Nel giro di pochi giorni sono stata a “PisaBook” a fine novembre e a “Più libri più liberi” a Roma. Le due maggiori fiere dedicate alla piccola editoria di cui volevo farvi una cronaca e magari segnalarvi qualche titolo o editore. Stavo scrivendo il post , anche confortata dal clima positivo che avevo respirato, quando mercoledì ho appreso dal Corriere della Sera che Beatrice Masini era stata spostata dal settore ragazzi della Rizzoli alla narrativa di Bompiani. Sul quotidiano potete leggere l’intervista a Laura Donnini che spiega il riassesto delle case editrici del gruppo e sottolinea che ” la narrativa straniera è un problema per Rizzoli, ha sempre avuto un taglio aspirazionalmente letterario. Invece vogliamo puntare di più sull’intrattenimento”.
Lascio a voi la lettura di quello che dice del settore ragazzi, perché a me piange il cuore, non ce la faccio. Quindi ho pensato seriamente a che senso abbia il mio lavoro, ma anche l’essere lettori. E inoltre, come in altri settori, riscontro questo sistema sempre più diffuso di sottovalutare le persone, di abbassare sempre più il livello delle proposte, di rendere tutto facile, ma anche scadente e vuoto di significati. Mentre nella mia quotidiana esperienza, e credo anche nella vostra, non è così! Anzi! Purtroppo il problema non è solo legato al mondo editoriale, ma è il sintomo molto grave di una diffusa mercificazione del niente, mascherato da divertente e accessibile a tutti. Ma lo dice benissimo e molto meglio di me Paola Del Zoppo dal blog di Del vecchio editore. Leggete questo post di Paola e diffondetelo il più possibile. Del Vecchio era uno degli editori di cui vi avrei parlato.
Cosa ci resta da fare? inforcare i nostri libri e uscire in strada? Per cosa lavorano e in cosa credono lettori, bibliotecari, librai, operatori che ogni giorno leggono e parlano di libri? Sono i lettori che creano nuovi lettori, non i libri gioco, il porno spacciato per letteratura, gli instant book, i romanzi scritti dai personaggi televisivi, le recensioni amicali e compiacenti, i passaggi alle trasmissioni cool, i libri con un lessico di 30 parole, i titoli con fiori, frutta e cibo, le copertine tutte uguali con i visi da adolescenti e chi può ne ha, più ne metta. Tanto non fate fatica a trovarli. Quello che invece faticherete a trovare è la letteratura. Che, paradossalmente, è il migliore intrattenimento. Solo che chi non è lettore, non lo sa. E finché nell’editoria decideranno le strategie i non lettori, non ci sono molte speranze.
E i treni? direte voi, attenti lettori anche del titolo del post. Questa era una nota in qualche modo positiva. Perché andando in treno a Pisa e a Roma e viaggiando sulle frecce ho sfogliato la relativa rivista. Dove ci sono due pagine di recensioni. Nel viaggio verso Pisa ho ammirato le scelte fatte. Un caso, direte voi. Beh, la settimana dopo le segnalazioni erano ancora di grande qualità, con parecchi piccoli editori presi in considerazione. Sicuramente una rubrica più varia e intelligente della maggior parte di quelle che compaiono sui giornali italiani. Allora non è un caso, ho pensato.
Peccato che volendo sapere a chi attribuire il merito, non ho trovato la firma. Ho cercato anche nell’elenco dei collaboratori, ma niente da fare. Forse siamo arrivato al paradosso che è meglio non mostrare chi fa un buon lavoro, anche fuori dal coro. Comunque se l’autore delle pagine dedicate ai libri della frecce legge questo blog o magari è conosciuto da qualcuno dei lettori ,portategli i miei complimenti.
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