I libri più belli, letti nel 2014

Con qualche settimana di ritardo rispetto alla stagione, eccoci con il post che dovrebbe avviare la discussione sui libri più belli, letti nel corso di questo 2014. Anche il post dello scorso anno, come e più di quello degli anni precedenti, è stato un grande successo. In particolare, in quello del 2013 si è accentuata…

L’immagine è di Christopher Myers, presa in prestito dal sito web del “New York Times”, pagina delle opinioni del 16 marzo 2014

Con qualche settimana di ritardo rispetto alla stagione, eccoci con il post che dovrebbe avviare la discussione sui libri più belli, letti nel corso di questo 2014.

Anche il post dello scorso anno, come e più di quello degli anni precedenti, è stato un grande successo.

In particolare, in quello del 2013 si è accentuata la tendenza a generare flussi di discussione laterali e autonomi rispetto al corso principale. Digressioni che in realtà hanno reso la discussione decisamente ricca e varia: una specie di gruppo autonomo di analisi e autoanalisi delle letture, degli autori, dei lettori. E forse delle vite coinvolte.
Insomma, grazie a tutti.
Speriamo che anche questo 2014 ci porti letture, libri e discussioni memorabili.

Come sempre, usiamo i commenti

Un abbraccio

Aggiornamento: comincio a citare qui autori, titoli dei libri citati dai lettori nei commenti. Portate pazienza perché sono talmente tanti che ci metterò un po’ a mettermi al passo. Li elencherò in ordine alfabetico di autore.

Elias Canetti, “La lingua salvata”
Eugenio Corti, “Il cavallo rosso”
Mathias Enard: “La via dei ladri”
William Hopson, “I mocassini di sangue”
Stephen King, “L’ ombra dello scorpione”
Irene  Nemirovskyi, “Il Signore delle anime”
John Williams, “Stoner”

 

 

 

Commenti

2.606 risposte a “I libri più belli, letti nel 2014”

  1. Avatar rosamavi

    Ciao a tutti! Di Geda ho appena preso, consigliatissimo da un amico, il suo primo libro, PER IL RESTO DEL VIAGGIO HO SPARATO AGLI INDIANI. Di lui si dice un gran bene, fatemis apere come lo trovate!
    Buona giornata a tutti. Incredibile, c’è…IL SOLE!

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  2. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @WWayne @Tutti
    Quanto ha ragione Gramellin! La televisività è tutto! Se non sai apparire in video, devi valere il doppio!

    Naturalmente non sto assolutizzando il discorso di Gramellini, talvolta la forma diventa sostanza, mi sta venendo in mente la forma della scrittura, che ha tanta influenza, nei miei giudizi, perché concedo molto al bello scrivere, ma che non ha nulla a che fare col fatto che se non vai in televisione, vendi di meno.

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  3. Avatar cristina
    cristina

    @ariangela… siiii? cioè?? boh?

    ho finito – a fatica – NOSTRA SIGNORA DEL NILO di Scholastique Mukasonga.
    Mi aspettavo un bel libretto, l’ho trovato piattissimo, noioso da matti, nonostante lo scritto parli del fuoco che cova sotto la cenere, hutu contro Tutsi negli anni 70, un liceo dell’èlite femminile, piccole angherie, cristianesimo che si mescola con riti e credenze tribali, invidie fra liceali, angherie e prepotenze fino alla ferocia della persecuzione, le ultime 5 pagine ti precipitano nell’inferno, ma nemmeno lì il tono si alza e si mette a volare. Sta sempre in basso, mastica un rumore costantemente uguale.

    C’era materia per fare scintille e invece, no, non lo trovo denso, trovo lo stile piattissimo ( lo ribadisco), non so cosa ci sia di buono in questo libro che ho proprio trovato brutto, e inutilmente brutto. Ripetitivo, ammasa materiale che non sviluppa, insomma un vero fiasco letterario. Uff

    Invece Simonetta ne aveva parlato bene, sono proprio in disaccordo.

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  4. Avatar wwayne

    Io invece sto leggendo un libro molto carino: “Good – bye, Chicago” di W. R. Burnett. Parla di un mafioso che uccide l’amante e non riesce a coprire le proprie tracce: da quel momento in poi lo cercano la polizia per processarlo e la mafia per ucciderlo, perché sa che se la polizia ci mette le mani prima di loro lui potrebbe cantare per avere uno sconto di pena. Lui ovviamente capisce che, dove casca, casca male e quindi cerca di sfuggire sia agli uni che agli altri.
    Un romanzo pieno di adrenalina, come tutti quelli che hanno un inseguimento alla base della trama. Qui poi l’inseguimento è addirittura doppio, e quindi il lettore è ancora più elettrizzato.

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  5. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Tutti, @DomenicoFina
    Io invece ho finito il libro qui consigliato da DomenicoFina, mi piaciuto fino alla fine e, se avessi un figlio adolescente, sarei contenta che la scuola lo istradasse, anche, verso quel tipo di lettura. È da tenere sott’occhio questa Letizia Pezzali!

    @WWayne
    Sto imparando a non giudicare frettolosamente i generi che non conosco, tra i quali, sicuramente, ancora rientra il tipo di libro che descrivi.

    @Cristina
    Io non ho capito di cosa parlasse il libro che tanto ti ha deluso. Potresti spiegare di cosa si tratta? Purtroppo non ricordo quello che ne aveva detto Simonetta (Lettoreambulante).

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  6. Avatar cristina
    cristina

    @wwayne, ho capito ( scherzo) a te piace leggere libri che siano come i film, azione, velocità, thrilling -un vero maschietto di nipote ho

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  7. Avatar wwayne

    @Mariangela: In effetti i crime novels sono un tipo di romanzi non molto frequentato dal pubblico femminile. W.R. Burnett è un assoluto maestro del genere: basti pensare che ha scritto capolavori come Piccolo Cesare e Giungla d’asfalto, entrambi diventati dei classici del noir hollywoodiano. Grazie per la risposta! : )

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  8. Avatar wwayne

    @Cristina: Esatto! Tra una settimana escono I mercenari 3, sto facendo il conto alla rovescia da almeno una decina di giorni! : )

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  9. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @WWAyne @Tutti
    Sentivo dire da un’addetta ai lavori che gli uomini sono spesso lettori di nicchia, con gusti più mirati rispetto alle donne. Faceva l’esempio di quello che legge solo libri da viaggi, quello che ha una passione specifica e da quel campo non esce. Non so se voi siate d’accordo, a secondo me, c’è del vero.

    Quanto alla velocità, a mio parere, non sempre fa rima con qualità.

    Ciao
    Mari

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  10. Avatar wwayne

    @Mariangela: Gli uomini tendono ad essere più abitudinari delle donne, in qualsiasi campo. Di conseguenza, anche nella lettura noi tendiamo a sceglierci un genere e (come scrivi tu) non uscire da quel campo, mentre voi spesso siete più aperte.
    Nel mio caso, fino al 2011 ho letto quasi esclusivamente gialli e crime novels, poi è nato il mio amore per il western e da allora alterno tra questi 2 generi. Ogni tanto mi vengono a noia sia l’uno che l’altro, e quindi provo un romanzo storico non western, oppure uno di fantascienza. Buona serata, e buone letture! : )

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  11. Avatar wwayne

    P.S.: Come si può dedurre dal mio ultimo commento, considero i crime novels un sottogenere del giallo. Nei crime novels l’assassino è noto fin dall’inizio, e questa è l’unica differenza di rilievo rispetto al giallo: per il resto, lo schema narrativo “polizia vs assassino/i” è identico.

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  12. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @WWayne@Cristina @Tutti
    Pensa che a costo di apparire pedante, scolastica, legata agli schemi e chi più ne ha più ne metta, io non disdegnerei, WWAyne, se tu potessi farmi un rapido schemino con i sottogeneri del giallo. Se ti va, e se la mia richiesta ha senso. Se poi tu volessi aggiungere anche qualche titolo a mo’ di esempio, faresti cosa gradita.

    Ciao,
    Mariangela

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  13. Avatar wwayne

    @Mariangela: http://it.wikipedia.org/wiki/Letteratura_gialla#Il_giallo_nelle_sue_diverse_accezioni. Tra gli autori citati, a mio giudizio i migliori sono Tony Hillerman e Cornell Woolrich. Del secondo consiglio caldamente “Dinastia di morti.”
    Mi stupisce moltissimo che tra i maggiori autori del noir metropolitano non venga citato George Pelecanos, che descrive Washington D.C. come nessun altro al mondo.

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  14. Avatar wwayne

    P.S.: Tra gli autori di giallo storico elencati consiglio soprattutto Paul Doherty. In particolare la trilogia ambientata nella corte di Alessandro Magno.

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  15. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @WWayne
    Grazie. Ho guardato sull’OPAC i titoli di Pelecanos, vedo che ha scritto un sacco; prima o poi dovrò sfondare anche il pregiudizio di questi titoli qui (dico la verità, li guardo con sospetto).

    Tra parentesi: con Macchiavelli che, pure era una prova, sta procedendo tutto molto bene, mi piace ed è molto ricco di personaggi interessanti, non sono lontano dalla fine. @WWayne tu sei pratico solo di giallisti stranieri? Se riesco, dopo Macchiavelli mi piacerebbe scoprire un altro italiano, non necessariamente dei più famosi. Carloesse mi aveva citato anche Varesi.

    Mariangela

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  16. Avatar wwayne

    @Mariangela: Giorgio Faletti e Marco Vichi sono i primi che mi vengono in mente.

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  17. Avatar cristina
    cristina

    @ pOFFArbacco! marI (ihih che carino, scappato ti è) o mariangela…
    non sei lontanA dallla fine volevi scrivere…. Vero???? (sgrunt, che fatica e che dolor…sti maschili al posto del femminile UFFFF)

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  18. Avatar cristina
    cristina

    Wwayne sei un ragazzo…seriale!
    dimmi un po’, visto che il tuo orizzonte – del tutto legittimamente – si limita a quei due generi…e Ok, tuo sacrosanto diritto di leggere quel che ti pare…èerò non riesco a capire bene, tu qui – su sto blog – per dire che ci vai trovando, o cercando ?
    la domanda non è malevola come potrebbe sembrare ma assolutamente dettata da sincera curiosità

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  19. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Wayne
    Hai per caso letto uno di questi tre titoli, di Vichi, che mi hai citato?
    • Il commissario Bordelli / Marco Vichi. – Parma : Guanda, [2002
    • Buio d’amore / Marco Vichi. – Parma : Guanda, 2011
    • Una brutta faccenda: un’indagine del commissario Bordelli / Marco Vichi. Guanda, 2003
    Grazie, WWayne!

    @Cristina,
    WWaye sta aiutando la sua seconda zia, da parte di madre, tu sei quella da parte di padre. Qualcuno mi chiama anche Mari.

    Ciao,
    Mariangela

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  20. Avatar wwayne

    Ho letto il primo e il terzo. Ti consiglio di partire dal primo. Buona notte, zia! : )

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  21. Avatar Felice Celato
    Felice Celato

    Che io sappia, Cristina, “lontano” può essere aggettivo ( maschile lontano, femminile lontana) ma anche avverbio e come tale indeclinabile ( anzi: invariabile). Mi pareva però che l’argomento “libri per maschietti” e “libri per femminucce” avesse ripristinato ormai inusitate distinzioni, tanto che si potesse facilmente perdonare l’altrimenti imperdonabile scivolone di Mariangela.
    fc

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  22. Avatar wwayne

    @Cristina: Come scrivevo prima, non leggo solo gialli e western. Il famoso libro del caviale, per esempio, non apparteneva né all’uno né all’altro genere. Lo stesso vale per i libri di Joyce Carol Oates, anche se alcuni dei suoi romanzi potrebbero essere considerati in senso lato dei gialli. Ecco, quest’autrice forse potrebbe metterci d’accordo. : )

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  23. Avatar camilla
    camilla

    @ tutti, @ Felice in particolare: IL POSTO di annie Ernaux l’avete letto?? E’ importante, un piccolo volume e un libro importante. ciaociao.

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  24. Avatar cristina
    cristina

    Il Posto? ne avevo scritto, Cam, l’avevo letto mesi fa su tua indicazione, o smemorata camilla. Molto bello, forte, incisivo, raccomandabile.

    @felice lassa sta’ va – che la lingua è argomento importantissimo, anzi fondamentale, ma divisivo….io ogni tanto sottolineo, giusto for remembering che esiste l’altro sesso, ma son parole a vuoto e io resto sempre afflitta, molto afflitta, davvero sconfortata.
    quindi non ci scherzerei sopra, se puoi, grazie.

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  25. Avatar Felice Celato
    Felice Celato

    IL POSTO? Lo cercherò e lo leggerò. In questo periodo estivo, quando ho più tempo (e pace) per letture diurne, mi sono concentrato su saggi ( peraltro di straordinaria qualità) che esulano – ratione materiae – dal…. perimetro di questo blog. Fra le letture leggere del periodo segnalo un divertente ” Il dott.Ciro Amendola, direttore della G.U.” scritto da un prof di Diritto Costituzionale (Alfonso Celotto) che racconta una storia garbatamente ironica ( e forse autoironica). L’editore è Mondadori.
    FC

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  26. Avatar cristina
    cristina

    @wwayne, non per dire, ma ti avevo fatto una domanda…. (mariangela io aspiro ad ascendenze femminili, usurpatrice!)

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  27. Avatar wwayne

    @Cristina: Ti ho risposto, zia! : )

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  28. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @Tutti
    Ho quasi finito ”La vita agra di un anarchico”, la biografia di Luciano Bianciardi da te consigliata.

    È un libro che dice molto sull’arrabbiatissimo Bianciardi e sulla cultura degli anni ’50 e ’60. Può essere molto utile a chi sia interessato alla storia delle case editrici italiane perché l’autore illustra bene, ricorrendo alle testimonianze dirette dei protagonisti, quale fosse il clima alla Feltrinelli, alla Einaudi e in altre case editrici milanesi. (L’apparato bibliografico consente ulteriori approfondimenti).

    Ho letto che la compagna di Bianciardi (non la moglie, quella l’ha lasciata a Grosseto con i figli) non ha gradito i continui riferimenti alla loro vita di coppia ne “La vita agra”; ci è rimasta male, ha lamentato, infatti, di essere stata dipinta come quella che dormiva, quella che si riposava, come l’incosciente che non capiva la difficile situazione di cui, nella sua interpretazione del libro, solo Bianciardi sembrava doversi fare carico. Io trovo che il suo risentimento non sia del tutto giustificato, leggendo il romanzo ho proprio pensato il contrario, mi chiedevo come avrebbe fatto Bianciardi a cavarsela se non avesse potuto contare sul suo appoggio psicologico e materiale (nell’attività traduttoria, con cui Luciano si è guadagnato il pane per molti anni, la donna svolgeva il ruolo, non retribuito, di dattilografa).

    Il libro approfondisce tanti altri aspetti della vita dell’autore e della cultura italiana dei due decenni del secondo dopoguerra.

    Ciao,
    Mariangela

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  29. Avatar cristina
    cristina

    @Maruiangela, io alla fine di quel libro ero straziata,per quella sua vita, così rovente e disperata,e furente… tu no?
    la compagna di Bianciardi aveva una via crucis, te lo dico io….

    @wwayne, macchè NON mi hai risposto affatto, o ci fai?

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  30. Avatar wwayne

    Vabbé, faccio copia e incolla del precedente commento:

    @Cristina: Come scrivevo prima, non leggo solo gialli e western. Il famoso libro del caviale, per esempio, non apparteneva né all’uno né all’altro genere. Lo stesso vale per i libri di Joyce Carol Oates, anche se alcuni dei suoi romanzi potrebbero essere considerati in senso lato dei gialli. Ecco, quest’autrice forse potrebbe metterci d’accordo. : )

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  31. Avatar cristina
    cristina

    @wwayne la domanda era un’altra tesoro bello….(so leggere benino by the way). e di sostanza…

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  32. Avatar wwayne

    @Cristina: Non ti capisco, zia. Dico davvero, non sto facendo lo gnorri. Cosa vuoi sapere?

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  33. Avatar cristina
    cristina

    @wayne!! grazie per aver scritto “fare lo gnorri”, che bello!
    è n’espressione che non sentivo da anni, qui poi io vivo fra i barbari toscani, che parlano tutta un’altra lingua (spacciandola per italiano.. ihih)

    allora faccio copiaincolla così capisci ( a me)
    ….” dimmi un po’, visto che il tuo orizzonte – del tutto legittimamente – si limita a quei due generi…e Ok, tuo sacrosanto diritto di leggere quel che ti pare…èerò non riesco a capire bene, tu qui – su sto blog – per dire che ci vai trovando, o cercando ?
    la domanda non è malevola come potrebbe sembrare ma assolutamente dettata da sincera curiosità…”

    @Cammm mi è giunto Livelli di vita, dalla Biblio, e nonostane il tuo sconsiglio lo leggerò per primo… sono curiosa ( e unpo’ in ansia sapendo l’argomento).
    mi chiedevo: ma chissà come mai io non ho per nulla apprezzato NOSTRA SIGNORA DEL NILO di Mukasonga ( storia di un guppo dii liceali hutu della super uppe class – anni 70 – e del loro progressivo coalizzarsi contro le pochissime tutsi loro compagne fino alla persecusione, e dello strapotere dei politici, materia che avrebbe consentito grandi cose) e invece Simonetta si – e viceversa io ho abbastanza amato LA CASA TONDA nonostante una scrittura tirata un po’ via per la salienza dei personaggi e la potenza della storia , e invece lei no.
    Abbiamo gusti all’opposizione uno dell’altro? mah (capiamoci, nulla di male ci sarebbe, però mi dispiacerebbe)

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  34. Avatar wwayne

    @Cristina: Continuo a non capire, ma sono lieto di sapere che abitiamo nella stessa regione. Magari un giorno ci incontriamo e ci guardiamo insieme il dvd de “I mercenari.” : )

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  35. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @Tutti
    Cristina, hai ragione quando dici che Maria deve aver visto l’inferno con Bianciardi, soprattutto negli ultimi anni quando lui era alcolizzato e depresso: leggevo ieri, ultimando la biografia di Bianciari scritta da Corrias, “Vita agra di un anarchico”, che lei ha dovuto prestarsi a scrivere romanzetti porno (secondo la morale del tempo) in quanto ben pagati e perché in qualche modo dovevano tirare avanti. Io volevo dire che il suo ruolo di sostegno, materiale e psicologico, dal romanzo di Bianciardi “La vita Agra” emerge bene, in certi punti magari anche a dispetto di quello che l’autore vorrebbe lasciare intendere.

    @Cristina @WWayne @Tutti
    Cristina tu a WWayne fai le domande ultime, io mi limito a porgli l’ultima (o penultima?) domanda sul genere che dice di amare spassionatamente: WWaine, se tela senti, dimmi i tre titoli irrinunciabili del “noir”, non raccontarmi che la scelta è dolorosa perché lo immagino: sbilanciati a scriverci quelli che per te sono i tre più bei libri, in assoluto, dai tempi dei tempi, del noir . Grazie

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  36. Avatar wwayne

    Joseph Wambaugh, “Hollywood Crows”
    Don Winslow, “Il potere del cane”
    George Pelecanos, “Non temerò alcun male”
    Buone letture! : )

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  37. Avatar cristina
    cristina

    @wwayne… sob, il dvd de I mercenari??? ma te se’ matt?
    che nipote aiutooo! vuol vedere la zia, inchiodarla su uno stupido divano e fare a modo suo col film proponendole una cosa che sicuramente a lei non piacerà…. Eh no!! se fai così con le signore … zie a parte – scapperanno, t’al disi mi ( mai parlato milanese io, in casa solo purissimo italiano, ma da quando abito qua, non so perchè mi viene come da rivendicarlo)

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  38. Avatar wwayne

    @Cristina: Ovviamente scherzavo! Porterei piuttosto la vhs de “La dolce ala della giovinezza.” : )

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  39. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @WWayne
    Grazie del trio di titoli (Podio mondiale del noir)

    @Tutti @WWayne @Cristina @Carloesse @Camilla
    Ho ultimato anche “Passato, presente chissà” di Loriano Macchiavelli e ho trovato che anche il prosieguo del libro è stato all’altezza delle aspettative provocate già dalle prime pagine: l’ho trovato ben scritto, coinvolgente e ben ambientato. I personaggi, già a un quarto del libro, sembra di conoscerli da sempre.

    @Cristina. Mi dirai che i libri non si possono sempre paragonare, che sono nati in luoghi e tempi diversi, eccetera, io dico invece che il lettore i paragoni li può e li deve fare, sempre, infischiandosene delle etichette e delle definizioni che l’autore, l’editore o non so chi altro hanno dato al libro.

    Io ho paragonato questo romanzo nostrano a “Parti in fretta e non tornare” della Vargas, che avevo finito di leggere circa un mese prima, e il confronto è ultimato a tutto vantaggio dell’autore di casa nostra. Macchiavelli sa ambientare il suo racconto restituendoci il quadro di un ambiente periferico di Bologna, il Pilastro; la Vargas, a dispetto di quanto è stato sostenuto anche da nomi noti, fallisce a mio parere proprio in questo intento: io non ho “sentito” l’ambiente. In poche pagine Macchiavelli dà vita ai suoi “questurini”, celi fa conoscere con i loro tic, nella loro umanità; è l’obiettivo che si pone anche l’autrice francese, ma si sente che i suoi personaggi sono macchiette confezionate per il lettore, non hanno una propria consistenza. La trama di Macchiavelli all’inizio è molto piana e va man mano prendendo consistenza; tutto il racconto della Vargas poggia su un intreccio piuttosto complicato, anche quello, precotto per il lettore di “libri estivi”.

    A costo di apparire provinciale e campanilista, chiedo a te @Cristina, e a @tutti: siamo sicuri che le nostre scelte siano del tutto immuni da una (facile) esterofilia che ci porta a perdonare molto agli autori stranieri e ad essere severissimi con i nostri?

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  40. Avatar Domenico Fina
    Domenico Fina

    @Mariangela
    Letizia Pezzali scrive con stile rapido, sorprendente, e con emozioni autentiche, pensate. E proprio il fatto di averle rese in modo piano e mai enfatico conferma la sua bravura e originalità.

    @Stefano1
    Sono contento che ti sia piaciuto. È un libro che merita e che ho avuto l’impressione che sia dalla stampa che dallo stesso editore sia stato trascurato, ma non con cattiva volontà piuttosto con una sorta di rassegnazione, come a dire: questo libro è troppo avulso. La parte centrale del romanzo di Simona Rondolini si stacca nettamente dalla prima e dalla terza e mostra una bravura inattesa per una esordiente. Ritrae la condizione scalza di Laura Pariani, in questo senso l’aver lasciato tutto alla spalle (cellulare eccetera) è coerente col momento che sta vivendo. Una metamorfosi. Anche il linguaggio muta, scabro e aspro, non è più quello luminoso della parte iniziale. Per certi aspetti quella centrale è la parte più difficile poiché nella prima e nella terza si avvale di osservazioni legate alla musica. La seconda parte è pura invenzione.

    Ciao e buona giornata

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  41. Avatar cristina
    cristina

    @ariangela, per quanto mi riguarda l’esterofilia non esiste,(ma ho letto di tutto in italiano in questi anni, per sempre poi ritrarmi, poi ….parli a una pazza di Ferrante, ma andiamo, via)
    sono aperta a tutto e a tutti/e, nostra patria è il mondo intero è sempre la scritta nel mio cuore, figurati. Sono più che ben disposta verso la letteratura del mio paese, ce ne fosse una decente, farei i salti in aria, figuriamoci.

    Ma credo di aver capito, a me della riproposizione del verosimile col profumo di sotto casa, importa poco o nulla. Vargas vola e sconfina nell’immaginario visionario e onirico, è lì che è la sua grandezza. lei inventa la realtà, non la ricopia.
    Nei suoi libri l’ambiente è la testa e la psiche dei suoi fantastici personaggi… sono personaggi al limite, coi tic e le perversioni e le manie di geniali eccentrici ( quasi tutti perdenti e fallimentari nell’esistenza “normale”). Quindi no, non si sente profumo di baguette, o di douce France… c’è il quartiere, ma spesso un po’ maghrebino e inquinato da presenze vagamente pazzoidi ( per capirci). Difficile affezionarsi, per capirci, Ma restare affascinati, quello si.
    L’è lì el so’ bel, il cortile di casa qui, è roba fuori questione. (parlo per parlare su quanto dici, mai letto Macchiavelli…). Vargas è cerebrale, ironica, sopra le righe, laterale.
    Nulla di precotto, e nulla di estivo. E’ un’autrice decisamente autunnale. (Secondo me, obviously)

    (ho un problema con l’estero, anzi, ed è sempre a posteriori, non mi piace quasi mai nulla – o poco – della letteratura made in Nord america… e si che ci provo!)

    Ora ho iniziato Barnes… silenzio in campo.

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  42. Avatar cristina
    cristina

    @wwayne, capisci poco di questa zia. O si guarda Il grande Lebosky o qualunque cosa targata Coen, o solo Bergman o Kaurismaki .o Roma di F. Fellini. Oppure non se ne fa di nulla. Il Vhs portalo alla tua nonna di cip e ciop by the way.

    la dolce ala della giovinezza…bleah… ( si ho capito, era uno scherzo, ma piano eh che se mi ci metto anche io…)

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  43. Avatar wwayne

    @Cristina: Quindi tu fai con i film quello che io faccio con i libri: ti scegli un terreno, ci costruisci un recinto attorno e non esci da quel recinto manco se ti sparano. Rispetto la tua decisione, ma non sai cosa ti perdi. : )

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  44. Avatar cristina
    cristina

    @ qua ti volevo ) sai, le provocazioni servono a stanare i ricci nascosti nel buco..ihih)
    anzi, l’utocritica potrebbe anche essere più esplicita… bel nipotino di zia
    ( ma se invece si andasse allo zoo comunale?)

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  45. Avatar wwayne

    @Cristina: Lo zoo di Pistoia è parecchio distante da casa mia. Fammi un fischio quando passi a Firenze: non abito lì, ma ci vado spesso per lavoro. : )

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  46. Avatar polissena
    polissena

    Quello che ho appena finito è un libro pieno di dolore. Più volte avrei voluto abbandonarlo, ma sono andata avanti a farmi del male.
    Già dalle prime pagine sappiamo che Daniel, sedici anni, un ragazzo bello e sensibile, dotatissimo nel disegno e nella musica, con una famiglia che lo adora, un amico inseparabile ed un primo giovanissimo amore, senza nessun segno premonitore si impicca nella sua stanza.

    L’autrice è Catherine Dunne, che conoscevo dal suo non memorabile LA META’ DI NIENTE e da cui non mi aspettavo una tale intensità ed una tale profondità nella caratterizzazione dei personaggi che, uno ad uno, capitolo dopo capitolo, raccontano e si raccontano manifestando le loro differenti personalità

    Dalla dolorosa morte di Daniel inizia da parte della famiglia e degli amici una disperata ricerca del perchè. E il perchè, che naturalmente non svelerò, si rivelerà passo dopo passo, mostrandoci come l’infelicità e la disperazione possano nascere anche nella normalità di una vita quotidiana protetta e apparentemente spensierata.

    Un po’ alla volta si ricostruisce il cammino di Daniel verso il suo straziante finale, lungo una storia che, pur nella sua crudezza, è estremamente plausibile, addirittura possibile e, per chiunque abbia figli, pone la domanda di quanto effettivamente sappiamo di questi amatissimi estranei che ci crescono accanto

    Catherine Dunne QUEL CHE ORA SAPPIAMO

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  47. Avatar gabrilu

    Leggere carloesse e’ sempre piacere

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  48. Avatar cristina
    cristina

    mmmh due esse ci sono, ma la firma è Polissena, non carloesse….. o…?

    Mi ha presa quanto hai scritto Polissena, quindi s egno il libro, di sicuro, che a leggerti pare molto intenso e ben fatto.

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  49. Avatar cristina
    cristina

    Su FB ,. di rimbalzo, mi è capitata fra le dita questa cosa. Non so chi sia Cecilia Resio, l’autrice. Non credo sia una scrittrice ma solo una scrivente… Comunque a me è piaciuta parecchio e ve la ricopio qua. Qualcuno/a forse ci si ritroverà

    Parigi, domani sarà settembre.

    °°°

    Non è facile invecchiare con garbo e parsimonia.
    Bisogna accertarsi della nuova carne,
    di nuova pelle,
    di nuovi solchi,
    di nuovi nei.
    Bisogna lasciarla andare via, la giovinezza,
    senza mortificarla in una nuova età che non le appartiene,
    occorre far la pace col respiro più corto,
    con la lentezza della rimessa in sesto dopo gli stravizi,
    con le giunture,
    con le arterie,
    coi capelli bianchi all’improvviso,
    che prendono il posto dei grilli per la testa.
    Bisogna farsi nuovi ed amarsi in una nuova era,
    reinventarsi, continuare ad essere curiosi,
    ridere e spazzolarsi i denti
    per farli brillare come minuscole cariche di polvere da sparo.
    Bisogna coltivare l’ironia,
    ricordarsi di sbagliare strada,
    scegliere con cura gli altri umani,
    allontanarsi da sé, ritornarci,
    cantare, maledire i guru,
    canzonare i paurosi, stare nudi con fierezza.
    Invecchiare come si fosse vino, profumando
    e facendo godere il palato, senza abituarlo agli sbadigli.
    Bisogna camminare dritti, saper portare le catene,
    parlare in altre lingue, detestarsi con fantasia.

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  50. Avatar Felice Celato
    Felice Celato

    Ho letto con commozione IL POSTO, il bel racconto della Ernaux (l’Orma editore, in ebook) secondo l’ottimo suggerimento di Camilla. Veramente un bel libro: direi, un’ elegia dolente di una paternità che ha vissuto con pudore la dinamica dell’”ascensore sociale” (per dirla con De Rita) che ha caratterizzato lo sviluppo della società francese come di quella italiana nel tardo, secondo dopoguerra; ma in fondo anche una garbata ironia sui rami che, come è naturale, si allontanano dalla radice anch’essi frugati da commovente pudore e da qualche umanissimo regret. Forse, in certe fasi della vita (l’autrice ha giusto qualche anno più di me), specie quando le scomparse sono recenti, è inevitabile sentirsi desiderosi di essere genitori migliori di quel che ci sentiamo essere stati come figli. Magari ci consola il pensiero che altrettanto sia accaduto ai nostri genitori, perché, in fondo, questa è la vita.
    FC

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