Sarah ha 27 anni, è di New York, disegna fumetti. Ha origini ebraiche, ma non è religiosa, anzi, è piuttosto critica nei confronti di Israele, e se deve prendere una posizione, sicuramente è dalla parte dei Palestinesi. E’ talmente convinta di questa sua opinione, che la madre le consiglia di fare un viaggio in Israele, prima di chiudersi in convinzioni così forti.
E così Sarah approfitta dei “viaggi alla scoperta” di Taglit, un’organizzazione governativa israeliana che offre viaggi a ragazzi ebrei fino ai 27 anni, per conoscere Israele.
Sarah segue il consiglio della madre, ma con molte perplessità: il fatto che il viaggio sia completamente pagato dal governo israeliano, la porta a pensare che lo scopo sia quello di fare il lavaggio del cervello ai giovani americani.
Così parte, ma molto prevenuta, dopo settimane intense in cui legge qualsiasi testo che parli del conflitto israelo-palestinese, come corazza contro i lavaggi del cervello. In parte trova conferma ai suoi timori, ma trova anche disponibilità al confronto e al dialogo, cosa che la spiazza fortemente.
“Non so. Mi prenderai per matta. E’ solo che pensavo di sapere che cosa provo per questo posto, e invece sono incasinatissima.
Lo so che i Palestinesi a volte sbagliano. Ma… ho sempre pensato che Israele sbagliasse di più perché ha il potere.
E ora tutti qui mi vengono a dire che questa è casa mia? Beh, può anche darsi che io non lo voglia!
Sono venuta qui… credo, perché volevo avere la certezza che Israele fosse il cattivo. Volevo sapere che facevo bene a tenere questo posto fuori dalla mia vita.
Ma adesso non so più. Non so più niente. Mi rendo conto del perché Israele abbia fatto alcune cose. Voi siete gente per bene. Almeno, alcuni di voi. O forse mi hanno solo fatto il lavaggio del cervello, proprio come mi dicevano tutti prima che partissi.”
Mi è piaciuto tanto questo Capire Israele in 60 giorni (e anche meno), di Sarah Glidden, ed. Rizzoli Lizard.
Mi è piaciuto perché penso che il graphic novel sia una forma artistica che ben si presta a un reportage.
Mi è piaciuto perché mi interessa molto la cultura ebraica e la storia di Israele.
Mi è piaciuto molto perché il personaggio di Sarah nel graphic novel è complesso, tormentato dai dubbi, ma pieno di ironia.
Mi è piaciuto molto perché mi ha ricordato Marjane Satrapi e Joe Sacco.
Mi è piaciuto perché mi ha ridato un po’ di equilibrio dopo lo sbilanciamento che mi aveva procurato Palestina di Joe Sacco.
Mi è piaciuto molto perché il graphic novel è decisamente uno dei miei generi preferiti.
*giuliaduepuntozero
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