I libri più belli, letti nel 2014

Con qualche settimana di ritardo rispetto alla stagione, eccoci con il post che dovrebbe avviare la discussione sui libri più belli, letti nel corso di questo 2014. Anche il post dello scorso anno, come e più di quello degli anni precedenti, è stato un grande successo. In particolare, in quello del 2013 si è accentuata…

L’immagine è di Christopher Myers, presa in prestito dal sito web del “New York Times”, pagina delle opinioni del 16 marzo 2014

Con qualche settimana di ritardo rispetto alla stagione, eccoci con il post che dovrebbe avviare la discussione sui libri più belli, letti nel corso di questo 2014.

Anche il post dello scorso anno, come e più di quello degli anni precedenti, è stato un grande successo.

In particolare, in quello del 2013 si è accentuata la tendenza a generare flussi di discussione laterali e autonomi rispetto al corso principale. Digressioni che in realtà hanno reso la discussione decisamente ricca e varia: una specie di gruppo autonomo di analisi e autoanalisi delle letture, degli autori, dei lettori. E forse delle vite coinvolte.
Insomma, grazie a tutti.
Speriamo che anche questo 2014 ci porti letture, libri e discussioni memorabili.

Come sempre, usiamo i commenti

Un abbraccio

Aggiornamento: comincio a citare qui autori, titoli dei libri citati dai lettori nei commenti. Portate pazienza perché sono talmente tanti che ci metterò un po’ a mettermi al passo. Li elencherò in ordine alfabetico di autore.

Elias Canetti, “La lingua salvata”
Eugenio Corti, “Il cavallo rosso”
Mathias Enard: “La via dei ladri”
William Hopson, “I mocassini di sangue”
Stephen King, “L’ ombra dello scorpione”
Irene  Nemirovskyi, “Il Signore delle anime”
John Williams, “Stoner”

 

 

 

Commenti

2.606 risposte a “I libri più belli, letti nel 2014”

  1. Avatar wwayne

    @Lettoreambulante: Hai detto una cosa molto giusta: ciascuno di noi ha una scala di valori diversa per giudicare se un libro è bello o no. Per esempio, a me piacciono i romanzi dal ritmo veloce, senza tempi morti, ma mi è capitato di incontrare una blogger che invece preferisce i romanzi dal ritmo lento, perché dice che le tengono più compagnia. In effetti i romanzi “veloci” tendi a divorarli in pochi giorni, e quindi spesso non hai modo di “gustarli” con la dovuta calma.

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  2. Avatar cristina
    cristina

    @cassola illeggibile, oh diciamolo, ah simonetta grazie, di cuore!!

    In un Gdl ci sono allievi e maestri? boh, io non lo so, dipende, certo l’importante è lo scambio, ma….:
    io sono stata sicuramente maestra – perchè me lo hanno detto loro, tanto per chiarire – per alcune ragazze molto giovani del mio exGdl – ma da loro ho anche imparato altri punti di vista su quanto si leggeva,più freschi anche se magari più ingenui.
    Nella vita io ho sicurissimamente avuto dei maestri di gusto ( anzi più che altro delle maestre – sentite come suona diversa la parola al femminile by the way???) a cui sarò grata forever.
    Gente che buttava semi, che discuteva, che indicava cause ed effetti, che segnalava filoni di pensiero…..che indicava paternità (maternità??) letterarie, filosofiche, che discuteva di come si traduce e di cosa ha valore nella morale e nell’etica quotidiana… io ascoltavo ascoltavo ascoltavo(senza ascolto si è sordi e ciechi penso io) , leggevo come una matta, mai sazia, tutto assolutamente tutto, mi sono sorbita dei mattoni che non so come ho fatto! Insomma ognuno ha una strada e qualche mano che lo/la guida. Sempre.
    Senza mani che guidano la strada è più incerta e le curve si avvitano su se stesse.io ne sono proprio convinta.

    Avete mai letto Bobi Bazlen? il suo epistolario con Vittorini ad esempio è stato – decenni fa – un faro nella mia notte culturale.
    Su di lui ,Bazlen, – personaggio singolarissimo e senza mai citarlo – ha scritto un libro sorprendente e fenomenale il mio amato Daniele Del Giudice- LO STADIO DI WIMBLEDON.
    qui fa caldo, è domenica, la città è quasi vuota e silenziosa, che la lettura sia con voi

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  3. Avatar cristina
    cristina

    @wwayne, la zia ti punzecchia … ti sconsiglio allora tutto Proust, tutto Musil, tutto Herzog, molto Vargas llosa, tutto Saramago,gran parte di Dostojevsky, Yourcenar, e anche Sartre. giusto per dire i primi che mi vengono in mente. Ah pure il Calvino non fantasy….
    vedi, ti sei già tolto dai piedi un bel sacco di roba. Ma stai attento, la velocità non colma mai il vuoto a cui va incontro… baci
    (si oggi sono sentenziosa più del solito,una palla! quindi meglio andare al mare)

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  4. Avatar wwayne

    @Cristina: Di Calvino ho letto “Il sentiero dei nidi di ragno”, romanzo non fantasy che mi è piaciuto abbastanza. Buona Domenica, e buon mare! : )

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  5. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Lettoreambulante @Tutti

    Il tuo commento mi è stato molto utile nella parte in cui dici che qualche decennio fa era più facile discernere la narrativa di intrattenimento dalla letteratura.

    Ho già spiegato la mia storia di lettrice: mi sono riavvicinata ai romanzi da poco più di un anno (ne avevo letti molti e con soddisfazione negli anni dell’adolescenza, poi, per un lungo periodo, ho trovato maggior divertimento in letture di genere diverso) e mi rendo conto che quello che scrivi tu è proprio vero. Mi sono chiesta se la minor difficoltà di allora potesse discendere dal fatto che ero fresca di scuola, dalla circostanza che avevo un’altra età, o da altri fattori, ma sono arrivata alla conclusione che, in effetti, se non hai un tuo bagaglio, oggi è molto più difficile evitare le trappole. Come potrebbe essere diversamente? Le scelte di lettura – le statistiche sono lì a confermarlo – sono sempre più condizionate dalla televisione, e la televisione, quanto a condizionamenti, ne ha subiti e imposti di pesantissimi, negli ultimi decenni.

    Condivise le premesse, faccio più fatica a seguirti nelle conclusioni. Sembra tu auspichi che i lettori con maggior discernimento “accompagnino” quelli più propensi a seguire l’onda sui gradini di una scala di valori che i primi dovrebbero individuare anche a favore dei secondi. È un intento pedagogico apprezzabile, ma cozza un po’, a mio parere, con l’affermazione finale che escluderebbe la presenza, nei GdL, di lettori maestri e lettori allievi.

    Ciao,
    Mariangela

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  6. Avatar camilla
    camilla

    Si fa presto a illudersi di essere brillanti e originali su questi tipi di microcosmi – tipo sala giochi. ma non contano un bao,

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  7. Avatar cristina
    cristina

    un bao, come mi piace la cam quando dice così…

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  8. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Camilla @Cristina @Tutti

    Cammilla, a Cristina è piaciuto il “bau”, ma io non ho capito un “brau”! (Brau = Brassica oleracea = cavolo).

    Ciao, volevo dire gniau!
    Mariangela

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  9. Avatar cristina
    cristina

    @mariangela, non importa sempre capire Camilla, lei è spesso una donna…sospesa, a metà, misteriosa e criptica. Credimi, va bene così, ti ci abituerai

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  10. Avatar camilla
    camilla

    @mariangela – sai quelle cose, quelle sensazioni, impressioni, sentimenti,….emozioni, timori, paura, desideri, non desideri, niente a che fare con qualcosa di definibile eppure qualcosa di pieno zeppo di ,onde, e strappi,come carta che si arrotola e spinte, e voglie e anche no, quel non saper cosa, quel vedere e non vedere, quel sonno che ti viene , quel risvegliarsi senza aver dormito,non puoi metterti a scriverlo e se lo scrivi poi non lo mandi, resta li e sparisce, forse, lo sai no? Quel non sapere , ma no niente, o non capire qualche cosa, quel non so, non so , non so. Ecco si può chiamare BAO. non Gnau, o miao, o bau bensì bao. Senza offendere nessuno. Baci. Vero @cri?

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  11. Avatar cristina
    cristina

    ah verissimo…cam, verissimo!

    Il CLUB degli INCORREGGIBILI OTTIMISTI mi ha divertita, alleggerita, riempita, incuriosita, un libro fatto con leggerezza ma di sostanze anche pesanti ( il finale tragico è un bel coup de theatre), un po’ romanzesco, un po molto giovanilistico, c’è l’inno all’amicizia, alla purezza, all’amore, al bello, alla fedeltà…. ai genitori che non ne fanno mai una giusta….alla riflessione, agli scacchi…. Si, nel genere leggero, un bel librone intelligente e che si smangiucchia con piacere come un panino ben imbottito ( non ho detto stracotto al barolo.. eh). l’ho letto di corsa e con piacere. Bene, mi ci voleva

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  12. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @tutti@Cristina
    Finito il “panino” cosa hai intenzione di addentare, adesso? Cosa state leggendo? Le vostre letture subiscono l’influsso delle stagioni?

    Io sto procedendo bene con “La vita agra” di Bianciardi: sono stati ben duri questi anni ’50 e ’60 per il nostro autore: bollette da pagare, cambiali da onorare, soldi che non bastano, committenti che no pagano, due famiglie a cui dover provvedere … Però non perde mai la grinta, che sia stato l’amore per la sua compagna a dargli determinazione? (non ho finito il libro, non so come va a finire). Visto che il personaggio mi ha incuriosita, può essere che poi io decida di procedere con la biografia di cui mi dicevi tu “La vita agra di un anarchico”.

    @Camilla
    Sei libera di fare marcia indietro. Il mio parere per la prossima volta: se veramente non vuoi offendere nessuno, puoi sempre fare a meno di insinuare.

    Ciao a tutti,
    Mariangela

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  13. Avatar cristina
    cristina

    @ah vedi mariangela… si il libro di Corrias è un libro da leggere!!! un capitale.
    lassa perdere Camilla che mai è doppia o insinuante o offensiva. lei è cos’ avventata, sventata, piena di foga, diretta, curiosa, sorprendente. una sventolata di aria densa e fresca. Bisogna conoscerla la Cam, donna dai mille furori interrotti perchè si scorda, dimentica, schiaccia inavvertitamente, si interrompe, va e non torna… è così. tutta sprogrammata

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  14. Avatar cristina
    cristina

    aaargh non so cosa leggere non so cosa leggere non so cosa leggere ( la biblio è chiusa, devo guardare fra i libri di casa uffi)… ah sto leggendo dei racconti di Mak Twain, che buffi

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  15. Avatar wwayne

    @Mariangela: Le mie letture un po’ lo subiscono l’influsso delle stagioni. Ad esempio, un romanzo ambientato temporalmente in Estate è più facile che io lo legga in quella stagione, e lo stesso vale per i romanzi “invernali.”
    In linea generale però io nello scegliere le mie letture non seguo il criterio delle stagioni, ma quello degli scrittori. Negli anni ho scoperto una ventina di autori e ho finito per leggere quasi esclusivamente i loro libri, fino ad esaurire la loro bibliografia. Gli unici autori ricorrenti di cui non ho ancora letto tutto sono:

    Carmine Abate
    Joyce Carol Oates
    Lewis B. Patten
    Richard Stark

    Per esempio, in questo momento sto leggendo un romanzo di Lewis B. Patten, “Settimo cavalleggeri.” Classico caso in cui il titolo italiano (completamente diverso da quello originale) non rispecchia il contenuto del libro: il romanzo parla del conflitto tra un gruppo di soldati americani (il settimo cavalleggeri, appunto) e la tribù dei sioux, ma il romanzo è raccontato dal punto di vista degli indiani, e il settimo cavalleggeri entra in scena solo a 50 pagine dalla fine del romanzo, quindi è assurdo intitolarlo in quel modo, come se fossero loro i protagonisti della trama.
    Vi vengono in mente altri casi di titolo fuorviante?

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  16. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @WWayne
    Il titolo più stravolto che io conosca è quello de “Il giovane Holden” che, volendolo tradurre alla lettera da quello inglese, doveva essere “Il prenditore nella segale”. La nuova edizione Einaudi, che presenta una nuova traduzione del celeberrimo libro di Salinger, riporta le motivazioni editoriali che condussero alla scelta del titolo italiano. WWayne, la tua domanda era un po’ diversa, ma titoli fuorvianti nel senso in cui intendi tu non mi sovvengono.

    @Tutti @WWayne
    Vi chiedevo della stagionalità perché capita di sentir dire che per l’estate ci vorrebbero libri più leggeri, da spiaggia. Sento che i gialli, d’estate, sono molto gettonati.
    Io, fino allo scorso anno, subivo la stagionalità in un altro senso: non so per quale ancestrale richiamo della vita contadina, ero attratta dalle raccolte di proverbi – passione di cui vi ho già parlato – sugli usi e sui lavori agricoli, manco avessi dovuto andare io a trebbiare o a raccogliere le noci! Quest’anno è tutto diverso.

    @Cristina
    So che sei contraria agli Ebook, ma in casi disperati si può leggere anche dallo schermo del computer: scaricati qualcosa.

    Ciao,
    Mariangela

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  17. Avatar wwayne

    @Mariangela: In effetti, se escludiamo i casi in cui il titolo fuorviante è dovuto ad una traduzione “creativa”, esempi come quelli che ho citato sono rari. E’ quasi impossibile che un autore decida di dare al proprio romanzo un titolo che non c’entra nulla con la trama, perché vorrebbe dire prendere in giro il lettore, con tutti gli effetti negativi che questo comporterebbe: passaparola negativo, impopolarità, lettori delusi che da quel momento in poi non leggono l’autore a prescindere eccetera. Come sempre, conviene giocare pulito. E proprio perché giocare pulito conviene sempre, non mi spiego come mai, nell’editoria come nella vita in generale, ci siano così tante persone che preferiscono giocare sporco. Forse fa parte della loro natura. Ma sto divagando, quindi chiudo qui il mio commento. : )

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  18. Avatar cristina
    cristina

    @mariangela, no, giammai ( poi non ho un notebook, solo una postazione fissa, e io…leggo solo sdraiata! e scribacchio sui libri
    fra un po’ vado a comprarmi Cataluccio, oh siii

    stagioni? influsso? certo che si! in estate più Vargas (benedetta sia vargas forever – leggila!!!!!), più librotti acqua e sapone (tipo il CLUB), vedi che in spiaggia fra un refolo e uno spruzzo e una spalmata di crema non posso avere troppa concentrazione, è normale.
    qualche italiano ( da cui di solito rifuggo) semmai solo in estate, che tanto li ritengo leggeri a priori.
    mi pare di essere nella media..no?

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  19. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @Camilla @Tutti
    Non ne ho fatto cenno perché i lavori erano ancora in corso e gli esiti quanto mai incerti (c’era una possibilità non piccola che io mollassi il libro), senza contare che avrei temuto un giudizio precipitoso, ma io sto già leggendo la Vargas; ho quasi ultimato “Parti in fretta e non tornare”.

    Posso dirlo? Bravina, dignitosa scrittrice, il romanzo ha una sua struttura, una sua credibilità, ma proprio niente, niente di più. Non leggo gialli da trent’anni e sono rimasta a Conald Doyle, e non voglio fare l’espertona, ma per me il genere giallo è quel genere che dovrebbe, se non farti paura, perlomeno tenerti in tensione, creare un clima di aspettativa. A me mancano 30 pagine e l’ho trovato pesantissimo!!

    È vero la trilogia andrebbe letta in sequenza, ma i miei rilievi non si incentrano sulla vicenda dei personaggi (Adamsberg, la sua storia con Camille e gli altri), è proprio che l’ho trovato lento, incapace di coinvolgere, privo di quei requisiti che fanno di un giallo un giallo.

    Devo vedere l’articolo in questo blog che parla di gialli, per capire cosa dicano gli altri lettori al proposito. Per me pollice verso.

    Ciao,
    Mariangela

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  20. Avatar cristina
    cristina

    sono senza parole, Mariangela

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  21. Avatar carloesse
    carloesse

    Di titoli storpiati nelle traduzioni il mondo è pieno. A volte è inevitabile, Una traduzione letterale potrebbe apparire priva di significato: Catcher in the rye (Il giovane Holden ) ne è un esempio lampante: Catcher sottende anche il ricevente in una partita di baseball, e rye non è solo la segale, in quanto può essere anche il whisky (rye-whiskey è il tipico bourbon americano) che con essa è prodotto.
    Altre volte la ragione è puramente arbitraria. Perchè Feltrinelli intitolò la prima versione italiana di Norwegian Wodd (titolo già internazionale, che cita a sua volta una nota canzone dei Beatles) di Murakami “Tokyo Blues” (altro titolo internazionale, ma veramente arbitrario che c’entra come i cavoli a merenda: se fossi stato Murakami mi sarei incazzato come una iena)? Grazie a dio Einaudi nella riedizione successiva è tornata al titolo originale (mettendo tra parentesi anche il titolo precedente, per correttezza verso i lettori, che non creassero confusione).
    Perchè Frassinelli ha intitolato la prima edizione di “The Book thief” di Markus Zusak. “La bambina che salvava i libri” (per tornare al più fedele “Storia di una ladra di libri” solo sull’onda del film di successo che ne è stato tratto recentemente) ?. Oltre a tutto la ragazzina di libri ne salva uno solo, da un rogo nazista; gli altri semplicemente li ruba,per leggerli , per se e agli altri.
    Boh ?
    (naturalmente dietro ci sono ragioni di mercato, spesso anche molto miopi).

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  22. Avatar wwayne

    @Carloesse: Hai messo in rilievo una cosa giustissima: quando una casa editrice ripubblica un libro con un titolo diverso, dovrebbe avere la correttezza di mettere tra parentesi il titolo precedente, altrimenti sembra che stia spacciando una ristampa per un inedito.
    Per esempio, mesi fa ho comprato ad occhi chiusi l’ultimo libro di uno dei miei scrittori preferiti, George Pelecanos. Il titolo era “Non temerò alcun male.”
    Torno a casa, inizio a leggerlo e lo riconosco subito: era una ristampa di “Una dolce eternità”, libro che avevo già letto… che pacco che m’han tirato…

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  23. Avatar carloesse
    carloesse

    Ooops: Norwegian “Wood” è diventato “wodd”. Battitura errata. Sorry.

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  24. Avatar carloesse
    carloesse

    @wwayne: sì, a volte le modifiche del titolo servono anche a tirare “pacchi”. Einaudi, nel caso citato, è sta molto corretta.

    PS: Peraltro “Storia di una ladra di libri” è il romanzo che ho appena finito di leggere. A me è piaciuto veramente molto. La mia recensione è fresca-fresca su aNobii (a chi interessasse).
    Saluti a tutti.

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  25. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina @Tutti
    Che tu sia proprio senza parole, ho difficoltà a crederlo, penso e spero che sia un artifizio retorico; questo mi spinge a spiegare meglio la mia posizione sulla Vargas con un’altra argomentazione.

    Come ho scritto, tra i tanti autori che sto leggendo con soddisfazione e senza fatica, anche facendo tesoro dei vostri consigli, c’è Sciascia. Ecco ho provato a fare un paragone tra il clima di tensione che riesce a creare nei suoi racconti – fossero gialli o no è questione che nel mio giudizio non ha influito – e quanto ho trovato nel romanzo della Vargas: io dico che non c’è paragone. Teniamo conto poi che nel libro della Vargas fino a circa pagina 80, vale a dire per un quarto del libro, le due storie, quella del Commissariato e quella del gruppo del banditore, non si intrecciano e non succede proprio niente, salvo il puntiglio personale, che tenga lì il lettore.

    È mio modesto parere che l’efficacia del giallo non dipenda dal numero di morti ammazzati che l’autore dissemina tra le pagine, o dall’efferatezza delle torture che si inventa per stupire il lettore, la sua forza di trascinamento discende da come l’autore scrive. Siamo sempre lì, non contano tanto i contenuti, quanto il modo di scrivere e quello della Vargas mi è sembrato, sì, onesto e dignitoso, ma non degno della sua fama.

    Ciao,
    Mariangela

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  26. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Carloesse
    Io in quel Anobbi c’ero stata anche l’altra volta, ma nella tua libreria non ero riuscita ad entrare, pur tenendo conto che il tuo nick è il medesimo che usi qui.

    Come si fa ad entrare nelle librerie e nei commenti?

    Grazie se puoi rispondermi.

    Ciao,
    Mariangela.

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  27. Avatar carloesse
    carloesse

    Forse non da l’accesso se prima non ci si registra con una e-mail (che rimane nascosta) un Nick e una password (che scegli). Se invece sei registrata, ma non trovi la mia libreria, prova ad entrare da un libro: “Storia di una ladra di libri” (p.es.). lì trovi la mia recensione (essendo di oggi dovrebbe essere la prima che trovi, anche se ce ne sono più di 600) e se vuoi vedere tutta la libreria a quel punto clicca sulla mia firma, sotto la recensione. Così entri nella mia pagina.
    Buona fortuna.

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  28. Avatar cristina
    cristina

    @mariangela, ma non si può paragonare Fred Vargas ( divertimento di alta qualità) a Sciascia (letterato di alta qualità)! è come dire vado al Luna Park o a vedere il Cenacolo? insomma…

    forse anche il titolo che hai scelto non è uno dei migliori….non dai mai retta anche tu…. poi leggi due libri insieme, e questo per me rende impossibile qualunque giudizio. Come fai a non fare confusione?

    Vargas è deliziosa pr il ragionare di Adamsberg, per tutto quanto è periferico, non inerente, casuale e apparentemente superfluo….per le creature, strambe e sghembe, che vi circolano ma insomma sempre un giallo è eccerto.
    basta. non voglio dire altro, secondo me bisogna essere complici e volrsi divertire con lei, e secondo me tu – come con Camilleri – le s ei indifferente perchè non hai attivato la complicità birichina della lettrice – che in questi casi – è obbligatoria, pena il non capire e restare freddi.

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  29. Avatar cristina
    cristina

    su fred Vargas – consigliio le prime due raccolte citate, ma insomma a me piace tutto di lei, tutto mi diverte altamente

    Nel 2012 Einaudi ha pubblicato, nei Super ET, la uniform edition comprendente le raccolte I casi dei tre evangelisti e I casi del commissario Adamsberg. Nel 2013, sempre per Einaudi, è uscito Piccolo trattato sulle verità dell’esistenza; nel 2014, La seconda trilogia Adamsberg (comprendente Sotto i venti di Nettuno, Nei boschi eterni, Un luogo incerto).

    Bisogna lasciarsi andare, coi gialli almeno………..

    @Carlo vedi com siamo divesi… mai avrei detto che ti s arebbe potuto piacere quel libro della ladra… Io ho dovuto metterlo giù a metà – rischiavo un infarto da eccesso di glucosio….

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  30. Avatar carloesse
    carloesse

    @Cristina
    Lo so, da qualche parte avevo letto già il tuo parere su quel libro (qui ? sul sito di Gabrilù ?..). Ma che ci vuoi fare. Sarà che in effetti ho i triglicerdidi alti….
    😉

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  31. Avatar antonellina
    antonellina

    Cristina sei troppo divertente! Ho appena finito “Il profumo delle foglie di limone” della Sanchez, che mi è piaciuto, e vari di Carofiglio (simpatici). Adesso mi sono tuffata su “La famiglia Karnowski”, scorrevole al di là delle mie aspettative. Estivo? Forse non troppo, ma approfitto del periodo di relax! Ciao a tutti e buone letture.

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  32. Avatar FALCO
    FALCO

    @Dani, @Adour e tutti quelli che ho dimenticato e con i quali mi scuso….
    Dalle piovosissime rive del Lago Maggiore un GRAZIE ENORME per aver consigliato LA FAMIGLIA KARNOWSKY. Un libro straordinario che
    si è guadagnato un posto d’onore fra i migliori libri che ho letto quest’anno.

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  33. Avatar cristina
    cristina

    antonellina hai fra le mani un libro di grande valore. Vedrai come si addensano le nubi oscure…. poi quando lo avrai finito, puoi leggere sul blog di Gabrilù (nonsoloproust) – che certo qui si può citare eccome – le cose interessanti che ne ha scritto…. e grazie, by he way

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  34. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Carloesse
    Proverò a registrarmi, quindi.

    @Cristina @Tutti
    Su questo blog ho trovato un vecchio articolo di Giuliaduepuntozero proprio sul libro della Vargas “Parti in fretta e non tornare”

    “Fred Vargas: Parti in fretta e non tornare e L’uomo dei cerchi azzurri”

    Mi consolo e vedo che sono in buona compagnia perché anche altre lettrici si dicono perplesse e l’aggettivo “noioso” ricorre in più di un commento.

    Ciao,
    Mariangela

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  35. Avatar cristina
    cristina

    L’uomo dei cerchi azzurri …oh a me era piaciuto moltissimo! peggio per voi, che ce devo fa, non tutto si può condividere, sei troppo “seriosa “Mariangela mia bella, forse ‘? ( non è un insulto!! è una connotazione)

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  36. Avatar cristina
    cristina

    io comunque Cataluccio l’ho dovuto ordinare. Intanto ho preso lLA CASA TONDA di Erdrich, mi pare fosse Camilla che ne aveva parlato bene qua…e già alle prime pagine un pugno nello stomaco….

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  37. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Cristina
    Può essere, chi può escludere di essere serioso? Sono parte in causa, non sarei obiettiva.

    @Cristina
    Come hai fatto a rimanere senza libri ad Agosto?

    @Tutti
    Sto ascoltando l’audiolibro “Bar Sport” di Benni e, vuoi il contenuto in sé, vuoi l’interpretazione dell’attore, lo sto trovando veramente divertente, certe situazioni mi ricordano proprio i bar degli anni che furono, quando mi capitava di andarci a comprare il ghiacciolo (di pomeriggio) o il gelato (talvolta, di sera). Molto raramente ho avuto l’occasione di giocare con quella magnificenza inavvicinabile che era il flipper (velo ricordate? Esistono ancora i flipper?).

    Ciao
    Mariangela

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  38. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Carloesse

    Su ANOBBI io mi sono registrata; ho confermato il messaggio arrivato x email, sono rientrata, ho trovato il tuo scaffale e ho pensato di essere nell’OPAC della biblioteca del Congresso, ho cercato, ma il commento al libro che dicevi io non l’ho trovato. Ti chiedo, Carlo, per la prossima volta, non puoi incollarlo anche qui su questo blog? Al massimo ti becchi del saccente, ma almeno possiamo leggerlo tutti senza diventare matti. Grazie, se sei d’accordo.

    Ciao,
    Mariangela

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  39. Avatar Anna
    Anna

    Parto dal fondo. La casa tonda è un libro davvero bello, intenso, profondo, commovente. Lascia il segno. Ma avevo deciso di intervenire sul tema che avete toccato del cambio di titoli. Il primo che mi viene in mente è LA MONTAGNA INCANTATA che è diventata nella nuova traduzione LA MONTAGNA MAGICA. In questo caso mi sembra che la scelta sia stata opportuna: la montagna magica è attiva, è capace di far scaturire magie, quando è incantata è passiva, statica, si fa contemplare. Anche la traduzione è infinitamente più bella, meno rigida. E poi mi viene in mente GITA AL FARO della Woolf che data in mano alla Nadia Fusini per una nuova traduzione è tornata a essere AL FARO. La gita non era, credo, nelle intenzioni della Woolf.
    Ma quello che mi ha fatto sobbalzare di rabbia è stata la mostra a Bologna del Vermeer con la sua LA, RAGAZZA COL TURBANTE. La città era tapezzata di riproduzioni, cartelli, opuscoli, libri ma si parlava e si scriveva solo della ragazza con l’orecchino di perla perchè era ovviamente più attraente il titolo del libro che non la scelta del povero bistrattato Vedrmeer per la sua tela. Ma ero solo io a essere indignata, per la gente era una mia stravagante fissazione.
    Vi seguo molto saltuariamente purtroppo e quindi non so se e quanto ne abbiate già parlato, ma vi segnalo un libro che mi è stato molto nel cuore. Storia di un matrimonio di Greer.

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  40. Avatar Anna
    Anna

    Manderò un commento dopo

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  41. Avatar Anna
    Anna

    Non si riesce a fare partire il commento

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  42. Avatar cristina
    cristina

    Storia di un matrimonio….. lo lessi anni fa quando con la Cam eravamo ancoran sul Forum di Fahre. Che libro triste e che grande perspicacia…

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  43. Avatar carloesse
    carloesse

    @mariangela
    Mi dispiace averti dato tutto questo gran daffare. Comunque se sei entrata nella mia pagina basta cliccare “recensioni” in alto a destra subito sopra lo scaffale, (e lì trovi tutte le mie recensioni, la prima che vedi è l’ultima che ho inserito: il libro in questione), oppure dentro il mio scaffale ti posizioni sulla copertina del libro, aspetti che compaia il titolo e clicchi sul titolo del libro (non sulla copertina) così entri nella pagina dedicata al libro. E lì trovi tutte le recensioni dei lettori di quel libro (e anche qui la prima che vedi dovrebbe essere la mia, essendo la più recente, salvo qualcuno non ne abbia immessa una nuova tra ieri e oggi).
    Ciao

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  44. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Anna,
    posto che non sarò io a poterti aiutare sotto il profilo tecnico perché ho già le mie belle difficoltà di mio, non ho capito quale tuo commento non stia partendo.

    Il libro mi era piaciuto così così; ciò che non mi aveva convinta era la reazione della moglie: apprende che il marito è gay, quando essere gay, molto più di oggi, poteva provocare seri problemi, e non ha un momento di sbarellamento, non un attimo di incertezza: reagisce, sa già cosa fare, si informa, parte sparata. Può essere, ma mi era parsa un po’ finta anche la conclusione. Il modo di scrivere limpido, ma un po’ lezioso. Non è tra i migliori libri che io abbia letto.
    Ciao,
    Mariagela

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  45. Avatar cristina
    cristina

    @carlo esse anch’io ho provato a entrare su Anobii ma …che impresa! te sulla tua pagina non ti si trova ( forse ci vuole la tua email nons), il libro della ladra non risulta, mah, mi pare troppo difficile,

    @Mariangela, siamo noi imbranate o loro assurdi?

    Nemmeno io avevo particolarmente amato SToria di un matrimonio, la storia ha dell’improbabile e resta fredda, anche se acuminata, ma io ho (quasi) sempre delle reazioni problematiche ai libri di provenienza USA, non mi prendono quasi mai. Camilla inceve ricordo che lo aveva amato, si. lei è così si affeziona a personaggi per me sbalorditivi
    E lo stesso mi capita coi film, sono un po’ allergica alll’american w ay of … che trovo sempre semplificato e troppo poco interessante -con alcune eccezioni. e non è ideologia, sono ben dispostam, ma mi innervosiscono per… piattezza, ecco. ( vedi Stoner ma vi prego non riapriamo il dibattitto circolare)

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  46. Avatar wwayne

    @Cristina: Allora penso che ti piacerebbe Joyce Carol Oates, scrittrice americana che però demolisce costantemente il mito dell’american way of life. Tra i suoi romanzi (o almeno tra quelli che ho letto) Occhi di tempesta è quello in cui questa volontà di sfatare il mito emerge in modo più netto.
    Quello che mi è piaciuto di più però è un altro: Uccellino del paradiso. Uno dei pochi casi in cui chi giudica i libri dalla copertina non sbaglierebbe, perché la foto scelta per la cover è splendida e il libro altrettanto, se non di più.
    Quello che mi è piaciuto di meno invece è La donna del fango. In questo romanzo la Oates abbandona il suo consueto realismo e imposta una trama in cui il sogno e la realtà si alternano continuamente: il guaio è che le sequenze oniriche non sono nettamente distinte dalla storia vera e propria, e quindi in certi passaggi è difficile capire cosa è sogno e cosa è realtà. Per esempio, a un certo punto la protagonista uccide un suo collega, e in seguito quello stesso personaggio le manda dei fiori in ospedale: grazie a questo dettaglio capisci, decine di pagine dopo, che la protagonista non si è macchiata di nessun omicidio.

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  47. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @Stefano1 @Tutti

    Sono finalmente riuscita a vedere la raccolta di racconti di Andrej Longo “Dieci” che tu dicevi non essere così male (era uno dei pochi che salvavi di una lista di autori degli anni zero che io avevo trovato) e che, a tuo parere, tutto sommato, si poteva leggere (commento del 25 luglio).

    Sono dieci racconti intitolati, ognuno, con un comandamento del decalogo. Tutti narrati dai protagonisti in prima persona, sono scritti in una lingua parlata fortemente tendente al dialetto partenopeo, inclusi gli strafalcioni e gli errori di grammatica. Io ho letto tre racconti su dieci e tutti riferiscono di situazioni fortemente degradate, insostenibili. Non c’è uno spiraglio di luce che si apra sulla cupezza di queste storie, non c’è via d’uscita, non c’è un filo di speranza. Se l’autore voleva scioccare il lettore, con me ci è riuscito in pieno (è un punto a suo favore).

    Non era in programma di leggerli tutti, perché volevo solo tastare il terreno e la raccolta di racconti ti dà, in questo senso, più possibilità del romanzo; in qualsiasi caso, pur riconoscendo che nella loro brutalità non sono scritti male, in questo momento non avrei saputo sostenere psicologicamente il resto del libro.

    Stefano1 @Tutti
    Tu cosa stai leggendo adesso?

    @Carloesse, @Cristina
    @Carloesse Non ho il coraggio di dirlo, ma dopo le tue ultime istruzioni, sono entrata ancora nel sito, ma, questa volta, non trovavo più la tua libreria. @Cristina Non sono esattamente nella posizione di poter escludere del tutto la prima delle due ipotesi da te formulate.

    Ciao,
    Mariangela

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  48. Avatar wwayne

    @Mariangela: Sono ancora fermo al libro che ho citato qualche giorno fa, “Settimo cavalleggeri” di Lewis B. Patten. Il guaio è stabilire cosa leggere dopo: al momento gli unici libri non ancora letti che ho sottomano sono:

    Audie Barr, “I figli della nuvola”
    Kathy Reichs, “Corpi freddi”
    John Steinbeck, “Il pian della tortilla”

    Il primo l’ho vinto ad un’asta in cui sono risultato l’unico offerente, gli altri due l’ho trovati su una bancarella. In tutto mi sono costati meno di 10 euro. Penso che inizierò dall’ultimo, perché Steinbeck ha scritto uno dei miei libri preferiti, I pascoli del cielo, e sono anni che mi riprometto di leggere un altro suo romanzo.

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  49. Avatar wwayne

    Errata corrige: li ho trovati.

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  50. Avatar Mariangela
    Mariangela

    @WWAyne
    Mettono all’asta anche i libri?

    Del titolo di Steinbeck ci sono un mucchio di edizioni, io veramente non lo aveva mai sentito.

    Vedo che se stato più previdente di Cristina: un minimo di scorta (3 libri) te la sei fatta.

    Cosa hai trovato?

    Ciao,
    Mariangela

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