I libri più belli, letti nel 2014

Con qualche settimana di ritardo rispetto alla stagione, eccoci con il post che dovrebbe avviare la discussione sui libri più belli, letti nel corso di questo 2014. Anche il post dello scorso anno, come e più di quello degli anni precedenti, è stato un grande successo. In particolare, in quello del 2013 si è accentuata…

L’immagine è di Christopher Myers, presa in prestito dal sito web del “New York Times”, pagina delle opinioni del 16 marzo 2014

Con qualche settimana di ritardo rispetto alla stagione, eccoci con il post che dovrebbe avviare la discussione sui libri più belli, letti nel corso di questo 2014.

Anche il post dello scorso anno, come e più di quello degli anni precedenti, è stato un grande successo.

In particolare, in quello del 2013 si è accentuata la tendenza a generare flussi di discussione laterali e autonomi rispetto al corso principale. Digressioni che in realtà hanno reso la discussione decisamente ricca e varia: una specie di gruppo autonomo di analisi e autoanalisi delle letture, degli autori, dei lettori. E forse delle vite coinvolte.
Insomma, grazie a tutti.
Speriamo che anche questo 2014 ci porti letture, libri e discussioni memorabili.

Come sempre, usiamo i commenti

Un abbraccio

Aggiornamento: comincio a citare qui autori, titoli dei libri citati dai lettori nei commenti. Portate pazienza perché sono talmente tanti che ci metterò un po’ a mettermi al passo. Li elencherò in ordine alfabetico di autore.

Elias Canetti, “La lingua salvata”
Eugenio Corti, “Il cavallo rosso”
Mathias Enard: “La via dei ladri”
William Hopson, “I mocassini di sangue”
Stephen King, “L’ ombra dello scorpione”
Irene  Nemirovskyi, “Il Signore delle anime”
John Williams, “Stoner”

 

 

 

Commenti

2.606 risposte a “I libri più belli, letti nel 2014”

  1. Avatar wwayne

    @Felice Celato: Grazie, anche a te! : )

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  2. Avatar camilla
    camilla

    @felice Celato — Davvero spero che riprenderai a scrivere. Gli psicologi ne hanno dette e ne dicono spessissimo sulle analisi di questi modi più recenti di “comunicare”: Le analisi sono tutte più che giuste e tuttavia , ci ho pensato anch’io tante volte, tuttavia questa è pure una opportunità in più. Non sempre siamo “fortunati, non sempre troviamo affinità “elettive” con gli altri che scrivono. Con alcuni c’è una grande distanza, con altri il loro disinteresse totale per le nostre osservazioni o i nostri argomenti ci, o meglio, mi lascia …disinteressata a mia volta e di pessimo umore (strana questa cosa ma interessante, ti pare? sulla nostra psiche sconosciuta. Capisco però che, passato il momento, ho ancora voglia di dire qualcosa che mi preme e, di solito, me ne ritrovo contenta. La tua presenza sul blog è stata un arricchimento notevole forse proprio per la benedetta diversità che, in qualche modo, ti distingue ma che è , la diversità intendo, il sale di questa ” terra blogghesca”ancora sperimentale e imperfetta.Troppa omogeneità stufa tantissimo, in effetti. Spero proprio , sinceramente che tornerai a scrivere, alla tua maniera. Spesso vorrei chiederti qualche parere che tengo in gran conto. Ciaociao.

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  3. Avatar cristina
    cristina

    @maiangela – Felice Celato.
    ma vi ho mai detto che un libro a mio parere (e non solo mio) bellissimo e fondamentale pr la nostra storia recente ( e quella dello stato d’Israele…) è IL GIOCO DEI REGNI di Clara Sereni? Mariangela devi fidarti, è davvero un buon consiglio di lettura ne sarai contenta.
    Felice se non lo conosci, secondo me devi. Ti interesserà la stoia di una famiglia ebrea assai assai particolare
    Il libro ha più di dieci anni, quindi chi cerca novità a tutti i costi arriccerà il naso. Pace.

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  4. Avatar Felice Celato
    Felice Celato

    Si, Cristina, l’ho già letto IL GIOCO DEI REGNI, qualche anno fa ( visto che non ne trovo traccia nel mio “calepino” devo averlo letto prima del 2005) e, mi pare, anche a me piacque molto, come anche mi è piaciuto UNA STORIA CHIUSA, sempre di Claudia Sereni, del quale mi convinse soprattutto una lettura in chiave allegorica, peraltro non so quanto fondata nelle intenzioni dell’autrice. Buona notte!
    FC

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  5. Avatar camilla
    camilla

    @cristina —avviso a Cristina—nella mia posta è arrivata una mail dove tu (con i tuo nome e cognome esatti) mi chiedi dei soldi con una scusa assurda . Non ci ho creduto neanche per un istante ma FATE ATTENZIONE AGLI IMBROGLIONI. E’ scritta , la mail, con tono accorato e amicale. Ciao Cri–

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  6. Avatar cristina
    cristina

    si Cam, scusa, una truffa. mi hanno avvertita….non sono a Mosca e non mi hanno scippata. ah, il web!

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  7. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Cristina
    Cristina, ci avevi parlato di Sereni quest’estate, ma allora come adesso non riesco proprio a farla rientrare nei miei programmi di lettura. Ho dato un occhio anche al libro della Zarri, il titolo classificatosi in seconda posizione nella graduatoria del blog, che verrà trattato dal GdL di Cologno Monzese: è un libro che ho intenzione di leggere, al di là della partecipazione al gruppo, on line o in altro modo. Consiglio per consiglio, mi permetto di dire che come autrice potrebbe piacerti molto. Voi la conoscete? Io l’ho riconosciuta da una fotografia trovata su internet, ricordo che appariva in televisione molti anni fa, ma di lei non ho mai letto niente.

    Ciao,
    Mariangela

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  8. Avatar cristina
    cristina

    @mari I suoi articoletti anni fa – molti anni fa – sul manifesto – erano mitici. Il libro è anche nella mia lista… Una mistica come lei… un bel tipetto propio Adriana Zarri, avercene!
    vedi, perdo i colpi, non ricodo se ho già parlato di un libro o no, uffi
    Sto leggendo un Marai – non Le braci che ho ordinato – ma mi sto stufando.. troppo elucubrativo…..vedremo
    sono giornate splendide di sole, buon autunno lettrici e lettori

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  9. Avatar Stefano1
    Stefano1

    Mariangela, il libro della Zarri è fenomenale: garantisco io. Se ti fidi … è pure breve.

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  10. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti @Cristina @Stefano1
    Sono contenta di leggere che Adriana Zarri piace anche a voi, tra l’altro mi sembra un libro che si presta molto alla discussione, offre molti spunti di riflessione e, non essendo un romanzo, non c’è la preoccupazione di svelare troppo sulla trama.

    @Cristina
    Scusami, quale libro di Marai stai leggendo? Cosa intendi per elucubrativo? Tieni conto che anche “Le braci”, che è quasi un monologo, è molto meditativo, di una meditazione molto vicina all’introspezione dolorosa, da leggere, come diceva Stefano1 qualche mese fa, per tirar fuori tutto il dolore possibile.

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  11. Avatar carloesse
    carloesse

    Domenico Fina interviene qui col contagocce. ma quando interviene è sempre per segnalare qualcosa di realmente interessante.
    E’ grazie a lui che ho scoperto Ornela Vorpsi.
    E’ grazie a lui che ora sto leggendo DOVUNQUE, ETERNAMENTE di Simona Rondolini, con grandissima soddisfazione. E’ un romanzo “Mahleriano”: imperniato sul senso dell’arte per l’artista, sul suo anelito alla perfezione che può consumarlo fino a portarlo alla follia, sulla capacità o l’incapacità di accettare la vita per quello che è, … e forse non potrà riuscire gradito a tutti, ma secondo me è un grandissimo romanzo d’esordio (pur se non proprio di una ragazzina) di una scrittrice vera, con i controfiocchi, in possesso di uno stile sicuro e personale e di una rara capacità di saper incastrare con efficacia diversi piani temporali.
    Una volta finito questo non mi resta che affrontare con fiducia un altro suo suggerimento: Cesare De Marchi, e credo comincerò con LA FURIA DEL MONDO.

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  12. Avatar cristina
    cristina

    @mari- Adriana Zarri non è una che piace.
    è una che ti scava dentro la contraddizione, che ti mette a disagio, che non ti pacifica., che ti pungola, un esempio alto, e come tale, parecchio scomodo.
    Di Marai sto leggendo DIVORZIO A BUDA – ma pr ora è sospeso

    @carloesse, l’ho già scritto ma l’ultimo ( o il penultimo??) di Ornela Vorpsi secondo me è …pessimo. strano, per una come lei.

    Una cartolina per voi tutti/e
    sono stata a Genova oggi – città che mi piace sempre un sacco. Tracce di fango per tutto il centro, ma sono tutti al lavoro come api operose. La città era invasa da decine di studenti in gita scolastica, come sempre assolutamente multietnica e vivacissima, brulicante di vita, cielo azzurissimo, mare luccicante e 20 gradi.
    la mostra su FRIda Kahlo e Diego Rivera è molto interessante, ben organizzata e – per molti aspetti – decisamente commovente.

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  13. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    @carloesse, grazie per la fiducia 🙂 riguardo al libro di Simona Rondolini, come sottolinei, l’autrice ha 44 anni e una consapevolezza di chi non entra nel mondo delle pubblicazioni come esordiente, ma di chi potrebbe benissimo aver detto tutto quello che aveva da dire (speriamo di no). Io nel mio piccolo ho cercato di scriverne sulla rete (inviando una recensione su Minima&Moralia: http://www.minimaetmoralia.it/wp/dovunque-eternamente). Purtroppo finora non ha avuto le attenzioni – recensioni che merita e che contano (su stampa, tv, rete) e non è bastato arrivare finalista al Calvino, non è un libro televisivo, né fotogenico, né a filone. È un libro vero, anomalo, a sé, lo stesso editore (Elliot, interessante nuova casa editrice) fino a qualche tempo fa nella sua home page aveva allineato tutte le sue novità tranne questa, quasi loro stessi non ci credessero. Boh. Ciò che mi ha stupito e mi ha fatto capire che Simona Rondolini è scrittrice autentica è la parte centrale del romanzo, la prima e la terza sono eleganti, colte, nel finale si cita il Faustus di Mann come riferimento sotterraneo, potevano lasciar inquadrare Rondolini come scrittrice misurata, saggistica, ricercata, affine alla tradizione mitteleuropea, nella parte centrale mostra come anche in condizione scalza, l’autrice SA narrare e sa cambiare registro cosí come la vita, talvolta, impone.
    Cesare De Marchi sarebbe un discorso troppo lungo, è un autore che ha una sua poetica profonda, consistente, universale, i suoi protagonisti, egregi (nel senso di fuori dal gregge) umani, sensibili, patiscono la pressione della vita. Belli, dei suoi romanzi, anche La vocazione e Il talento. La furia del mondo è un capolavoro. Non riuscito del tutto il suo L’uomo con il sole in tasca.

    @cristina, d’accordo con te, un flop capita, forse fa parte del processo di sperimentazione del proprio stile, il fare il passo più lungo della gamba, o quantomeno innaturale; per cui così come De Marchi ha scritto un libro poco convincente lo stesso può valere per Ornela a Vorpsi con Fuorimondo, a mio parere.

    Un caro ciao a tutti
    Domenico

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  14. Avatar cristina
    cristina

    @omenico Fina- sono d’accordo su tutto. Ma non su una cosa. Fuorimondo di Vorpsi non è a mio parere un libro flop, poco riuscito. E’ proprio un libro brutto – e insopportabilmente brutto. E’ l’idea, l’impianto -delirante – che ne fa un libro inutile e fastidioso, alla Jalinek, per capirci. E questo secondo me va detto. Come se le passioni d’amore estremo, per certe autrici, fossero una droga allucinatoria che le fa deragliare alla grande… forse.

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  15. Avatar cristina
    cristina

    @luigi- ma tutte quelle rigacce blu con il numero dell’anno, in fondo alla pagina ( anzi, da mtà pagina al fondo) in cui si gfinisce inghiottiti quando si scende col cursore, non ti pare che possano essere …..Migliorate???? forse da fastidio solo a me, ma ci perdo ogni volta tempo perchè …affogo e poi devo faticosamente risalie. Fai qualcosa, tu che puoi eh? grazie mille

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  16. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @Tutti
    Cristina, mi sembra di capire che tu stia mollando il libro di Marai “Divorzio a Budapest”, che io non conosco; non mi hai detto bene cosa intendi per “elucubrativo”, lo usi come sinonimo di “falsamente speculativo”?.

    Non sono completamente d’accordo con te su Adriana Zarri, ma non voglio anticipare più di tanto rispetto al libro che sarà oggetto di discussione nel GdL di Cologno Monzese, mi esprimerò quando Luigi aprirà l’apposito l’articolo.

    @Carloesse, @DomenicoFina @Tutti
    Anch’io, come avevo già riferito, mi ero avvalsa con soddisfazione dei suggerimenti di Domenico (Letizia Pezzali, “L’età lirica”).

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  17. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Grazie anche a te Mariangela per la fiducia 🙂 Letizia Pezzali sa essere giocosa e profonda, in questi giorni sto leggendo il romanzo appena uscito da Feltrinelli, di un’altra giovane autrice, la trentenne romana Giulia Villoresi, un talento, mi pare. Si intitola con una frase di Mann “Chi è felice non si muove”. Ne parlerò.
    @Cristina, sono d’accordo nel definire brutto e irritante il libro della Vorpsi tantoché non l’ho finito, tuttavia penso che abbiano un senso anche i libri brutti e deliranti, la Jelineck de La pianista, per capirci, è un libro ossessivo, austriaco wittegensteiniano. Ovvero di animi che tendono a spegnersi e devono cercare sempre nuove spinte dal mondo, talvolta le trovano nell’abiezione del sesso, nella forza bruta, come se volessero strattonarsi dal torpore.
    Wittgenstein nei suoi diari scrive che di tanto in tanto doveva masturbarsi solo per capire quanto ancora era vivo. Cioè il piacere in Wittgenstein è solo una cartina di tornasole per capire quanto resta vivo in lui. Lo so è un mondo soffocante, quello di certa letteratura austriaca, anche la Bachmann lo è, anche Bernhard. Ma esiste, ha le sue ragioni recondite.

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  18. Avatar cristina
    cristina

    @Domenico Fina, DIREI CHE sono in disaccordo ( e mi spiace).
    Ingeborg Bachmann è una grandissima scrittrice mai soffocante secondo me, Di lei ho un’idea alta. TRE SENTIERI PER IL LAGO è libro magnifico , magnifico, magnifico. Sull’ossessività di Bernhard non ci piove, ma è molto diversa, -almeno così pare a me – mai così necrofila e…mai inutile.
    Vorpsi INvece in quel libro è avviticchiata su un delirio inutile, e Jelinek puRe-poveraccia – stupidamente fastidiosa e inutile. Intendo con inutile qualcosa che non ci smuove, non ci coinvolge, che non ci racconta nè insegna nulla. Qualcosa di inerte, torpido e estraneo. Insomma cavolate di ninfomani o pazzerelli di poco conto, senza sostanza.
    Perchè anche nel negativo ci vorrebbe profondità santoddio, per avvincere- Ma non so se sono riuscita a spiegarmi. Insomma là l’abiezione – se così voglianmo chiamarla – non ha una sua necessità intinseca, e questo si io trovo imperdonabile.

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  19. Avatar cristina
    cristina

    @mari, sto andando avanti. Elucubrativo…per me significa ragionativo all’eccesso, ragionamenti e controagionamenti, un po’ pallosetti insomma. Avvitatissima la prima metà. Ora sembra un po’ meglio, Scrive bene, ma tutto interno a se stesso e al suo mondo. Non so non so

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  20. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina@DomenicoFina
    Chiedo infinitamente scusa per l’ignoranza, ma vi chiedo se potete specificare di quale Bernhard state parlando, senza il nome o un riferimento bibliografico, per le mie limitate conoscenze, sono in difficoltà a individuare di chi si tratti. Per Bachmann, invece, risalendo dal titolo, ho capito che stavate parlando di Ingeborg Bachmann, vedo dall’OPAC che il libro citato da Cristina è un libro di racconti definito di importanza capitale per il XX secolo.

    @Cristina, certo se lo trovi pallonetto … diciamo pure che non ti sta piacendo. Io non saprei dire perché di Marai ho letto solo “Le Braci”

    Grazie,
    Mariangela

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  21. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Non intendevo fare un discorso sistematico, c’era sì, un affollamento di nomi che in comune hanno la nazionalità austriaca. Non intendevo neppure istituire paragoni. Jelineck non è Ingeborg Bachmann, quest’ultima piace anche a me. Tre sentieri per il lago è un libro importante, così come Il trentesimo anno, di lei i racconti sono la cosa migliore, Il libro Franza, libro incompito non l’ho trovato tra le sue cose migliori. Di Thomas Bernhard, di cui ho letto molto, apprezzo la precisione e la maniacalità con cui torna sugli stessi punti, allo stesso tempo, questa sua maniera o stile non me lo rende congeniale, si ha quasi l’impressione di leggere sempre lo stesso libro, da Correzione a Il soccombente si dispiega una ferocia contro il mondo è contro la società che annichilisce, prima di tutto i suoi personaggi. La letteratura austriaca da Musil (grandissimo) in poi ha espresso nomi notevoli, è quasi buffo il fatto che l’unico Nobel sia andato a un nome di poco rilievo come la Jelineck. Ciao e buonanotte.

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  22. Avatar cristina
    cristina

    @concordo del tutto caro Domenico Fina.

    @Mari- Bachmann è persona importantissima per la letteratura del secolo scorso. fece una morte atroce a Roma, e è stata l’amante di un grandissimo scrittore svizzero,relazione dolorosa e complicata, e lei, lei è …superba, anche come poetessa.
    Quando si parla di Bernhard è sempre Thomas, non ne conosco altri e comunque lui è letterariamente una pietra miliare, nel bene e nel male.
    Con Marai sto progredendo… ma pallosetto NOn è pallonetto! il tuo pc ti censura?? ihih
    bon dimanche a tutti/e

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  23. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti
    Avete mai letto niente di Isabel Allende? Io ho provato tre volte ad iniziare “Il piano infinito”, ma mi sembra un po’ oleografico. Non riesco a capire se sia il mio stato soggettivo a inficiare il giudizio, visto che arrivo da una serie di libri sopra la media che mi hanno dato tanto e mantenere quel livello non è sempre possibile, oppure se proprio l’autrice non faccia per me. A voi piace? Cosa avete letto?

    Grazie,
    Mariangela

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  24. Avatar cristina
    cristina

    mari. lasciala star Isabel Allende va’ che è meglio….perchè vuoi perder tempo??

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  25. Avatar carloesse
    carloesse

    Tutti ampiamente condivisi gli elogi alla Bachmann. Il LIBRO FRANZA è un’opera incompiuta (nella precedente edizione si intitolava “Il Caso Franza”), fatta di frammenti e versioni diverse di stessi capitoli stesi in diverse epoche, “rimontati” postumi. Un vero “casino” di non facile lettura, ma (è intuibile) di una grandezza straordinaria. Alcune pagine sono di una bellezza folgorante. Lo spunto è preso dal racconto centrale, “Il Latrato” (per me il più bello) di TRE SENTIERI PER IL LAGO, ed il libro avrebbe dovuto far parte di una trilogia (“Cause di morte”), di cui ci resta per intero solo il primo romanzo: MALINA (bello, ma secondo me con alcuni limiti). Quando la mia adorata Ortese ebbe modo di leggere Bachmann confessò di essersi sentita “miserabile” al suo confronto!
    Non ho mai letto Jelineck, e su Bernhard ho già più volte espresso le mie riserve, e non vorrei tornarci sopra.

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  26. Avatar carloesse
    carloesse

    Oggi sono stato da Feltrinelli (quello più grande di Roma, all’Argentina). Cercavo “La furia del Mondo” di De Marchi, ma non l’ho trovato. C’era “Il Talento” e ho intanto preso quello. Credo che comincerò da lì. Poi , nel caso, l’altro lo ordinerò.

    @Mariangela: Vade retro, Isabel Allende!!!

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  27. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Il talento ha andamento diverso dalla Furia del mondo, segue le vicende di un personaggio bizzarro con un linguaggio volutamente desueto. È libro comico nel senso più alto, cioè mostra come la vita sia comica, non noi che ci facciamo le battute sopra.

    Ho finito invece il romanzo appena pubblicato da Feltrinelli, Chi è felice non si muove di Giulia Villoresi, 30 anni, romana. La frase credo sia di Mann ma potrebbe essere di noi tutti. Tutti l’abbiamo pensata, forse. Credo che per i romani sia ancora più vera.
    La quarta di copertina non rende l’idea, in due righe si passa da Totti a Cola di Rienzo per cui il lettore potrebbe pensare al solito bullshit, narcisismi, fremiti. Non e`così, c’e` l’entusiasmo di una giovane autrice ma soprattutto scrittura rapida, briosa, colta, che si muove con la rapidita` d’un personaggio sfrontato e comico che vorrebbe riscrivere il Canone occidentale su un’isoletta greca. Nel frattempo la sua vita si accende di amicizie, telefonate, pensieri, immaginazioni. Davvero la protagonista ha nella testa un vortice continuo, Darwin, Clemente Rebora, musiche da discoteca, scolopendre, Totti, Parigi, Rousseau, un fidanzato che si chiama Olmo. Una madre palla al piede. Idee letterarie, naturalistiche eccetera eccetera. Tutto espresso con disinvolta precisione. La trama è esile ma la bravura di Giulia Villoresi è sorprendente. Eccovi alcune frasi che mi sono annotato:

    In quella stessa identica posa, parecchi anni prima, avevo guardato dalla finestra di scuola un ragazzo mentre rubava la mia bicicletta, senza riuscire a pronunciare una sola parola. Allora credevo che la forza sprigionata dal mio Io avrebbe avuto la meglio su di lui. Pag.166

    I giornalisti – grandi compositori di nulla, pesano gravemente uova di mosca su bilance di tela di ragno. Pag. 231

    Non è bello sentirti parlare come Barbara Palombelli. Pag.160

    Se come dice Virginia Woolf, ogni vita poggia su una base, la base su cui poggiava la mia era un ricordo. Pag. 315

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  28. Avatar cristina
    cristina

    certo che al Faccina cHE è TOCCATA IN SORTE A dOMenico Fina è terribile!

    comunque …ho finito DIVORZIO A BUDA di Sandor Marai.
    Che dovrebbe essere il libro da lui scritto prima de LE braci. Scrittura profonda,a volte con lampi di genialità, un interrogarsi continuo, uno scandaglio infinito sulle proprie pulsioni, pensieri reconditi, aspirazioni, moti dell’animo. un autentico sismografo.
    Inizia lentamente, tutto un ragionare su di sè e la propria missione -il protagonista è un giudice-. POI SI AVVIA lentissimamente un po’ di trama. Ma è la seconda parte -rapinosa – quella travolgente. se travolgente si può dire di un testo tipicamente mitteleuropeo, che potrebbe essere di Musil, di Schnitzler o di Werfel….dove le tracce di Freud sono palpabilissime, e la malattia “nervosa” un dato di fatto.
    Tolstoi avrebbe trattato lo stesso argomento, una coppia, il loro amore, l’assoluto, il dubbio, la verità e la menzogna – in modo più sanguigno, meno elucubrativo.
    qui siamo sotto l’influenza della psicoanalisi, nell’impero felix, la borghesia si avvolge nella sua ragnatela, l’aspirazione al decoro e all’eleganza è tremenda- e circolano interrogativi morali potenti quanto irrisolvibili.
    insomma un ottimo libro, solo che a me, dopo tutta la vitalità caotica ma pulsante dei libri africani appena letti questo fa l’effetto di un sonnifero un po’ tossico. La decadenza psicologizzante, il dover essere e il voler essere- e’ tutto qua,il nostro mondo occidentale, avvitato, profondo, intelligente,ma anche feroce.
    E MI HA FATTO VENIRE IN MENTE IL FILM TURCO regno d’inverno DI CUI AVEVO PARLATO QUALCHE SETTIMANA FA. strano, ma è così….
    Insomma tornerò volentieri in Africa…..incasinata,contraddittoria, ma tanto viva al confronto.

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  29. Avatar camilla
    camilla

    @cri—Certo leggere i libri esplosivi sulle varie realtà della comunità umana fa notare, tra i fasti innegabili della cultura eurocentrica (per altro radicali e magnifici e imprescindibili , almeno per ora) fa notare assai di più la prorompente vitalità di chi sta in situazioni di vita tanto tempestose. Non so se sei riuscita a leggere TRE DONNE FORTI, scritto qualche fa’ da Marie NDiaie, premiatissimo in Francia , sconosciuto in Italia e soprattutto il romanzo bellissimo, a mio avviso, diMathias Enard, VIA DEI LADRI, ed. Rizzoli, ambientato in Marocco e , poi, in Europa, dove i personaggi sono giovanissimi e sfigatissimi ragazzi pieni di speranze e di sogni, ragazzi che spesso incontriamo nelle nostre strade,e che sono giovani vite in cerca di vivere. E’ estremamente interessante, a mio avviso, anche perchè racconta quanto la religione tirannica e fondamentalista possa confondere, convincere, distruggere la gente .Saluti a tutti

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  30. Avatar lettoreambulante
    lettoreambulante

    Cristina,
    mi dispiace molto per la traduzione di Wole Soyinka. sono andata a rivederla e hai proprio ragione. Io l’avevo letto almeno vent’anni fa e credo in inglese. Un vero peccato. Adesso sto leggendo C’E’ BISOGNO DI NUOVI NOMI di Noviolet Bulawayo. il romanzo è convincente, anche qui però l’italiano non suona bene. Una volta la casa editrice Epochè traduceva ottimamente scrittori africani per lo più franconfoni, ma è fallita…. E credo che anche IL METRO’ di Donato NDOngo che ti avevo segnalato, forse non si trova più. Questo ha una traduzione all’altezza.
    Sono d’accordo con Camilla per la Ndiaie e anche con Enard, ma credo che Cristina voglia autori africani e non solo storie africane. Altrimenti un altro libro, per lo più sconosciuto, è PICCOLA APE di Cleave. Un vero capolavoro che racconta l’arrivo di una ragazzina nigeriana a Londra e la sua prigionia, senza aver commesso nessun reato, in un centro di prima accoglienza. Ma soprattutto mi ha colpito il rapporto con la coppia di giornalisti inglesi, colti, informati, aperti, generosi che la ospitano. Ma che non potranno mai capirla veramente. Cleave racconta bene questo incontro diciamo di civiltà, con grande profondità e una stile ironico e partecipe insieme.
    buona giornata a tutti
    simonetta

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  31. Avatar Jezabel
    Jezabel

    Buonasera, ristabilita la mia connessione casalinga, torno al blog, ma mi stanca leggere tutto.
    Mi limito a questa pagina di commenti più recenti, perciò non me ne vogliate se non sono up to date.
    Mi culla il rumore del fiume. Niente di nuovo, direte voi. Ma in realtà oggi è più un fragore, in quanto il livello raggiunto è veramente impressionante.
    Bando alle ciance climatiche e geografiche (per chi se lo chiedesse si tratta del fiume Brembo), mi intrufolo per ringraziare quanti hanno caldeggiatato la lettura de LA PORTA della Szabò.
    La mitologica Emerenc e la sua sbiadita interlocutrice, nonchè narratrice, mi hanno tenuta incollata alle pagine da venerdì sera a domenica sera (l’ho iniziato in aereo da Bergamo a Catania e l’ho finito, sempre in aereo, da Catania a Bergamo). EPOCALE!!!!? MAGISTRALE?? o semplicemente splendido….non so.
    Grazie a tutti. 🙂

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  32. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    @Cristina. In effetti la faccina è un tantinello spaventosa, ora che ci rifletto 🙂

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  33. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Carloesse @Cristina
    Sono quasi sollevata dai vostri ammonimenti rispetto a Isabel Allende: non sono io maldisposta…

    @Cristina
    Quello che scrivi di Marai mi convince che prima o poi dovrò leggere anche il titolo che dici tu: se c’è introspezione, scandaglio interiore, rovello psicologico, un po’ di psicanalisi, in pratica, se è uno di quei libri che sei persone su dieci definirebbero “pesante”, quello è il mio libro (poi tutto sta a vedere, naturalmente, ma visto che conosco già la mano, penso che non resterò delusa).

    @Jezabel
    Approfitto, visto che ho visto il tuo commento prima di inviare il mio: secondo voi Emerenc è dotata di poteri sovrannaturali?

    Ciao,
    Mariangela

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  34. Avatar cristina
    cristina

    @jez, sono contenta!!!
    Mari, Emerenc ha i poteri (sopran)naturali dei puri di spirito, quindi sa tutto, vede tutto, capisce tutto e soffre tutto. ma è più umana di chiunque di noi, così umana da farci morire di vergogna davanti a lei,luminosa creatura fatta di cristallo-secondo me.
    ed eccoci qui a scrivere ancora 3 o 4 righe sulla Porta. (come siamo noiose…ihih)

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  35. Avatar parvin02

    LA MADRE DEL COMANDANTE SHIGEMOTO, Jun’ichiro Tanizaki.

    Siamo nel Giappone medioevale in epoca Heian. Le divisioni tra classi sociali sono nette, i rapporti tra uomo e donna all’interno dei ceti nobili sono codificati da codici comportamentali prestabiliti secondo cui le donne non possono neppure essere indicate con il loro proprio nome. Nell’atmosfera rarefatta dei grandi palazzi dei dignitari imperiali la vita scorre ovattata tra il frusciare della seta e i versi cadenzati delle poesie tradizionalmente scambiate tra amanti.
    Pur in questo contesto numerosi sono i caratteri che danno vita a vicende fuori dell’ordinario. Primo fra tutti il poeta e bellimbusto Heiju, “esperto delle vie dell’amore”. Curioso che uno come lui sia condotto a morte proprio da una passione amorosa insoddisfatta. Laddove il destino contrasta inappellabilmente le nostre aspirazioni più profonde, pare volerci dire Tanizaki, ecco che la morte siede in nostra attesa (la morte di noi o di una parte di noi). Ma non sempre tutto è noto, al di là delle apparenze dorme sempre qualcosa che ci pare di afferrare ma che tende a sfuggirci. Infatti forse anche il tormento per un’altra vicenda amorosa conclusasi prematuramente e dagli sviluppi inattesi contribuisce alla fine di Heiju: quello per la Signora dell’Ala Nord, moglie poco più che adolescente dell’ultrasettantenne Primo Consigliere Kunitsune.
    E’ la giovane e bellissima moglie che Kunitsune durante un festino tra i fumi dell’alcool cede all’arrogante e volitivo nipote Shihei (Shihei è un personaggio che non sa cavalcare le onde del suo proprio destino ma va a scontrarsi con quello degli altri facendoli affondare senza scrupolo, si tratti di avversari politici o rivali in amore. Anche un comportamento come questo non può che trovare a interrompere il suo tronfio percorso la morte, non una morte violenta per mano di altri ma una morte fatale, una misteriosa e prematura malattia che è la consunzione della forza vitale stessa).
    L’azione compiuta da Kunitsune è in parte da lui stesso voluta (intende così tutelare la giovane sposa in caso di vedovanza e in più non continuare a privarla di ciò che le sarebbe dovuto ossia un amante focoso) ma non avrebbe mai avuto il coraggio di realizzarla se non costretto dagli eventi.
    Il futuro Comandante Shigemoto, figlio di Kunitsune e della Signora dell’ala Nord, è così privato improvvisamente della madre che viene condotta via all’istante da Shihei.
    Grande è la sofferenza del vecchio Kunitsune allorchè si rende conto di quanto il destino abbia forzato la sua mano. Non si riprenderà dal trauma e difficile gli sarà coltivare il rapporto con il figlio che tanto gli ricorda l’amata sposa. Non riesce più a distinguere in ciò che si è compiuto la realizzazione dei desideri del proprio io profondo e perciò alla fine del suo percorso trova la morte ad attenderlo, non una morte consolatrice ma una morte amara per il suo spirito non placato.
    La volontà umana precorre il destino che la porta a compimento, a volte al di là delle sue intenzioni. Sta a noi trovare il punto in cui volontà e destino si possono conciliare.
    Tutto il libro si gioca su questo sopravanzare del destino alla volontà dell’uomo, al suo dare forma e compimento ai fantasmi del desiderio da una parte e all’oscurità della morte dall’altra, in un modo che sempre travalica le intenzioni umane. Sola libertà dell’uomo scegliere di entrare o meno a far parte dell’incessante fluire.
    Solo il ricongiungimento di Shigemoto ormai adulto con l’immagine della madre, eterno femminino in cui fondersi e ritrovare l’unità originaria del proprio spirito, segna un equilibrio e una riconciliazione tra volontà ed eventi, tra materie e spirito.
    Tanizaki ci conduce con mano sicura in questo mondo lontano ma nonostante le apparenze a noi ancora vicino, tra citazioni dotte di antiche poesie che conferiscono alla narrazione un’aurea epica e paradigmatica, musica di fondo dell’eterna vicenda umana.

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  36. Avatar Jezabel
    Jezabel

    @Mari, Emerenc ha il potere di chi è sopravvissuto alla Storia.
    Bacione
    La mia collega ha poteri soprannaturali: mi ha regalato MIDDLESEX stamattina ed io avevo pensato di comprarlo domani pomeriggio (lei però non me ne aveva mai sentito parlare!)

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  37. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti@Jezabel@Cristina

    Chiedevo se secondo voi Emerenc avesse poteri soprannaturali perché nel GdL mi sono trovata in disaccordo con la maggioranza dei partecipanti: io sostenevo che, anche tralasciando i tratti psicologici che richiederebbero ben altro approfondimento, era eccezionale anche sotto il profilo fisico, ma quell’eccezionalità che talvolta la varietà umana registra; per me era una donna fisicamente forte in quanto temprata alla fatica fin da infante. D’altro canto, anche tra le nostre vecchie troviamo donne, perlopiù di origine contadina, che hanno un’energia al cui cospetto noi “viziate” delle nuove generazioni sembriamo smidollate (parlo per me, e ricordo in particolare il confronto con una mia zia – sempre affaccendata e operosissima – la cui energia ogni volta mi strabiliava).

    Ciao,
    Mariangela

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  38. Avatar cristina
    cristina

    emerenc è anche una …dea,nel senso che è mitica. NON è UN LIBRO DA gdl purtroppo, ora mi sono convinta. anche nel mio si son messi a spippolare sulla sua credibilità psicologica, sulla sua invadenza, sulla sua maniacalità etc etc
    . Lei si erge nella sua totalizzante purezza talmente sopra un comune mortale. ed è contadina, ungherese per giunta, votata al durissimo lavoro. PERSONAGGIO talmente enorme che lascia intontite le pesrone…piccine. via l’ho detta grossa.baci

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  39. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @Wwayne @Tutti
    Wwayne come stai a zie?
    La mia di zia, quella di cui dicevo sopra – indimenticata – non era uno zuccherino: noi nipoti le portavamo i maglioni da noi lavorati a maglia per la confezione (era avvezza ai lavori pesanti, ma aveva le mani d’oro) e, quando constatava che il didietro era più lungo del davanti, che lo scalfo manica era fatto male, che gli incroci erano anormalmente asimmetrici, insomma quando si rendeva conto che avevamo lavorato in modo frettoloso, proclamava: “Lavorano con la testa nel sacco!” Una corte inappellabile aveva emesso il suo giudizio e il verdetto non aveva possibilità di appello.
    Però portava sempre a termine la confezione delle maglie (i cui pezzi noi avevamo lavorato, non sempre in modo impeccabile) che era una meraviglia e spesso rimediava ai nostri errori di lavorazione. Non so se c’entri, ma con Emerenc ho pensato a lei.

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  40. Avatar wwayne

    @Mariangela: Attualmente sento poco entrambe le mie zie, perché non ho libri da segnalarvi. Ho finito di leggere il mio ultimo libro la sera di Halloween (per la cronaca, era “Morte al conservatorio” di Marco Ernst, un bel giallo), e da allora non ho più letto niente. Ho 4 libri in lista d’attesa (ovviamente 2 western e 2 gialli), ma tra 10 giorni dovrò sostenere un concorso per l’abilitazione all’insegnamento, e quindi fino ad allora il tempo per leggere sarà ridotto all’osso. Buona serata! : )

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  41. Avatar cristina
    cristina

    mari, ci è toccato un nipote che- quando non vuol capire, non ce n’è per nessuno. Se per sentire le zie devi avere libri da segnalare hai una comunicazioine decisamente a senso unico, no? potresti sentire tu, una volta, quello che dicono le zie…
    mah, sta gioventu’

    in ogni caso lei parlava di zie reali, non quelle fi nte di adozione….sveglia wwayne…

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  42. Avatar wwayne

    @Cristina: Ma infatti i vostri commenti li leggo! Non tutti, ne leggo qualcuno a campione, ma li leggo.
    Per quanto riguarda le zie reali, pensa che sono perfino più esigue di quelle virtuali: su Internet ne ho 2, nella vita reale ne ho una sola, con la quale mi sento e mi vedo pochissimo. Poi ovviamente c’è una pletora di zie di secondo grado, ma quelle sono parentele così lontane che non fanno testo. Buona notte! : )

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  43. Avatar camilla
    camilla

    @cri,jez, mariangela e &- ai tempi, ormai lontani, in cui si discusse su LA PORTA , la figura di Emerenc aveva colpito tutti e si erano espressi tanti pensieri…alti. Emerenc, infatti, è un personaggio letterario che rimane una pietra miliare nella letteratura universale. Per quanto mi riguarda avevo subito pensato a un’altra figura, mitica, della letteratura mondiale. Assai diversa da Emerenc e tuttavia altrettanto “simile”, al di fuori e al di sopra di possibili paragoni , altrettanto simile a una specie di angelo, forte e inflessibile, pur nelle profonde diversità è Felicité, la protagonista di UN CUORE SEMPLICE, un racconto straordinario di Flaubert. Il pappagallo di Felicité rimane , assieme ad altre indelebili immagini, nella mente di chiunque abbia letto Un cuore semplice, come del resto La porta ed Emerenc e la sicurezza assoluta su ciò che “è bene”,la loro fede assoluta nel senso delle loro difficili vite, danno alle due donne una forza e un’autorità quasi ” extranaturale”, quasi mistica che, a mio avviso, le fa molto simili e altrettanto luminose nella storia della letteratura di tutti i tempi.

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  44. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Camilla @Tutti
    Perché mi chiami “Mariangela e &”?; quand’anche fossi una ditta, sarei un società in accomandita semplice, molto semplice.

    Il mio non poteva essere un pensiero… alto, sai, va tutto in proporzione, in proporzione alla statura, alla statura intellettuale, naturalmente, non a quella fisica. Era solo un ricordo familiare suscitato dalla lettura del libro della Szabo e non escludo che con Emerenc c’entrasse pure.

    @Wwayne @Tutti
    Rispondimi solo se i tuoi impegni ti consentono di farlo: per curiosità mi potresti dire quali materie devi preparar per il tuo esame? Anche se non mi imbatterò mai nella necessita pratica, mi farebbe piacere. Grazie.

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  45. Avatar wwayne

    @Mariangela: Tutta la letteratura italiana + tutta la storia del mondo dalla preistoria ai giorni nostri. In teoria dovrei possedere pure delle nozioni di geografia, ma quella materia non la tocco perché altrimenti intaserei la memoria e finirei per scordare tutto. Buona giornata! : )

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  46. Avatar cristina
    cristina

    Wwayne studia che non sopporto le figuracce da parte dei parenti! pure la geografia però ci vorrebbe…in ogni caso quanto a parentela virtuale stai messo coi fiocchi, t’al disi mi

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  47. Avatar wwayne

    @Cristina: Concordo! : )

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  48. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    Emerenc è un personaggio eccessivo e grandioso; Magda Szabò in fondo si è andata specializzando in personaggi forti ed eccentrici, penso a Eszter de L’altra Eszter. Insopportabile e grandiosa. Sono personaggi aspri che riescono ad emozionarci e non sempre per cose positive. Felicité invece, nel bellissimo racconto di Flaubert, è una donna che suscita commozione pura, che non inaridisce nonostante tutto e quando si ritrova sola si attacca al pappagallo impagliato come fosse l’ossigeno. Un altro personaggio disturbante e grandioso è Henny nel grande romanzo di Christina Stead, L’uomo che amava i bambini (1940). Leggetelo, potrebbe essere un po’ faticoso poiché è un libro con poche azioni ma la lingua e la fantasia di Christina Stead sono impareggiabili.

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  49. Avatar Jezabel
    Jezabel

    Di certo mi ripeto, ma credo che Emerenc sia la somma di ciò che di meglio l’umanità può esprimere e si contrappone all’ignavia della sua vicina, che ho già definito “scolorita” – credo – come può esserlo chi comprende il mondo circostante solo in superficie, che può essere definito “non cattivo”, ma mai veramente buono o onesto o cristallino.
    Emerenc è mitologica come nemmeno i singoli dèi riescono ad essere. Anche in quel caso è paragonabile ad un’Antigone, che fa presto a scegliere, a decidere, perchè segue leggi non scritte, quelle dell’onore e della giustizia. Fa presto ad agire perchè è una che “è”, non una che “fa”…
    Ciuao.

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  50. Avatar cristina
    cristina

    le faccine nel frattempo sono cambiate. poco fa avevo la linguetta fuori ora ho gli occhiali. mah…

    @tutti. credo sia di scarsa rilevanza ma la storia fra la scrittrice e emerenc credo sia una vicenda personale di Szabo’.
    comunque io sono in disaccordo con Domenico Fina. Emerenc mi commuove .ogni volta- in modo straordinario. Non così la protagonista di Flaubert. Emerenc non è semplice, Emerenc è complicata, integra e complicata, nel suo codice d’onore strepitoso e nel suo amore, altrettanto enorme.Basta se no poi ci sgridano che si rientra sempre da questa Porta…

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