La Digital Public Library of America – ufficialmente nata il 18 aprile scorso – è un bel progetto che aiuta a pensare in modo ottimistico al futuro dei libri e delle informazioni.
Il modo migliore per avvicinarla è consultarne il sito web, che è la porta attraverso la quale entrare in questa grande avventura del sapere.
In breve, la DPLA è un archivio di archivi, una *”federazione” digitale di biblioteche. L’obiettivo è rendere raggiungibile sul Web, gratuitamente, i patrimoni digitalizzati di tutte le bilblioteche degli Usa.
Mix tipicamente americano di «utopia e pragmatismo» – come ci ha spiegato uno dei promotori del progetto, Robert Darnton sulla New York Review of Books – la DPLA tende verso l’obiettivo della biblioteca delle biblioteche ma lo fa nel modo più aperto e semplice possibile, offrendo una forma e una struttura leggera capace di aggregare i patrimoni delle varie istituzioni che aderiscono al progetto.
Così sintetizza Darnton:
«Non pensiamo a un grande edificio che custodisca un database gigantesco con tutti i documenti dentro. No: la DPLA sarà invece un sistema distribuito di contenuti elettronici che renderà disponibili in forma gratuita e semplice, per tutti i lettori che abbiano un accesso al Web, i patrimoni delle biblioteche pubbliche e di ricerca, degli archivi, dei musei e delle società storiche».
«Per farlo funzionare, dobbiamo pensare in grande e cominciare in piccolo. All’inizio, l’offerta della DPLA sarà limitata a una ricca varietà di collezioni – libri, manoscritti e opere d’arte – che siano già stati digitalizzate nelle varie istituzioni culturali del paese. Attorno a questo nucleo crescerà il patrimonio, accumulando gradualmente materiali di ogni tipo fino a quando funzionerà come biblioteca nazionale digitale.»
Idee, funzioni, obiettivi e sviluppi della DPLA sono spiegati nel dettaglio da Darnton nel suo articolo. Ricordo solo tre aspetti importanti sui quali si sofferma l’autore e che aiutano a inquadrare la faccenda:
1) La DPLA è diventata, strada facendo, una alternativa libera e aperta al tentativo di Google con il suo Book Search, di «privatizzare» la digitalizzazione del patrimonio culturale del mondo. Ora che il progetto di Google sembra essere stato accantonato, soprattutto per le varie opposizioni sollevate in materia di copyright, Darnton dice che la DPLA spera che Google diventi uno dei partner del proprio progetto.
2) DPLA è stata progettata perché l’infrastruttura possa interoperare con quella di Europeana, l’iniziativa analoga dell’Unione Europea.
3) La principale tirannia che potrebbe ostacolare la Dpla è il copyright e le leggi che lo regolano negli Stati Uniti.
Gli account Twitter di DPLA e Europeana
@dpla
@Europeanaeu
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