “pretesto narrativo”, Oz sviluppa alcuni temi classici della cultura ebraica ed israeliana: l’ossessione del profilo umano e della vicenda personale di Giuda e del suo (negato) “tradimento” ( che è diventato, al di là del suo significato scritturistico, l’assurdo bi-millenario stigma del popolo ebraico) e, quindi, del “tradimento” in sé come parametro etico; il fascino tormentoso dell’ebreo Gesù (ebreo e “fondatore” del Cristianesimo, pietra angolare di una storia mai finita, quella tra Ebraismo e Cristianesimo, fatta di antiche, tragiche fratture e di naturali reciproche attrazioni); le ferite aperte delle guerre di sopravvivenza del popolo Israeliano; il dibattito sulla terra promessa ora conseguita (Shaltiel Abrabanel, padre della bella Atalia, è il personaggio “storico” inventato da Oz quale antagonista dialettico di Ben Gurion, portatore di una visione opposta a quella del fondatore dello stato Israeliano, che riemerge di continuo e immutata nell’angoscioso scenario della convivenza con gli arabi).
    Il tutto narrato e scritto con la consueta maestria di Amos Oz, forse qua e là con qualche lieve leziosità. Un libro che mi sento di consigliare senza esitazioni.
    FC

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  29. Avatar wwayne

    @Cristina: Voland e Keller li avevo citati, 66 and 2nd me li sono scordati perché facevano stand unico con Voland, mentre invece non avevo notato affatto La nuova Frontiera. E mi dispiace moltissimo di questa svista, perché molti dei western che amo di più sono stati pubblicati proprio da questa casa editrice. Pubblicano ancora western, o nel frattempo si sono dati ad un altro genere?

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  30. Avatar claudio
    claudio

    Grazie a Felice Celato per la maestria con cui ha presentato il libro di Oz.
    Senza dubbio alcuno sarà il prossimo libro che leggero’.

    Saluti,Claudio

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  31. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti
    Sto leggendo “Lo diciamo a Liddy?”, dovrebbe essere una commedia, era un titolo suggerito da voi del blog quando chiedevo titoli “divertenti”; mi piace come scrive la Fine, e non mancano momenti di umorismo il fatto è che il romanzo stenta a decollare (oppure sono io che sto disabituandomi al cartaceo? L’E-book non l’ho trovato).
    Il clima famigliare della storia è quello delle riuniomi di famiglia, delle grandi feste, delle domeniche pomeriggio trascorse coi parenti …

    @Cristina @Wwayne @Tutti
    Insomma, non solo non siete riusciti ad incontrarvi, ma ci date anche resoconti diversi: siete sicuri di avere visitato la stessa fiera? Mi permetto di prendervi in giro perché so che non vi arrabbiate.
    Io, che pure amo molto vedere i libri a braccio, in quei posti lì reggo pochissimo, dopo un quarto d’ora mi gira la testa, mi fanno male i piedi, mi viene sete e, come ha efficacemente evidenziato una volta Camilla, non trovo mai … le strutture adeguate.

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  32. Avatar wwayne

    @Mariangela: In effetti anch’io non mi spiego questa discrepanza. Ad ogni modo, il numero di cellulare di mia zia l’ho reperito allo stand che lei mi aveva indicato, quindi la fiera era sicuramente la stessa.
    Stephen King ti risponderebbe che siamo stati nello stesso posto, ma uno dei due è entrato temporaneamente in un mondo parallelo e quindi ha visto una fiera diversa. : )

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  33. Avatar wwayne

    Comunque, gli stand che mi sono piaciuti di più sono senza dubbio quelli della Fratini Editore di Nero Press. Belli anche quelli di Greco & Greco e La Corte Editore.

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  34. Avatar cristina
    cristina

    @pssst mari – e so anche il suo vero nome! cicca cicca.

    Sto leggendo di Lola Shoneyn PRUDENTI COME SERPENTI – parecchio carino, una storia buffa sulla quarta moglie di un ricco uomo poligamo nigeriano. ci sono segreti e misteri….

    In fiera ho comprato L’AFRICA NON ESISTE di Gianni Biondillo. La sua presentazione era divertente e di persona lui pare molto simpatico- mi aspettavo una cosa di qualità. Invece mi pare scritto malino,vorrebbe essere spiritoso ma non ci riesce tanto, un profluvio di virgole interrompono il flusso della lettura.Certo qualche informazione sui suoi viaggi la dà, ma è davvero troppo poco e sfilacciato…uffff
    Insomma secondo me gli italiani che scrivono oggi NON sanno scrivere, Murgia e pochi altri a parte.

    @tutti -sapete qualcosa/ avete mai letto Coetzee ? nulla so, ma mi accorgo di avere delle resistenze. chi mi dà qualche parere ?

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  35. Avatar Felice Celato
    Felice Celato

    Su Coetzee, Cristina, ho queste mie note stratificatesi nel tempo (largo) della lettura. Te le copio qui come le ho scritte PER LA MIA MEMORIA ( senza….responsabilità critica). Nel complesso mi ha fatto piacere leggerlo, Coetzee, ma non posso dire che mi abbia entusiasmato.
    • Coetzee J.M.: Elizabeth Costello (Einaudi) I racconti sono il pretesto per piccoli saggi letterari o filosofici (sul romanzo, sul romanzo africano, sul problema del male, etc). La formula e’ usata con grande sacrificio della narrazione; (forse) non banale il contenuto.
    • Coetzee J.M.: Foe (Einaudi): L’attrito fra storia e narrazione, in un racconto originale e difficile, con qualche spunto di sapore addirittura pirandelliano.
    • Coetzee,J.M.: L’infanzia di Gesù (Einaudi): Un libro molto strano, suggestivo ed oscuro; è sicuramente una metafora o meglio una serie di metafore; ma il loro senso sfugge non, forse, perché il lettore non sia in grado di scoprirlo ma proprio perché l’autore vuole appositamente nasconderlo. Simon è una specie di Bernard Rieux, con un suo mondo di doveri umani e civili dei quali sfugge il fondamento, proprio come il protagonista de La Peste: c’è in lui forse un senso etico autonomo e nobile proprio perché senza fondamento se non in un senso rassegnato della realtà; David forse è la metafora di una dimensione esistenziale che viene da un altro mondo (di qui forse l’oscuro titolo), quasi come fosse radicato in una vaga trascendenza. La cancellazione della memoria costituisce uno dei presupposti di questo incontro fra il (doloroso ) senso della realtà di Simon e l’aspirazione di trascendenza (o la memoria di un’originaria trascendenza?) di David. Il contorno è quasi astratto, fatto da un’umanità silenziosa e gentile che poco capisce della propria vita, astratta dal tempo. Mah!
    • Coetzee J. M. : Slow man (Einaudi): Uno schema narrativo originale e raffinato (la protagonista ne è la romanziera Elisabeth Costello, già protagonista dell’omonimo saggio-racconto dello stesso autore) per un racconto sulla vecchiaia ricco di notazioni interessanti.
    Buona notte
    FC

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  36. Avatar wwayne

    @Cristina: Di Coetzee ho letto Vergogna e Foe. Vergogna fa schifo, Foe fa ancora più schifo.

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  37. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Coetzee a me piace; aspro, indifeso, straniante. Li ho letti quasi tutti, quello che preferisco è Tempo d’estate, che sarebbe la terza parte della sua autobiografia, espressa in modo piuttosto originale ma non in modo velleitario, cioè la forma deriva dal contenuto ed è il modo migliore che è riuscito ad escogitare per parlare di se stesso. Attraverso le persone che hanno conosciuto il personaggio, uomo, scrittore Coetzee quando era in vita. Nel romanzo infatti si parte dalla premessa. Eh Coetzee sia morto ed un ricercatore cerca di ricostruire la sua vita di trentenne a Città del Capo, attraverso le interviste. Anche Elisabeth Costello è un buon libro, e naturalmente Vergogna.

    Un consiglio caloroso, Il pappagallo di Flaubert (1984), appena ripubblicato da Einaudi. È, a mio avviso, il miglio libro di Julian Barnes, quello più ispirato, più urgente, poiché scegliendo di parlare di se stesso attraverso un personaggio (un medico) che segue le orme di Flaubert, frequentando Rouen e dintorni, non fa altro che parlare di noi, uomini di oggi, e di sempre. Flaubert aveva detto quasi tutto, e la sua vita, opere, lettere basta lasciarle esprimere così come sono, senza aggiungere altro. Barnes lo fa e anche bene. Ci sono capitoli rapidi come inventari e capitoli più commoventi e sentiti, ma la combinazione è riuscitissima.
    Flaubert è un autore complesso, indefinibile come la vita, ciò che di lui resta attualissimo, moderno, più di tutti gli altri grandi, è che in Flaubert spesso i personaggi non sono personaggi, non danno modo di essere inseriti in un carattere. Questo è moderno in Flaubert, e se ne rendeva conto, soprattutto ne L’Educazione sentimentale in cui aspetti belli, brutti, contraddittori, si rintracciano in ogni personaggio, con il rischio dell’indistinto. Anche un personaggio come il farmacista Homais in Madame Bovary, deprecabile per la sua ipocrisia, trema con tutta l’anima quando taglia una ciocca di capelli di Madame Bovary, che oramai giace morta sul letto, ma con campagne di stampa per un SUO progresso, fasullo e ciarlatano, è convinto di poter guarire i ciechi con pomate mirabolanti. Fino a mandare una sua innocente vittima in galera. Felicité in Un cuore semplice, delusa da tutti ma non resa arida dalla vita, si attacca a un pappagallo impagliato fino a vederlo ingigantito sulla sua testa. Flaubert non fa ironia da quattro soldi, se la facesse sarebbe scomparso con la sua opera. Egli è sia Madame Bovary che colui che ne critica l’invasato romanticismo; è sia colui che critica la creduloneria di Felicité e sia Felicité stessa quando resta sola senza nessuno da amare e piange con un pappagallo impagliato, Flaubert piange con lei.

    Barnes cerca di mostrare tutto ciò, con lo stesso intento della narrativa di Flaubert, che era quello di non concludere per tirare le somme ma tenere tutto insieme. “La stupidità consiste nel voler concludere” è una famosa frase di Flaubert ripresa dalle lettere. Il personaggio del romanzo svelerà gradualmente la sua vita, sua moglie sembrerà una Madame Bovary e lui Charles Bovary. Fino a sostenere che si può capire un grande personaggio letterario perché ha trovato il modo perfetto per arrivare a noi, per mostrarsi, ma non si può capire chi ci sta accanto, nella vita, poiché la vita si capisce solo in modo indiretto.
    Vi copio una pagina del romanzo, come estratto emblematico, ovviamente quello che si sostiene non è definitivo, Flaubert per certi aspetti credeva nel progresso. Il romanzo, lo ripeto, è ben fatto perché rende la complessità di Flaubert. Vi sono molte riflessioni sull’arte, molti aneddoti interessanti.

    Flaubert non credeva nel progresso, soprattutto in quello morale, l’unico che conti davvero. L’epoca in cui viveva era stolta. “L’unico sogno della democrazia – scrisse – è quello di elevare il proletariato al livello di stupidità raggiunto dalla borghesia”. Questa battuta innervosisce spesso le persone. Non è forse assolutamente corretta? Nel corso degli ultimi cent’anni il proletariato ha preso lezioni dalle pretese della borghesia; quest’ultima, frattanto, meno fiduciosa del proprio potere, si è fatta più scaltra e disonesta. È progresso questo? Se vi interessa osservare una folla di idioti contemporanei, studiate i passeggeri stipati a bordo di un traghetto in servizio sulla Manica. Eccoli lì, a trarre il massimo vantaggio dai loro acquisti al duty-free, a tracannare al bar più alcol di quanto possano volerne; a giocare alle slot machine; a vagolare senza meta sul ponte; a decidere quanto dichiarare onestamente in dogana; ad aspettare il prossimo ordine dell’equipaggio di bordo come se si trattasse della traversata del Mar Rosso. Non sto criticando; mi limito a osservare; e non so dire con sicurezza che cosa penserei se tutti si schierassero invece al parapetto a contemplare il gioco di luce sull’acqua e cominciassero a discutere in massa di Boudin. Io, del resto, non faccio eccezione: a mia volta faccio scorta al duty-free e attendo come tutti. Dico solo una cosa: Flaubert aveva ragione.

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  38. Avatar crisina
    crisina

    @tutti. grazie. ho deciso che non leggero’ Coetzee, almeno per ora.
    Di Barnes ho alta opinione, ma per ora lascerò perdere il suggerimento di Domenico Fina, che comunque ringrazio moltissimo.

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  39. Avatar carloesse
    carloesse

    @Cristina
    Io di Coetzee ho letto solo “L’infanzia di Gesù” e ne avevo parlato abbastanza diffusamente anche qui, circa un annetto fa (credo dicembre scorso). Aveva lasciato piuttosto perplesso anche me. Mi pare che concludessi dicendo che forse era più appropriato intitolarlo “L’infanzia di Don Chisciotte”.
    @wwayne
    dire che un libro ti ha fatto schifo, senza spiegare il perchè, è come non dire niente.

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  40. Avatar cristina
    cristina

    @eh si wwayne, te lo dico anche io da zia. o si danno le motivazioni ( es. non ho capito, non mi ha preso, è troppo complicato, non mi piace la storia,stile involuto, messaggio oscuro etc etc etc) oppure un giudizio lapidario -per giunta forte – è ingiustificato. E soprattutto lascia il tempo che trova. tienilo a mente per la prossima volta nipotino

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  41. Avatar wwayne

    @Carloesse: Passano i mesi, cambiano le stagioni, ma la tua antipatia resiste, inossidabile e immarcescibile. Ad ogni modo, Vergogna fa schifo per la sua vacuità morale e il suo nichilismo, Foe per la sua insopportabile lentezza narrativa.

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  42. Avatar cristina
    cristina

    @oh wwayne! Ti tiro le orecchie sai? . Carlo esse è ,prima di tutto, decisamente simpatico, poi ha scritto una cosa sacrosanta.
    Quindi – secondo il mio modesto parere – avresti dovuto rispondere, ” scusa hai ragione sono stato troppo frettoloso” e scrivere le due righe che hai scritto sopra.
    Ma a che serve insultare??? Che se ne ricava? uffi. E uffi

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  43. Avatar wwayne

    @Cristina: Non parlerei di insulto, al massimo di rimbrotto ironico. E poi, Carloesse si rivolge a me in tono acido e io mi dovrei pure scusare con lui? Sarebbe un classico caso da mondo alla rovescia. Per come si è rivolto a me, la battuta con cui gli ho risposto è il minimo della pena.

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  44. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Wwayne
    Io “Vergogna” di Coetzee l’avevo trovato difficile, molto difficile, e in effetti può non piacere, oppure si può avere qualche problema a reggerlo psicologicamente, tanto è sconsolante, questo sì. Tra l’altro è vero che ha delle descrizioni piuttosto ripugnanti (se è questo che intendevi con l’espressione “fa schifo”), ma non sono mai gratuite, sono funzionali a quelle che l’autore vuole esprimere.

    Ho in cantiere “L’infanzia di Gesù”, ma se è così particolare, potrebbe non fare al caso mio. Cercherò di affrontarlo senza preconcetti.

    Ciao a tutti
    Mariangela

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  45. Avatar carloesse
    carloesse

    Antipatico, acido e ironico ai limiti dell’offensivo, se non ho capito male. E tutto questo in una sola riga (più una parola, a volere essere precisi).
    Wow! Credo di aver battuto ogni record!

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  46. Avatar wwayne

    @Carloesse: Comunque per me è come l’altra volta: mi hai punzecchiato, io ti ho risposto e per me finisce qui.

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  47. Avatar camilla
    camilla

    @domenico Fina – Ho cercato IL PAPPAGALLO DI FLAUBERT attraverso la caccia al libro di Fahre, un paio di anni fa’ quando il P di F. era fuori catalogo. Lo trovai, con mia grande gioia e soddisfazione, appunto attraverso Farenheit e ora che è stato finalmente ristampato, ti voglio dire che il tuo post è bellissimo e mi ha fatto molto piacere leggerlo.L’acume straordinario di Barnes è adatto , quanato mai, a Flaubert ,la sua contemporaneità salta fuori assai spesso in molti libri. anche il saggio di Franco Rella su F. e Luise è assai significativo. Grazie del bel pst.

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  48. Avatar cristina
    cristina

    ciao @cam, pst…
    che sei meravigliosa… che nella furia – da sempre- lasci via qualche letterina ( così come io riempio di refusi i miei pst…) siamo due bianconiglio…. sempre di corsa

    mi accingerò a leggere fra poco LE BRACI, poi dirò ( in particolare a Mariangela).

    E poi ho acquistato La TREGUA di Mario Benedetti ,e mi aspetto molto. A Fahrenheit ne hanno palrato in modo strepitosissimo -quel che di lui ho letto mi è molto piaciuto

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  49. Avatar wwayne

    @Cristina: Non ci crederai, ma pure io ho ordinato La tregua alla mia libreria. Sto ancora aspettando che arrivi. Nel mio caso però a convincermi fu questa bellissima recensione: http://ilmeleto.wordpress.com/2014/10/28/la-tregua/.

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  50. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    @Camilla: Grazie. Flaubert e` uno scrittore che ho moto ammirato e che ancora oggi considero, per svariate ragioni, il romanziere piu`moderno, profondo, ironico, complesso, inafferrabile ecceterera eccetera. La sua opera nel Novecento prosegue con Musil, che peraltro nasce lo stesso anno in cui muore Flaubert, il 1880. Aveva solo il difetto di essere troppo collerico e talvolta un po’ pacchiano nei giudizi sul prossimo, in questo preferisco la saggia reticenza di Cechov (altro grande). Pasternak non a caso chiamava Cechov il nostro Flaubert.

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